Nei giorni scorsi uno dei “compagni di lungo corso” della Carovana del (nuovo)PCI, Massimo Amore, ha deciso di abbandonare la nostra lotta e si è dimesso da ogni organismo della Carovana del (nuovo)PCI.
Comunicato CC 24/2015 – 20 ottobre 2015
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La diserzione di uno dei promotori della costruzione dei CARC e del (nuovo)PCI e le lezioni che dobbiamo tirarne
La seconda ondata della rivoluzione proletaria avanza in tutto il mondo e darà inizio a una nuova era nella storia dell’umanità!
Nei giorni scorsi uno dei “compagni di lungo corso” della Carovana del (nuovo)PCI, Massimo Amore, ha deciso di abbandonare la nostra lotta e si è dimesso da ogni organismo della Carovana del (nuovo)PCI. A prima vista e ai superficiali sembrerà un avvenimento interno alla Carovana. In realtà è un avvenimento significativo delle condizioni in cui avviene la rinascita del movimento comunista, dei problemi che dobbiamo risolvere e degli ostacoli che dobbiamo superare per raggiungere il nostro obiettivo. È quindi un avvenimento significativo e istruttivo per tutti quelli che vogliono fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Da esso trarranno insegnamenti tutti quelli che hanno già compreso che la rinascita del movimento comunista è la condizione necessaria per porre fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista e il suo clero impongono al mondo. Anche ad essi è rivolto questo Comunicato, oltre che ai membri, collaboratori e simpatizzanti della Carovana del (n)PCI.
Nei paesi imperialisti la costruzione del partito comunista è il passaggio decisivo perché una nuova ondata della rivoluzione proletaria divampi su larga scala e vinca. La natura del partito di cui abbiamo bisogno per condurre la rivoluzione socialista è strettamente legata alla strategia che il Partito deve adottare, la Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata (GPR). Tra i due fattori che rivoluzionano la società attuale, l’attività del Partito e la mobilitazione spontanea delle masse popolari, è l’attività del Partito il fattore decisivo, quello che determina il progresso di entrambi e quindi la velocità alla quale avanza la rivoluzione socialista. La costruzione di un partito comunista all’altezza del suo compito storico, l’instaurazione del socialismo, fase di transizione al comunismo, è quindi attualmente la sintesi di tutta la nostra opera. Nessuno dei partiti comunisti è mai stato finora in grado di instaurare il socialismo in un paese imperialista, al punto che alcuni rinunciatari su questo si sono fondati per trarre e avvalorare la conclusione che l’impresa è impossibile. Noi abbiamo fatto il bilancio dell’esperienza del movimento comunista nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria, nella prima parte del secolo scorso e ne abbiamo tratto la conclusione che è a causa dei loro limiti nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe proprio nei paesi più avanzati che i partiti comunisti non hanno instaurato il socialismo in nessun paese imperialista e che il superamento di questi limiti consisteva nell’assimilazione degli otto principali apporti del maoismo al patrimonio scientifico del movimento comunista. Questa è la conclusione che abbiamo esposto e illustrato nel nostro Manifesto Programma (2008) e nel resto della letteratura del Partito (La Voce, Comunicati, Avvisi ai naviganti) disponibili nel nostro sito www.nuovopci.it. È sulla base di questa conclusione che lottiamo nel nostro paese e principalmente così diamo il nostro contributo alla nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale.
Proprio nella concezione e nella pratica della rinascita del movimento comunista sta anche la motivazione reale che ha portato Massimo Amore a disertare, benché la motivazione che il compagno adduce, non ci interessa quanto in buona fede e con quanta convinzione, è che non ha più fiducia nella possibilità di costituire il Governo di Blocco Popolare (che Massimo Amore, probabilmente per superficialità, nella sua lettera di dimissione qualifica come “governo di transizione al socialismo”, mente nella nostra strategia è semplicemente un passaggio della GPR come chiaramente illustrato già nel lontano Comunicato CP 12/09, 8 maggio 2009).
