Dopo la lista Ingroia e Tsipras in versione italiana ora abbiamo Sinistra Italiana. Il copione si ripete, ma con alcune sostanziali differenze.
Sinistra Italiana alla prova dei fatti
Dopo la lista Ingroia e Tsipras in versione italiana ora abbiamo Sinistra Italiana. Il copione si ripete, ma con alcune sostanziali differenze.
Le due esperienze di cui sopra sono state operazioni a freddo o scopiazzature dell’esperienza greca. Nessuna delle due, come i fatti dimostrano, ha decollato e non poteva essere diversamente. Si trattava di collage di quella ‘sinistra alternativa’ che le aveva provate tutte per rimanere a galla svolgendo una funzione parassitaria nei confronti di una spinta di sinistra che però andava esaurendo il suo ruolo.
Sinistra Italiana nasce in un contesto diverso e in relazione alla vicenda Renzi. La novità sta nel fatto che il “partito della nazione” ha reso insofferenti strati elettorali del centrosinistra che non accettano quella che viene definita una mutazione genetica ed è per questo che l’incontro di sabato 7 al teatro Quirino di Roma assume oggettivamente una funzione diversa dal passato.
E’ vero che in questa occasione si sono visti volti di noti trasformisti della sinistra di vecchio stampo. Dal faccione ‘der Piotta’, alias Paolo Cento che va assumendo, in una dimensione ridanciana, il ruolo un po’ lugubre e notarile che fu di Gennaro Migliore ora finito nelle braccia di Renzi, al volto un po’ arcigno di Loredana De Petris, la passionaria dei banchi parlamentari. Però Sinistra italiana va aldilà di queste storie e si pone, col materiale a disposizione, su un terreno politicamente più ambizioso. Intanto sul progetto politico che non è quello di una sinistra alternativa che poi, come la storia dimostra, diventa sempre subalterna al PD e trasformista.
Il progetto Fassina, che sembra per ora essere il leader di Sinistra Italiana, parte – ci è parso di capire – con un’altra visione delle cose. Sinistra Italiana non è alternativa, ma interna alla dinamica di un governo che deve ritrovare il suo ruolo di centro sinistra e ulivista. Insomma il progetto è contro il partito della nazione di Renzi.
L’operazione antirenziana si è dimostrata, con la vicenda Bersani, di fatto impossibile dentro il PD. La mutazione genetica di questo partito è irreversibile perchè le forze che lo governano sono in grande maggioranza liberiste e quindi contrarie a un riformismo che non sia orientato a destra. Che funzione può avere allora Sinistra Italiana?
Il suo futuro dipenderà da due fattori. In primo luogo il suo successo è legato al potere di attrazione non verso la sinistra alternativa, ma verso quella dichiaratamente riformista e ulivista.
Se è vero che nel suo complesso il PD è irrecuperabile anche per una funzione riformista di governo, è pur vero che una parte di questo partito, storicamente legata alle vicende PDS-PD, e la sua area di influenza elettorale non sono trascurabili. Ma il ruolo di aggregazione politica dipende dalla credibilità delle scelte di Sinistra Italiana. Sia direttamente politiche che programmatiche. Non c’è una rendita di posizione da sfruttare. C’è una posizione politica da conquistare e bisognerà vedere se questa capacità saprà emergere effettivamente.
Sul programma, che è il secondo fattore della verifica, Sinistra italiana dovrà dimostrare di saper condurre battaglie effettive sul versante delle libertà costituzionali, sul lavoro, sui temi sociali, su una politica europea e internazionale che vada nella direzione opposta a quella di Bruxelles. Aspettiamo i fatti senza illusioni.
Aginform
8 novembre 2015