“La scottante attualità di Fanon”

Non è certo la prima volta che le idee e la breve esistenza di Frantz Fanon sembrano capaci di far luce tra i dedali intricati e complessi dei percorsi di una realtà contemporanea”.

 

 NEWSLETTER DI COMUNE

  

 

 LA SCOTTANTE ATTUALITÀ DI FANON

Non è certo la prima volta che le idee e la breve esistenza di Frantz Fanon sembrano capaci di far luce tra i dedali intricati e complessi dei percorsi di una realtà contemporanea. Viviamo un tempo in cui l’accumulazione del capitale espropria dei beni comuni interi popoli e depreda la natura in una forma che ripropone diversi aspetti della dominazione coloniale. Una forma che spesso non si limita più a sottomettere i dominati ma non esita a sterminarli, qualora oppongano resistenza e minaccino di sfuggire al suo controllo. Alla decolonizzazione del pensiero critico e delle pratiche di emancipazione ispirate dallo psichiatra nero della Martinica, Raúl Zibechi ha dedicato il suo ultimo libro. In questo articolo riassu me le cinque principali ragioni della straordinaria attualità politica della lezione antirazzista e antieurocentrica di Fanon, un pensatore lontano dall’accademia che ha messo la vita intera al servizio della lotta anticoloniale in Algeria e nel mondo
RAÚL ZIBECHI
 

Per informazioni sull’acquisto del libro di Raúl Zibechi, “Alba di mondi altri” (Ed. Musodei, di seguito la nota introduttiva), i lettori romani possono scrivere a carmosino@comune-info.net, i non romani ad aldozanchetta@gmail.com

COME NON RICREARE L’ORDINE COLONIALE MARCO CALABRIA

SI RIPARTE, A PASSI LEGGERI
Le scuole che riaprono restano prima di tutto straordinari laboratori per imparare ad ascoltare i bambini e a rallentare con loro recuperando un tempo giusto per fare le cose. Dialogo, letture, giochi cooperativi, gioia. Ecco comincia una scuola diversa. Qualche suggerimento attinto dall’esperienza di alcuni buoni maestri e maestre (Zavalloni, don Milani, Rodari, Lodi, Lorenzoni, Bertinato…)
LUCIANA BERTIN ATO

LA REGINA, I MEDIA E LA BRISCOLA
“…. Ci dicono che la regina Elisabetta d’Inghilterra ha battuto il record della regina Vittoria. Questa è una notizia della quale si parla in rete e in tv, in radio e sui giornali. Se ne parla in maniera ragionevole, anzi ci stanno pure quelli che dicono che è una bella cosa perché è una donna al potere. Quelli che dicono che ci vuole la quota rosa e gli piace che sia rosa come quella bamboletta della regina inglese.
Ma davvero ha un senso parlarne ancora?
Ma davvero ha un senso che ci siano regine e re?
Nel mazzo di carte lo accetto.
Ti entra il carico e vinci a briscola!
Nelle nazioni mi sembra una presa per il culo….”
ASCANIO CELESTINI

LA LETTERA CHE NESSUNO LEGGE
Sono due giovani siracusani, avrebbero respirato idrocarburi e sono precipitati da un pontile. È accaduto questa mattina alla raffineria di Priolo. I media lo chiamano incidente, anche se avviene più spesso di quanto immaginiamo. Quello che non dicono è che a Priolo, Augusta e Melilli è in corso un olocausto industriale. Forse, un giorno, questa tragedia entrerà a pieno titolo nei libri di storia come Bhopal, Chernobyl, Seveso. Qui è accertato un tasso di mortalità per cancro superiore al 30 per cento della media nazionale, con 1.000 bambini nati malformati negli ultimi dieci anni e mare non balneabile. Il ricatto? E’ sempre lo stesso: «morire di fame o morire di cancro», lo stesso subito dai cittadini di Taranto. Una lettera di chi si ribella a tutto questo che non leggerete sui “grandi” media
DOMENICO FINIGUERRA  