Quanto a questa motivazione di facciata, cogliamo l’occasione per ribadire che noi comunisti seguiamo la concezione comunista del mondo. Noi non adottiamo una linea politica perché ci piace, perché raccoglie molte adesioni, perché è conforme al senso comune dominante, perché sembra ovvia e di facile attuazione. La linea politica che noi seguiamo non è frutto di impressioni create da qualche avvenimento del momento, non è qualcosa che “è nell’aria” (come il “fare come la Germania” di Maurizio Landini), non è frutto di una qualche “narrazione” alla Nichi Vendola, non è un tentativo di “giocare d’astuzia con la storia” (una ciliegia tira l’altra) alla Luciano Vasapollo, non è una delle tante fantasiose proposte di altri esponenti della sinistra borghese. Le attività con cui gli uomini fanno la loro storia sono oggetto di una scienza fondata da Marx ed Engels e sviluppata dai loro successori, i massimi dei quali sono stati Lenin, Stalin, Mao Tse-tung e Gramsci. Noi siamo seguaci di questa scienza, della concezione comunista del mondo. Facciamo quindi una politica basata sui principi del marxismo-leninismo-maoismo. Ricaviamo la nostra linea politica dalla comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe e dall’analisi concreta del corso delle cose e la verifichiamo nella pratica. La nostra vittoria dimostrerà che essa è giusta anche a quelli che si sono ostinati a non accettare i nostri buoni argomenti di oggi e non partecipano alla nostra lotta che costruisce il mondo futuro.
La linea della costituzione del GBP noi non l’abbiamo adottata perché per le masse popolari del nostro paese e per noi comunisti è una via facile e rapida, popolare, che riscuote da subito molte simpatie e ampio sostegno. L’abbiamo adottata perché è l’unica via alternativa alla mobilitazione reazionaria: a questa dovremo fare (e faremo) fronte se non riusciremo a mobilitare le masse popolari a costituire il GBP e a precedere così la mobilitazione reazionaria e la guerra. Quindi questa concezione non è frutto di impressioni, di “narrazioni” o di preferenze e gusti personali (mi piace / non mi piace, mi convince / non mi convince, ecc.). È il risultato della comprensione del corso delle cose raggiunta grazie alla concezione comunista del mondo: è frutto di un’analisi e di un ragionamento.
Noi non stiamo insieme perché condividiamo una particolare linea politica fissata una volta per tutte. Noi stiamo insieme per instaurare il socialismo: a questo fine seguiamo la linea di avanzamento che scopriamo analizzando il corso delle cose con la concezione comunista del mondo. Cambiamo linea quando ci rendiamo conto che, per un motivo o l’altro, per avanzare verso il nostro obiettivo bisogna imbracciare un’altra linea: fermi nella strategia ma duttili nella tattica. Per noi il fine è tutto, il movimento è il mezzo per raggiungerlo.
Se Massimo Amore avesse davvero scoperto, sulla base della concezione comunista del mondo, che noi siamo fuori strada, questa scoperta sarebbe per tutti noi di sommo interesse. Se avesse raggiunto una comprensione più avanzata del corso delle cose, sarebbe in grado di esporla e noi non potremmo che imparare. In mancanza di questo (e la mancanza di questo ognuno dei nostri lettori ha avuto o avrà modo di constatarlo), le sue dimissioni sono semplicemente la sua diserzione dalla lotta in cui si era impegnato con noi. L’affermazione che non è possibile costituire il GBP è solo la rimasticatura di quello che hanno detto prima di lui altri disertori (ad esempio quelli della Lotta Ideologica Attiva del 2009) e vari esponenti della sinistra borghese (Piero Bernocchi, Giorgio Cremaschi e altri). È un’affermazione priva di argomenti scientifici, avulsa dall’indicazione di un’altra linea che sarebbe invece fondata su solidi argomenti scientifici e messa dai suoi scopritori alla verifica nella pratica. È solo l’espressione della sfiducia nella capacità delle masse popolari guidate dal partito comunista di fare la rivoluzione socialista: “non si è mai fatta e mai si farà”; è l’espressione della sfiducia nella capacità dei comunisti di comprendere scientificamente il corso delle cose, di costruire una scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia, di adottarla come guida dell’azione che condurrà all’instaurazione del socialismo e alla transizione al comunismo.
