Colombia, la Poligrow (italiana) ha mani sporche di sangue di contadini

Nei giorni scorsi é stato pubblicato il risultato di una approfondita inchiesta da due ong, l’olandese SOMO e la colombiana INDEPAZ.

 		LA MULTINAZIONALE ITALIANA POLIGROW HA LE MANI SPORCHE DEL SANGUE DI CONTADINI E INDIGENI COLOMBIANI <http://www.nuovacolombia.net/Joomla/documenti-analisi/6368-la-multinazionale-italiana-poligrow-ha-le-mani-sporche-del-sangue-di-contadini-e-indigeni-colombiani.html>;  Nei giorni scorsi é stato pubblicato il risultato di una approfondita inchiesta da due ong, l’olandese SOMO e la colombiana INDEPAZ. Si tratta di uno studio dettagliato sulla multinazionale Poligrow, produttrice dell’olio di palma e del biocarburante, e le sue tutt’altro che trasparenti attivitá in Colombia.   Iniziamo col dire che la proprietà del gruppo Poligrow è composta da una fitta rete di consociate e di paradisi fiscali con sedi quali Lussemburgo, Uruguay, Panama ed alcuni territori d’oltremare del Regno Unito. Al vertice della piramide appaiono due società: la Serlick, con il 90% di Poligrow Inversiones, con sede in Uruguay e di cui non si sa chi siano gli azionisti, e con il 10% l’imprenditore italiano Agostino Re Rebaudengo, presidente di Assorinnovabili (associazione dei produttori italiani di energie rinnovabili), fautore della fondazione artistica Sandretto Re Rebaudengo e membro del consiglio generale di Confindustria.  Quel 10% relativo alla sua partecipazione nella multinazionale non tragga in inganno, posto che essa è molto più alta se si considera che il suo nome appare come presidente fondatore in numerose imprese satelliti, nonché come garante della finanziaria con sede a Panama, la Sparkling Trust, collegata a Poligrow.  Ufficialmente, 15.000 ettari della multinazionale Poligrow sono adibiti a coltivazioni di palma africana; ma nella pratica l’impresa possiede quasi 80.000 ettari, e 11.000 attraverso soci commerciali, tutti nell’area rurale attorno a Mapiripán, nel dipartimento colombiano del Meta. Poligrow si è acaparrata illegalmente gran parte di queste terre, con l’aiuto di paramiliari e autorità corrotte che hanno venduto irregoralmente territori ottenuti con false titolazioni o considerati “senza proprietà”. Inoltre, la Poligrow controlla direttamente le imprese che nella regione processano la palma e la trasformano in biodiesel.  A Mapiripán i paramilitari di Stato hanno compiuto diversi crimini, tra i quali il più feroce fu il massacro realizzato tra il 15 e il 20 luglio del 1997, quando per 5 giorni torturarono e uccisero ininterrottamente diversi abitanti del municipio, con la regia di alti comandi militari e la complicità/silenzio delle autorità nazionali e locali. Negli anni, oltre 15.000 persone hanno dovuto abbandonare la zona a causa delle minacce e delle aggressioni paramilitari, andando a confluire in quell’enorme fiume di disperazione e sfollamento degli oltre 6 milioni di profughi interni, triste primato mondiale della Colombia.  Ci sono anche diverse denunce di violazioni dei diritti umani e sindacali ai danni dei lavoratori dell’impresa, costretti a vivere con salari da fame e con la costante minaccia dei gruppi di vigilanza, in baracconi senza acqua potabile né luce. La situazione è così grave che a luglio del 2014 i paramilitari hanno assassinato di fronte a tutti un giovane all’interno di un accampamento di lavoratori della Poligrow, per “dare l’esempio”.  Secondo fonti dell’inchiesta delle ong sulla Poligrow, l’amministratore delegato di Poligrow Colombia, Carlo Vigna Taglianti è il mandante principale di minacce e pressioni nei confronti di diversi piccoli proprietari terrieri affinché questi siano de facto obbligati a vendere, o forse è meglio dire svendere i propri appezzamenti.  Inoltre, il progetto espansionista di Poligrow ha messo le sue grinfie sui territori ancestrali delle comunità indigene Sikuani e Jiw, violandone sistematicamente i diritti, ed il relativo uso di pesticidi e di sostanze cancerogene mette in pericolo la loro vita e l’intero ecosistema della regione.  