Egitto: le ong e le associazioni italiane si mobilitano per gli attivisti egiziani

La drammatica e grave vicenda che ha portato all’assassinio del ricercatore italiano Giulio Regeni ha aperto una finestra, anche a livello internazionale, sulla grave situazione dei diritti umani in Egitto, peggiorata dal 2013 ad oggi.

 

PER UN RUOLO DIVERSO DELL’ITALIA

SU DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA IN EGITTO

Al via la campagna promossa da AOI a favore degli attivisti egiziani:
“Didendiamo i diritti, cominciando da chi li difende”

 

Al via la campagna, promossa da AOI (Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione, solidarietà e volontariato internazionale), che ha come obiettivi:

  • sostenere le campagne già in corso in favore delle libertà civili in Egitto, in particolare “Human Rights Behind the Bars” della rete Euro-Mediterranea per i Diritti Umani e “Verità per Giulio Regeni” promossa da Amnesty International Italia

  • fornire un’informazione aggiornata e corretta sulle violazioni dei diritti umani in Egitto, contribuendo al dibattito politico sul ruolo dell’Italia nel contesto delle relazioni diplomatiche e commerciali internazionali che legittimano il regime di al-Sisi, per una loro revisione

  • proporre azioni mirate alla difesa di attiviste e attivisti dei diritti umani e al sostegno alle associazioni civili e sindacali democratiche del Paese, impegnando in tal senso anche il nostro Parlamento e il Governo

La drammatica e grave vicenda che ha portato all’assassinio del ricercatore italiano Giulio Regeni ha aperto una finestra, anche a livello internazionale, sulla grave situazione dei diritti umani in Egitto, peggiorata dal 2013 ad oggi, in particolare per quanto riguarda quelli civili e politici.

Le forze dell’ordine e i servizi di sicurezza egiziane hanno sempre goduto di ampio margine di manovra, al punto da rendersi colpevoli, durante la rivoluzione del 2011, dell’eccidio di quasi mille persone. Il Paese ha vissuto dall’estate del 2013 un processo di repressione che ha avuto il suo momento più tragico nello sgombero delle piazze Rābi‘a al-‘Adawiya e an-Nahdha, occupate dai sostenitori di Morsi, il 14 agosto 2013: questo causò in un solo giorno la morte di un numero di persone, equivalente alle perdite sofferte durante i giorni della rivoluzione.

In continuità e con maggiore impegno, la politica della presidenza di al-Sisi ha da subito messo al centro la priorità di rimuovere il dissenso e liquidare l’opposizione politica, sia islamica che laica. Utilizzando a tal fine i mezzi più diversi: dalla persecuzione amministrativa per presunta ricezione di fondi esteri, al sequestro di materiale e documenti, dalla messa al bando di organizzazioni civili con l’accusa di legami con il terrorismo, all’interdizione di viaggiare all’estero imposta a riconosciuti difensori dei diritti umani, dall’arresto arbitrario all’aggressione fisica degli attivisti stessi.

È dunque un imperativo etico e morale il sostegno a tutta la società civile egiziana, che rischia in questo contesto di veder cancellati di fatto i propri diritti: ad oggi sono più di 40.000 i prigionieri politici attualmente rinchiusi nelle carceri egiziane secondo “Human Rights Watch”. Questa vera e propria ondata controrivoluzionaria è maturata anche a causa del silenzio colpevole della comunità internazionale, che in questo modo ha tutelato la presidenza di al-Sisi, considerata strategica nell’arrestare il terrorismo islamico. Questa valutazione di carattere politico-militare è stata accompagnata da un’intensa attività della diplomazia commerciale per avere un ruolo di controllo delle risorse energetiche del Paese. In questo quadro si sono inserite alcune scelte del nostro Governo: per esempio la compagnia ENI si è assicurata lo scorso mese di marzo un contratto del valore di 4,5 miliardi di euro con l’Egitto per l’esplorazione di gas e petrolio.

Significativa l’iniziativa di AITR, Associazione Italiana Turismo Responsabile, a cui aderiscono alcune ong socie AOI: i suoi operatori hanno subito sospeso ogni relazione commerciale e istituzionale con l’Egitto a seguito della vicenda Regeni, chiedendo giustizia e rispetto per i diritti umani. Questa la dichiarazione del Presidente Maurizio Davolio: «l’Egitto è un Paese meraviglioso (…) ma un viaggio e una vacanza non sono possibili in un contesto di dolore e di indignazione».

I punti principali della campagna promossa da AOI:

  • nel breve periodo: l’attivazione da parte del Governo italiano di un meccanismo di protezione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti egiziani presenti in Italia (in molte rappresentanze consolari egiziane, incluso in Italia, opera un funzionario preposto a raccogliere informazioni sui cittadini egiziani che esprimono dissenso nei confronti delle autorità, ndr) e di quelli che nel loro Paese lavorano con la società civile italiana ed europea. Centrale è la tutela giuridica e la pressione politica da assicurare a tutto campo, a partire dall’attivazione di un fondo italiano di sostegno alle loro organizzazioni e attività in Egitto, che punti a diventare iniziativa europea. Fondamentale anche la sospensione della cooperazione militare e la vendita di armi all’Egitto.

  • nel medio periodo: la liberazione dei prigionieri politici attuali, la garanzia di condizioni umane e dignitose di detenzione, la cessazione del ricorso alla tortura e riforma delle forze di polizia e di sicurezza egiziane, la sospensione delle misure contro le associazioni non governative indipendenti da parte delle autorità egiziane, l’incoraggiamento di un processo per la «giustizia di transizione» in Egitto che faccia luce sulla repressione perpetrata nei confronti dei civili dal 2011 ad oggi, sulle più gravi violazioni della vita e dignità umana quali sparizioni e morti in carcere; la continuità del programma Debt Swap tra Italia ed Egitto e il coordinamento con programmi simili di altri Paesi europei; la revisione delle clausole della cooperazione economica e commerciale ed elaborazione di precise linee guida per le attività commerciali e d’investimento estero, che assicurino coerenza con gli impegni e le convenzioni internazionali sui diritti umani sottoscritte dall’Italia; il rafforzamento della società civile democratica e indipendente egiziana inserito tra le scelte strategiche della politica estera e di cooperazione internazionale italiana.

L’AOI intende rivolgersi al Parlamento italiano perché accolga e sostenga le proposte della campagna, ed al Governo affinché apra un tavolo di dialogo e azione condivisa con i rappresentanti della società civile italiana per l’affermazione della democrazia e la tutela delle organizzazioni sociali e sindacali e degli attivisti dei diritti umani minacciati in Egitto.

Nel lanciarla e promuoverla, AOI mette questa campagna a disposizione di tutte le reti, rappresentanze, coalizioni civili, associazioni, cittadine e cittadini che intendano aderirvi, condividerla e sostenerla divenendone soggetti co-promotori. Perché le parole, gli auspici della famiglia di Giulio Regeni, ribadite in questi giorni negli incontri con l’Europarlamento, non devono essere dimenticati e le richieste inevase.


17 maggio 2016


Per contatti e adesioni: ong@ong.it

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *