“La crisi strutturale e di senso della civiltà impone un ripensamento altrettanto profondo dei modi e degli scopi della cooperazione sociale: cosa, quanto, come, dove produrre e a beneficio di chi”.
EWSLETTER DI COMUNE
RIUNIONE DI REDAZIONE APERTA
Scrivono quelli di Nuitdebout: “Possono tagliare i fiori ma non possono fermare l’arrivo della primavera”. “Cari amici e amiche di Comune, ci sono molte primavere da riconoscere, raccontare e accompagnare, c’è uno spazio di comunicazione indipendente da nutrire e da cui farsi nutrire ogni giorno e c’è una campagna, Facci amo Comune insieme, che va coltivata con creatività e determinazione. Per questo abbiamo pensato di programmare a Roma con continuità alcune riunioni di redazione aperte: vi aspettiamo martedì 10 maggio alle 17,45 al Laboratorio sociale autogestito Centocelle (viale della Primavera 319/B). Mandateci un messaggio che conferma la vostra partecipazione (scrivendo a Gianluca: carmosino@comune-info.net). Grazie
ps Domenica 15 maggio, a pranzo, torna la Taverna comunale, questa volta promossa insieme all’ex Lavanderia del Santa Maria della Pietà (presto il programma completo)
DA TEMPO CERCAVO UN LUOGO DOVE CONDIVIDERE
“Da molto tempo cercavo un luogo dove condividere, dove fosse possibile fare un cammino comune… Poi ho incontrato Comune… Quello che mi ha subito colpito è il vostro entusiasmo, la vostra volontà di continuare, di cercare e soprattutto la vostra “umiltà”: quella bella che non prevarica, che ascolta… Farò tutto quello che posso perché il vostro, anzi nostro cammino continui…”. L’adesione completa di Emilia De Rienzo alla nostra campagna 2016 “Facciamo Comune insieme”
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PENSARE IL CAMBIAMENTO
La crisi strutturale e di senso della civiltà impone un ripensamento altrettanto profondo dei modi e degli scopi della cooperazione sociale: cosa, quanto, come, dove produrre e a beneficio di chi. Un articolo, completo di grafici, da leggere e discutere nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università, nelle biblioteche, negli spazi sociali… Scrive, tra l’altro, Paolo Cacciari: “Non c’è scampo, non c’è scorciatoia. Il soggetto del cambiamento siamo ognuno di noi. Sono le convinzioni morali profonde delle persone che devono spingerci a comportamenti individuali responsabili e solidali, a trovare forme sempre più diffuse, pervasive, decentrate di comunità capaci di autosostenersi e di autogovernarsi. Bisognerebbe avere in testa un’idea di individuo, di comunità locali e di istituzioni sociali organizzate sui principi dell’eco-municipalismo. Transitare da comportamenti ispirati alla competizione e alla rivalità ad altri fondati sulla condivisione e sulla reciprocità; dal dominio sui processi naturali alla loro cura; dall’egoismo alla solidarietà sociale cooperante e alla messa in comune delle ricchezze prodotte socialmente; dall’eccesso alla sobrietà; dal riduzionismo pseudo scientifico dei ‘saperi esatti’, alla complessità dei sistemi trans-disciplinari e olistici; dall’economia del massimo rendimento a una del massimo risparmio, dei riutilizzo, del riciclo; da un’economia dei soldi, del consumo e del debito alla bio-economia e al buon vivere. La felicità è una buona relazione con l’ambiente e gli altri esseri umani…”
PAOLO CACCIARI
CONSEGNATE L’ACQUA AI PRIVATI
Governo e Pd sono stati piuttosto chiari: occorre rinnegare quello che 26 milioni di italiani avevano deciso nel referendum del 2011 e cioè che l’acqua deve uscire dal mercato. I privati vogliono l’acqua per i loro profitti, occorre obbedire. Un appello di Alex Zanotelli, ribelliamoci
ALEX ZANOTELLI
PERCHÉ «PUNTO»?
