Il governo ha presentato un emendamento per ripristinare la fascia di rispetto di dodici miglia dalla costa per le perforazioni petrolifere in Adriatico. “Un tentativo goffo e dell’ultimo minuto, per evitare il referendum contro il petrolio”.
NEWSLETTER DI COMUNE
LA FIABA COMUNE
“… Dopo gli attacchi del terrore e la confusione tra chi sono i buoni e chi i cattivi, con le nuove paure che si accompagnano a quelle antiche, scelgo la fiaba come percorso di formazione… «Ascoltare una fiaba […] può essere paragonato a uno spargimento di semi» scriveva B. Bettelheim. Le fiabe camminano, hanno le gambe lunghe, passano di bocca in bocca, passano confini. Parlano di noi. Insegnano a vivere. Racconto fiabe per ribellarmi – nel modo che mi è proprio – al racconto del mondo eccessivo e spietato, di orrori e abbandoni, di rifiuti e mancanze, di perdite e partenze, di draghi e giganti cattivi, di falsi eroi da smascherare, di bambini soli nelle periferie della terra, in fuga da carestie e guerre, poveri, senza briciole per il ritorno, senza rotte sicure, divorati dagli orchi del mare… Racconto fiabe perché credo nel prodigio delle formule comuni degli eroi senza nome, “ed è che io credo questo: le fiabe sono vere” scriveva Italo Calvino… Racconto fiabe perché l’odio e il dolore si possono guarire. E se la Fiaba diventa Comune, io ci sono…” (con questo splendido articolo Rosaria Gasparro, maestra, ha aderito alla campagna 2016 Facciamo Comune insieme)
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E ORA RENZI HA PAURA DELLA SUA OMBRINA
Il governo ha presentato un emendamento per ripristinare la fascia di rispetto di dodici miglia dalla costa per le perforazioni petrolifere in Adriatico. “Un tentativo goffo e dell’ultimo minuto, per evitare il referendum contro il petrolio – commenta Maria Rita D’Orsogna – C’é anche molta speranza ed euforia perché se così fosse scomparirebbero Ombrina e decine di altri pozzi progettati lungo la costa adriatica”. Al di là del governo, la vicenda di Ombrina, dopo otto anni mostra come le persone comuni siano in grado di mettere in discussione dogmi come lo svluppo, siano disposte a lottare ogni giorno per riscoprire il territorio, sappiano sperimentare relazioni sociali diverse…
MARIA RITA D’ORSOGNA
PER UNA PEDAGOGIA TRANSCULTURALE
“La questione non è di non fare il presepe insieme in classe oppure di non fare l’albero di Natale (ci si potrebbe chiedere perché l’albero sì e il presepe no?). La questione non è di escludere il presepe dalle aule perché potrebbe offendere la sensibilità di chi non è cattolico – scrive Alain Goussot -, personalmente non lo sono ma dubito fortemente che questo offenda i bambini presenti che provengono da diversi orizzonti culturali e familiari, quindi anche religiosi. In realtà se lo si vive come una costruzione comune, un gioco, un momento di festa e di convivialità, di curiosità, nessuno si sente offeso. Ma per essere veramente inclusivo sul piano pedagogico bisogna anche festeggiare il Ramadan con i bambini musulmani e la festa ebraica con quegli ebrei presenti… “
ALAIN GOUSSOT
OFFICINE DI RESISTENZA. RIPENSIAMO L’EDUCAZIONE
L’educazione è politica. Non esiste nulla di neutrale nella relazione pedagogica. Abbiamo bisogno di tenere insieme conflitto e creatività sociale (qualcuno parla di camminare domandando… ). È tempo di ricercare nuovi rapporti autenticamente umani (e quindi non capitalisti?). Occorre ripensare l’educazione “in società” e non solo a scuola: ripartiamo dalle città, dalla strada, dai beni comuni, dal re-imparare l’arte dell’autogoverno, dal senso critico… Un invito per reti e collettivi:
EDUCAZIONE BENE COMUNE
DONNA, SCIENZIATA E RIBELLE. SIMONA, LA STREGA DEI BOSCHI
