L’articolo della Legge di Stabilità che consente alle compagnie petrolifere di protrarre la durata delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine dalla costa «per la durata di vita utile del giacimento», potrebbe essere illegittimo.
COMUNICATO STAMPA
COORDINAMENTO NAZIONALE NO TRIV
Referendum trivelle: la norma sulle concessioni a vita finisce in Commissione Europea
No Triv: “Italia a rischio infrazione”
L’articolo della Legge di Stabilità che consente alle compagnie petrolifere di protrarre la durata delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine dalla costa «per la durata di vita utile del giacimento», potrebbe essere illegittimo. L’Italia rischia una potenziale infrazione che elude le regole del diritto UE sulla libera concorrenza. E’ quello che sostiene l’interrogazione inviata alla Commissione europea dall’europarlamentare, Barbara Spinelli.
«Tale norma è sospetta di illegittimità, poiché una durata a tempo indeterminato delle concessioni violerebbe le regole del diritto UE sulla libera concorrenza e in quanto l’Italia non ha rispettato i propri obblighi, sanciti dalla stessa Convenzione, di consentire la partecipazione del pubblico al processo decisionale in materia ambientale nell’adozione della disposizione in esame», sii legge nell’interrogazione presentata ieri.
In pratica si chiede di valutare se tale disposizione violi «la Convenzione di Aarhus e la direttiva 94/22/CE relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e se intenda promuovere una procedura di infrazione contro l’Italia e se, in ogni caso, intenda esortare il governo italiano a modificare tale comma».
«Tale articolo, come è noto, è oggetto del quesito referendario per il quale gli italiani sono chiamati ad esprimersi la prossima domenica con un referendum popolare.Ora questa interrogazione fa emergere l’illegittimità della norma oggetto di Referendum, sottolineando ulteriormente quanto la politica governativa sia fortemente sbilanciata a favore degli interessi delle compagnie petrolifere, mentre si dimostra per nulla incline a massimizzare l’interesse pubblico e dei cittadini», commenta Barbara Radich del Coordinamento Nazionale No Triv.
Gli italiani potranno esprimere il proprio dissenso da un tale utilizzo del bene comune e pubblico, recandosi a votare e votando SI’ per l’abrogazione di una norma che, qualora l’infrazione venisse, come probabile, confermata, comporterà una pesante sanzione economica che ricadrà, ancora una volta, sulle tasche dei cittadini.
IL 17 APRILE VOTATE SÌ AL REFERENDUM PER DIRE NO ALLE TRIVELLE
Tutti siamo chiamati a difendere il nostro mare. Hashtag #Notriv
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Ufficio Stampa