La foto del ragazzo che a Bologna salta con uno skate un senza dimora non mostra solo la totale assenza di rispetto e di compassione per un altro essere umano. Manifesta l’immenso vuoto non colmato dal tessuto sociale e meno ancora dalle istituzioni. «Quello skater è una persona cattiva. Punto», ha sentenziato l’assessora alla Politiche sociali. «Non è forse banale considerare lo skater “cattivo”? E non ci rimanda, quest’affermazione, all’assenza di politica e di adultità significativa nel confrontarsi e nell’orientare i nostri ragazzi/e? Chi e come gestisce oggi – scrive Dimitris Argiropoulos – le differenze generazionali? Chi e come fa pedagogia, indicando valor i, orizzonti di senso, trasferimento di significati, garantendo libertà e esercitando la parola nel scoprire le esistenze fra altri che si in-contrano? … Chi oggi sogna e sogna i suoi giovani, donandone utopie del possibile? Chi e come, oggi, dice I Care, Mi Interessa?». In realtà quel “Punto” riguarda solo «il silenzio da imporre, la limitazione e l’annullamento degli spazi di discussione… Il “Punto” è una immensa Alfa privativa. È la perdita di senso…». Un articolo da leggere dalla prima all’ultima riga
DIMITRI ARGIROPOULOS
IL REGNO MONSANTO E L’INSAZIABILE APPETITO
Non hanno più aziende da comprare ma non possono restare fermi, devono crescere ancora conquistando nuove fette di mercato. Negli ultimi trent’anni, i colossi delle sementi e degli agrotossici del pianeta hanno imposto fusioni e acquisizioni a ritmi forsennati, dal 2015 hanno cominciato a tentare di divorarsi tra loro. Il risultato potrebbe essere che solo tre gigantesche imprese avranno il controllo totale dei primi anelli della catena agricola industriale, compresi la ricerca e lo sviluppo. Monsanto conta sul fatto che se vengono autorizzate le fusioni tra la Syingenta e le altre, non sarà possibile impedirle di unirsi alla Bayer e alla Basf. Gli ultimi progetti di fusione sono però finiti sotto esame dell’antitrust in diversi paesi, cosa che può significare molto, soprattutto se c’è pressione sociale e pubblica contro di loro. Il Gruppo Etc fornisce informazioni utili a chi vuole opporsi
SILVIA RIBEIRO
LA FRONTIERA CHE CANCELLA IL TERRITORIO
La popolazione della regione sudorientale della Tunisia, quella al confine con la Libia, è stata dimenticata ed emarginata per decenni. Dopo il recente e sanguinoso attacco da parte di gruppi di miliziani alla città di Ben Guerdane, quella zona paese è diventata invece oggetto di un’attenzione spasmodica e di un controllo tecnologico asfissiante (elicotteri, aerei militari, droni, satelliti…) da parte di militari, media e governi, regionali e non. Il panico generato da una possibile penetrazione dell’Isis dalla Libia, volta a destabilizzare la Tunisia ma forse anche a scatenare l’intervento occidentale a Tripoli, travolge ogni intento di guardare al territorio, e alla gente che l o abita, dal punto di vista storico, sociale, economico. Un errore imperdonabile. Dove non si possono edificare muri, si scavano fossati e trincee, la popolazione locale viene sottoposta a controlli ossessivi, il piccolo commercio informale che garantiva la sicurezza alimentare sacrificato a quella militare e alla ragion di Stato. Come se il pericolo venisse solo di là dal confine. Così, mentre lo si esternalizza, la linea di frontiera ingoia un’intera regione e, per le popolazioni locali, diventa il simbolo materiale di una nuova oppressione e di un’altra emarginazione sociale e dello spazio
HABIB AYEB
I MIGRANTI INVADONO IL CORPO
Nella vecchia Europa, anche oggi dall’Austria si leva il grido anti migranti: siamo pronti a usare l’esercito…
ALESSANDRO GHEBREIGZBIHER
IL RACCONTO NON GLIELO FACCIO MANCARE
