“Dopo l’Expo”

“Cosa resta di Expo nell’immaginario comune? Certo non i dati sul consumo di suolo e quelli sulla precarietà, o il fatto che è stato prima di tutto una vetrina per le multinazionali del cibo”.

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

DOPO L’EXPO
Cosa resta di Expo nell’immaginario comune? Certo non i dati sul consumo di suolo e quelli sulla precarietà, o il fatto che è stato prima di tutto una vetrina per le multinazionali del cibo. Ciò che resta è il mantra ossesivo “Expo è un successo” con le immagini delle code in alcuni padiglioni. Ecco altre cose che di Expo non ci raccontano:
⇒ sotto il profilo economico Expo‬ ha prodotto un importante passivo che dovrà essere ripagato dall’unico soggetto capace di una operazione di questo genere e portata: lo Stato, cioè i cittadini;
⇒ Expo non ha ridistribuito ricchezza, ha prodotto enormi plusvalenze per pochissimi soggetti;
⇒ sotto i profilo culturale Expo si è rivelato essere la materializzazione di una specie di Disneyland in versione padana, con una dose rilevante di
kitsch e un’enorme capacità di imporre il pensiero unico dell’”Expo felice”;
⇒ Expo ha avuto però un pregio: far emergere il peggio del peggio della corruzione, ha mostrato ciò che nel capitalismo è la regola e non l’eccezione, cioè l’intreccio tra Stato, business da grandi eventi (e grandi opere) e criminalità organizzata.
MARIO VITIELLO

IN GIOCO NON C’È SOLO UN TRENO INUTILE
Il primo fu chiamato a giudicare il comportamento dell’esercito degli Stati Uniti in Vietnam, il secondo il ruolo delle imprese multinazionali nelle dittature di Pinochet e delle altre giunte militari del Sudamerica. Dal 1979 l’eredità del Tribunale Russel, per iniziativa di Lelio Basso, è stata raccolta dal Tribunale Permanente dei Popoli. Giovedì 5 novembre sarà a Torino per esprimere un’autorevole e importante sentenza su alcune gravi violazioni dei diritti fondamentali come il mancato ascolto di un’intera comunità. Sono state commesse, quelle violazioni, in nome del progresso, per realizzare il percorso del treno ad alta velocità da Tori no a Lione e altri megaprogetti utili soltanto al sacro business delle Grandi Opere. Una notizia di grande rilievo per chi si sente parte di quello che è da tempo molto più di un movimento di protesta e forse trascurabile per il circo mediatico che, in caso di Tav, si alimenta solo di problemi ordine pubblico
EZIO BERTOK

LO STRANO POPOLO DEGLI HUCHEROS
Una strana popolazione quella degli hucheros, un’etnia remota e poco conosciuta, affetta da tre disturbi patologici che incidono sul suo modello di vita: la struttura sociale è patriarcale, antropocentrica ed etnocentrica. Una popolazione ossessionata dal produttivismo, tutto ciò che vedono lo interpretano come merce che si può vendere. Si sono trasformati nei primi esemplari capaci di vivere cibandosi di plastica e petrolio che viene loro venduto in negozi uniformi che chiamano grandi magazzini
GUSTAVO DUCH

IL BIVIO DI PARIGI
Ora è ufficiale: le previsioni di qualche anno fa sul riscaldamento globale e sulle conseguenze del cambiamento climatico erano sbagliate, la situazione è più grave di quanto immaginato dai più pessimisti. Il vertice di Parigi in programma da fine novembre e inizio dicembre, ‪‎Cop21, è un punto di non ritorno: c’è bisogno di un cambiamento enorme che riguarda tutti e tutte. Il clima e la vita di milioni di persone sono merci in mano a politici, banchieri, imprese mult inazionali che proteggono i propri interessi, ma dipendono da noi. Notizie, articoli, ricerche e analisi
REDAZIONE DI COMUNE

DEMOCRAZIA ENERGETICA
Abbiamo bisogno di cambiare subito il sistema energetico per costruire un modello di produzione diffusa, fondato su:
⇒ democrazia energetica;
⇒ educazione ambientale;
⇒ risorse rinnovabili locali;
⇒ mobilità nuova e sostenibile;
⇒ buone pratiche agricole;
⇒ riutilizzo dei rifiuti urbani e soprattutto industriali…
Sono alcune delle sfide che la Coalizione del clima vuole portare in piazza in Italia e nel mondo il 29 novembre con la Marcia globale per il clima in vista della conferenza di Parigi ‪‎Cop21‬ (notizie sull’assemblea del 6 novembre a Roma, in preparazione della Marcia, nel dossier
COALIZIONE CLIMA
 

