“Cosa succede a Genova se delle mamme e dei papà decidono di volersi occupare a fondo di quel che mangiano a scuola i loro bambini?”
NEWSLETTER DI COMUNE
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IL VIAGGIO IN ITALIA DI RAÚL ZIBECHI E OSCAR OLIVERA
Sono due tra le persone che meglio conoscono l’America latina de los de abajo, quella che nei territori resiste al dominio del denaro e del capitale e cerca di creare mondi nuovi. Raúl Zibechi e Oscar Olivera si tengono ben lontani dai governi (di destra e di “sinistra”) e dagli incarichi accademici o istituzionali, cioè dalle posizioni dalle quali, anche indipendentemente dalle proprie volontà e ambizioni, non è mai stato possibile far nascere, crescere e accompagnare i cambiamenti profondi della società. È anche grazie all’ispirazione fornita dalle esperienze, dai racconti e dalle fatiche di Oscar Olivera e Raúl Zibechi (qui l’archivio completo degli articoli inviati da Zibechi) che abbiamo immaginato di poter dar vita a una piccola avventura “impossibile” come quella di Comune. Lo abbiamo immaginato anche con loro e per loro. Per questo il viaggio in Italia sarà un’occasione tanto importante per far festa e per domandarci se e come continuare a camminare facendo Comune insieme.
Roma, 3 settembre, ore 18: incontro con Raúl Zibechi e Oscar Olivera
in piazza Persiani Nuccitelli (Pigneto); a seguire cena a sottoscrizione
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LA MENSA IMPOPOLARE
Cosa succede a Genova se delle mamme e dei papà decidono di volersi occupare a fondo di quel che mangiano a scuola i loro bambini? La città è governata da forze che plaudono con solennità alla partecipazione democratica, Marco Doria scrive sul manifesto che lo scomodo terreno di un sindaco di sinistra è quello di lavorare per ricostruire i pezzi di società frammentata con cui mettere in atto il cambiamento. Bene, ma quali pezzi di società? Ne fanno parte o no i genitori “troppo battaglieri” che scrivono di essere stufi del fatto che i figli mangino i bastoncini di pesce della Namibia, il riso rumeno e la verdura congelata che arriva dal Belgio? E se ne fanno parte, perché il Comune in pieno agosto fa u n colpo di mano lanciando un mega-appalto che vale quasi 30 milioni di euro tenendoli fuori da ogni decisione? La Rete cittadina delle Commissioni Mensa domanda: sta alla giunta o ai suoi funzionari stabilire se Genova vuol indirizzare il denaro pubblico ai grandi circuiti finanziari che rivendono cibo del circuito globale agroindustriale? Diario minimo di una lotta estenuante contro la rassegnazione
ALBINO ASAGRECO
UN DUBBIO SUGLI ZINGARI E LA MORTE
Sarà anche perché Ascanio Celestini c’è nato, ci mangia e ci dorme ancora in quella Roma lì, ma dalle sue parole sulla “manifestazione trucida” si affaccia un modo di guardare alle cose del mondo che è come una boccata di verità. Un respiro pulito, umano, da persona comune. Uno di quella borgata lì, magari, quando vede passare un carro tanto surreale da sembrare un film (e non certo raffinato come Il Padrino di Coppola), un po’ alla morte ci pensa. Poi, uno come Ascanio, a condannare senza esitazioni – un verbo-riflesso automatico che profuma di retorica e sguardi compunti, di stato incartapecorito fino ad avvolgersi delicatamente nel ridicolo -, a unirsi al sacro c oro della demo-burocrazia magari proprio non ce la fa. Se proprio lo tirate per la giacca, probabilmente, Celestini eviterà la sociologia da due euro e vi dirà che la mafia (con le sue rappresentazioni sfarzose) è solo una montagna di merda. Sì, una montagna di merda, come diceva quel ragazzo che mentre pronunciava quelle parole sapeva bene a cosa andava incontro. Lui deve averci pensato a cosa poteva significare la morte, perché fino a che non l’hanno ammazzato, Peppino Impastato viveva tra le persone comuni e non nel coro dei pupazzi impagliati dei tg e dei cerimoniali di stato
ASCANIO CELESTINI
PERCHÈ SONO FINITA IN QUESTA FOTTUTA VITA?
