Puoi donare il tuo 5 per 1000 alla Pace con Giustizia Sociale in Colombia: Nel riquadro indicato come "SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO ..." scrivi il codice fiscale di Nuova Colombia Onlus: 97710030152 19/05 – ACCORDO FARC-GOVERNO GARANTISCE BLINDATURA GIURIDICA A EVENTUALE TRATTATO DI PACE http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6496-1905-accordo-farc-governo-garantisce-blindatura-giuridica-a-eventuale-trattato-di-pace.html Attraverso un comunicato congiunto diffuso lo scorso 12 maggio, la Delegazione di Pace dell'insorgenza rivoluzionaria delle FARC e l’équipe negoziatrice del governo colombiano hanno reso noto quanto accordato in merito alla blindatura giuridica di un eventuale trattato di pace. Si tratta di “una serie di meccanismi istituzionali e democratici complementari” per garantire che gli accordi, elevati a norma costituzionale, siano rispettati dalle parti e dalle autorità statali attuali e future. Il rispetto e l’implementazione del contenuto di un possibile trattato di pace, contenente gli accordi specifici sui punti dell’agenda dei dialoghi, dovrebbero pertanto configurarsi come politica di Stato, aldilà quindi degli umori e degli interessi congiunturali del governo di turno. Questo rappresenta un nuovo passo verso una pace stabile e duratura; ed è bene sottolineare che, avvicinandosi l'obiettivo della firma finale, aumentano tensioni e provocazioni dei nemici della pace. Diversi accampamenti guerriglieri sono sotto attacco per l'irruzione di truppe che non rispettano la tregua. Truppe regolarmente respinte da una guerriglia che mantiene il cessate il fuoco unilaterale ma al contempo è pronta a fronteggiare risolutamente qualsiasi provocazione. La firma dell'accordo per proteggere e assicurare giuridicamente quanto concordato al Tavolo dell'Avana è la miglior risposta al narco ex presidente Uribe ed ai suoi complici, assetati di sangue e violenza, che promuovono cinicamente una presunta “resistenza civile” ai Dialoghi di Pace dell'Avana. 16/05 - NUOVA DIRETTIVA DEL MINISTERO DELLA DIFESA NON GARANTISCE LA SMOBILITAZIONE PARAMILITARE http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6495-1605-nuova-direttiva-del-ministero-della-difesa-non-garantisce-la-smobilitazione-paramilitare.html In un recente intervento, González Posso, direttore di Indepaz (l'Istituto degli Studi per lo Sviluppo e la Pace), ha fatto presente come la nuova direttiva diramata dal Ministero della Difesa colombiano - in cui si stabiliscono i lineamenti per affrontare i cosiddetti Gruppi Armati Organizzati, gli stessi che venivano fino a ieri eufemisticamente definiti Bande Criminali (Bacrim) - non vada ad intaccare in realtà gli elementi strutturali del paramilitarismo: complicità dello Stato, stretti vincoli con i poteri economici dell’oligarchia nazionale e delle multinazionali, legami evidenti con i politici regionali. In sostanza, dice Posso, la direttiva avalla bombardamenti di Polizia, Forze Armate ed Esercito nelle zone di influenza dei gruppi armati, ma, lungi dall’intaccare le relazioni del potere politico ed economico attraverso i quali questi gruppi si articolano, tali modalità avranno come unico risultato quello di arrecare gravi danni alle comunità coinvolte. L’esperienza della falsa smobilitazione delle AUC, i cui tentacoli politici ed economici hanno permesso agli eredi di questa struttura criminale di controllare 7 municipi dell’Urabà, dimostra come la direttiva del Ministero sia del tutto inconsistente. Il fenomeno del paramilitarismo, che scientemente il governo continua a non voler vedere, prima negandone l’esistenza, poi sbandierando che esiste ‘la mafia’ e il crimine organizzato ma sempre eludendone i rapporti con la forza pubblica e le strutture statali, continua ad essere più che mai una presenza minacciosa per il processo in corso all’Avana e la sua mancata reale smobilitazione rappresenta senza dubbio l’ostacolo più grande al raggiungimento della pace con giustizia sociale anelata dal popolo colombiano. 10/05 - ASSESSORE GIURIDICO DELLE FARC PROPONE RANGO COSTITUZIONALE PER ACCORDI DELL’AVANA http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6491-1005-assessore-giuridico-delle-farc-propone-rango-costituzionale-per-accordi-dellavana.html L'assessore giuridico delle FARC all'Avana, Enrique Santiago, durante una conferenza sul processo di pace ha affermato che sarebbe importante includere un paragrafo nell'Atto Legislativo per la Pace in cui si possano elevare gli accordi raggiunti al Tavolo dei Dialoghi ad un rango costituzionale. Occorre ricordare che, sul tema della cornice legislativa del complesso degli accordi, il governo ha unilateralmente iniziato lo scorso settembre la discussione al Congresso di detto Atto Legislativo. Nella proposta del giurista spagnolo l'accordo finale “potrebbe incorporarsi in un articolo transitorio della Costituzione […] che possa dare garanzie “non solo alla applicazione, ma anche alla normativa di riferimento ed all'interpretazione costituzionale”, pur non essendo l'accordo finale in sé. Il carattere transitorio della norma è dato dalla necessità di permettere al popolo colombiano, per mezzo dei delegati all'Assemblea Costituente, di adottare una nuova Carta Costituzionale per porre le basi della rifondazione dello Stato. 