“La stagione dei referendum sociali”

“Il puzzle dei ‪‎referendum sociali‬ mostra, prima di tutto, mondi che vogliono una società diversa, qui e adesso. Ecco perché è un percorso tutto da accompagnare nei territori”.



NEWSLETTER DI COMUNE
 

IL GIRO DEL MONDO (MARZIA CORONATI)
“È troppo. Troppo ricca. Troppi spunti, riflessioni, approfondimenti che aprono la mente. Non apro le newsletter del martedì e del venerdì di Comune se non ho almeno mezzora di tempo. Mi siedo e mi preparo al giro del mondo, raccontato da chi vive a occhi aperti e piedi nella terra. Grazie”

FACCIAMO COMUNE INSIEME
LA NOSTRA CAMPAGNA 2016
 

LA STAGIONE DEI REFERENDUM SOCIALI
L’autonomia dei movimenti, la consapevolezza dei propri limiti, la voglia di connettere temi (la scuola, le trivellazioni, il ricatto del lavoro, gli inceneritori e l’acqua) e pezzi di società, ma soprattutto il rifiuto del dominio dall’alto. Il puzzle dei ‪‎referendum sociali‬ mostra, prima di tutto, mondi che vogliono una società diversa, qui e adesso. Ecco perché è un percorso tutto da accompagnare nei territori
PAOLO CARSETTI

QUANDO ANDARE IN BICICLETTA ERA COOL
“Lo è ancora, non è vero? Lo è, in alcuni posti, un po’ meno in altri – scrive Chris Carlsson – In America Latina, ad esempio, va forte…”. In luoghi come San Francisco, dove è nata la Critical mass, “nel momento in cui andare in bicicletta è cominciato a diventare prassi comune per decine di migliaia di persone, quella che un tempo era una dinamica tendenza si è andata ampiamente disgregandosi…”. Intanto, diversi ciclisti vengono aggressivamente “catturati all’interno di interessi puramente monetari…”. “Per cui, ai miei amici in America Latina e agli amanti della bici in America ed Europa che ancora vivono la prima età dell’oro della cultura della bicicletta nei lor o rispettivi paesi, posso dire: fate attenzione a una futura integrazione e sussunzione da parte dei ricchi, dei costruttori e dai loro amici politici. Oggigiorno, andare in bicicletta è un tipo di movimento sociale, ma domani sarà solo un modo per spostarsi… a meno che non uniamo la bici ad un’agenda più estesa che cambi la logica della crescita infinita, di un mondo basato sulla mercificazione dell’uomo e della sua creatività, e della riduzione della natura a ‘risorsa’”
CHRIS CARLSSON

GLOBAL DEBOUT, OLTRE FRONTIERE E PAURE
Domenica 15 maggio quasi trecento città di ventotto paesi si sono mobilitate per il Global debout. Centinaia di migliaia di cittadini e cittadine si sono riuniti per rispondere a un appello internazionale promosso dal movimento Nuit debout a Parigi il 15 aprile, un invito a occupare piazze di tutto il mondo per riappropriarsi della politica. Centinaia di migliaia di cittadini e cittadine si sono seduti in quelle piazze per ascoltare e per essere ascoltati, utilizzando microfoni aperti, pennarelli, strumenti musicali. Centinaia di migliaia di uomini e donne, per lo più giovani, hanno danzato, cantato e gridato “questo mondo non ci piace, vogliamo un mondo diverso”. Centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo hanno mostrato di voler superare fro ntiere e paure
R.C.

LA CITTÀ PLURALE HA UN’IMPRONTA FELINA
La straordinaria presenza dei gatti segna già al primo sguardo il paesaggio urbano di Essaouira, città del Marocco che resiste con eleganza molto mediterranea all’assedio dell’industria del turismo. E’ il raro portato del tratto cosmpolita di una storia e di un saper vivere che si ispira ogni giorno all’accoglienza, all’ospitalità e all’empatia, in primo luogo nelle relazioni con e tra i non-umani. Con un armonioso collage di brani ripresi da La città dei gatti (edizioni Dedalo) composto per i lettori di Comune, Annamaria Rivera offre un breve ritratto delicato e profondo di Mogador [Essaouira], il frammento di un testo prezioso che intreccia l’ana lisi antropologica e il reportage letterario. In primo piano, con i gabbiani e i felini, ci sono naturalmente le persone più povere, pronte a concedersi, in uno spazio cittadino di autonomia e dignità, quel lusso del senso e del dono che fa bene a chi riceve quanto a chi dà
ANNAMARIA RIVERA

DONNE E BASTA. A PROPOSITO DI MAMME
Quella di sabato 14, a Firenze, è stata una bella manifestazione contro gli inceneritori e per le alternative. Tuttavia, lo stesso pensiero critico con cui è stata promossa questa grande festa in strada per gettare tra i rifiuti differenziati le ricette del sindaco Dario Nardella, dovrebbe mettere in discussione la scelta di utilizzare l’appeal mediatico “Mamme contro gli inceneritori”. Non solo perché il pensiero dominante non prende mai sul serio le mamme, ma soprattutto perché quella resta una interpretazione univoca dell’essere donna. In realtà si è madri solo per un periodo limitato di tempo, cioè fino a quando i figli sono adulti. La maggior parte delle pe rsone della manifestazione di Firenze non erano mamme
MARVI MAGGIO