Denunciamo senza mezzi termini la Poligrow, che cerca di presentarsi internazionalmente come impresa “ecologica” per il fatto di produrre biodiesel, quando in realtà questo è un anello pericoloso e dannoso dell’agro-business che inquina i territori, impone sementi geneticamente modificate ed asfissia le coltivazioni di prodotti agricoli per il consumo umano. Nel caso colombiano, con l’aggravante dell’accaparramento dei territori mediante la violenza narcoparamilitare e militare. La Poligrow ha le mani sporche del sangue di indigeni e contadini, ed è ora di smascherarla a livello mondiale.  Associazione nazionale Nuova Colombia  22 novembre 2015   		19/11 - PRIGIONIERI DI GUERRA DELLE FARC IN LOTTA RINGRAZIANO SINN FEIN PER MANIFESTAZIONI DI SOLIDARIETA' <http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6367-1911-prigionieri-di-guerra-delle-farc-in-lotta-ringraziano-sinn-fein-per-manifestazioni-di-solidarieta.html>;   I prigionieri di guerra delle FARC-EP, a 11 giorni dall'inizio della mobilitazione nazionale carceraria, hanno diffuso un comunicato per denunciare le disumane condizioni di prigionia cui sono sottoposti, per esigere la liberazione dei propri compagni che versano in gravi condizioni di salute e per esprimere “gratitudine rivoluzionaria per le manifestazioni di solidarietà internazionalista dei compagni irlandesi”.   Il riferimento è al pronunciamento fatto dal Sinn  Féin in merito a maltrattamenti e torture subiti dai prigionieri politici colombiani.  Le gravi e deliberate carenze del sistema carcerario colombiano, che impediscono ai prigionieri di raggiungere condizioni minime per quanto concerne la salute, l'istruzione e l'alimentazione, hanno costretto i detenuti di 16 centri penitenziari di tutto il paese ad uno sciopero della fame indefinito e a diverse forme di protesta.  Il governo deve immediatamente rilasciare gli 81 guerriglieri delle FARC che versano in gravi condizioni di salute incompatibili con la permanenza in prigione, come per altro previsto in questi casi dagli attuali meccanismi giuridici, e come gesto umanitario e di reciprocità ai fini dello sviluppo del processo di Pace.   		 13/11 - CADE MONTATURA AI DANNI DEL GIORNALISTA JOAQUÍN PÉREZ BECERRA, DIRETTORE DI ANNCOL <http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6351--1311-cade-montatura-ai-danni-del-giornalista-joaquin-perez-becerra-direttore-di-anncol.html>;   Lo scorso 9 novembre la Sala Penale della Corte Suprema di Giustizia colombiana ha ratificato l'assoluzione nei confronti di Joaquín Pérez Becerra, cofondatore e direttore dell'Agenzia di Notizie Nuova Colombia (ANNCOL).   La Corte ha infatti considerato inammissibile il ricorso in Cassazione della magistratura inquirente, contro la sentenza di assoluzione del 2014 emessa dal tribunale Superiore di Bogotá.  Esiliato politico in Svezia, scampato al genocidio della Unión Patriótica, Joaquín era stato condannato a otto anni per terrorismo internazionale in un processo farsa, orchestrato con la complicità dell'ambasciata colombiana in Svezia, paese del quale aveva ottenuto la cittadinanza.  Arrestato nell'aprile del 2011 all'aeroporto di Caracas e subito consegnato dal governo venezuelano al regime terrorista colombiano, ha trascorso, prima dell'assoluzione, tre anni e cinque mesi nel carcere di alta sicurezza della Picota a Bogotá.  Si conclude definitivamente la vicenda giudiziaria del giornalista, e si dimostra per l'ennesima volta il carattere persecutorio delle accuse, mosse dal regime colombiano con lo scopo evidente di far tacere Joaquín e, con lui, il portale di controinformazione ANNCOL che, da anni, dà voce alle diverse lotte del popolo colombiano.   		03/11 - FARC RICHIEDONO CONVOCAZIONE URGENTE DI RAPPRESENTANTI DI CUBA E NORVEGIA <http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6341-0311-farc-richiedono-convocazione-urgente-di-rappresentanti-di-cuba-e-norvegia.html>;   Attraverso un comunicato pubblicato lo scorso 31 ottobre, lo Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP esprime la propria preoccupazione “di fronte all'evidente escalation delle operazioni militari in diverse aree del paese, che recentemente sono costate la vita di 4 guerriglieri e la cattura di due guerrigliere ferite, e che minacciano di rendere insostenibile il cessate il fuoco unilaterale decretato delle FARC”.  