A monte di simile affermazione, il cui unico argomento è che il GBP non l’abbiamo ancora costituito a sette anni dall’adozione nel 2008 di questa linea, vi è il percorso reale compiuto dal compagno che pure è stato tra i promotori della Carovana e tra i protagonisti della sua storia. Questo percorso reale è di grande interesse per noi e per chiunque partecipa alla nostra impresa o parteciperà ad essa. A differenza dell’affermazione che “è impossibile costituire il GBP”, indice di un misero stato d’animo di rinuncia e di rassegnazione, questo percorso reale è invece ricco di insegnamenti sia pure negativi.
Nell’impresa che noi comunisti stiamo compiendo succede regolarmente che quanto meno ci si dà i mezzi della propria politica (cioè quanto meno ci si impegna nello studio e nell’assimilazione della concezione comunista del mondo) e quanto più di conseguenza si persiste a lavorare (non si sa lavorare che) secondo il senso comune anziché tradurre nel particolare e applicare concretamente con iniziativa e creatività la linea generale del Partito, tanto più scarsi sono i risultati del nostro lavoro e quindi tanto maggiori sono le spinte alla sfiducia nel Partito, in se stessi e nel successo della nostra impresa, alla passività, alla demoralizzazione e all’abbandono del Partito. Questa è in sintesi la logica del percorso che ha portato uno che fu tra i promotori della Carovana fino alla diserzione di oggi.
Alla base di questo percorso vi è anzitutto la sua indecisione nel compiere una radicale riforma intellettuale, nello studiare e assimilare, ad un livello adeguato al ruolo che occupava nella Carovana, la concezione comunista del mondo e tirarne le conseguenze sul piano del comportamento e dell’attività: in sintesi, nella riforma intellettuale e morale (RIM) che i comunisti dei paesi imperialisti devono compiere. Solo chi assimila la concezione comunista del mondo e fa con questa un’analisi conseguente del corso delle cose a livello internazionale e nazionale, ha la certezza che nel nostro paese l’unica alternativa realistica alla mobilitazione reazionaria è la costituzione del GBP sulla base delle condizioni indicate nel nostro piano d’azione e quindi partecipa con passione, entusiasmo e creatività e con successi alla multiforme attività che la Carovana del (n)PCI svolge per creare le condizioni della costituzione del GBP.
In secondo luogo, nell’unico argomento che Massimo Amore adduce a giustificazione della sua defezione vi è un ragionamento (“sono sette anni che abbiamo lanciato la linea della costituzione del GBP e ancora non ci siamo”) che è estraneo allo spirito scientifico che ci anima. Chi ha elaborato e sta costruendo la scienza di un ramo dell’attività umana [può essere (fatte salve le caratteristiche specifiche che differenziano una scienza e un’attività dalle altre) la chimica o la “attività con cui gli uomini fanno la storia della loro società e di se stessi”] o comunque l’ha assimilata e la applica, se una impresa è o non è possibile e da compiere, non lo decide sulla base del tempo che ci vuole per compierla o dei fallimenti di singoli tentativi e passi (fallimenti da cui al contrario impara per affinare la sua scienza). Lo decide in base alla scienza di quel ramo dell’attività umana e al contesto in cui la sua impresa si colloca. Per fare un bambino una donna incinta ci mette nove mesi, per portare un albero a fare frutti ci vuole qualche anno, per circumnavigare la Terra ci hanno messo decine di anni, per salire sulla cima di un monte ci si mette il tempo che occorre (che dipende dalla difficoltà della cima e dalla propria capacità).
In terzo luogo, alla base della deriva del compagno vi sono una concezione del partito che non ha niente a che fare con quella esposta da Lenin nel Che fare? (1902) e la non condivisione della tesi di Stalin che “il partito epurandosi dagli elementi irriducibilmente arretrati si rafforza”. Da qui la sua passività nella Lotta Ideologica Attiva lanciata alla fine del 2014 in Campania e il suo scontento per gli esiti della stessa (in essi vedeva principalmente l’epurazione degli esponenti irriducibili della destra).