Simona Kossak (1943–2007), polacca, era una scienziata, una straordinaria ecologista che ha lottato per la protezione delle più antiche foreste d’Europa, una documentarista pluripremiata e una conduttrice radiofonica, nonché una zoopsicologa. La chiamavano strega, perché parlava con gli animali. Nella sua casa nel bosco vivevano una cicogna nera, un bassotto, una lince, decine di grilli. Nell’inverno del 1993, Simona cominciò la sua battaglia per salvare linci e lupi di Białowieża dall’estinzione. I ricercatori dell’Accademia polacca delle Scienze avevano in mente di effettuare studi telemetrici, mettendo collari con trasmettitori radio agli animali. Ma prima dovevano catturarli. Si scoprì che i ricercatori avevano messo trappole per lupi e linci, del tipo proibito dalla legge polacca. Simona Kossak mostrò ai giornalisti ciò che aveva trovato nei boschi: pesanti ganasce metalliche. Poco dopo la denuncia di Simona e la rimozione delle trappole, un branco di lupi si avvicinò alla sua casa nella foresta, ululando tremendamente. “È stato un inno di gratitudine per aver salvato le loro vite – raccontò Simona – I lupi non si avvicinano mai agli edifici se possono evitarlo, sono troppo spaventosi per loro. Forse hanno percepito l’aura amichevole che emana dalla capanna…”
ANNA KAMINSKA
FATTI CHE GENERANO SPERANZA
Dappertutto si va a caccia di alternative alla produzione industrial/mercantilistico/consumistica, visto che gli effetti sulle società e sulla natura si dimostrano sempre più disastrosi. Tuttavia, spiega Leonardo Boff, appaiono dappertutto anche forme alternative di produzione ecologica, come l’agricoltura organica, cooperative di alimenti biologici, agricoltura familiare, eco-cittadine e altre affini, che ruotano intorno al “ben vivere” e al bioregionalismo. Si tratta di adattare le attività umane all’ambiente e non le attività umane alla natura. Si tratta di creare “modi sostenibili di vita” e non di creare posti di lavoro. Si tratta di facilitare l’abolizione della divisione del lavoro fondata sul sesso
LEONARDO BOFF
RIPARTIRE DAL TERRITORIO, RICOSTRUIRE COMUNITÀ
Abbiamo bisogno di resistere alla prepotenza del mercato globale, di ripartire dal territorio e dall’agricoltura. Si tratta di liberare la terra dall’abbandono e dal cemento per riconnettere agricoltura e comunità, città e campagna
ROSSANO PAZZAGLI
MANIFESTO DEL BALZO IN AVANTI
“Questo è il decennio in cui agire con decisione per evitare un catastrofico riscaldamento globale… Potremmo vivere in un Paese alimentato interamente da energia rinnovabile… Non ci sono piú scuse per costruire nuove infrastrutture… La nuova ferrea legge di sviluppo dell’energia deve essere: se non lo vorresti nel tuo cortile, allora non dev’essere nel cortile di nessuno. Questo vale anche per gli oleodotti e i gasdotti; il fracking… È giunto il tempo della democrazia energetica: crediamo non solo nel cambiamento delle nostre fonti di energia, ma anche, ovunque sia possibile, che le comunità controllino collettivamente questi nuovi sistemi energetici… Occorre costruire case energeticamente efficienti… e sposta rsi verso un sistema agricolo molto più localizzato ed ecologico… È ora di essere audaci. È ora di compiere un balzo”
AA.VV
LIUTAI E PIETRE
Il laboratorio di riparazione di strumenti musicali di Gaza, il cielo nero per i gas lacrimogeni, i bambini e i ragazzi palestinesi feriti o uccisi ogni giorno, le strade deserte di Betlemme, la manifestazione che vuole la restituzione dei corpi degli uccisi alle famiglie, la rivolta dei giovani, il saccheggio dei reperti archeologici palestinesi da parte degli israeliani. Breve viaggio nella Palestina che non fa notizia
ALESSANDRA MECOZZI
UN NUOVO SGUARDO SULLA CITTÀ
