“La grande guerra”

“La grande guerra non è lo scontro frontale tra i grandi protagonisti, ma il confronto militare, neppure tanto indiretto, che si sta sviluppando in questa fase, dall’Ucraina alla Siria”.

 

La grande guerra

 

Finora abbiamo insistito sugli aspetti particolari della situazione di guerra che si è determinata in Medio Oriente. Questi aspetti si chiamano ruolo della Turchia e degli stati del golfo nel sostegno al Califfato, regia americana per liquidare la Siria di Assad, significato geopolitico dell’area occupata dall’ISIS, effetti militari dell’intervento russo. Però dopo l’abbattimento del caccia russo molta nebbia si è diradata e lo scenario appare più nitido. Quello che si intravede è che ormai è cominciata la grande guerra.

La grande guerra non è lo scontro frontale tra i grandi protagonisti, ma il confronto militare, neppure tanto indiretto, che si sta sviluppando in questa fase, dall’Ucraina alla Siria.

La lotta al terrorismo è solo la maschera ideologica dietro cui questa grande guerra si svolge, mentre lo scontro riguarda i rapporti tra l’imperialismo occidentale a guida USA e un paese come la Russia che ha ripreso il suo ruolo di grande potenza e cerca di rompere l’accerchiamento. Non è quindi prevedibile che questa guerra possa concludersi a breve e che i passaggi siano solo locali.

Per ora i due fronti di guerra sono l’Ucraina e l’area mediorientale, ma gli sviluppi sul campo possono essere più articolati, a partire dalla Turchia.

Perchè la guerra sarà lunga e piena di colpi di scena? Innanzitutto perchè gli occidentali non possono permettersi di abbandonare il Medio Oriente ai russi, agli sciiti, ai curdi combattenti, ai libanesi. Ma impedire che ciò avvenga senza individuare le forze strategiche su cui basarsi non ha grandi prospettive (e paradossalmente su questo ha ragione Renzi).

Le contraddizioni sono molte, come pure i protagonisti, con interessi di segno anche opposto. Turchi e sauditi non possono permettersi di lasciare il campo ad Assad e all’alleanza che lo sostiene, che oltre ai russi ha un asse molto forte con l’Iran, il Libano, i curdi e il governo di Baghdad. Quindi questi due paesi non possono ritirarsi dalla guerra. Gli USA sono di fronte al dilemma su Assad e sullo stato terrorista del Califfo. Non vogliono tenere in vita il governo siriano e non possono evitare di affrontare il nodo del Califfato che intanto, con l’assistenza in loco di apparati del tipo di quelli in azione l’11 settembre, alimenta la guerra nel cuore dell’impero. Non si può eliminare il Califfato senza forti contropartite e senza tener conto degli interessi di Israele.

La guerra dunque sarà lunga e avrà probabilmente la tendenza a estendersi.

Sullo sfondo della guerra guerreggiata va avanti anche l’organizzazione del fronte contro la Russia in Europa. E’ stato proprio il nostro presidente della Repubblica Mattarella a riaprire le danze. La sua visita di cortesia in Montenegro è stata l’occasione per invitare questo staterello balcanico ad aderire alla NATO. Poi sono partite dichiarazioni e progetti ufficiali sull’adesione all’alleanza atlantica che si annuncia ormai prossima. Il Kosovo non bastava. La Russia ha reagito duramente, ma è chiaro che il problema della NATO è quello di serrarne con una vera cortina di ferro i confini e impedirle di svolgere il ruolo di partner dell’UE. Il confronto è dunque globale e su questo scenario si collocano le fasi della guerra calda.

In questo quadro, gli europei e gli italiani sono degli ostaggi, soggetti come sono alla propaganda antiterrorismo e alle scelte militari dei loro governi. Finchè anche qui non si riesca a rompere l’accerchiamento e a reagire per impedire che la grande guerra vada avanti.

 

Aginform

9 dicembre 2015

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