“Parole sbagliate”

“Continuare a parlare di studenti-utenti o di piano dell’offerta formativa significa restare curvi dinanzi al dio mercato. Prossimità, mettere in comune, dono… possono ribaltare la logica aziendalista e creare una pedagogia e una scuola diverse”.


 

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

 

PAROLE SBAGLIATE
Continuare a parlare di studenti-utenti o di piano dell’offerta formativa significa restare curvi dinanzi al dio mercato. Prossimità, mettere in comune, dono… possono ribaltare la logica aziendalista e creare una pedagogia e una scuola diverse
CARLO RIDOLFI

A 51 ANNI MIA MAMMA È PASSATA DI RUOLO ALEX CORLAZZOLI

CHE CI FA UN FENACHISTOCHE IN CLASSE? VALENTINA GUASTINI

ELOGIO DELLA SPERANZA
Cercano di convincerci in molti modi che non è possibile cambiare. Possiamo essere solo spettatori, nella migliore delle ipotesi consumatori. C’è bisogno, per dirla con Bloch e Freinet, di imparare ad agire con speranza
ALAIN GOUSSOT

I PERCORSI MISTERIOSI DELLE SPERANZE GUSTAVO ESTEVA

SOSPENDETE I LAVORI E CONSULTATE LA GENTE
In Valsusa sono stati violati i diritti fondamentali dei cittadini all’informazione e alla partecipazione, sono state disattese numerose convenzioni internazionali e sono in atto un’impropria criminalizzazione del movimento di opposizione e un’inammissibile militarizzazione del territorio. Al termine di una storica sessione durata quattro giorni, il Tribunale permanente dei Popoli ha emesso una sentenza rilevante quanto netta che investe il Tav e l’intero sistema delle grandi opere in Italia e in Europa. Non ha effetti concreti ma il tentativo di ignorarla diventa un’impresa piuttosto ardua. Sul sito del Controsservatorio, oltre a molti altri testi di grande interesse, ci sono quello integrale del pronunciamento e le pressanti raccomandazioni rivolte dal Tribunale ai governi e agli enti pubblici
CONTROSSERVATORIO VALSUSA

L’ASSOLUZIONE DI ERRI DE LUCA RESTA UN’ECCEZIONEA. DI FLORIO

FUORI TEMA
Abbiamo sempre più bisogno della storia che non finisce nei testi scolastici, abbiamo bisogno di conoscere luoghi che hanno visto ribellioni e resistenze, abbiamo bisogno di racconti appassionati come questo di Lea Melandri, una protagonista del femminismo milanese. Breve viaggio tra il movimento non autoritario degli insegnanti e quello delle donne, l’asilo autogestito di Porta Ticinese, la rivista L’erba voglio, il partire da sé e dalla vita di ogni giorno – considerati fino ad allora il “fuori tema” della politica e della formazione – come spazi privilegiati del cambiamento. Tracce di storia dei movimenti con cui immaginare e nutrire immaginari e trasformazioni sociali, qui e ora. Prima (di sette) puntate
LEA MELANDRI

LE BOLLE DI SAPONE
Al prossimo negoziante che vi chiede: “Per maschio o per femmina?” rispondete: ” … ” SEGUE QUI:
 

BINARIO 1
Aprile 2015: centinaia di migranti e rifugiati provenienti per lo più da Eritrea, Gambia, Somalia cominciano ad approdare, attraverso le rotte dei Balcani, in Italia, nella stazione di Bolzano. Un gruppo di donne e uomini decide che non è il tempo per restare a guardare: non aspetta le istituzioni (meno ancora i riflettori dei grandi media) e si presenta in stazione per condividere cibo e bevande. Alcuni giorni dopo anche abiti, spazzolini da denti, sapone. Per i bambini vengono autorganizzati dei bagnetti. Ora che il numero di arrivi è in calo, Binario 1, questo il nome del gruppo informale, non si ferma: ogni giorno è in stazione e promuove anche corsi di lingua in italiano e tedesco. E, coinvolgendo centinaia di persone, mette su un’impresa impossibile: un grande evento di autofinanziamento per domenica 15 novembre, Refugees Welcome: sessanta appuntamenti tra concerti, danza e teatro, con artisti disposti a suonare venti minuti a testa, tra classica, jazz, rock, rap, elettronica, swing, punk e blues. Da Ventimiglia a Lampedusa, passando per Bolzano, un mondo diverso è già in viaggio. Sul binario 1
REDATTORE SOCIALE

VIA I MIGRANTI DI CALAIS, FACCIAMO UN LUNA PARK 

I BINARI DELLA DISOBBEDIENZA
Quella del Salento non è solo una splendida storia di donne e uomini, ragazze e ragazzi che amano la terra e pensano che gli ulivi non siano cose. Quella del Salento è prima di tutto una grande lezione di disobbedienza. Governo, Ue e grandi media non si aspettavano i ricorsi del popolo degli ulivi. Non si aspettavano le loro ricerche sulle cure naturali. Non si aspettavano tante manifestazioni e meno ancora i presidi nelle campagne. Non immaginavano che avrebbero ripiantato centinaia di ulivi. E che avrebbero bloccato i treni per molte ore, come è accaduto alla stazione di San Pietro Vernotico qualche giorno fa, e che dai treni sarebbero scesi in molti per dire… “Grazie, siamo con voi”
ELEONORA CIMINIELLO