E ADESSO BUCHIAMO IL MOLISE
Se c’è una regione con una natura ricca di biodiversità, tra boschi e campi coltivati, che non è stata aggredita da industrializzazione, turismi di massa e consumo di suolo, quella è il ‪‎Molise‬. Chi ha attarversato a piedi i fantastici tratturi, i percorsi della transumanza di una volta che legavano le montagne dell’Abruzzo con il Tavoliere delle Puglie, resta spesso spiazzato dalla bellezza di queste terre. Grazie allo ‪‎SbloccaItalia su quelle terre hanno messo occhi e mani i signori delle trivelle in cerca di petrolio‬: è stata infatti data una concessione di 87 km quadrati che copre diversi comuni della provincia di Campobasso. La ditta trivellante ha subito fatto sapere che ovviamente questa concessione è di “importanza strategica”, che gli impatti saranno “limitatissimi”, “trascurabili”, “temporanei”, “nulli”, &ldqu o;ininfluenti”, che le loro operazioni al massimo avranno “magnitudo uno” (hanno la sfera di cristallo?) e che useranno solo delle “piccole cariche” nei tratti di bosco molto fitto (chissà se hanno avvisato anche la flora e la fauna…)
MARIA RITA D’ORSOGNA

CAMMINANDO
Costruire nuove relazioni sociali in un mondo in cui trovino spazio molti mondi, consapevoli del fatto che tutte le istituzioni costituite recano il marchio patriarcale ed escludente di una sola cultura che nega brutalmente la nostra immensa diversità. A Cuernavaca (Messico), il 12 novembre, un piccolo importante incontro cerca nuovi concetti e nuove chiavi di volta per riprendere il cammino necessario ad affrontare la moltiplicazione delle teste dell’idra capitalista denunciata in primavera dagli ‪‎z apatisti‬ del Chiapas. Altri due straordinari incontri – il Colloquio internazionale sull’archeologia della violenza nella capitale e, soprattutto, il primo Congresso internazionale di Comunalidad all’università di Puebla – hanno mostrato con evidenza come in questi mesi si vada affermando la convinzione che gli strumenti del passato non possano aiutare a dare creatività ed efficacia alle lotte dei nostri tempi. Che potrebbero trarre nuova linfa affondando le proprie radici nell’autonomia, nella libertà e negli ambiti comunitari
GUSTAVO ESTEVA

COME SAREBBE BELLO SE ORA MARINO…
“Pensate che bello se ora ‪‎Marino‬ chiedesse a tutti un impegno personale verso la città, non nel suo nome o aspettando di rivotarlo, ma come un soprassalto di dignità… Pensate che bello – scrive Alberto Castagnola, economista – se voltasse pagina con la massima decisione e delineasse un progetto di alternativa, da elaborare con il contributo e l’apporto di tanti e tante… un lavoro creativo diffuso, un controllo dal basso di tutte le persone interessate a v ivere in una città ben diversa… Pensate che bello se riuscisse a far immaginare una città in cui ogni periferia fosse dotata di un centro culturale promosso e animato dagli stessi cittadini della zona… E ancora, pensate che bello se in ogni strada si stabilissero rapporti diretti con gli agricoltori più vicini per disporre finalmente di cibi non inquinati… Certo sarebbe bello che a ogni difficoltà si trovassero soluzioni dal basso, invece di attendere passivamente interventi decisi ai piani alti di un ente locale sordo e ottuso, lento e spesso corrotto… Chissà se Marino e i suoi collaboratori sapranno apprezzare il fascino di una proposta tutta da costruire… Dovrebbero pensare alla miriade di esperienze di base in corso nel territorio urbano, nell’agro romano e nelle zone più lontane… Sarebbe una sfida molto più interessante di una primaria o di una elezione tradizionale… ” (foto: Bike to school; la vivacit à e la determinazione del gruppo romano nei mesi scorsi hanno stupito pure la giunta e il sindaco Marino. A immaginare e sperimentare una città diversa, anche senza aspettare l’amministrazione locale, sono in molti e molte)
ALBERTO CASTAGNOLA

AVREI VOLUTO ESPRIMERE LA MIA OPINIONE
Il parere di una antropologa sociale, attivista e mamma:
Della giunta ‪‎Marino‬ non dimenticheremo molte cose, tra cui:
⇒ l’aggressione al ruolo delle educatrici degli asili nido;
⇒ i menù europei (che avevamo criticato a ragione e che speriamo vengano rivisti alla luce delle dichiarazioni dell’Oms);
⇒ l’imminente chiusura di molti centri interculturali per minori;
⇒ lo sgombero del Teatro Valle e quello di Scup.
Di qu esto sindaco maldestro e impreparato a gestire una città complicata come Roma e di questa giunta ricorderemo però il tentativo di istituire il registro delle unioni civili. C’è un’altra cosa, infine, che non dimenticheremo: da chi e come questo sindaco è stato cacciato…
LAURA FANO