SE LA LINGUA DEL DOMINIO È QUELLA DELL’AMORE
L’intreccio tra amore e potere, amore e violenza, è una parentela che non si vorrebbe vedere e che raramente viene nominata, analizzata, nel dibattito pubblico sulla violenza maschile contro le donne. Salvo stupirsi quando si viene a sapere che una donna torna a vivere col proprio aggressore. Di certo, è sulla vita intima – la nascita, la sessualità, l’amore – che dobbiamo portare la nostra attenzione per capire l’ambiguo legame che ancora tiene legata la possibilità dell’amore come incontro di due persone a logiche di dominio
LEA MELANDRI

INCLUSIONE È METTERE IN COMUNE DOMANDE
Inclusione è conoscersi, è divenire ricerca nonché prospettiva di senso. Inclusione è incontro delle nostre debolezze, da cui nascono relazioni e ribellioni. Inclusione è cooperazione, è resistenza, è la continua passione ma anche la fatica di creare spazi di discussione. Inclusione è mettere in comune domande e saperi. È sapere perdere tempo, saper ascoltare. Inclusione è la lentezza del passo di chi passeggia, è un passo non solitario ma conviviale che coinvolge l’altro. È ricostruzione dei legami umani di solidarietà dove ognuno contribuisce alla vita della comunità secondo i propri bisogni e le proprie capacit&a grave;. Inclusione è transculura, è attraversamento di volti e di modi nell’essere e nel fare. Inclusione è esplorazione, è esercitare il pensiero… Qui un articolo Dimitris Argiropoulos. amico e collaboratore di Alain Goussot (scomparso il 26 marzo), una bellissima traccia di riflessioni su che cosa è l’inclusione, considerando, l’amicizia, i percorsi e i riferimenti di Alain
DIMITRIS ARGIROPOULOS

SIAMO IL 90 PER CENTO
“Siamo il 90 per cento di Roma, viviamo intorno al Raccordo alienati dal centro storico, prima vivevamo nelle baracche, le costruivamo da soli, poi ci hanno cacciato, deportato in altre zone della città. Sono arrivati i costruttori e ci hanno rifatto le baracche, uguali a quelle che facevamo da soli, ma su più piani, ancora senza servizi, insonorizzazione né trasporti. Poi come se non bastasse abbiamo dovuto aprire dei mutui che speculano sull’acquisto di queste stesse nuove baracche che hanno costruito apposta per noi speculando sulle nostre terre. Ed eccoci qui dentro Tor Bella Monaca, Torre Maura, Corviale e tanti altri quartieri… Siamo il 90 per cento di Roma, viviamo intorno al Raccordo alienati dal centro storico, costru iamo spazi culturali e sociali a nostre spese in luoghi abbandonati… “
I RAGAZZI DEL CINEMA AMERICA

SE ROMA DIVENTASSE UNA CASA DELLA PACE
Un coacervo di interessi e particolarismi senza più ambizioni da metropoli del mondo. La mancanza di politica ha incattivito Roma e l’ha privata di una visione a scala planetaria. Intanto, la guerra è tornata fatto quotidiano. Ci coinvolge non solo perché vi partecipiamo ma perché siamo un luogo in cui cerca rifugio chi la fugge. Eppure fingiamo che non esista, rinchiusi nell’illusione di poterne restare fuori. Dobbiamo assumerci invece la responsabilità di essere un attore mondiale. Non si tratta solo di fondi, una grande capitale fa politica di pace anche senza mezzi, nel costruire relazioni, nel promuovere una cultura di pace tra i propri cittadini, nella lotta al razzismo, nel dare rifug io a chi lo cerca. Il 15 febbraio del 2003, durante la più grande manifestazione che si ricordi, Veltroni ci promise che Roma avrebbe avuto una Casa della pace. Quella promessa è ancora da mantenere, non tanto nel senso fisico della parola, ma per fare della città stessa stessa una Casa di pace
FABIO ALBERTI

UN MCDONALD’S CON LA STELLA MICHELIN
La McDonald’s non sa più cosa inventare per combattere la sua cattiva immagine. Non sono servite a nulla le sue campagne che annunciavano “alimenti di qualità” o la sua pubblicità a favore dell’”equilibrio alimentare”. Tra il 2011 e il 2014, i suoi profitti a scala mondiale sono diminuiti del 13,5 per cento, e nel primo trimestre del 2015 sono arrivati a ridursi del 32,6 per cento. La multinazionale del cibo spazzatura non è più in contatto con i consumatori. Davanti a un tale scenario, a cominciare dalla Spagna, ha scelto di puntare su due noti cuochi dell’alta cucina ciascuno con due stelle Michelin…
ESTHER VIVAS

 

 

 

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