06/05 - DETENUTI DI PALOGORDO PROTESTANO PER LE INDECENTI CONDIZIONI SANITARIE IN CARCERE http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6490-0605-detenuti-di-palogordo-protestano-per-le-indecenti-condizioni-sanitarie-in-carcere.html Il Movimento Carcerario Nazionale colombiano ha reso noto, attraverso un comunicato diffuso lo scorso 2 maggio, che i prigionieri reclusi nei bracci 3 e 5 del carcere di Palogordo presso Girón, nel dipartimento di Santander , sono entrati in disobbedienza pacifica ed hanno cessato ogni tipo di attività lavorativa a causa della grave situazione sanitaria che vivono da oltre sei mesi. I detenuti non possono contare sulla presenza di medici né medicine in caso di emergenza, e alle loro proteste il tenebroso Istituto Nazionale Penitenziario (INPEC) risponde, incredibilmente, che "il denaro destinato a risolvere il problema è andato perduto". Gli enti preposti alla tutela della salute dei carcerati sono diretti responsabili dell'attuale crisi sorta nel sistema carcerario, e della morte dei detenuti avvenuta nel totale abbandono e per mancanza di cure mediche opportune. E’ il colmo che, mentre all’Avana si registrano importanti passi in avanti verso una soluzione politica del conflitto, in Colombia il governo Santos ignori deliberatamente il dramma vissuto da migliaia e migliaia di prigionieri politici e sociali. E’ ora che fatti concreti e misure risolutive sostituiscano le chiacchiere inutili e le promesse mai mantenute. 02/05 - UIAF AMMETTE: ILLAZIONI SU PRESUNTI "FONDI NERI" DELLE FARC SONO PRIVE DI FONDAMENTO http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6487-0205-uiaf-ammette-illazioni-su-presunti-qfondi-neriq-delle-farc-sono-prive-di-fondamento.html La rivista "The Economist" ha pubblicato un articolo nel quale si afferma che l'organizzazione insorgente delle FARC disporrebbe di "fondi neri" pari a 10.550 milioni dollari. Diversi media colombiani e internazionali hanno rilanciato questa informazione, generando un'ondata di indignazione in tutto il paese. Occorre segnalare che la fonte dell'Economist è Luis Edmundo Suárez, ex direttore dell'Unità di Informazione di Analisi Finanziaria (UIAF), ente che ha tuttavia ammesso candidamente che su questo tema "non esiste uno studio valido", aggiungendo che "non sono stati raggiunti risultati che permettano di fornire cifre degne di fiducia data la mancanza di informazioni, la poca affidabilità delle fonti e l'inconsistenza dei dati". Lo stesso tendenzioso termine "fondi neri", volto a colorare di tinte fosche la vicenda insinuando un contesto di corruzione, risulta piuttosto ridicolo, visto che stiamo parlando di un'organizzazione rivoluzionaria che opera in clandestinità: ci si aspetta forse che le risorse economiche di tale organizzazione possano essere gestite da un Consiglio di Amministrazione legale, magari - onde evitare l'accusa di gestire "fondi neri"- pagando le tasse ad uno Stato che utilizza tale denaro proprio, in larga misura, in chiave controinsorgente? La verità è che per i nemici della pace ogni occasione è buona per gettare fumo negli occhi dell'opinione pubblica montando artificialmente (e in modo per altro piuttosto pasticcione) scandali su questioni inesistenti. 26/04 - PARAMILITARI COLOMBIANI PRESENTI IN 149 MUNICIPI E 22 DIPARTIMENTI http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/6485-2604-paramilitari-colombiani-presenti-in-149-municipi-e-22-dipartimenti.html L'ultimo dossier di Indepaz (l'Istituto degli Studi per lo Sviluppo e la Pace) relativo al riarmo dei paramilitari nel paese descrive un panorama complesso e allarmante: il fenomeno riguarda 149 municipi in 22 dipartimenti, e si identificano 14 organizzazioni. Sulla definizione di questi gruppi armati è in atto uno scontro al tavolo dei Dialoghi dell'Avana: l'insorgenza rivoluzionaria delle FARC sostiene appunto che si tratta di gruppi paramilitari, mentre il governo li declassa a semplici “bande criminali”. D'altro canto, come ampiamente sottolineato anche da queste colonne, questi evidenziano proprio le cratteristiche che contraddistinguono i paramilitari: la vocazione controinsorgente, il controllo di una parte del territorio, una struttura gerarchico-militare, e soprattutto una strategia (ed una azione ad essa coerente) volta a tutelare i privilegi e gli interessi di oligarchia e multinazionali, ai danni del popolo e dei lavoratori colombiani. Per combattere questo dilagante fenomeno occorre innanzitutto riconoscerlo nelle sue dimensioni e con le sue peculiarità; cosa che il governo fa di tutto per negare. Le politiche volte allo smantellamento del paramilitarismo dovranno essere conseguenti a questo riconoscimento, come denuncia l'intero movimento popolaro colombiano, la prima vittima di questi carnefici eterodiretti.