COMUNITÀ CHE ABITANO TERRITORI
Le libertà e i diritti vanno curati ogni giorno, come i fiori. Non è sufficiente la rabbia, non bastano gli articoli sui giornali e sui social, per dirla con Gaber, “la libertà è partecipazione”. Per questo c’è bisogno di riscoprire i territori, i luoghi abitati dalle comunità, gli unici luoghi in grado di produrre cambiamento. Anna Foggia è sociologa e maestra, si è occupata anche di formazione di docenti e non ha mai smesso di pensare che il mondo possa cambiare qui e ora. Oggi presta tempi e saperi in una giunta di un piccolo comune alle porte di Roma, Monterotondo, come assessore alle Politiche Sociali, Lavo ro, Formazione e Partecipazione. In questo articolo, con lucidità, umiltà e senza fare sconti a nessuno, nè alle istituzioni nè alla “società in movimento”, racconta cosa significa aprire spazi di partecipazione e cambiamento in un’amministrazione locale, partendo da uno strumento come i Piani di zona. Forse ha ragione Anna, in “questa nostra barcollante democrazia, ingessata nell’incapacità letale di passare dai precetti e dalle dichiarazioni all’operatività dell’agire costruttivo” abbiamo tutti e tutte bisogno di raccontare, di ascoltare e di vivere il territorio ogni giorno
ANNA FOGGIA GALLUCCI

AYLAN. POSSIAMO SOLO STARE A GUARDARE?
Il brutto della nostra reazione di fronte ad Aylan, il bambino addormentato che non si risveglierà piangendo, è che sembra che non possiamo intervenire materialmente in alcun modo per cambiare le cose. Perché non possiamo fare altro che stare a guardare? Davvero non possiamo fare altro che stare a gu ardare? Diciamolo con chiarezza: dobbiamo accettare il diritto universale al movimento. E’ una lunga battaglia che non stiamo vincendo. Ogni crisi immediata è allo stesso tempo un’urgenza, un’opportunità e una nuova tappa di quella battaglia. Tutti possiamo fare almeno tre cose, secondo  SANTIAGO ALBA RICO

AL RIENTRO DEI CAPITALI NON SERVE LA DIGNITÀ
Smettiamola di star lì a regolare i conti col passato, dobbiamo far sì che i cittadini tunisini ricchi riportino i loro soldi nel paese. Non poteva essere più esplicito il presidente Essebsi: perfino il ricordo della rivoluzione è un ostacolo, figuriamoci la Costituzione o l’attività della Instance Verité et Dignité che deve investigare sulle violazioni dei diritti dell’uomo commesse dal 1955 al 2013, fornire una lista delle vittime, raccogliere le loro testimonianze, identificare le responsabilità dello Stato e dei suoi apparati e perfino indagare sui crimini finanziari e di corruzione. Roba di un passato con il quale, per la verità, i conti non sono mai stati fatti. E poi la verità e la giustizia non favoriscono il rientro dei capitali, Essebsi lo sa bene. Questa volta però tanta chiarezza potrebbe risvegliare l’indignazione, qualcosa tra i giovani ricomincia a muoversi
PATRIZIA MANCINI E HAMADI ZRIBI

UN MODELLO AGRICOLO CHE UCCIDE
È il paese con il suolo più fertile del mondo. Grazie alla varietà dei climi, è anche il paese con la più grande biodiversità del pianeta. Tuttavia l’India vanta i primati di fame e malnutrizione. A causa delle politiche agricole e commerciali imposte da Stato e Mercato, che privilegiano gli interessi e i profitti delle grandi aziende a scapito dei diritti e del benessere dei piccoli agricoltori, più di 300.000 contadini si sono tolti la vita dal 1995. I piccoli agricoltori stessi non hanno accesso al cibo sano e nutriente. “Dobbiamo promuovere un’agricoltura biologica senza pesticidi e prodotti chimici – scrive Vandana Shiva -, non come un lusso ma come un imperativ o per la salute nostra, della nostra terra e dei nostri agricoltori… Dobbiamo coltivare più cibo, più nutrimento, ovunque, nei villaggi e nelle città, trasformare i prati in orti…. e connettere direttamente produttori e consumatori, villaggi e città, tramite il cibo sano, fresco, locale e prodotto con metodi equi….”
VANDANA SHIVA

