I comunisti devono approfittare e usare le elezioni amministrative del 5 giugno, gli scioperi e le manifestazioni per il rinnovo CCNL metalmeccanici, la campagna referendaria per il No alla controriforma della Costituzione di Renzi-Napolitano per lo stesso obiettivo.
Elezioni amministrative del 5 giugno: come usare il voto, per chi votare, quali prospettive
I comunisti devono approfittare e usare le elezioni amministrative del 5 giugno, gli scioperi e le manifestazioni per il rinnovo CCNL metalmeccanici, la campagna referendaria per il No alla controriforma della Costituzione di Renzi-Napolitano per lo stesso obiettivo: incitare le masse popolari prendere in mano il governo del Paese, perché nessun miglioramento della situazione è possibile senza un governo costituito dalle masse popolari organizzate.
I comunisti devono prendere ovunque iniziative per mobilitare e organizzare le masse popolari, per estendere e rafforzare la loro resistenza e renderla fruttuosa per la creazione delle condizioni necessarie per costituire il Governo di Blocco Popolare e contribuire così alla rinascita del movimento comunista. Con la rinascita del movimento comunista arriveremo a instaurare il socialismo, l’unico sbocco positivo alle masse popolari della crisi generale del capitalismo e contribuiremo al successo della seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo, come risposta dei popoli oppressi e delle masse sfruttate alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti.
La crisi politica in cui versano i vertici della repubblica Pontificia è tale che il governo del loro “uomo forte” è sempre più in bilico – vedi La maledetta primavera di Renzi. A metterlo in difficoltà si combinano le manovre, i colpi bassi e la guerra per bande che le varie fazioni conducono uno contro gli altri per non perdere posizioni di prestigio, di rendita e di potere; la mobilitazione delle masse popolari contro gli effetti della crisi (mille forme di resistenza, protesta, denuncia e contestazione in ogni angolo del paese, esistono anche se non hanno alcun risalto mediatico); le “scadenze” della lotta politica cui la borghesia chiama a partecipare le masse popolari, in particolare il referendum del 17 aprile (il cui esito è stato tutt’altro che incoraggiante per il governo Renzi), le elezioni amministrative del 5 giugno, il referendum sulla riforma costituzionale del prossimo autunno. Questa premessa inquadra, sinteticamente ma efficacemente, il contesto in cui si svolgono le elezioni amministrative del 5 giugno e in un certo modo ne spiega il valore.
Sono elezioni amministrative che per il contesto in cui si svolgono e per le città che coinvolgono hanno valore politico nazionale, sono in concatenazione con l’esito del referendum del 17 aprile e coltivano un terreno potenzialmente favorevole per la vittoria del NO al referendum costituzionale del prossimo autunno. In questo senso, ben lungi da essere il principale strumento attraverso cui cambiare il corso politico del paese sono uno strumento per:
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sviluppare le contraddizioni entro i vertici della Repubblica Pontificia e in particolare per indebolire ulteriormente il governo Renzi-Bergoglio;
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promuovere e sviluppare la creazione di organizzazioni operaie e popolari, sostenerle nell’assumere un ruolo di nuove autorità pubbliche, favorire il processo di costruzione di una nuova governabilità dal basso dei territori, delle città e del paese.
In questo modo e con questi obiettivi abbiamo usato la campagna elettorale, dedicandoci al secondo aspetto dei due (che è il principale) e facendo importante esperienze di aggregazione, organizzazione e mobilitazione delle masse popolari, sia nelle città in cui si svolgono le elezioni [Lista disoccupati e Precari di Roma, Liste Disoccupati e Precari di Milano, riappropriazione di spazi chiusi e abbandonati], sia in città in cui non si svolgono. Solo a Cassino (FR) siamo stati promotori di una lista elettorale, Riscossa Popolare, strumento anch’essa per perseguire i medesimi obiettivi, in condizioni particolari (esistenza di un nostro Consigliere Comunale uscente).