UNA STORIA COMUNE
C’è la città di sopra che urla di commissari, bilanci da tagliare ed elezioni e c’è la città di sotto alle prese con primati niene male: ‪‎Roma è oggi la città italiana con il maggior numero di case vuote ed è la città europea col più alto numero di ‪‎occupazioni‬ a scopo abitativo (più di 50 edifici). La storia che raccontiamo qui ha a che fare con la città di sotto. Se le cose fos sero andate in un altro modo, la racconteremmo così: Majid è un bravo idraulico, ha una figlia di due anni, e quando la ditta dove lavora fallisce si ritrova per tre notti a dormire in macchina: si rivolge all’ufficio del Comune di Roma per l’assistenza alloggiativa che gli assegna subito un appartamento in una ex-scuola elementare; lo stabile è stato riqualificato dagli stessi abitanti grazie a un progetto di auto-costruzione…
STEFANO GATTI

INTERCULTURA ALLO S-BANDO
Mamme e papà, operatori, maestri e maestre, amici, bambini e bambine. Una mattinata di protesta a Roma con i Centri Interculturali per Minori, Una risorsa per la città, un bene prezioso: ci sarà un nuovo bando ma saranno dimezzati
MARIAPIA CANDREVA
 

PAN E FARINE
Mereto di Tomba, meno di tremila abitanti a una ventina di chilometri da Udine, è uno dei tanti piccoli comuni a vocazione rurale alle prese con la crisi dell’economia locale e con la crescita della povertà. L’amministrazione locale ha deciso di non aspettare più l’arrivo di risposte dai piani alti di Regione e governo e di cominciare a fare qualcosa da sé per cambiare economia e welfare. Due i progetti avviati e messi a bilancio: la creazione di una filiera intercomunale di aziende per la coltivazione e la trasformazione dei cereali (che coinvolge 15 piccole aziende, alcuni mulini, un essicatoio e diversi panificatori.); un sostegno economico alle famiglie attraverso la distribuzione di buoni spendibili nella rete dei piccoli nego zi di prossimità
PAOLO CACCIARI

FACCIAMO IL PANE INSIEME

Da alcuni in Toscana c’è un’azienda agricola di sessanta ettari (frutta, verdura, olio e miele) con sei lavoratori e più di ottanta proprietari. Si tratta di uno dei progetti Gat, Gruppo acquisto terreni. Qui un approfondimento di Terranave, a Torino il 6 novembre incontro sui Gat
TERRANAVE
 

LA BUONA SCUOLA AL SERVIZIO DELLE BANCHE
“La mia quarta è obbligata a partecipare ad un incotro con la fondazione San Paolo – scrive Matteo Saudino, insegnante -, in cui uno sfigato hipster spiega loro come ottenere allettanti borse di studio e finanziamenti a fondo perduto (e magari ad aprire un conto corrente da loro). Che bravi questi banchieri e che inutili questi professori… Sono stato uno dei pochi professori a opporsi a tale progetto (?!), ricordando addirittura (che patetico moralista e pacifista) che la San Paolo è una delle principali banche italiane che investe in armi (sapete quelle cose con cui si uccide e si fanno le guerre). Io non sto più zitto… Non sono in vendita e non voglio che la scuola pubblica diventi un luogo nel quale aziende e istituti di credito vengano a farsi pubblicità e a realizzare profitto”
MATTEO SAUDINO

LA CITTÀ DELLA CONOSCENZA
La rete delle Città educative propone prima di tutto un’idea morbida di descolarizzazione, un superamento del tabù che l’apprendimento debba essere tutto giocato a ‪‎scuola‬. È il ‪‎territorio‬ il luogo in cui imparare a creare relazioni sociali diverse. Si tra tta dunque di una ‪‎descolarizzazione‬ “che nulla toglie alla scuola, anzi la colloca intelligentemente al centro – scrive Giovanni Fioravanti -, al centro di un polo territoriale in grado di offrire un tessuto differenziato e diversificato di esperienze formative, più ricco, più pieno, più generoso, più autentico”. Nella città educativa ognuno può avere il proprio ruolo, funzione e responsabilità: le strutture culturali, il mondo della creazione e produzione di cultura, arte, scienze e nuove tecnologie, le associazioni, i media locali, il mondo del lavoro, le amministrazioni pubbliche, i servizi pubblici. Attraverso l’educazione cittadini com uni, insegnanti e studenti possono riappropriarsi della città
GIOVANNI FIORAVANTI

