“Storia della mia vita”

Durante il suo lungo ricovero, Ramadan – che parla inglese – è diventato un tramite tra noi e i pazienti ricoverati nel nostro ospedale a Gernada.

“STORIA DELLA MIA VITA”


Ramadan Mousa

Durante il suo lungo ricovero, Ramadan – che parla inglese – è diventato un tramite tra noi e i pazienti ricoverati nel nostro ospedale a Gernada. Appena le sue condizioni sono migliorate, poi, aiutava i bambini a mangiare, gli altri pazienti ad alzarsi dal letto, aveva sempre una parola e un gesto gentile per tutti. Quando lo abbiamo dimesso, gli abbiamo allora proposto di diventare un nostro collega. Ogni pomeriggio, durante le ore di formazione che vengono tenute dallo staff internazionale, lui è presente, attento e interessato. Quando gli abbiamo chiesto se potevamo raccontarvi la sua storia ci ha risposto «certo, ma la scrivo io». Il suo racconto lo potete leggere qui sotto: lo ha intitolato “Storia della mia vita”. E a noi sembra davvero una gran bella storia da condividere.

«Il mio nome è Ramadan Mousa Kaber Kony. Sono nato nella città di Alkofra nel 1993, in una baraccopoli costruita da Gheddafi. Durante i combattimenti nel mio villaggio, sono stato ferito da un proiettile che mi è entrato dalla spalla sinistra e passando vicino al cuore è uscito dalla schiena.

A causa della mancanza di buone cure nella mia zona, durante una tregua dei combattimenti sono riuscito, insieme ad altri feriti, a raggiungere l’ospedale di Gernada gestito dall’organizzazione Emergency. Qui tutti noi abbiamo ricevuto cure giuste e buone e siamo rimasti ricoverati fino a quando le nostre condizioni sono migliorate, poi siamo stati dimessi.

Quando ero pronto per lasciare l’ospedale Marina, la Coordinatrice medica di Emergency, mi ha chiesto se ero interessato a lavorare con loro qui nell’ospedale. Ho risposto “sì” perché sento di appartenere a questo luogo, che prima mi ha visto come paziente e ora come membro dello staff. Sono felice per me, anche se mi dispiace molto per la mia famiglia e per tutte le persone del mio villaggio che continuano a vivere una situazione difficile e pericolosa.

Per finire voglio ringraziare tutto lo staff di Emergency: spero di poter essere di aiuto in questo ospedale.

Grazie mille,
Ramadan Mousa»

 

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