Nei mesi scorsi, insomma, ci eravamo prefissi di usare i sommovimenti propri della campagna elettorale per imparare a promuovere ordinariamente la mobilitazione per costituire Amministrazioni Locali di Emergenza.
Abbiamo per questo motivo scelto di non promuovere alcuna lista (a eccezione di Cassino), di non candidare nostri compagni in altre liste (unica eccezione a Milano) e di non legarci le mani mettendoci al carro di liste esistenti: “Unire quello che l’elettoralismo divide. Sia chi si candida per vincere, sia chi si candida per avere un Consigliere Comunale, ma anche chi si candida per “fare propaganda”, in un modo o in un altro si contrappone agli altri. Le elezioni sono l’ambito prediletto affinché ogni forza presenti le sue “ricette” alle masse popolari contrapponendosi agli altri concorrenti, le elezioni sono visibilità e ricerca del consenso, ogni lista opera per affermarsi sulle altre.
La nostra decisione di non presentare alcuna lista e di non presentarci in alcuna delle liste promosse da altri (tranne a Cassino, come già detto), risponde alla volontà di dedicare tutte le nostre forze, tutti i nostri compagni, tutte le nostre risorse alla creazione delle condizioni per costruire Amministrazioni Locali di Emergenza.
Sosteniamo tutte le forze organizzate e non e i singoli che esprimono nella pratica una tendenza positiva o che assumono nella pratica un ruolo positivo nell’organizzazione, nel coordinamento, nella mobilitazione e nel protagonismo delle masse popolari, dei lavoratori e degli operai, in qualunque lista si candidino.
Promuoviamo unità d’azione fra candidati di liste diverse e forze organizzate che sostengono liste diverse con l’obiettivo di creare uno schieramento “trasversale” che usi la campagna elettorale per favorire il campo delle masse popolari a prescindere dall’esito delle elezioni; indichiamo fin da ora alle masse popolari di sostenere candidati che non si fermano alle dichiarazioni, alla denuncia, alle promesse, ma che iniziano a fare ora, con i mezzi che hanno a disposizione e la visibilità di cui godono, quello che promettono di fare se e quando saranno eletti. (…)
Misureremo l’esito del nostro intervento, come anche l’esito della campagna elettorale, non in base a chi sarà eletto e con quanti voti, ma sul numero e la qualità di organizzazioni operaie e organizzazioni popolari che avremo contribuito a costruire, su quante ne avremo orientate, su quanto e come lavoratori e operai schierati in liste diverse hanno avviato o stretto legami per sviluppare il coordinamento sul territorio, da quante iniziative di irruzione ai comizi avranno fatto i movimenti popolari, da quanti e quali soluzioni straordinarie saranno state prese dall’Amministrazione o le saranno state imposte per fare fronte agli effetti della crisi. Per chi votare? Chiaro, a questo punto, che l’indicazione di voto è solo l’ultima e minore delle questioni. Sostenere una sola lista di quelle che si candidano a rappresentare gli interessi delle masse popolari significa limitarsi le possibilità e gli spazi per intervenire sulle altre, significa legarsi le mani, che invece vogliamo libere per operare in ogni ambito vi siano le condizioni e gli appigli” – da Amministrazioni Locali di emergenza, come usare le prossime elezioni per costruirle – Resistenza 3/2016.
A questo orientamento ne abbiamo combinato un altro: “Dobbiamo mobilitare le masse popolari a elaborare i programmi dei lavori che servono, rendendo questa attività momento di riflessione sulla situazione in cui versano il comune e il paese, di propaganda e di creazioni di organismi decisi a lottare per attuare questi programmi: che chiamano i candidati ad attuarli, stanno addosso alle amministrazioni perché li attuino, si mobilitano per attuarli direttamente, chiamano altri a organizzarsi e mobilitarsi.