VADO A VENEZIA MA HO UN PROBLEMA (DI 8 LETTERE)
Una lettera di Daniele Barbieri: “Care e cari della redazione di Comune, ho dato la mia adesione all’appello di «donne e uomini scalzi» per manifestare a Venezia l’11 settembre. Potrò andare e andrò. Ma ho un serio problema: 8 lettere, comincia con la lettera C e finisce con la A…..”
DANIELE BARBIERI

SUBVERSIONES SCRIVE DELLA NOSTRA LIBERTÀ
Ancora un avvertimento di morte, ancora molto vicino, ancora in Messico. Tocca il collettivo autonomo di SubVersiones, stavolta, un gruppo di persone straordinarie che fanno comunicazione e informazione dal basso e in basso, a distanza siderale da interessi economici ed egemonie politiche. SubVersiones è uno spazio per ricercare e interrogarsi, per far circolare e amplificare la voce di chi sta sotto, uno spazio di cambiamento e di lotta in sè, come ogni tanto speriamo di riuscire a essere anche noi di Comune. Solo che mentre da noi provarci è una piccola, difficile avventura, in Messico significa mettere ogni giorno a rischio la propria vita. Lo dicono, per citare solo i casi pi& ugrave; noti ai nostri lettori, la strage di Ayotzinapa e quella di Città del Messico in cui sono stati torturati e uccisi Nadia Vera, Rubén Espinosa, Alejandra Negrete, Mile Martín e Yesenia Quiroz. Lo abbiamo scritto spesso: il Messico è un paese in cui diventa sempre più difficile distinguere lo Stato dalla criminalità organizzata. Le aggressioni ai giornalisti sono una routine esercitata ormai in modo sistematico e sfacciato. Non possiamo abituarci, non possiamo nemmeno esprimere solo indignazione. Per questo diciamo che SubVersiones scrive ogni giorno la nostra libertà. Per quei nostri compagni che rischiano di essere uccisi, non ci sarà alcuna protezione da parte delle istituzioni. La protezione deve venire dalla gente che ha capito, anche se vive dall’altra parte dell’oceano
SUBVERSIONES

SPAZI DI RESISTENZA CULTURALE
Una nuova cultura politica ha bisogno di spazi e tempi adeguati, di luoghi nei quali tornare a guardarsi negli occhi, ha bisogno di una grammatica diversa, di palestre in cui ricomporre le relazioni sociali e accompagnare la costruzione di un mondo altro. “È un momento di oscurantismo profondo… – scrive Giovanna Mulas, scrittrice – È importante lo sforzo delle librerie indipendenti, la resistenza di associazioni culturali e di coloro che possono favorire il dialogo, l’incontro, il pluralismo …”
GIOVANNA MULAS

AUTONOMIA, RELAZIONI E RECIPROCITÀ
In ambito educativo si sente spesso parlare di autonomia, si dichiara che bisogna promuovere l’autonomia del bambino o del soggetto con disabilità; si dà per scontato che tutti abbiano la stessa concezione della parola autonomia e questo concetto sia senza ambiguità. Si cita spesso grandi educatori come Maria Montessori per sostenere l’idea di una educazione che stimoli l’autonomia del bambino, ma cosa intendiamo per autonomia e siamo davvero veramente autonomi anche in età adulta? In realtà Heinrich Pestalozzi e Célestin Freinet ci dicono che non siamo mai totalmente autonomi se per autonomo s’intende completamente indipendente di ogni legame e di ogni aiuto, ognuno di noi cresce legato affettivamente, socialmente e culturalmente a qualcosa e a qualcuno, durante tutta l’esistenza non smettiamo mai di essere legati a qualcuno o qualcosa
A
LAIN GOUSSOT

 

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