Quando il 23 maggio scorso il Consiglio Nazionale Confederale dell’USB ha firmato il Testo Unico sulla rappresentanza, era chiaro che si sarebbe aperta di lì a poco una fase di grande instabilità per uno dei principali sindacati di base del paese
Quando il 23 maggio scorso il Consiglio Nazionale Confederale dell’USB ha firmato il Testo Unico sulla rappresentanza, era chiaro che si sarebbe aperta di lì a poco una fase di grande instabilità per uno dei principali (se non il principale) sindacati di base del paese che aveva fatto della concorrenza a sinistra con la CGIL un suo cavallo di battaglia.
Gli effetti di quella firma sono arrivati nelle settimane e nei mesi seguenti e l’ondata di protesta non solo non è passata, ma cresce: emorragia di iscritti, dimissioni di dirigenti locali, un appello per il ritiro della firma che sta raccogliendo molte adesioni in poco tempo, coordinamenti sempre meno informali di iscritti che pretendono lo scioglimento degli organi direttivi e un congresso straordinario. Siamo di fronte al classico caso in cui, di fronte alle strettoie imposte dalla crisi, l’uno si divide in due. Questo processo è inevitabile, può avere esiti negativi (alimentare sfiducia e disorientamento fra i tanti lavoratori iscritti o che comunque guardavano con favore alla crescita dell’USB) o positivi (se sarà strumento per alimentare il dibattito e il confronto in favore di una superiore unità), certamente si tratta di un’occasione per fare un bilancio e definire una linea nel campo del movimento sindacale. [Leggi sul sito]
Cremaschi lascia la CGIL: “è irriformabile” Sindacato per il conflitto o sindacato per l’alternativa?
A metà settembre, Giorgio Cremaschi ha annunciato con una presa di posizione pubblica la decisione di lasciare la CGIL dopo 44 anni di militanza. Nella CGIL negli ultimi anni Cremaschi è stato il più autorevole esponente della sinistra e ne ha promosso a più riprese l’organizzazione e l’azione (Rete 28 Aprile, La CGIL che vogliamo al XVI Congresso del 2010, il Sindacato è un’altra cosa al XVII Congresso del 2013) contro i nipotini di Craxi ed ex soci di Sacconi (Susanna Camusso & C.) e la linea della compatibilità e poi della collaborazione con cui essi hanno diretto la CGIL. Le dimissioni di Cremaschi sono il segnale della crisi in corso nella CGIL che è ancora di gran lunga il più grande e autorevole sindacato dei lavoratori. Un segnale ricco di insegnamenti sul corso delle cose e su cosa fare. [Leggi sul sito]
Tutto il potere alle organizzazioni operaie e popolari! Sono le masse popolari organizzate che scrivono la storia
La moltiplicazione, il rafforzamento e il coordinamento delle organizzazioni operaie e popolari è in definitiva anche la base materiale dello stato socialista che deve soppiantare quello borghese: lo Stato socialista può esistere solo se le aziende esprimono degli organismi dirigenti che sono le sue autorità locali. E’ sull’autorità di questi organismi che si regge l’autorità e la forza del governo centrale. Sono questi organismi che ispirano tutta l’attività delle istituzioni statali. Costituire il Governo di Blocco Popolare è un modo per allargare la formazione di organizzazioni operaie nelle aziende capitaliste, di organizzazioni popolari nelle aziende pubbliche, di organizzazioni territoriali e tematiche in ogni zona, ambito e contesto, per rafforzare la loro azione e la loro coscienza come nuove autorità pubbliche, per arrivare in condizioni più favorevoli allo scontro decisivo con la borghesia e il suo clero. In sintesi il Governo di Blocco Popolare è lo strumento per creare le condizioni di organizzazione e di coscienza che sono la base portante, il presupposto, del nuovo Stato socialista. [Leggi sul sito]
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
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