“Penso che ci sia una grande responsabilità di noi insegnanti. Abbiamo lasciato che si spegnesse la passione per la storia da cui veniamo – scrive Rosaria Gasparro, maestra – Lasciando morire il senso vitale e costituente della Liberazione in una narrazione stanca e distratta… Nella scuola primaria un anno intero a parlare di ere geologiche, di australopitechi, di homo habilis, erectus, di Neanderthal… Conoscere tutto delle civiltà antiche e non sapere nulla della storia a noi vicina… Perciò, nei giorni dopo, la Liberazione continua e a scuola impariamo a cantare, a due voci, “Bella ciao”. La cantano nel mondo ma i nostri bambini non la conoscono e dopo averla imparata, qualcuno, come scrive Giada, si sente più completo…”
ROSARIA GASPARRO
RESISTERE OGGI. PER ESEMPIO IL 7 MAGGIO
Cercare le ragioni per testimoniare l’urgenza di una Resistenza del terzo millennio non è purtroppo un esercizio difficile. Il dominio esercitato dall’insaziabile esigenza di “libertà” nell’accumulare profitti, rimuovendo ogni tipo ostacolo, dai principi di precauzione sulla salute delle persone ai diritti di chi lavora la terra, è assai diverso dai metodi classici dell’oppressione totalitaria nazifascista. Meno brutale, certo, ma è probabile che abbia effetti nel lungo periodo forse perfino più devastanti e difficili da contrastare. Un passaggio storico nell’evoluzione del dominio globale come l’approvazione dei trattati internazionali noti come #TTIP ne fornisce un esempio illuminante. Per questo anche chi magari non ha più molta fiducia nell’efficacia di cortei e manifestazioni di piazza, il 7 maggio a Roma farebbe bene a inventare forme di presenza creativa, piacevole e determinata per far sentire la sua voce
SANDRO CABRAS
RIPARTIRE DALLA CULTURA DELLE DONNE
Esiste un patrimonio enorme a cui pezzi di società diversi oggi possono attingere nei loro percorsi per cambiare il mondo, quello offerto dai movimenti delle donne. Anche chi ha sostenuto il referendum No Triv, ad esempio, potrebbe ripartire guardando a quel patrimonio. In particolare, la capacità del femminismo di proporre analisi serrate della società con continui rimandi dal particolare al generale e dal personale al politico, l’abitudine di riconoscere le forme di violenza culturale diffusa, l’essere portatrice di pluralità ma anche la tendenza a sperimentare costruzione di reciprocità e etica della responsabilità si dimostrano ovunque strumenti in grado di ripensare in profondità le relazioni sociali e le lotte dei movimenti
ANNA FOGGIA GALLUCCI
SPERIMENTARE CITTÀ COLLABORATIVE
Per difendersi dalle ricette di austerity molti gruppi di cittadini, iniziative sociali e organizzazioni culturali hanno creato autonomamente spazi e servizi. Questo è il caso dei servizi sanitari auto-organizzati di Atene, delle piazze pubbliche di Madrid o delle palestre popolari di Roma. In alcune città, tuttavia, anche le amministrazioni locali hanno provato ad aprire spazi inediti di partecipazione e di supporto a iniziative nate dal basso: dai bilanci partecipativi di Rotterdam (Olanda) e Tartu (Estonia) ai progetti di inclusione sociale e rigenerazione urbana di Lisbona, dai crowd-funding di Gent alla Gebietsbetreuung di Vienna, la struttura di accompagnamento sociale dei municipi con maggiori difficoltà socio-economiche
D.PATTI, L.POLYAK E M.BAIONI
DISPACCI, MEMORIA E LIBERAZIONE
Abbiamo bisogno di recuperare memoria storia, decolonizzare i nostri sguardi, coltivare ogni giorno volontà comune di Liberazione dalla guerra e da ogni forma politica, culturale o mentale di oppressione. Possiamo farlo anche con l’arte
F. MARTONE E ROSA M. JIJON
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