L'insorgenza denuncia che il governo colombiano non sta tenendo fede alla propria parte dell'impegno reciproco “con gesti equivalenti di desescalation militare”.  Nel documento si rende noto altresì che la Delegazione di Pace ha ricevuto istruzione di convocare urgentemente i rappresentanti dei paesi garanti, Cuba e Norvegia, per informarli dettagliatamente sulla “situazione militare che si vive in distinte aree del paese”.  Gli operativi militari del regime mettono in discussione i risultati ottenuti al Tavolo dei Dialoghi; proprio mentre ventila la possibilità di una tregua bilaterale, a sei mesi da quella unilaterale decretata dalla guerriglia, Santos pensa che i gesti in direzione della pace di quest'ultima possano essere considerati come dimostrazione di debolezza, invece di vederli per quello che sono: gesti unilaterali per avanzare verso la firma di un trattato che apra le porte alla costruzione della pace con giustizia sociale, vera e legittima aspirazione del popolo colombiano.  Santos scherza col fuoco: continuare a sguinzagliare i suoi militari affinché provochino e attacchino la guerriglia, per poi accusarla di non aver rispettato il cessate il fuoco unilaterale, non solo non aiuta ad avanzare verso una tregua bilaterale, ma mette a rischio il gesto unilaterale generosamente realizzato dalle FARC.   		Per una pace con giustizia sociale per i nostri popoli <http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6352-per-una-pace-con-giustizia-sociale-per-i-nostri-popoli.html>;   Noi del Partito Comunista Brasiliano (PCB), del Partito Comunista del Messico (PCM), del Partito Comunista Paraguaiano (PCP) e del Partito Comunista del Venezuela (PCV) ci riuniamo a L'Avana (Cuba) per conoscere gli sviluppi e le prospettive dei Dialoghi di pace tra FARC-EP e governo colombiano.  Salutiamo la possibilità che questi Dialoghi di pace aprano un canale di partecipazione politica al popolo, ai lavoratori, ai settori popolari. Affinché abbiano successo, sarà decisiva la fine del paramilitarismo e degli altri meccanismi repressivi che ancora oggi colpiscono le case colombiane con il terrore e la morte.  Altro fattore importante sarà il seguito internazionale, a testimoniare che non si tratta di una pace di carta, ma di passi concreti in questa direzione. Esprimiamo il nostro appoggio solidale alla volontà politica, reiterata più di una volta dalle FARC-EP, di camminare in direzione della pace con giustizia sociale.  Nel salutare la Delegazione di pace delle FARC-EP, riconosciamo il contributo dell'insurrezione colombiana alla lotta dei nostri popoli, in accordo con le giuste rivendicazioni alla terra, al lavoro, alla salute, all'istruzione e all'uguaglianza di opportunità per sviluppare le capacità di ogni essere umano, che si identificano con i sentimenti del popolo colombiano. In sintesi, questo equivale a raggiungere una pace con giustizia sociale.  Esprimiamo la nostra solidarietà alle forze politiche rivoluzionarie del Venezuela di fronte all'offensiva reazionaria filo-imperialista.  Esprimiamo nuovamente, come sempre, la nostra richiesta che cessi il blocco imperialista alla Repubblica di Cuba.  Pensiamo che la nuova situazione in America Latina debba esser analizzata in modo collettivo dai comunisti del nostro continente. In questo modo, creeremo le condizioni per un incontro dei Partiti comunisti e operai della regione. Tenendo conto che devono esser fatti passi concreti in questa direzione e al fine di analizzare tale questione, stiamo organizzando in modo collegiale un Seminario dei Partiti comunisti per il primo trimestre del 2016, in Brasile, iniziativa sulla quale a breve ci rivolgeremo ai partiti fratelli dell'America Latina.  L'Avana, Cuba, 23 ottobre 2015  Ivan Pinheiro, Segretario generale del Partito Comunista Brasiliano  Najeb Amado, Segretario generale del Partito Comunista Paraguaiano  Oscar Figuera, Segretario generale del Partito Comunista del Venezuela  Pavel Blanco Cabrera, Primo segretario del Partito Comunista del Messico  (Traduzione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare)
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