Lo abbiamo scritto molte volte, lo ripetiamo proprio alla vigilia dei suoi incontri in Italia: Raúl Zibechi, una delle firme più prestigiose che trovate in queste nostre paginette, ha consumato molte paia di scarpe per conoscere e raccontare le lotte de los de abajo dell’América che parla le lingue indigene o il castigliano. Siamo certi, tuttavia, che poche volte questo suo rigoroso e appassionato modo di interpretare quello che è molto di più di un “mestiere” sia stato messo alla prova come nell’incontro con le grandi storie di vita e di dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso della Brigata di strada Elisa Martinez di Città del Messico. “Zapata e Pancho Villa sarebbero stati orgogliosi di voi”, ha detto loro Raúl. “Se Zapata e Villa fossero vivi, verrebbero a letto con noi”, ha risposto Elvira
RAÚL ZIBECHI
AUTOGESTIRE LA SOVRANITÀ MONETARIA
Le monete locali complementari, parallele, alternative, bioregionali, comunitarie… hanno una lunga storia (tra le più note: il Wirtschaftsring di Zurigo, l’Ithaca Hours negli Stati Uniti, il Brixtonpound a Londra, il Chiemgauer in Baviera). In tempo di crisi e di carenza di liquidità, come dimostrano le esperienze dell’Argentina (i Créditos) e della Grecia (le Tem, leggi anche La moneta greca che si ribella all’euro), le monete locali si moltiplicano. Anche in Italia non mancano esperienze e progetti. Le isole dell’Arcipelago Scec contano decine di migliaia di soci. Il Sardex mette in rete duemi la aziende. Il Quinc di Rimini è promosso dalla Camera di commercio, dalla Provincia, dalle coop e da una rete di imprese. Il Susino in Val di Susa è promosso dalla associazione di imprenditori Etinomia. La Mag di Reggio Emilia sta sperimentando il Bus (Buono di uscita solidale). In Valcamonica è nato il Camuno. In Regione Sicilia si discute un progetto di legge per istituire Sicanex. I modelli di funzionamento presi a riferimento sono molto vari, tuttavia il primo obiettivo resta creare reti collaborative in cui prevale la solidarietà e la responsabilità. No, non tutti si divertono a giocare con le borse asiatiche
PAOLO CACCIARI
RABBIA SENZA FINE
«“Ma dove li mettiamo tutti i migrati?”. Io non lo so dove li mettiamo, tutti, ma quella è la seconda domanda, maledetti. La prima è evitare il vostro Auschwitz, ora….»
SAVERIO TOMMASI
L’ELDORATO CINESE SI RIEMPIE DI BOLLE
Il crollo delle Borse cinesi ha contagiato i principali mercati finanziari ma l’incendio è una finanza ipertrofica, autoreferenziale e intrinsecamente instabile. Se non si parte dall’ammettere questa evidenza, la bolla cinese sarà solo l’ennesimo – non certo l’ultimo – episodio di una lunghissima serie. Colpisce vedere come molti attribuiscano la responsabilità del panico che s’è diffuso all’incapacità del governo cinese di porre un freno al crollo delle Borse. Chi invoca l’efficienza del libero mercato finché le cose vanno bene, si trova spesso in prima fila a implorare il sostegno pubblico quando il giocattolo si rompe
ANDREA BARANES
LA CASSAFORTE ITALIANA AL CAPITALE MONDIALE
Era nata per finanziare le amministrazioni dello Stato e gli enti locali a condizioni diverse da quelle di mercato. In questa afosa estate la Cassa Depositi e Prestiti ha finalmente completato il suo percorso verso il firmamemento del liberismo e spiccato il volo verso i grandi dividendi. La finanza internazionale dei grandi capitali adesso ha una gran bella porta in più per entrare nell’asfittica economia italiana. Al timone i manager cresciuti nella Goldman Sachs e nella Morgan Stanley Bank, il sistema Bassanini non ha retto all’alta velocità di Renzi
AN TONIO TRICARICO
LA LOGICA DEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO
Sì, certo, in fondo molti di noi l’hanno sempre pensato. Però in modo un po’ rozzo, senza la lucidità, la precisione e il metodo che possono esprimere alcuni tra i più autorevoli storici viventi. Il sistema di dominazione nazista non era fondato sullo sterminio, come siamo stati portati a credere dall’indicibile orrore delle sue conseguenze. Era basato su un’organizzazione industriale del lavoro gestita con criteri economici particolari ma molto razionali. Criteri volti a ottenere i massimi benefici per il regime-impresa: ridurre quasi a zero il costo del lavoro ed eliminare, con i forni, lo spreco di risorse necessarie a far vivere chi non è produttivo. Leggendo KL, l’u ltimo libro sulla storia dei campi di concentramento di Nikolaus Wachsmann, Josep Fontana, cattedratico emerito all’Università di Barcellona e grande studioso della storia moderna, ha pensato ad alcune delle analogie con i giorni nostri. L’eliminazione di quelli che non sono più produttivi, sostiene, oggi ha assunto una forma discreta: il taglio delle pensioni
