Le elezioni amministrative del 5 giugno hanno confermato che tra le masse popolari crescono la sfiducia e il disprezzo verso i vertici della Repubblica Pontificia (RP).
Comunicato CC 10/2016 – 10 giugno 2016
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Condurre in porto le elezioni amministrative creando posto per posto le condizioni più favorevoli alla mobilitazione e all’organizzazione delle masse popolari, alla costituzione di organismi operai e popolari!
Promuovere la costituzione di Amministrazioni Locali d’Emergenza, la lotta per il rinnovo dei CCNL, la difesa e l’applicazione della Costituzione del 1948!
Avanti verso il Governo di Blocco Popolare, la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato, l’instaurazione del socialismo!
Consolidare e rafforzare il (nuovo) Partito comunista italiano, estendere in tutto il paese la rete degli organismi della Carovana, combinazione del (n)PCI e del Partito dei CARC!
Le elezioni amministrative del 5 giugno hanno confermato che tra le masse popolari crescono la sfiducia e il disprezzo verso i vertici della Repubblica Pontificia (RP). Il governo Renzi-Bergoglio non solo i vertici della RP l’hanno costituito contro i risultati delle elezioni politiche del 2013, ma non riesce neanche a carpire sostegno elettorale. La sconfitta dei servi di Renzi nel comune di Sesto Fiorentino è l’espressione più chiara del prossimo futuro dell’accoppiata Renzi-Bergoglio. Neanche l’intensa attività di Bergoglio e le sue prediche demagogiche valgono ad arginare la deriva. I consensi e gli applausi che la sinistra borghese tributa al sovrano pontefice aumentano il discredito della sinistra borghese anziché aumentare prestigio e autorità del sovrano. La crisi della Repubblica Pontificia si è aggravata, i suoi vertici riescono sempre meno a governare il paese. E la crisi della Repubblica Pontificia si combina a livello internazionale con la crisi politica negli USA, in Francia, in Spagna, nell’Unione Europea e con il vicolo cieco, il pantano di sangue e di distruzioni in cui si dimena la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Con la sua criminale politica di guerra, di emigrazione, di miseria, di disoccupazione, di distruzione del pianeta cerca di guadagnare tempo e sopravvivere nonostante la crisi generale del sistema imperialista mondiale, effetto della sovrapproduzione assoluta di capitale: ogni caporione imperialista ha difficoltà a valorizzare il capitale che lui amministra.
In questo contesto noi comunisti promuoviamo la costituzione di Organizzazioni Operaie e Popolari (OO e OP) e il loro orientamento a comportarsi come nuove autorità pubbliche. Bisogna approfittare con tattica flessibile città per città anche del ballottaggio del 19 giugno per promuovere la formazione di Amministrazioni Comunali d’Emergenza, cioè amministrazioni in rottura con il governo centrale della RP e in combinazione costruttiva con OO e OP: queste infatti sono in ogni azienda e in ogni località il fattore decisivo per avanzare quale che sia l’amministrazione comunale che si forma con queste elezioni.
In questi mesi il tratto principale dell’opportunismo è l’incapacità in generale di vedere le condizioni favorevoli alla rivoluzione socialista e in dettaglio di sfruttare gli appigli e i varchi che la crisi della RP presenta per moltiplicare le OO e OP e orientarle a costituire un loro governo d’emergenza composto dai dirigenti di cui esse hanno più fiducia, il Governo di Blocco Popolare: l’attività del GBP metterà alla prova i loro dirigenti, la lotta per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato passerà a un livello superiore e l’instaurazione del socialismo non sarà più solo un tema di propaganda, ma diventerà la parola d’ordine politica del momento.
