Appunti sul 32 marzo e i giorni seguenti alla Place de la République di Parigi. Impressioni, riflessioni, intuizioni e sensazioni di un “15 maggista” spagnolo.
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FACCIAMO COMUNE INSIEME
RACCONTARE IL MONDO OGNI GIORNO PER NON ABITUARSI AL DOMINIO
TANTE GOCCE (LUCIA VALCHERA)
“Abbiamo bisogno urgente di cambiare, e cambiare coerentemente con lo spirito espresso qui, mi piace molto. Così ben volentieri contribuisco anch’io, un poco. Ma se una goccia è nulla, tante gocce formano il ruscello e poi il fiume e poi il mare e l’oceano e… tutti a tuffarci!”
CHE NESSUNO ENTRI SE NON È IN RIVOLTA
Appunti sul 32 marzo e i giorni seguenti alla Place de la République di Parigi. Impressioni, riflessioni, intuizioni e sensazioni di un “15 maggista” spagnolo. Al di là di quali saranno nelle prossimi giorni o settimane gli sviluppi della protesta transalpina (lunedì 11 aprile Place de la République è stata evacuata, le assemblee del movimento decideranno le nuove forme di protesta e di incontro), le notevoli risonanze tra quel che s’è messo in moto a distanza di tanto tempo in queste due piazze d’Europa comincia a raccontare qualcosa della possibile ribellione politica dei nostri anni. Un appello dalle piazze di Francia: questo movimento &egr ave; anche il vostro, non è nato né morirà a Parigi. Organizzate la vostra #NuitDebout
AMADOR FERNÁNDEZ-SAVATER
CONOSCIAMO SOLTANTO IL PUNTO DI PARTENZA
Nuit Debout (Notte in piedi) è, prima di tutto, la storia di incontri. Quasi casuali, tra un film e un progetto di legge, tra lotte che si affiancano senza unirsi. Ecco cosa è successo da alcuni mesi a Parigi e poi in altre città (francesi ma anche di Belgio, Spagna e Germania) e che ha portato all’inimmaginabile: la nascita di un movimento senza leader e senza decisioni centralizzate, un movimento con i suoi media, un movimento di persone convinte che le cose possono cambiare. “Stiamo per tracciare un fossato molto profondo col vecchio mondo. Per andare dove? Conosciamo il punto di partenza, non quello d’arrivo…”
MARIE ASTER E BARNABÉ BINCTIN
INSICUREZZA E UTOPIA
Se guardiamo il movimento Nuit Debout in un orizzonte ampio possiamo abbandonare la dimensione economica come unità di misura del vivere umano e cogliere i segnali di cambiamento rispetto a ciò che consideriamo reale e possibile. Nonostante l’insicurezza resti l’umore esistenziale diffuso nell’Occidente, Parigi dimostra che è possibile far saltare confini che sembrano tracciati una volta per sempre e far emergere sulla scena del m ondo passioni e legami nuovi. «Nel momento in cui il tempo sembra fermarsi per la perdita del suo orizzonte futuro, si fa strada, paradossalmente, quella forza insopprimibile nell’esperienza umana che è l’utopia, sospensione di luoghi e tempi “dati”, che apre la strada a tutto ciò che è ancora “possibile” – scrive Lea Melandri – È come se aver intravisto la fine della propria storia e della propria cultura potesse essere la condizione per riconoscere che altre e molteplici sono le alternative concesse alla specie umana. Questo spiega perché la ”società del rischio” muova, al medesimo tempo, paure e speranze, impotenza e dinamismo, nostalgie comunitarie e potenziamento dell’autonomia del singolo… »
LEA ME LANDRI
CI RIPRENDIAMO LA PAROLA
È cominciata sabato 9 aprile, in centinaia di piazze italiane, la raccolta delle firme “per una nuova primavera dei diritti e della democrazia”: un’inedita alleanza sociale dei movimenti della scuola e territoriali (No Triv e basta inceneritori) per i referendum “sociali”. Non si tratta solo di raccogliere 500.000 firme per i 4 referendum entro il 9 luglio: si tratta di rafforzare lotte, coltivare punti di vista diversi sulla vita di ogni giorno, mettere insieme persone e temi. Il cambiamento non piove mai dall’alto. Sì, ci riprendiamo la parola. R.C
17 APRILE. SE RENZI INQUINA IL CONFRONTO
Il presidente del consiglio vuole boicottare il referendum del 17 aprile? Posizione legittima, sebbene sia accaduto molto raramente che un governo abbia – di fatto – invitato al boicottaggio di un passaggio elettorale o referendario. Quel che non è legittimo è che si intorbidiscano le acque, già di per sé assai poco trasparenti, confondendo astensione e boicottaggio come si trattasse di sinonimi. Si tratta invece di una stridente e niente affatto casuale divergenza semantica che il frastuono mediatico accredita e copre alimentando confusioni e disinformazione
MIMMO CORTESE
E SE LA STAGIONE DEI COMITATI CONTINUASSE?
