Referendum trivelle, ‘per salvare i nostri mari vota SI’

Freccia 45, Associazione per la protezione degli animali, invita la popolazione ad andare ad esprimere il proprio “ SI’ ” per fermare le trivellazioni in mare e tutelare definitivamente le acque territoriali italiane.

 

COMUNICATO STAMPA
PER SALVARE I NOSTRI MARI DOMENICA VOTA “ SI’ ”

In occasione del referendum abrogativo di domenica 17 aprile, Freccia 45, Associazione per la protezione degli animali, invita la popolazione ad andare ad esprimere il proprio “ SI’ ” per fermare le trivellazioni in mare e tutelare definitivamente le acque territoriali italiane.

Il testo del quesito è il seguente: «Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?».

La proposta soggetta a referendum chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Nonostante, infatti, le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e le attività petrolifere già in corso non avrebbero più scadenza certa. Se si vuole mettere definitivamente al riparo i nostri mari, la cittadinanza è chiamata al diritto – e dovere – di voto, in misura del 50% + 1 degli aventi diritto, per fare in modo che le attività petrolifere vadano progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento del rilascio delle concessioni.

Prima che il Parlamento introducesse la norma sulla quale gli italiani sono chiamati alle urne il prossimo 17 aprile, le concessioni per estrarre avevano normalmente una durata di trenta anni (più altri venti, al massimo, di proroga). Oggi non è più così: se una società petrolifera ha ottenuto una concessione, per esempio, nel 1998 può – in virtù di quella norma – estrarre fino a quando lo desideri. Se, invece, al referendum vincerà il “ SI’ ”, la società petrolifera che ha ottenuto una concessione nel 1998 potrà estrarre fino al 2028, dopodiché quello specifico tratto di mare interessato dall’estrazione sarà libero per sempre.

L’aumento delle estrazioni di gas e petrolio nei nostri mari non è in alcun modo direttamente collegato al soddisfacimento del fabbisogno energetico nazionale. Gli idrocarburi presenti in Italia appartengono al patrimonio dello Stato, ma lo Stato dà in concessione a società private – per lo più straniere – la possibilità di sfruttare i giacimenti esistenti. Questo significa che le società private divengono proprietarie di ciò che viene estratto e possono disporne come meglio credono: portarlo via o magari rivendercelo.

L’estrazione di idrocarburi ha un notevole impatto sulla vita del mare: la ricerca del gas e del petrolio incide in particolar modo sulla fauna marina e le emissioni acustiche elevano il livello di stress dei mammiferi marini, possono modificare il loro comportamento ed indebolire il loro sistema immunitario.

Le attività di esplorazione e le esplosioni provocate dall’uso della tecnica dell’ “airgun” rischiano di provocare danni diretti a un’ampia gamma di organismi marini, come cetacei, tartarughe, pesci, molluschi e crostacei, senza considerare che i mari italiani sono “chiusi” e un incidente anche di piccole dimensioni potrebbe mettere a repentaglio tutto questo.

Scopo dell’abrogazione della normativa è, quindi, la tutela delle nostre acque. Il mare ricopre il 71% della superficie del Pianeta e svolge un ruolo fondamentale per la vita dell’uomo sulla terra. Con la sua moltitudine di esseri viventi vegetali e animali produce, se in buona salute, il 50% dell’ossigeno che respiriamo ed assorbe fino ad 1/3 delle emissioni di anidride carbonica prodotta dalle attività artificiali umane.

Freccia 45, pertanto, si schiera per dire basta allo sfruttamento dell’ambiente, anche a danno degli animali presenti, ed invita i suoi sostenitori a partecipare numerosi al voto con un “ SI’ “ per tutelarlo!

 

Lecco, 12 aprile 2016

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