Se c’è una città in cui è urgente il bisogno di imparare a guardare le cose in modo diverso quella è Roma. Si tratta, in primo luogo, di rifiutare lo sguardo dell’economia della rendita e dello sfruttamento del territorio, ma anche quello di Mafia capitale e perfino quello di chi si illude di trovare svolte solo nell’urna. Si tratta poi di imparare ad ascoltare quei pezzi di città che resistono e che si ribellano facendo, di esser disposti a farsi trasformare da quel che si ascolta. Per farlo servono strumenti, come l’incontro di studi e progettazione urbana “#PoveraRoma. Idee per la città che verrà”, promosso da Action, Roma Social Pride (di cui Comune-info è media partner). Un appuntamento utile a capire cosa sta avvenendo a Roma e a nutrire forze con cui sperimentare un cambiamento qui e ora
ACTION E ROMA SOCIAL PRIDE
ARMI ITALIANE VERSO L’ARABIA SAUDITA
Della guerra condotta dall’Arabia Saudita in Yemen con bombardamenti indiscriminati su città e villaggi e conseguente uccisione e ferimento di civili si sa ben poco. Come sempre c’è chi è pronto a lucrare tramite la vendita di armi, anzi di bombe. Tra questi anche l’Italia. Venerdì 11 dicembre è partito dalla Sardegna l’ennesimo cargo pieno di bombe in piena violazione della 185 del 1990, la legge che regola le esportazioni di armi italiane. Ci sono varie interrogazioni che giacciono in parlamento e alle quali la ministra Roberta Pinotti continua a non rispondere. Insomma cose da denuncia. Perché se parcheggi in divieto di sosta ti multano ma se vendi armi in violazione delle leggi, chiudono gli occhi. O almeno la bocca
TONIO DELL’OLIO
QUEI RIMPATRI COLLETTIVI DI MINORI
«Chissà se qualche “grande” media pubblicherà questa notizia… L’Italia insiste ancora nella collaborazione con l’Egitto per i rimpatri e non si ferma neppure davanti ai diritti dei minori non accompagnati – scrive Fulvio Vassallo -, molti dei quali sono richiedenti asilo…». In pratica le autorità italiane non considerano la maggiore età in base alla legge del paese di provenienza (come dovrebbero secondo il diritto internazionale) e attendono soltanto che i minori non accompagnati egiziani compiano diciotto anni e un giorno per preparare la loro espulsione d’intesa con le autorità egiziane. «Quello che sta avvenendo è scandaloso e contraddice tutte le n orme interne e internazionali in materia di minori e protezione internazionale…»
FULVIO VASSALLO PALEOLOGO
DOMENICA CI RIPRENDIAMO L’APPIA
Hanno rifatto la ciclabile popolare Santa Bibiana, a due passi dalla stazione Termini di Roma, ben tre volte. Ora puntano a liberare una delle strade più antiche e belle del mondo (sì, certo avrebbe dovuto pensarci qualsiasi amministratore locale ma questo è un altro discorso). L’invito è chiaro: “Saremo sull’Appia Antica dalle 11 di domenica 20 dicembre, insieme al Parco che gestisce la zona, per frapporci fisicamente alle automobili…”. Perché una città a misura di bici è una città a misura di tutti. Perché una città cambiata dai cittadini è una città più bella
ROTAFIXA
L’OSSESSIONE DELLE SCIE CHIMICHE
E IL BISOGNO DI RIDURRE I VIAGGI AEREI
Gli aerei contribuiscono significativamente al surriscaldamento globale, ciò nonostante sono ancora esclusi dalle negoziazioni internazionali, come la conferenza di Parigi. Di certo occorre ridurre il nostro impatto: significa volare meno (cominciando a ridurre i viaggi delle merci). Insomma, siamo pieni di problemi riguardanti le emissioni degli aerei, ma migliaia di persone in tutto il mondo sono invece ossessionate da deliranti favole. Ormai esiste un vero movimento che “denuncia” le scie chimiche, cioè le scie di condensa che lasciano gli aerei, figlie di un complotto delle corporations, delle é lites militari e di altri nefasti poteri per controllare l’atmosfera…
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