Francia, ‘misure di emergenza non mettano a rischio diritti umani’

Amnesty International ha chiesto al governo francese di non considerare le misure di emergenza sottoposte al parlamento dopo gli orribili attentati di Parigi come un elemento permanente della sua strategia contro il terrore.

 

COMUNICATO STAMPA

FRANCIA, AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE CHE LE MISURE DI EMERGENZA PROTEGGANO LA POPOLAZIONE SENZA METTERE A RISCHIO I DIRITTI UMANI

Amnesty International ha chiesto al governo francese di non considerare le misure di emergenza sottoposte al parlamento dopo gli orribili attentati di Parigi come un elemento permanente della sua strategia contro il terrore.

“Adesso la protezione della popolazione da possibili ulteriori attacchi è giustamente la priorità numero uno. Ma le misure di emergenza presentate al parlamento contemplano una radicale estensione dei poteri dell’esecutivo a scapito delle garanzie fondamentali per i diritti umani. Queste misure dovranno essere usate solo quando strettamente necessario, evitando che diventino un elemento permanente della strategia francese contro il terrore” – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

Lo stato d’emergenza proclamato per 12 giorni dopo gli attentati del 13 novembre ha conferito alla polizia una serie di poteri aggiuntivi. La proposta presentata ieri al parlamento estende lo stato d’emergenza per tre mesi e prevede un’ulteriore serie di misure.

Tra queste, il potere di condurre perquisizioni nelle abitazioni private e di imporre arresti domiciliari senza la necessità di un’autorizzazione giudiziaria. Vengono inoltre prolungati i poteri di vietare le associazioni con effetto permanente e di proibire le manifestazioni pubbliche.

Queste misure straordinarie possono essere consentite solo a seguito di una dichiarazione formale di stato d’emergenza, in quanto derogano dalla legge ordinaria e riducono le libertà civili e i diritti umani. Tali misure devono essere necessarie e proporzionali rispetto allo scopo e alla durata. Soprattutto, devono essere temporanee, monitorate e attuate con giudizio, ossia quando assolutamente necessarie.

“Col passare dei giorni, mentre le forze di sicurezza francesi operano con diligenza per portare di fronte alla giustizia i responsabili degli attacchi e impedire ulteriori minacce, la necessità di poteri di emergenza dev’essere attentamente valutata. È paradossale sospendere i diritti umani al fine di difenderli” – ha commentato Dalhuisen.

Le modifiche legislative di lungo termine proposte dal presidente Hollande comprendono la revisione delle norme sull’uso della forza letale e l’estensione dei già assai ampi poteri di sorveglianza. Il presidente Hollande ha inoltre chiesto di privare della nazionalità francese le persone con doppio passaporto, proibire a determinate persone l’ingresso nel paese ed espellere in modo rapido i cittadini stranieri sospettati di rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale. La stessa opposizione ha invocato l’applicazione della detenzione preventiva nei confronti di chi è sospettato di minacciare la sicurezza nazionale.

“Molte volte abbiamo visto misure di emergenza estese e codificate fino a quando non sono diventate parte della legge ordinaria, facendo vacillare l’impianto dei diritti umani. Nel lungo periodo, quella perniciosa ideologia che ha dato luogo agli attacchi di Parigi potrà essere sconfitta solo mantenendo i valori fondamentali della Repubblica francese” – ha proseguito Dalhuisen.

“Lunedì scorso, nel suo discorso al parlamento, il presidente Hollande ha affermato con forza l’impegno della Francia ad accogliere i rifugiati in fuga dai conflitti, dalla persecuzione e dallo stesso genere di orrore che ha colpito le strade di Parigi. Questi principi devono essere estesi ed applicati alla lotta a lungo termine contro il terrorismo” – ha concluso Dalhuisen.

Roma, 19 novembre 2015

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