APPRENDERE FACENDO

UNA SCUOLA PERFETTA
“C’era una volta una scuola perfetta. Perfetta perché aveva bandito una volta per tutte ogni traccia ‪‎gender‬ all’interno del proprio plesso. Plesso scolastico, che avete capito? Non confondiamo, cribbio … “. Una favola fantastica
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ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

 

SU DONNE E GENERE LA CHIESA STUDI L’ABC
Il 4 dicembre i bambini e le bambine del Family Day e della guerra al ‪‎gender‬ non andranno a scuola, ma quelli di Manif pour tous Italia, tra i più ferventi sostenitori di questa battaglia, lamentano un certo disinteresse di una parte dell’associazionismo cattolico. Secondo Selene Benedetta Zorzi, teologa femminista, il clero ha contribuito a diffondere confusioni e discriminazioni: “’C’è bisogno di una vera alfabetizzazione di questi temi tra il c lero, i seminaristi e i teologi che probabilmente anche perché maschi, fanno una certa fatica a ‘vedere’ il problema, perché gli è stato sempre nascosto ai loro stessi occhi”. Del resto, “le uniche che negli ambienti cattolici si siano misurate seriamente con gli studi di genere sono state le teologhe”. Tuttavia, il mondo cattolico è molto più vario e ricco di quello che raccontano i grandi media. Aggiunge Zorzi: “È bello ricordare la frase del cardinal Carlo Maria Martini: il mondo non si divide tra credenti e non credenti, tantomeno, aggiungerei io tra cattolici e non cattolici, ma tra chi pensa e chi non pensa…”
SELENE BENEDETTA ZORZI

4 NOVEMBRE. NO ALLA FESTA DELLE FORZE ARMATE
“Quelli che ci mandano in guerra non devono premere il grilletto o usare i mortai non devono lottare nella guerra, devono solo venderla la ‪‎guerra‬. Hanno bisogno di un pubblico disposto a inviare e a mettere in pericolo i propri soldati, hanno bisogno di soldati disposti a uccidere ed essere uccisi senza obiettare. Possono spendere milioni in una bomba, ma quella bomba diventa un’arma solo se i ranghi militari sono disposti a seguire ordini per usarla. Possono inviare l’ultimo soldato in qualsiasi parte del mondo, ma ci sarà guerra solo se i soldati saranno disposti a farla… Se ci organizziamo e lottiamo insieme con i nost ri mezzi e con i nostri fratelli possiamo fermare tutte le guerre…, possiamo creare un mondo migliore…”.
Il loro dominio dipende da noi. Il video dello straordinario intervento contro la guerra di un veterano dell’Iraq. Il 4 novembre gridiamo No alle loro guerre e alle loro feste.
MIKE PRYSNER

DIETRO LA SVOLTA ECOLOGISTA DI APPLE
Nell’ottobre-dicembre 2014 la multinazionale Apple ha fatto registrare il profitto trimestrale più colossale della storia dell’industria: 18 miliardi di dollari. La notizia ha rimbalzato in tutto il mondo per settimane. In questi giorni invece media e agenzie di stampa internazionali sono stati inondati da altri comunicati della big dell’elettronica che ha lanciato i nuovi progetti solari in Cina, con cui l’azienda ridurrebbe l’immissione nell’atmosfera di tonnellate di gas serra. Tuttavia, il racconto dei risultati stratosferici di bilancio come quelli della “svolta ecologista” si dimenticano di dire che Apple continua a violare sistematicamente i diritti di migliaia di lavorato ri: in alcune paesi il salario dei suoi lavoratori è di 1,85 dollari all’ora; secondo un rapporto dell’Ong China Labour Watch, inolte, nell’impianto shanghaiese di Pegatron i dipendenti vengono riportati in bus nei dormitori dove, in stanze dalle pareti ammuffite, sono stipate fino a 14 persone…
MICHELANGELO COCCO
 

VIAGGIARE TRA SUONI, ALBERI, CONTRADE E CREATIVITÀ
Ci sono molti modi con cui possiamo gridare “questo mondo non ci piace” e con i quali tentare di creare qualcosa di diverso. Edo e Kika, ad esempio, hanno scelto di partire dalla terra‬, cioè da una piccola quanto accogliente e ribelle contrada di campagna nel ‪‎Salento‬, tra autoproduzioni, agricoltura sinergica, consumo critico, cani e gatti, lombrichi e biodiversità, ma anche cibo buono e sano e creatività. ““Viaggiando nel Canto degli Alberi” è il libro con cd audio che racconta non solo il loro lungo viaggio tra l’india e il Nepal ma anche di come, attraverso uno strumento quale il biofeedback, sia possibile captare le variazioni di resistenza elettrica delle piante e tradurle in note musicali, sperimentando una relazione senza dominio con la natura
R.C.

 

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