Il Seminario del 18 giugno a Roma promosso da Rete dei Comunisti e l’Assemblea Costituente del 24-26 giugno a Bologna promossa da PCdI e gruppi del PRC sono espressioni esemplari del tentativo velleitario degli opportunisti di cavalcare la spinta operaia e popolare per ricreare nelle istituzioni della Repubblica Pontificia una “sponda politica” delle rivendicazioni delle masse popolari. Quando delineano il futuro che ci attenderebbe, non fanno che proiettare le azioni presenti della borghesia imperialista e le intenzioni dei suoi caporioni. Secondo loro è la borghesia imperialista con il suo “piano del capitale” che guida ancora la storia dell’umanità: infatti il loro sguardo non arriva oltre l’orizzonte della società borghese, non capiscono che ora la storia la fanno le masse popolari trascinate dalla classe operaia guidata dai suoi partiti comunisti.
Il compito di noi comunisti nelle prossime settimane consiste nel valorizzare la spinta operaia e popolare, le lotte per i nuovi CCNL e tutte le lotte rivendicative dei lavoratori dipendenti e delle masse popolari, la lotta contro i tentativi del governo Renzi-Bergoglio di limitare i diritti democratici e dei lavoratori e cancellare la Costituzione del 1948, per consolidare e rafforzare la Carovana del (nuovo)PCI, lanciare su grande scala l’appello ad arruolarsi nelle file del (n)PCI o del P.CARC, sviluppare la propaganda e l’organizzazione tra gli operai e le masse popolari.
Nelle elezioni amministrative di domenica scorsa le liste delle Larghe Intese (PD e gruppi collaterali, banda Berlusconi, Lega Nord, Fratelli d’Italia e liste collegate) hanno perso voti. Il travaso di voti dalle liste della banda Berlusconi, della Lega Nord e dei loro alleati alle liste collegate al PD non ha compensato i voti che hanno abbandonato il PD e le liste collegate. Il travaso conferma solo che il centro promotore della mobilitazione reazionaria contro gli immigrati e le masse popolari stesse sta nei vertici della Repubblica Pontificia e quindi nel governo Renzi-Bergoglio che oggi è la loro massima espressione.
Sono pressoché dovunque aumentati gli astenuti. Le liste che hanno aumentato i voti sono quelle del Movimento 5 Stelle e quella di Luigi De Magistris a Napoli. Questo conferma che il solco tra il governo centrale della Repubblica Pontificia e le istituzioni delle autonomie locali si va approfondendo. Se al ballottaggio di domenica 19 giugno De Magistris sarà confermato sindaco a Napoli, se a Roma diventerà sindaco la esponente del M5S Virginia Raggi, avremo tra le amministrazioni locali due focolai importanti dello scontro con i vertici della Repubblica Pontificia. La costituzione di un’amministrazione comunale M5S a Roma, centro della criminalità organizzata e delle speculazioni immobiliari e finanziarie e del potere della Corte Pontificia, sarà una piaga corrosiva per la RP e centro di mobilitazione di nuove autorità pubbliche alla base. Meglio ancora se a Torino diventerà sindaco l’esponente del M5S Chiara Appendino. Non sono importanti tanto i programmi delle loro liste e le intenzioni e qualità personali dei candidati. Il “problema morale” a Berlinguer è servito a corrompere definitivamente il PCI, a Grillo non servirà neanche a questo: la valorizzazione del capitale è la morale suprema della borghesia e chi lavora al suo servizio deve adeguarsi. Più importante è che la forza delle cose costringerà le nuove amministrazioni ad appoggiarsi sull’iniziativa, sulla mobilitazione e sull’organizzazione delle masse popolari. In alternativa non potrebbero che mettersi nelle mani dei vertici della Repubblica Pontificia, cioè farsi anche loro come gli amministratori che li hanno preceduti agenti della speculazione finanziaria (debito comunale) ed edilizia (grandi opere, sfratti e degrado del patrimonio immobiliare e del territorio) e della privatizzazione dei servizi pubblici (sanità, istruzione, trasporti, ecc.): cioè diventare agenti del Vaticano, della criminalità organizzata, delle banche e delle istituzioni finanziarie, della UE, dell’Euro e della NATO. Condannarsi cioè ad una rapida sparizione perché non hanno neanche la collaudata capacità di intrigo, di clientelismo, di rapina, di complotti e di ricatto che la Repubblica Pontificia eredita dalla storia e che tiene insieme in qualche misura i gruppi e i personaggi che sono al suo vertice.
