“Guerra”

Il punto, come dimostrano le parole di Kerry a Roma, non è più se ma quando e come: l’attacco militare internazionale in Libia è cosa decisa, anzi in fase di preparazione avanzata. Le truppe italiane sono pronte.

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

FACCIAMO COMUNE INSIEME

RACCONTARE IL MONDO OGNI GIORNO PER NON ABITUARSI AL DOMINIO

Tessere relazioni e mettere in Comune  [Domenico Finiguerra]

C’è qualcuno in un luogo remoto di questo paese che mette insieme i pezzi da anni. Conserva e cataloga le buone pratiche, scova e sostiene le resistenze sparse in difesa del territorio, tesse relazioni e mette in Comune i cittadini consapevoli, che forse resteranno per sempre una minoranza. Ma la storia può capitare anche che la facciano le minoranze… Sosteniamo Comune

SULLE SPIAGGE DI TRIPOLI
Il punto, come dimostrano le parole di Kerry a Roma, non è più se ma quando e come: l’attacco militare internazionale in Libia è cosa decisa, anzi in fase di preparazione avanzata. Le truppe italiane sono pronte. Del resto ci sono business (dall’Eni al Fondo Sovrano libico Lia, azionista in varie imprese tra cui Eni, Enel, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Finmeccanica, Fiat-Chrysler, Telecom…) da difendere
FRANCESCO MARTONE

UN’ALTRA GUERRA ALEX ZANOTELLI

SLUMP. LA CRESCITA NON TORNERÀ MAI PIÙ
“La crescita è divenuta impossibile, e non tornerà mai più. L’ossessione capitalistica impedisce di vedere la realtà: siamo di fronte a una crisi di sovrapproduzione di dimensioni inimmaginabili… Il fatto che gli economisti Artus e Kaabiu prevedessero dieci anni fa che il petrolio sarebbe cresciuto fino a 380 dollari dimostra in primo luogo che gli economisti sono scienziati allo stesso titolo della Sibilla Cumana e del Mago Otelma, e che la scienza economica è soltanto una forma di legittimazione ideologica di una tecnica rivolta al massimo sfruttamento della vita umana… Non c’é più bisogno di crescita né di lavoro, questa &egr ave; la verità inammissibile nel contesto della codificazione capitalistica… Perché la domanda crolla? Prima di tutto perché non abbiamo più bisogno di comprare, e questa dovrebbe essere una buona notizia. Abbiamo un numero sufficiente di pantaloni e abbiamo mangiato troppi hamburger. Buone notizie per l’ambiente e per la nostra salute, e sarebbe una buona notizia anche per i lavoratori che potrebbero lavorare meno. Ma no. Il capitalismo non può concepire una riduzione della domanda, né una riduzione del tempo di lavoro, senza considerare questi eventi come segno di una crisi che va affrontata nella solita maniera: riducendo il salario, aumentando lo sfruttamento…”
FRANCO BERARDI BIFO

SULLA NOSTRA PELLE
Le emissioni dei gas effetto serra, la diffusione dei pesticidi nell’acqua, la siccità record del Sudafrica, la scomparsa del merluzzo bianco per il riscaldamento dell’acqua, la violenza dell’uragano Patricia in Messico, lo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia… Sono alcune notizie di una rassegna molto particolare (curata da Alberto Castagnola, economista e obiettore di crescita) che fornisce elementi sulle dimensioni dei meccanismi di danno ambientale, ma comprende soprattutto alcuni degli effetti che più direttamente colpiscono le popolazioni spesso tenute all’oscuro delle cause, a cominciare dal cambiamento climatico
ALBERTO CASTAGNOLA