“Durante una recente trasmissione di una radio libera è emersa l’idea che i Comitati contro le Trivelle e per il SI al Referendum, qualunque siano i risultati delle votazioni del 17 aprile, – scrive Alberto Castagnola – non si devono sciogliere per continuare a lavorare su un tema così significativo nella attuale crisi climatica”. A pensarci bene sono diverse le ragioni per tentare di proteggere e arricchire la vita dei comitati
ALBERTO CASTAGNOLA
L’ADDIO ALLE TRIVELLE È ASSICURATO
Già prima del vertice di Parigi sui cambiamenti climatici, il governatore della Banca d’Inghilterra aveva parlato di “tragedia all’orizzonte” per lo standard di vita occidentale se i governi dei paesi “avanzati” non cambieranno rotta sulle emissioni di carbonio e sull’inquinamento industriale. Le perdite finanziarie derivanti dai danni provocati dall’uomo e collegati al cambiamento climatico sono in escalation. Dal 1980 a oggi quelle del settore assicurativo sono quintuplicate, 50 miliardi di dollari l’anno. Non è poi così paradossale sostenere che in fondo anche le istituzioni finanziarie, gli assicuratori in primis, dovrebbero essere tra i maggiori sponsor del prossimo referendum del 17 aprile sulle triv elle entro le 12 miglia dalla costa
PIETRO NEGRI
LA PAROLA CHIAVE È SOBRIETÀ. UNA LETTERA ANTONELLA PROVENZANO
L’OSSESSIONE DELLE TRIVELLE ANTONIO TRICARICO
VITA ARTIFICIALE: COSA C’È DIETRO?
Si chiama Sintia, vive ma non sappiamo bene come. Il 24 marzo uno dei massimi scienziati-imprenditori impegnati nella privatizzazione della conoscenza e dei beni comuni dell’umanità, Craig Venter, ha annunciato la creazione nel suo laboratorio di una nuova forma di vita. Si tratta di un batterio il cui genoma è stato costruito in forma completamente artificiale. Venter punta a creare un “telaio” genetico al quale sia possibile, poi, aggiungere geni con funzioni diverse. L’utilizzo certo, per ora, è industriale e commerciale. Diverse organizzazioni internazionali e alcuni scienziati critici chiedono una moratoria internazionale urgente sulla liberalizzazione e l’uso commerci ale della biologia sintetica. Dovrebbe consentire alla società di informarsi e discuterne
SILVIA RIBEIRO
LA RIBELLIONE DELLE DONNE LUMAD
Storie di donne che amano e lavorano la terra, non delegano i ruoli guida agli uomini e resistono contro le multinazionali dell’agrobusiness. «Erano le cinque del mattino ed era ancora buio. Io ero già in piedi e stavo preparando il fuoco per cucinare la nostra colazione – racconta Bai Ellen – Mia figlia e i suoi due bambini erano rimasti con noi per la notte, perché uno dei due piccoli stava male. La nostra casa è fatta di bambù e non ha porte, perciò notai gli uomini che si avvicinavano quando erano ancora a qualche decina di metri dalla casa. Sono uscita e ho visto che erano militari. Quando mi hanno raggiunta ho chiesto: “Di cosa avete bisogno?” Uno degli uomini ha detto…. SEGUE QUI
APPRENDERE È CREARE
Pensiero critico e creatività possono ribaltare l’idea tradizionale di scuola per promuovere progetti interdisciplinari e di collaborazione, tra gli studenti e con il territorio, cercando nuovi equilibri tra fare e sapere. Il nostro modello di scuola è ancora quello della classe, del banco, della cattedra, della divisione per scaglioni d’età, dei libri di testo, della rigida separazione tra discipline, dei compiti, delle lezioni frontali e dei voti… Sì, è tempo di imparare a imparare