Quindi la linea che noi comunisti e gli esponenti avanzati delle masse popolari dobbiamo seguire nel ballottaggio di domenica prossima non è astenersi, ma fare tutto quello che è nelle nostre forze per far prevalere amministrazioni comunali di rottura con le Larghe Intese. Quello che siamo capaci di fare, bisogna farlo. Il criterio è che in una guerra bisogna in ogni momento concentrare le forze contro il punto debole del nemico per sfondare: la raccolta delle forze la si fa chiamando le masse a lottare contro il nemico nel punto debole del nemico (se tu chiami con vigore a colpire, le masse si uniscono con te a colpire e quindi si aggregano attorno a te). Il nemico oggi sono le Larghe Intese e il governo Renzi-Bergoglio è l’espressione delle Larghe Intese. Larghe Intese vuol dire Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, vuol dire UE, euro, NATO, vuol dire criminalità organizzata e corruzione diffusa.
In ogni località dobbiamo comunque approfittare della campagna elettorale e del risultato del primo e del secondo turno per promuovere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari a formare Comitati e Consigli Popolari che si assumano la tutela degli interessi delle masse popolari. Le Amministrazioni delle Larghe Intese sono le amministrazioni della criminalità organizzata, delle banche e del Vaticano, della UE e della NATO. Comitati e Consigli Popolari non devono dare loro tregua, in nessun campo di attività. Le Amministrazioni elette contro le Larghe Intese (De Magistris, M5S e altre eventuali) dovranno assecondare e lavorare in stretto accordo con Comitati e Consigli Popolari, con OO e OP, rompere l’asservimento alle banche e al governo centrale, promuovere l’insubordinazione e la gestione autonoma di servizi pubblici, del patrimonio immobiliare e del territorio.
Le attività fin qui indicate non sono parole velleitarie perché sono parti e aspetti della lotta in corso che crea le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare. Questo sarà una tappa sulla via della rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e dell’instaurazione del socialismo. Nella nostra attività la linea che pratichiamo e indichiamo per le elezioni amministrative e nei confronti delle amministrazioni locali si combina con la raccolta delle forze per consolidare e rafforzare la Carovana del (n)PCI (la combinazione del nuovo PCI e del Partito dei CARC) che è il motore della mobilitazione e organizzazione delle masse popolari per la costituzione del GBP e per l’instaurazione quindi del socialismo.
Bisogna battere l’opportunismo che inquina e indebolisce la spinta a consolidare e rafforzare la Carovana del (n)PCI. I tratti caratteristici fondanti dell’opportunismo sono sostanzialmente tre.
1. La denigrazione dell’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin, il silenzio steso sulla clamorosa rottura del 1956 e sull’opera distruttiva promossa dai revisionisti moderni guidati da Kruscev e da Breznev. Gli opportunisti danno per verità sacrosanta i dogmi, i pregiudizi e le denigrazioni della propaganda borghese. L’Unione Sovietica si sarebbe dissolta perché il socialismo non è possibile. In realtà l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin ha dimostrato nei suoi 40 anni di attività che il socialismo, annunciato da Marx e da Engels, è possibile. Né le potenze dell’Intesa prima né poi le forze coalizzate dei nazisti e dei fascisti di tutto il mondo erano riuscite a impedire che l’Unione Sovietica trasformasse la Russia arretrata degli zar in un paese culturalmente e industrialmente progredito e che esercitasse con generosità ed efficacia il ruolo di base rossa di tutti i movimenti progressisti che per alcuni decenni hanno scosso il mondo. Per disgregarla ci sono voluti, dopo la morte di Stalin e la svolta impressa da Kruscev nel 1956 e poi guidata da Breznev, più di 30 anni durante i quali i revisionisti moderni promossero sistematicamente alla direzione dello Stato, dell’economia e della cultura individui che si dicevano comunisti ma guardavano al mondo capitalista come a un modello e praticavano la concorrenza e la collaborazione con gli USA e le altre potenze imperialiste come guida e misura della loro attività: la dissoluzione del 1991 è il risultato della rottura del 1956, non della rivoluzione del 1917!