JOSEP FONTANA
IN GRECIA NON SAPPIAMO PIÙ PER CHI VOTARE
L’aria che si respira a Salonicco è di grande confusione ma c’è molta amarezza. Tra le persone più attive nei movimenti, in mezzo ai militanti delusi da Syriza ma anche tra la gente comune, la situazione sembra sospesa. Uno degli scenari possibili prevede la caduta del governo e una nuova forza politica a sinistra che raccoglierebbe i delusi dalle scelte di Tsipras. “Non hanno fatto nulla di quel che avevano promesso, salvo riaprire… la tv pubblica”, dice Kostas, “tra un mese andremo alle elezioni e non sapremo per chi votare. Nessuno ha più fiducia in niente. Dobbiamo prendere in mano le nostre vite, organizzarci dal basso con iniziative sociali e modelli economici alternativi e smettere di sperare che la soluzione arrivi dall’alto». Per discutere di questo, molti di quelli che non sanno più se e per chi votare vanno in un camping antiautoritario a Ierissos, nella penisola calcidica, dove la lotta dei comitati popolari ha fermato la rapina dell’Eldorado Gold, un’impresa mineraria canadese che ha le mani ovunque, dal Brasile alla Cina
CATERINA AMICUCCI
IL CALCIO E L’IDEOLOGIA DELLA DISUGUAGLIANZA
Mai qualcosa di simile sarebbe potuto accadere nelle società del passato. Solo nelle favole…Le partite, il campionato, il calcio mercato, grazie alla TV, costituiscono forse la più sfolgorante costellazione della società dello spettacolo. Formano il cielo stellato dei divi, supereroi che possono godere di ingaggi milionari, che vivono al di sopra della mischia indistinta dei mortali, ammirati da folle adoranti che ne urlano il nome. I loro stipendi, introiti pubblicitari, premi-partita, ecc. l’intero sopramondo di privilegi in cui vivono immersi appare naturale, accettato come si accetta la supremazia della divinità. Nulla meglio del calcio mostra oggi come il divismo sia diventato la spettacolarizzazione delle disuguaglianze ad uso del popolo
PIERO BEVILACQUA
DAL GRIGIO ASFALTO AI COLORI DELLA CREATIVITÀ
Sono un po’ il contrario delle grandi opere e delle mega-installazioni, i Parklets: piccoli spazi che occupano solo temporaneamente e a costo zero gli spazi d’asfalto inutilizzati. Servono per provare a cambiare se non il volto almeno l’umore della città di San Francisco. Il risultato, dicono quelli di Growtheplanet, si vede
GROWTHEPLANET
LA BICI MASSAGGIA IL CERVELLO
Tutti sappiamo che gran parte dello stress che accumuliamo dipende dal lavoro (o dalla sua mancanza) ma è interessante analizzare anche come incide il modo di spostarsi: quello è un momento in cui spesso siamo da soli, abbiamo controllo su noi stessi e possiamo condizionare il tono dell’intera giornata. Una ricerca scientifica inglese della fine del 2014 sostiene che andare in bici “massaggia” il cervello, accresce la circolazione fra l’emisfero destro e quello sinistro, bilancia e calma la mente. Il risultato è quello di alleggerire la sensazione di stress e depressione
BICIAMICI
L’ITALIA È UN PAESE VERAMENTE FRAGILE
Una utile ricostruzione delle cause che hanno reso sempre più grave il rischio ambientale in Italia (e nel mondo) ma anche qualche indicazione per disinnescare la tendenza all’autodistruzione. “Fragile” è il titolo del nuovo libro del professor Ugo Leone, geografo. Una buona informazione per distinguere fra i rischi reali e quelli immaginari, perché certe volte il lupo tanto lungamente evocato arriva davvero
GIORGIO NEBBIA
CIAO SIGNORA LIBERTÀ
In questi giorni della seconda metà di agosto, sei anni fa, se ne andava all’età di 92 anni Fernanda Pivano. Alla sua instancabile passione e alla sua eccezionale capacità di costruire relazioni culturali intense, alcuni di noi devono perfino la conoscenza dei primi volti affascinanti della cultura degli Stati Uniti, tutti dobbiamo quella di alcune delle pagine che più hanno segnato la letteratura del Novecento. Nei diari di viaggio di una vita straordinaria, che ha tenuto ferma una fantastica rotta sulla libertà, ci sono Allen Ginsberg ed Ernst Hemingway, Gregory Corso e Cesare Pavese, Jack Kerouac ed Henry Miller, William Burroughs e William Faulkner, ma ci sono anche Marlene Dietrich e Marlon Bran do. E c’è naturalmente Fabrizio De André, il grande amico anarchico e libertario che ha condiviso l’amore per la collina di Spoon River e che riposa nello stesso cimitero di Staglieno a Genova. Alessio Di Florio di Peacelink non ha dimenticato l’anniversario e ci ha mandato quel che scrisse per salutarla nel 2009, lo ripubblichiamo volentieri con molta nostalgia
ALESSIO DI FLORIO
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