P.A., sciopero generale il 20 novembre contro legge stabilità

Venerdì 20 novembre sarà sciopero generale dell’intera giornata di tutti i lavoratori pubblici, dei servizi esternalizzati, delle aziende partecipate e degli Lsu-ATA della Scuola, indetto dall’USB Pubblico Impiego contro una Legge di stabilità.

 

COMUNICATO STAMPA

 

P.A.: 20 NOVEMBRE SCIOPERO GENERALE CONTRO LEGGE DI STABILITÀ

LUIGI ROMAGNOLI (USB P.I.), SCIOPERO DIFFICILE MA NECESSARIO

 

 

Venerdì 20 novembre sarà sciopero generale dell’intera giornata di tutti i lavoratori pubblici, dei servizi esternalizzati, delle aziende partecipate e degli Lsu-ATA della Scuola, indetto dall’USB Pubblico Impiego contro una Legge di stabilità che prevede ridicoli aumenti contrattuali (5 euro medi lordi mensili); che continua a tenere bloccate le assunzioni nel pubblico impiego ignorando  diritti di precari e vincitori di concorso; che taglia i servizi e la Sanità;  che riduce da 8.000 a 1.000 il numero delle aziende partecipate, favorendo la definitiva privatizzazione di numerosi servizi territoriali.

Lo sciopero si articolerà in tre manifestazioni interregionali: a Roma, con corteo dal Colosseo, ore 9.30; a Milano, da largo Cairoli, ore 9,30, e a Napoli, da piazza Mancini, ore 10.00.

“Una forte adesione all’unico vero sciopero messo in campo sarebbe la migliore risposta da parte dei lavoratori pubblici a chi pensa di poterli offendere impunemente con l’offerta di un aumento contrattuale giornaliero pari a sedici centesimi”, dichiara Luigi Romagnoli dell’Esecutivo nazionale USB P.I. . “Sarebbe anche la migliore risposta nei confronti di chi pensa che di fronte al terrorismo si debba accettare di vedersi limitare la propria libertà e che sia inevitabile destinare nuove risorse agli armamenti”.

“Sappiamo che dopo i terribili avvenimenti di Parigi questo sarà uno sciopero difficile – prosegue il dirigente USB – ma è anche uno sciopero indispensabile per rivendicare innanzitutto il diritto a protestare civilmente il proprio dissenso nei confronti di politiche sociali che distruggono il Welfare nazionale e aprono la strada alla definitiva privatizzazione di servizi essenziali”.

“Di fronte alla barbarie della guerra, in qualunque modo sia attuata, è giusto unirsi per manifestare netto dissenso nelle forme che il sistema democratico riconosce. Allo stesso modo, di fronte ad un aggressione nei confronti del lavoro pubblico e dei servizi ai cittadini che non ha precedenti nella storia recente del nostro Paese, è giusto fermarsi, unire le forze del lavoro nella forma di protesta che la Costituzione garantisce, ovvero lo sciopero”, conclude il dirigente sindacale della USB.

 

Roma, 17 novembre 2015

 

Ufficio Stampa USB

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