COSE CHE CAPITANO
«Quando la violenza contro le donne, in Italia come altrove, diventa troppo visibile (cioè ci sono troppi fatti di cronaca che non possono essere ignorati dai media) quotidiani e televisioni a diffusione nazionale – scrive Maria G. Di Rienzo – non sanno che pesci prendere. Al massimo ingaggiano un sedicente “esperto” – di preferenza maschio e psichiatra, ma va bene anche un ragioniere, purché predicatore estremista religioso – e gli offrono soldi e spazio per pontificare sul nulla. Perché, di fatto, nulla sa della questione come fenomeno sociale e tanto meno si preoccupa di informarsi… Ma la domanda è: se a partire da quando vanno all’asilo noi diciamo ai bambini (maschi) che la violenza è non so lo un’interazione normale nelle loro relazioni, ma un ingrediente fondamentale della loro mascolinità, cosa abbiamo da stupirci quando la usano a venti, trenta, quaranta, cinquant’anni e così via? … Il sociologo Michael Kimmel, fondatore di un Centro universitario di studi su uomini e mascolinità, sostiene che “La cosa peggiore che puoi dire a un bambino o un ragazzo è questa: sii uomo”… »
MARIA G. DI RIENZO

LA TUNISIA CHE FA VENDERE
A Kasserine la protesta segue un percorso poco lineare e drammatizza le sue forme, dallo sciopero della fame a oltranza alla disperata scelta di cucirsi la bocca. Eppure l’informazione mainstream – il recente reportage di una firma importante come Domenico Quirico sulla Stampa ne è un buon esempio – dopo aver ignorato le derive liberticide e di restaurazione della transizione politica, insiste a voler trasmettere un’immagine sterotipata e semplificata di una realtà molto difficile e complessa. La delicatezza della situazione politica, ma soprattutto di quella sociale, richiederebbe più rigore, profondità, competenza e senso di responsabilità. È mai possibile che si pensi, invece, che debb ano essere sempre e solo le ombre di Daesh e la lunghezza delle barbe a interessare i lettori italiani? Una lettera aperta di cittadine e cittadini italiani e tunisini, di associazioni, operatori, giornalisti, esperti di Medio Oriente e studiosi impegnati da anni in Tunisia chiarisce che il mondo raccontato con due soli pronomi, “noi” e “loro”, è andato in soffitta da tempo
LETTERA
 

DAESH. PROPAGANDA HOLLYWOODIANA
Nonostante i precedenti esistano, lo Stato Islamico è un fenomeno mediatico completamente nuovo, soprattutto per tre ragioni: quantità, qualità e regolarità del materiale prodotto e diffuso. Il Califfato conosce perfettamente i pur diversi spettatori a cui si rivolge, sa quali sono i loro gusti, le abitudini e le debolezze. Parla la loro lingua, utilizza i codici conosciuti. Viene naturale pensare che chi si occupa della propaganda sia cresciuto guardando film d’azione degli Usa, telefilm occidentali e giocando ai violenti videogiochi di guerra. Quella del gruppo di Al-Baghdadi è una macchina propagandistica potente che non ha eguali nella storia. Un’analisi dei suoi contenuti e dei principali mezzi di d iffusione tratta da una brillante tesi di laurea e pubblicata dal sempre prezioso Osservatorio Iraq. Medioriente e Nordafrica
ANNAMARIA BERTANI

SMASCHERIAMO LA CITTÀ
Stretta nella morsa di Mafia Capitale e Giubileo, commissariamento e inquinamento, Roma si trova in uno dei momenti più difficili della sua storia. Non che con i Visigoti di Alarico o i lanzichenecchi di Carlo V le cose andassero tanto meglio… Per fortuna c’è chi, in basso, prende parola. Del resto il carnevale è il momento giusto per ricordare che la città è di chi la abita…
MARCO PETRUCCIOLI E MANUELA MONCADA

CREARE COMUNITÀ. QUI E ORA
Avete un’idea che vi gira per la testa? O un problema che non riuscite a risolvere da soli? Allora provate a fare come gli indiani d’America: fermatevi e piantate una tenda (Wigwam, nella loro lingua) e chiamate a raccolta i vostri amici. Il Circuito Wigwam World Organization a cui aderisce Wigwam APS Italia conta quattrocento Comunità Locali, circoli o club in 21 diversi paesi. È nato più di quaranta anni fa nel Sud-Est padovano (la sede centrale è ancora in una antica fattoria ad Arzerello di Piove di Sacco) per opera di Efrem Tassinato, studi di agraria e forestali, attivista e dirigente sindacale, pioniere del biologico, giornalista di penna e di pignatte perché come cuoco usa il mezzo della cucina per comunicare i territori, instancabile organizzatore. La sua filosofia è semplice: non arrendersi mai a ciò che non piace e fare concretamente e subito ciò che è possibile per migliorare la qualità sociale della vita. “Il segreto, se così possiamo definirlo – ci dice Efrem – sta nel metodo con cui riuscire a creare una comunità di individui capaci di collaborare tra loro…”
PAOLO CACCIARI