Sono tre aspetti del percorso che ha portato il compagno alla diserzione: molti compagni della Carovana hanno potuto constatarli nell’attività del compagno di allora e disertore di oggi. Ma, soprattutto, sono tre aspetti istruttivi per tutti quelli che partecipano alla nostra impresa e per tutti quelli che si assoceranno ad essa.
La base su cui poggia il partito comunista è la concezione comunista del mondo: solo chi si dedica con determinazione e con disciplina ad assimilarla è in grado di dare un contributo importante alla rivoluzione socialista nei ranghi del partito comunista.
La nostra linea è giusta non perché persegue obiettivi che si raggiungono in poco tempo e con poco sforzo, ma perché è l’unica strada realistica con cui porre fine al catastrofico corso delle cose che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti impone al mondo.
Il Partito comunista deve essere composto da compagni decisi ad assimilare la concezione comunista del mondo e ad adottarla come guida dell’azione del partito e della propria condotta. Il Partito comunista deve educare tutti i suoi membri, tutti i suoi candidati e ogni persona che vuole entrare nelle sue file a trasformare la propria concezione del mondo, la propria mentalità e in una certa misura anche la propria personalità per rendersi capace di adempiere meglio al suo compito e deve espellere dalle sue file quelli che ostinatamente rifiutano di trasformarsi.
Un simile partito porterà alla vittoria la rivoluzione socialista. Presto celebreremo il 98° anniversario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre che ha fatto fare un balzo in avanti a tutto il mondo: essa è stata la prima dimostrazione sperimentale, sia pure nelle condizioni particolari dell’impero zarista, della concezione del partito che ci deve guidare.
Il Partito comunista si rafforza epurandosi dagli elementi che ostinatamente rifiutano di trasformarsi!
Bando al disfattismo e alla demoralizzazione! Darsi i mezzi della propria politica!
I comunisti possono e devono creare le condizioni perché la classe operaia, alla testa delle altre classi delle masse popolari, costituisca il Governo di Blocco Popolare facendolo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e marci verso l’instaurazione del socialismo.
È a contribuire a questi compiti che il (nuovo) Partito comunista italiano chiama tutti gli elementi avanzati del nostro paese, in particolare gli operai avanzati, i giovani, le donne e gli immigrati: perché reagiscano con forza all’aggressione della borghesia imperialista e del clero e al disfattismo diffuso dalla sinistra borghese e dagli eredi del revisionismo moderno, si arruolino nelle file del Partito e costituiscano Comitati di Partito clandestini nelle aziende capitaliste e nelle aziende pubbliche, nelle scuole e nelle università, nelle zone d’abitazione, perché promuovano ovunque la formazione di organizzazioni operaie e popolari!
Possiamo prevedere e prevenire le mosse e le manovre della borghesia imperialista e del suo clero. Essi sono costretti dalla crisi generale del loro sistema sociale a condurre l’umanità intera su una via catastrofica in campo economico, ambientale, politico, intellettuale e morale, ad eliminare le conquiste di civiltà e di progresso strappate dalle masse popolari durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, ad erigere la superstizione, la corruzione e la criminalità a regole universali, a cercare di sostituire in ogni individuo un mondo virtuale di immagini, idee e sentimenti assurdi al mondo delle relazioni reali in cui gli individui vivono. La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti è il centro mondiale della criminalità, della guerra e della distruzione materiale, morale e intellettuale dell’umanità.
Sta a noi comunisti prendere l’iniziativa in mano! La lotta di classe si acuisce in Italia e nel mondo!
L’instaurazione del socialismo è la sola alternativa al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista impone nel mondo!
Il primo paese imperialista che romperà le catene del sistema imperialista mondiale aprirà la strada e mostrerà la via alle masse popolari di tutto il mondo!
Avanti compagni, con coraggio e intelligenza! Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!
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Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it