‘Il mistero buffo del discount’

E’ davvero un mistero la vicenda della costruzione del supermercato Lidl in via di Acqua Bullicante. Un mistero con tanti protagonisti. E, come nei canovacci del teatro italiano, non tutti commendevoli.

Iniziamo dai “buoni”: una serie di associazioni e comitati che si sono ritrovati insieme a difendere il loro quartiere, cementificato fino all’inverosimile e soffocato da smog e polveri sottili. “No cemento a Roma est” ha picchettato e bloccato il cantiere in agosto, dopo l’abbattimento di molti alberi, primo atto della costruzione del nuovo supermercato, in una zona che già ne conta una trentina di supermercati: si sa, è una zona molto affollata. Il gigante tedesco del discount si serve di una mano italiana, la Immobiliare Bullicante srl che ha acquisito l’area e intende costruire per poi vendere l’edificio chiavi in mano ai tedeschi.

Ma ci sono molti altri attori di questa vicenda che buoni non sono, o almeno hanno avuto atteggiamenti ambigui. Bene ha fatto, ad esempio, il presidente del Municipio Palmieri, quando ha emesso un’ordinanza che ad agosto ha bloccato i lavori; male ha fatto a ritirarla, dopo un ricorso al Tar della ditta con ingente richiesta di danni. Perché spaventarsi? Se l’ordinanza in autotutela era ben fatta, chi avrebbe dovuto tutelare i cittadini, se non l’amministrazione pubblica?

Poi c’è la soprintendenza archeologica. In quel quadrante c’è il grande vincolo archeologico e paesaggistico “Ad duas lauros” che protegge emergenze antiche ma anche un prezioso paesaggio verde. Voluto con forza dall’allora soprintendente Adriano La Regina, ora si vuol eroderlo, pian piano. E la Soprintendenza partecipa al lavorio. Ecco: l’area Lidl fa parte della zona coperta da vincolo? La soprintendenza, a firma dell’architetto Francesco Prosperetti e della responsabile del procedimento Lidl, Anna Buccellato, sostiene che quell’area è fuori dal vincolo. Ma quando i comitati, carte alla mano, hanno mostrato che il testo del vincolo comprende quell’area, ecco la dottoressa Buccellato dire che quel che conta è la mappa. Una mappa sbagliata, che dava per costruita una strada inesistente, via san Vito Romano, che avrebbe dovuto proseguire via Luchino dal Verme tagliando a metà l’area Lidl. Via san Vito romano è invece il nome della via privata che la costeggia. Nel primo caso tutelata sarebbe metà dell’area, nel secondo tutta. Come è noto, quel che conta nel caso di perimetri dei vincoli, è il testo scritto, non la mappa, come ricorda anche una recentesentenza del Consiglio di stato. Ma non per la soprintendenza di Roma, che invece si è affrettata a chiedere al Ministero, alla Regione e al Comune di tenere in considerazione solo la mappa, e di modificare il testo del vincolo. Insomma, a sbagliare sarebbe stato il redattore del testo del vincolo, la soprintendenza di ieri, non chi ha dato i permessi a costruire, la soprintendenza di oggi, che sostiene di tutelare al meglio storia e natura. Dal cantiere emergono cunicoli e voragini, archi e ambienti ipogei, alcuni in cocciopesto, ma non sembra che siano stati inviati archeologi a controllare e intanto le ruspe sono andate avanti.

Ancora. Ecco il Suap, lo sportello unico per le attività produttive. E’ qui che viene rilasciata la licenza per la Lidl. Difficile ottenere accesso agli atti, ma il comitato – che comunque ricorda come manchi il nulla osta della soprintendenza paesaggistica – ci prova, passo dopo passo. L’ultima richiesta è stata la più sfortunata: l’atto era la verifica delle particelle e date di dismissione delle attività industriali e del condono, indispensabile prescrizione della Regione in Conferenza dei servizi. Aspetta dieci giorni, poi altri dieci, poi – siano oltre il mese di attesa – il funzionario è cambiato il nuovo non sa… fino ieri. Colpo di scena: l’atto non c’è, si sono sentiti dire i rappresentanti del comitato. Nessuno, se non i cittadini, si è data la pena di verificare. La concessione è stata firmata senza ottemperare alla prescrizione, dunque va sospesa.

Possibile sostenere che nessuno sapesse, all’assessorato al commercio? Difficile iscrivere tra i buoni chi ha fatto cortina fumogena su un’irregolarità del genere. Perché l’ha fatto? In nome di quale interesse? Non certo di quello degli abitanti della zona.

Prima o poi, insegna la commedia dell’arte, i drammi si sciolgono. I misteri si svelano, i protagonisti si ravvedono, arrivano gli applausi finali. Ma qui non c’è niente da ridere, ed è difficile applaudire capocomico e compagnia. A meno che, alla fine non si arrivi davvero a fermare il cantiere, e ad avviare un parco pubblico. La Lidl, se non vuol rischiare anche il boicottaggio attivo delle filiali romane, e non solo, farebbe meglio a cambiare strada. Un discount di meno, un parco in più: lo sfregio al quartiere e alle regole, quegli alberi tagliati, meritano un risarcimento.

 

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AGGIORNAMENTO

 

 

A poche ore del sopralluogo al cantiere LIDL l’assessore Leonori con una lettera fa sapere che non è sua competenza bloccare un cantiere che la commissione del suo stesso dipartimento ha ritenuto irregolare.

Dopo le innumerevoli nefandezze ormai accertate in sede di commissione al Suap che hanno permesso l’avvio ad un cantiere senza i necessari requisiti, l’assessore Leonori ora cerca di smarcarsi dal suo ruolo e uscirne pulita ventilando inchieste interne e ricorsi all’avvocatura ma di fatto permettere ulteriormente che la Lidl Italia continui a costruire illegalmente.

La responsabilità è decisamente politica e gli abitanti di Roma che stanno subendo l’ennesimo sopruso, non possono accettare questo continuo scarico di responsabilità. Dopo i fatti di Mafia Capitale è chiaro quali sono le manovre che si mettono in atto per garantire gli interessi speculativi di ogni sorta. In una città come Roma dichiarata pubblicamente senza anticorpi morali ci si chiede chi fermerà questa devastazione che sarà ben presto irreversibile?

Il sindaco Marino piuttosto che fare il balletto con il PD sulle sue dimissioni ha di fatto ancora la responsabilità di garantire la legalità, così come l’assessore Leonori, sospendendo il cantiere. Così come il Presidente del Municipio Palmieri è nella facoltà di farsi garante e chiedere la sospensione in autotutela degli interessi pubblici palesemente lesi.

D’altro canto le associazioni e gli abitanti che seguono la vicenda, domani, venerdì 30 ottobre, dalle 7.30 confermano la loro presenza di nuovo davanti il cantiere per fermare le ruspe, e invitano alla massima partecipazione e di portate una pianta.

contatti: nocementoromaest@gmail.com

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