Un regalo per sostenere la costruzione del socialismo nel nostro paese

L’elenco dei motivi per cui è largamente evidente che la borghesia imperialista sta portando il paese, la società, il mondo intero alla rovina è infinito.

 

 

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È ragionevole, chiunque lo capisce. È facile.
Non sei uno sfruttatore, lo puoi intendere.
Va bene per te, informatene.
Gli idioti lo chiamano idiota e, i sudici, sudicio.
È contro il sudiciume e contro l’idiozia.
Gli sfruttatori lo chiamano delitto.
Ma noi sappiamo:
è la fine dei delitti.
Non è follia ma invece
fine della follia.
Non è il caos ma
l’ordine, invece.
È la semplicità,
che è difficile a farsi.

Lode al comunismo – Bertolt Brecht

 


L’elenco dei motivi per cui è largamente evidente che la borghesia imperialista sta portando il paese, la società, il mondo intero alla rovina è infinito. Dalla disoccupazione alla precarietà della vita, dall’eliminazione dei diritti agli abusi e ai soprusi che si moltiplicano contro i lavoratori e il resto delle masse popolari, dalla devastazione ambientale ai morti per malattie curabili, fino al crescente degrado morale e materiale in cui sono costrette parti crescenti della popolazione. Non serve quindi fare mille esempi: ognuno che legge può aggiungere quelli della sua esperienza.

Siamo come dentro una pentola a pressione che sta esplodendo. Ma l’esplosione non è mai scoppio della rivoluzione socialista. Lo “scoppio della rivoluzione socialista” è solo un’aspettativa, vive solo nella testa e nelle fantasie degli idealisti: la rivoluzione socialista non scoppia, si costruisce. Quelle che stanno scoppiando sono le contraddizioni della classe dominante: nell’inutile tentativo di salvare l’esistente, la classe dominante sconvolge il mondo e sempre più lo sconvolgerà. La borghesia imperialista lo ha già fatto una volta: è con la prima e la seconda guerra mondiale che ha superato momentaneamente la prima crisi generale del capitalismo (1900 – 1945) e ha aperto una nuova fase di sviluppo che è entrato a sua volta in crisi a metà degli anni ‘70 e che oggi è arrivato al capolinea, con l’inizio della fase terminale della seconda crisi generale del capitalismo, nel 2008. La borghesia imperialista lo sta facendo, perchè non ha altra possibilità. Non è questione di concezione del mondo o di cattiva volontà. E’ che non può fare diversamente.

Il vecchio movimento comunista è stato glorioso, prima di finire deturpato per mano dei revisionisti, in virtù del fatto che è stato per centinaia di migliaia di lavoratori, per milioni di elementi delle masse popolari del nostro paese il principale motore, lo strumento, per l’emancipazione individuale e collettiva; è stato per generazioni di operai e proletari lo strumento con cui comprendere, ma soprattutto trasformare il mondo. E proprio perché in certi casi e in certi posti (in Russia, in Cina…) ci sono riusciti, questa è stata la maggiore dimostrazione pratica della forza delle masse popolari: immensamente più forti degli dei che erano state educate a temere e venerare per millenni, più forti delle classi dominanti che le soggiogavano da secoli, più brave e più motivate a far funzionare un mondo che i padroni portavano allo sfascio e alla guerra. Hanno sfatato con la pratica i luoghi comuni, hanno sfatato le teorie metafisiche millenarie sulla “natura umana” e si sono conquistate un mondo che era stato fino ad allora ostile e infame.

I comunisti di oggi hanno da svolgere lo stesso compito, siamo più deboli organizzativamente, siamo ancora relativamente deboli ideologicamente (cioè dipende da quanto studiamo, elaboriamo, sperimentiamo), eppure abbiamo condizioni generali immensamente più favorevoli dei predecessori.

Noi comunisti, dobbiamo emanciparci dall’influenza della borghesia e dei suoi accoliti interessati a mistificare e a nascondere l’esperienza del primo grande assalto al cielo. Dobbiamo trarre lezioni dal glorioso passato costruito dalle masse popolari, dalla classe operaia e dai partiti comunisti che le hanno guidate nella loro lotta per il potere. Solo ripercorrendo e analizzando l’esperienza storica, portando a compimento questo bilancio, i comunisti possono seguire una linea giusta per riprendere il cammino, superando ostacoli vecchi e nuovi.  È a questo lavoro teorico e pratico che i comunisti devono dedicarsi.

È a questo stesso compito che abbiamo dedicato energie anche tramite la produzione dei “calendari di classe”, per mostrare le principali conquiste delle masse popolari e i principali insegnamenti in funzione dei compiti d’oggi a partire dall’esperienza dei primi paesi socialisti durante la loro prima fase (la costruzione del socialismo) e dell’esperienza più importante della classe operaia nel nostro paese, la Resistenza: il punto più alto raggiunto finora nel nostro paese dalla classe operaia nella sua lotta per il potere.

Dicevamo in un articolo di Resistenza: “In una società in cui ogni ente, autorità, istituzione, agenzia, vi obbliga a versare una parte dei vostri soldi alla causa della corruzione, del parassitismo, dello sfruttamento e dell’intossicazione, potete (ancora) liberamente scegliere di sostenere la causa della costruzione del socialismo in un paese imperialista come il nostro, di contribuire alla lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista”.

 

Lo ribadiamo. Potete farlo, potete spingere e invitare altri a farlo.

 

Sono mille i motivi per cui ogni elemento delle masse popolari si sente scoppiare il cuore e la testa di fronte allo scempio che viviamo. Ognuno di quei motivi trova soluzione e cura solo conquistando la consapevolezza del posto che ognuno può prendere nella lotta per trasformare il mondo. Soluzione e cura che saranno tanto più efficaci quanto più ognuno avrà chiaro che si parte dalla cose piccole, da quello che si può fare (che si deve fare) qui e ora, che è alla sua e alla nostra portata.
 


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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
 

Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net“> carc@riseup.net – sito: www.carc.it

 
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