NON SMETTERE MAI DI LOTTARE
“La scuola è come una nave alla deriva manipolata ormai da pirati dell’utilitarismo, da manager e da ben pensanti del nuovo potere e del nuovo pensiero neoliberale…”. Molti insegnanti, spiega Alain Goussot, sembrano aver perso la capacità di sognare in grande e in piccolo, di praticare l’utopia. Proprio in questo momento abbiamo bisogno di tenere accesa “la capacità di vibrare a contatto con l’anima del bambino o della bambina che cominciano ad esplorare il mondo… Occorre batterci per il sogno di una scuola più giusta, aperta, umana e ricca culturalmente… Torniamo ad essere dei Cyrano dell’educazione e continuiamo a far sognare, base del pensiero, i nostri ragazzi…”. Ricordate l’urlo di Cyrano? “Io mi batt o, io mi batto, io mi batto!”
ALAIN GOUSSOT

EDUCARE ALLA SCONFITTA VALENTINA GUASTINI

ALIMENTARE LA RESISTENZA. CIAO NANNI
L’aiuto (ai soldati in fuga dopo l’8 settembre, agli ex-prigionieri alleati, agli ebrei); le lotte nelle fabbriche, nelle campagne, nelle scuole; gli internati militari; i deportati razziali e politici; i renitenti alla leva; la resistenza delle donne; la stampa clandestina; l’azione condotta dai Cln (Comitati di Liberazione Nazionale). È una gamma molto vasta che mette in evidenza come la resistenza nonviolenta durante la guerra, piuttosto maltrattata dai libri di storia, abbia in realtà coinvolto i principali settori della società. A questi temi è dedicato uno degli articoli di Nanni Salio pubblicato su Comune. Infaticabile sostenitore della nonviolenza espressa in tutte le sue forme e pr esidente del Centro Studi Sereno Regis di Torino, Nanni Salio è morto lunedì 1 febbraio
NANNI SALIO

LO STRESSATO
«“Secondo alcuni amici, Pietropaolo era fortemente stressato…”. e “al culmine di una lite che è degenerata”… è accaduto qualcosa di inevitabile e incomprensibile e cascato dal cielo come un fulmine: il raptus ha mosso le mani all’esaurito esasperato, gli ha fatto prendere liquido infiammabile e versarlo addosso alla compagna (Carla Caiazzo, trentotto anni, incinta di otto mesi) e infine lo ha costretto a darle fuoco… Dopo aver letto gli edificanti prodotti del giornalismo nazionale e scusato in cuor loro il poveraccio con i nervi a pezzi in essi descritto, di cosa credete siano preoccupati i commentatori? Del tag “femminicidio”: “Il problema non è che sia uomo o donna, il pro blema è che è un delinquente”… Poiché essere uomini o donne non conta niente nell’esercizio della violenza io voglio sapere: quante signore stressate, principalmente dai rumori prodotti da giocatori che si sparano addosso palline di colore, hanno dato fuoco oggi ai propri partner? Quanti uomini sono stati violati, assaliti, pestati, ridotti in fin di vita dalle loro mogli, fidanzate, compagne, oggi, ieri, il mese scorso, due anni fa? E quante donne? Controllate i numeri: non vi danno ragione. E se le donne non fossero classificate ovunque (casa, ufficio, fabbrica, scuola, oratorio, ecc.) solo come pezzi di carne da trombare, non titolate a opinioni, prive di abilità, inferiori e destinate alla sottomissione le mani di quelli che sentono, grazie a ciò, di essere i loro proprietari resterebbero più facilmente in tasca…»
MDR

 

 

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