L’affidabilità dei candidati si misura su quanto si dedicano a mettere in luce comune per comune i lavori necessari e su quanto nei loro tour elettorali chiamano i partecipanti a fare e a organizzarsi per fare quanto indicato nei programmi indicati dalle organizzazioni operaie e popolari. Ad esempio, se il programma prevede di censire le case sfitte delle immobiliari, della Chiesa, del Comune, ecc. per assegnarle a chi cerca un’abitazione, un candidato che si impegna a fare suo questo programma in ogni comizio elettorale che fa, deve chiamare i partecipanti a indicargli le case sfitte che ci sono nella loro zona, a organizzarsi per individuarle e occuparle (assegnarle di fatto); se si tratta di un candidato che è già membro dell’amministrazione comunale, deve rendere noto il patrimonio immobiliare che il comune possiede e chiamare i dipendenti comunali a dargli le informazioni che possiedono che lui renderà pubbliche” – da Sulla situazione politica del paese e l’azione dei comunisti – risoluzione della direzione Nazionale del P.CARC, 8 aprile 2016
Il quanto e il come siamo riusciti a tradurre in pratica efficacemente questi orientamenti e i risultati complessivi che abbiamo raggiunto sono il contenuto del bilancio delle prossime settimane e tale bilancio è condizione per proseguire su questa strada e, mettendo a frutto gli insegnamenti, trattando e superando i limiti, per imparare a promuovere organizzazione, mobilitazione e coordinamento delle masse popolari, affinché arrivino a governare tramite loro organismi i quartieri, i territori e le città.
“Amministrazioni locali di emergenza? Sarebbe bello, ma non ci sono le condizioni, non ci sono i soldi e comunque non ce lo lascerebbero fare…” Bando al disfattismo, alla rassegnazione e alle illusioni! Leggi: Elezioni amministrative: il nostro programma è un piano di riscossa per ogni città e per il paese
Per usare anche il voto delle amministrative, oltre che la campagna elettorale, chiamiamo oggi gli operai, i lavoratori, le masse popolari a non astenersi e votare:
– A sindaco di Napoli: Luigi De Magistris, sostenendo la lista DEMA al Consiglio Comunale e in particolare Rosario Maresca, quale espressione della lotta dei lavoratori del trasporto pubblico e del sindacalismo che oggi si pone chiaramente l’obiettivo di fare politica, che si pone l’obiettivo di sostenere gli operai della FCA che si organizzano per coordinare le lotte a partire dagli stabilimenti del centro-sud; e Eleonora De Majo, quale espressione di parte della mobilitazione cittadina per la riappropriazione degli spazi e l’autorganizzazione, per la solidarietà con i popoli in lotta e con i migranti, contro maschilismo e fascismo;
– A Sindaco di Cassino: Vincenzo Durante, compagno del Partito dei CARC, sostenendo la lista Riscossa Popolare, espressione dell’organizzazione e della mobilitazione delle masse popolari.
– A sindaco di Roma: Virginia Raggi candidata del M5S e, voto disgiunto, al Consiglio Comunale Sandro Medici oppure Enrico Capuano candidati di Sinistra Italiana. L’eventuale vittoria di Virginia Raggi sarebbe un importante colpo ai vertici della Repubblica Pontificia che perderebbero il governo della capitale del paese; il governo di Roma Capitale, inoltre, sarebbe base materiale per spingere il M5S ad assumere un ruolo di più aperta rottura verso il governo centrale e i vertici della Repubblica Pontificia. La presenza in Consiglio Comunale di soggetti che, pur diversi, hanno avuto e hanno un ruolo positivo nell’organizzazione e nella mobilitazioni delle masse popolari sarebbe condizione favorevole per combinare ai sommovimenti provocati dalla vittoria di V. Raggi quelli prodotti e promossi dal basso, le esperienze di autorganizzazione, il loro coordinamento, il protagonismo popolare. Esempio positivo di questa tendenza si esprime, sempre a Roma, nella candidatura alla Presidenza del VII Municipio di Monica Lozzi (M5S) che ha concretamente operato, nel suo mandato di Consigliera nei 5 anni precedenti, in modo da favorire l’azione delle masse popolari organizzate (partecipazione a riunioni e assemblee dei comitati territoriali, accesso agli atti del Municipio, ecc.) e per questo indichiamo di votarla. Mario De Bellis (compagno del PRC) oppure Alessandro Vitucci (delegato della CGIL nella Grande distribuzione) sono le preferenze che indichiamo per il Consiglio del VII Municipio.