2. La rivalutazione o il silenzio steso sull’opera controrivoluzionaria di Togliatti e dei suoi allievi, di cui è lurido esemplare Giorgio Napolitano, che hanno aperto la strada alla sinistra borghese di Berlinguer e alle pagliacciate di Occhetto e Bertinotti. Secondo gli opportunisti, i partiti comunisti non hanno instaurato il socialismo in nessun paese imperialista semplicemente perché non era possibile instaurarlo. Gli opportunisti non vedono altra prospettiva e non si pongono altro obiettivo che fare nelle istituzioni della Repubblica Pontificia da sponda politica delle masse popolari, la via con cui Togliatti riuscì a deviare dalla rivoluzione socialista il vecchio glorioso PCI della Resistenza e lo avviò sulla strada che tramite Berlinguer lo portò nelle mani di Occhetto e di Bertinotti.
3. Il rifiuto della grande lezione che noi comunisti traiamo e tutti i comunisti devono trarre dall’esperienza nel nostro paese e nel mondo della prima ondata della rivoluzione proletaria: l’insegnamento della Rivoluzione Culturale Proletaria e di Mao Tse-tung. I primi partiti comunisti, nonostante l’eroismo di molti dei loro membri e dei loro dirigenti, non hanno instaurato il socialismo in nessuno dei paesi imperialisti perché non avevano una comprensione abbastanza avanzata della natura della crisi del capitalismo e del sistema di controrivoluzione preventiva costruito a propria difesa dalla borghesia imperialista, delle condizioni e forme della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti; hanno lasciato sviluppare l’influenza della borghesia e del clero nelle loro file perché non avevano una comprensione abbastanza avanzata delle condizioni e forme della lotta nelle proprie file contro l’influenza della borghesia e del clero, della riforma intellettuale e morale che i comunisti devono compiere per essere all’altezza del loro compito storico. Per adempiere al loro glorioso compito i comunisti devono diventare uomini di una pasta nuova: solo chi si impegna in questa trasformazione riesce a promuovere e dirigere la grande trasformazione epocale di cui l’umanità ha bisogno.
Non è più la borghesia che fa la storia: la borghesia la storia l’ha fatta fino a duecento anni fa. Oggi la borghesia sopravvive a se stessa, è un morto che cammina e fa danno, un colosso dai piedi di argilla. La storia la fanno gli operai che guidati dal loro Partito comunista trascinano con sé le masse popolari.
Proletari e popoli oppressi di tutto il mondo, uniamoci!
Contro il catastrofico corso delle cose, contro la guerra imperialista, l’eccidio e la persecuzione degli immigrati, la disoccupazione e le mille sofferenze che la borghesia imperialista e il suo clero impongono all’umanità, contro la devastazione della Terra inevitabile conseguenza del modo di produzione capitalista, la sola via d’uscita è la rivoluzione socialista!
Il primo paese che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà anche alle masse popolari degli altri paesi la via per rompere con l’attuale disastroso corso delle cose e si gioverà della loro solidarietà.
Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!
Impadronirsi della scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia, svilupparla e usarla per instaurare il socialismo!
Costituire clandestinamente in ogni azienda capitalista, in ogni azienda pubblica, in ogni istituzione e in ogni centro abitato un Comitato di Partito per assimilare la concezione comunista del mondo e imparare ad applicarla concretamente ognuno nella sua situazione particolare!
Studiare il Manifesto Programma del Partito è la prima attività di chi si organizza per diventare comunista. Stabilire un contatto clandestino con il Centro del Partito è la seconda. Promuovere la costituzione di OO e OP e il loro orientamento a costituire il GBP è la terza.
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