GIOVANNI FIORAVANTI
LA SECONDA VITA DEI MERCATI RIONALI
E se il futuro dei mercati rionali fosse immaginato e sperimentato dagli operatori dei banchi, le associazioni locali, le reti di consumo critico, i singoli cittadini? E se i mercati diventassero laboratori nei quali ripensare un alfabeto di vita quotidiana fatto, ad esempio, di filiera corta, Gruppi di acquisto solidale, compostaggio comunitario degli scarti organici? E se, come nella rete dei mercati di Barcellona, diventassero beni pubblici in grado di ospitare un mix di vendita di prodotti freschi e locali ma anche servizi al quartiere e artigianato?
D.PATTI, L.POLYAK, M.TORRESAN
LO SPETTRO CHE AGITA REPUBBLICA
“«I centri sociali, non sappiamo quanto infiltrati dalla camorra, si sono messi al servizio di un gioco politico distruttivo», così si conclude «il punto» di Stefano Folli sulla Repubblica di giovedì 7 aprile. Saggezza vuole che di ciò di cui non si sa, per giunta dichiarandolo, converrebbe tacere. Ma un certo giornalismo italiano – commenta Marco Bascetta su il manifesto – sostituisce volentieri l’insinuazione alla conoscenza. La frase è infatti formulata in modo da dare per scontata l’infiltrazione camorrista nei centri sociali. Ignota sarebbe solo la sua entità. Del resto, per la maggior parte degli opinionisti in voga, i centri sociali, nei quali mai hanno mes so piede, costituiscono perlopiù uno spettro, una enclave barbarica, una incubatrice di violenza, una immagine stereotipa da propinare ai propri lettori. Che importa saperne di più di realtà autorganizzate che operano costruendo socialità e servizi, soprattutto nel meridione (dove il pil pro capite, come certifica l’Istat, è la metà di quello del nord), in aree abbandonate dalle istituzioni, abbindolate dalle promesse, e taglieggiate dalla criminalità più o meno organizzata? …”
MARCO BASCETTA
LA LINEA ROSSA DELLA GIUSTIZIA CLIMATICA
“Keep the oil under the soil”. Lasciamo il petrolio sottoterra, era il grido di migliaia di persone di tutto il mondo a Parigi nei giorni della ventunesima Conferenza sul clima, la Cop21. Lasciare il petrolio sottoterra significa mettere sé stessi tra la Terra e il cielo, prendere posizione dalla parte del cielo e della Terra, e produrre dal basso uno shock necessario per invertire la rotta. “Keep the oil under the soil” è un movimento globale per la giustizia climatica, una realtà reticolare, che lega comunità e organizzazioni del Nord e del Sud del mondo e che si nutre di azioni di disobbedienza civile, come quelle in programma tra poche settimane. La crescita del movimento globale p er la giustizia climatica, la settimana di azione contro i combustibili fossili di maggio, le campagne di disinvestimento dimostrano che anche in Italia ci potrà essere vita dopo il referendum
FRANCESCO MARTONE
ARMI LEGGERE E MORTI PESANTI NEGLI USA
Negli Usa ogni anno oltre 30.000 persone rimangono uccise dalle armi da fuoco, una media di trenta vittime al giorno. La metà sono giovani. Intanto il numero di statunitensi che possiede dieci o più armi da fuoco ha superato il numero di abitanti della Danimarca…
MAGED SROUR
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