A Sindaco di Milano: Basilio Rizzo candidato per la lista Milano in Comune e, voto disgiunto, al Consiglio comunale il compagno del P.CARC Luca Pasetti candidato nella lista Alternativa Municipale. La candidatura di Basilio Rizzo raccoglie la spinta della parte più attiva della Base Rossa (lavoratori e masse popolari con la falce e il martello nel cuore) e dei sinceri democratici che hanno avuto un ruolo positivo rispetto alla promozione della mobilitazione popolare nell’area metropolitana milanese. In quel territorio rappresenta la prima vera “rottura” sul piano elettorale della Base Rossa con i partiti della destra moderata (PD diretto da Renzi-Bersani e il codazzo della SEL di Vendola), una candidatura alternativa a Sala e a Parisi poco sorretta da una visione organica di prospettiva, ma piantata nei movimenti di base. Basilio Rizzo non diventerà sindaco di Milano, ma un risultato soddisfacente per lui aprirebbe una fase nuova e superiore per quella parte di Base Rossa che lo ha seguito e lo segue, una fase in cui, passate le elezioni, si farà pressante la questione di come dare seguito concreto al programma elettorale, come valorizzare il ruolo dei candidati e dei sostenitori della lista, come valorizzare gli eventuali seggi dei consiglieri. Luca (Luciano) Pasetti è la nostra indicazione per il Consiglio Comunale. Non (solo) perché è un membro del P.CARC, ma perché si è impegnato senza riserve nel dare seguito al contenuto della campagna elettorale che abbiamo condotto a Milano: sostegno alle mobilitazioni dei lavoratori e degli operai, valorizzando il suo ruolo di delegato nella Grande Distribuzione, promozione della costruzione della Lista disoccupati e Precari nella zona in cui lavora, sostegno alle occupazioni abitative e mobilitazione contro sgomberi e repressione, messa a disposizione dei contatti e delle relazioni che ha raccolto e avviato grazie alla compagna elettorale per sostenere gli organismi popolari (contatti con tecnici e professionisti candidati con lui). Per i Municipi di Milano, seguendo i criteri generali e calandoli alla situazione concreta, la nostra indicazione di voto è la seguente: votare i candidati di Milano in Comune per la Presidenza; come Consiglieri Municipali
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al Municipio 2: Federico Riccardo Chendi (Sinistra per Milano)
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al Municipio 3: Mario Bonetti (Milano in Comune)
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al Municipio 4: Luca Massari (Milano in Comune)
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al Municipio 5: Massimiliano Toscano (Milano in Comune)
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al Municipio 6: Luca Pasetti (Alternativa Municipale)
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al Municipio 8: Luca Pasetti (Alternativa Municipale)
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al Municipio 9: Leonardo Cribio (Milano in Comune)
A Torino, Bologna e Cagliari: votare i candidati a sindaco e le liste del M5S. Sono città in cui abbiamo scarso radicamento, o nullo, valgono qui i criteri che abbiamo indicato per il voto al sindaco di Roma.
Usiamo le elezioni amministrative del 5 giugno, guardando oltre, al lavoro per avanzare nella lotta per costituire amministrazioni locali di emergenza e il governo di emergenza popolare, per avanzare nella costruzione delle rivoluzione socialista.
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it
Direzione Nazionale