RENZI SI INCHINA AL MONARCA DELLE FRUSTE
È solo per fare l’Italia “più solida nel mondo”, che è volato a rendere omaggio al sanguinario tiranno della monarchia saudita e al suo cantiere della nuova metropolitana di Riyad. Ad accompagnarlo, in questo prestigioso viaggio di politica estera post-ideologica, c’erano gli amministratori delegati di Eni e Finemeccanica. Il premier italiano, in visita in Arabia Saudita, ha ormai condotto l’Italia fuori dalla crisi ma non è uomo da cullarsi sugli allori, quindi pigia l’acceleratore intensificando gli affari redditizi: gas, petrolio, grandi opere e la sempreverde lotta al terrorismo. A Riyadh ci sono i partner giusti, anche perché di terrore, il monarca saudita Salman e la sua corte di assassini, se ne intendono come pochi al mondo. In patria, con le fruste, le crocifissioni, le teste mozzate e l’umiliazione delle donne. Fuori con lo sterminio nello Yemen e l’alimentazione degli arsenali dell’Isis e di altri protagonisti della guerra santa. D’altra parte, stanco delle tiritere ideologiche, delle demagogie sui diritti umani e delle teatrali proteste di Amnesty, Renzi dev’essersi detto: ma se le armi non gliele vendessimo noi, voi pensate sul serio che i miliardari sauditi non le troverebbero altrove?
CHIARA CRUCIATI

SI PREPARANO A SGOMBERARE VIOME
È nota in tutto il mondo non solo per essere stata occupata dai lavoratori quattro anni fa dopo l’abbandono dei proprietari, ma anche perché gli operai greci di Viome hanno riconvertito la produzione di ceramiche chimiche a saponi e detersivi ecologici. Nonostante la sua straordinaria storia di resistenza, la fabbrica autogestita ora rischia lo sgombero: nei prossimi giorni lo stabilimento sarà messo all’asta. Azioni di protesta e solidarietà in tutto il mondo. Nell’appello dei lavoratori, tra l’altro, si legge: “Da quattro anni lottiamo per la nostra vita e la dignità… Intorno alla fabbrica si è creata una grande rete di solidarietà territoriale e globale…”. Tra le forze politiche che hanno sostenuto la lotta della fabbrica “c’è stata anche Syriza… Naturalmente, dopo che è salita al potere, le dichiarazioni e gli impegni sono diventati sempre più vaghi. La determinazione che hanno dimostrato quando erano in opposizione è stata sostituita dalla timidezza… Dopo otto mesi di governo hanno abbandonato la lotta di Viome nelle insidie del sistema giudiziario…”
APPELLO E VIDEODOCUMENTARIO

REINVENTARE LA VITA DAL LAVORO DOSSIER FABBRICHE RECUPERATE

UNA CULLA D’ACQUA
“Intorno ci sono foglie, rami e sterpaglie che s’intrecciano nel biorollo per catturare la rugiada in terreni aridi. Intorno ci sono persone che s’intessono per sostenere la cura in relazioni senza scarto… La culla dell’acqua (piovana) è un filtro naturale fatto di pietre pulite, di ghiaia, di carbonio attivato, di piante acquatiche come il giacinto d’acqua, le orecchie d’elefante, la lenticchia, sì c’è pura quella d’acqua, che depurano… C’è un po’ di fiaba in queste installazioni pratiche e poetiche in cui elementi della natura si accostano e interagiscono con materiali postmoderni. Quanta grazia semplice nel mettere insieme un velo verde sulla dimora dell’acqua, per cullarne il sonno e la vita… “. Lezione di ‪‎permacultura, frammenti di vita
ROSARIA GASPARRO

IL BIVIO DI PARIGI: DOSSIER CLIMA

SCOPRIRE L’ARTE CON I BAMBINI
Attraverso poesie, pittura, disegno, musica, mimo e danza, una donna in Colombia accoglie ogni giorno bambini e bambine – immersi in un contesto di violenza – e li accompagna nella trasformazione delle proprie aspettative, dei propri desideri, dei propri sogni. Attraverso l’arte c’è anche chi, nei musei, inventa percorsi artistico-ludici con giocattoli correlati ai quadri
ALICE MICHELOTTO

RIMETTERE AL CENTRO UNA POLITICA DI PACE
Ricordando Dag Hammerskjold (morto nel 1961 in circostanze oscure mentre in aereo si recava in Congo per una missione di pace, che in troppi non volevano), uomo di pace: incontro a Roma
ADRIANO LABBUCCI

STANNO FACENDO A PEZZI IL MONDO
In quasi tutti paesi, gli interessi delle élite economiche tendono ad avere sempre più peso sui governi. Le banche, le aziende e i proprietari terrieri esercitano un potere inspiegabile, che funziona con un cenno del capo e un occhiolino, all’interno della classe politica. Il governo d’impresa sta cominciando a sembrare un Gruppo Bilderberg senza fine. Accordi come ‪‎Ttip e Tisa difficilmente potrebbero essere meglio progettati per aggravare e universalizzare le nostre molteplici crisi: finanziaria, sociale e ambientale…
GEORGE MONBIOT

 

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