Non ci basta ribaltare il dominio della crescita. Abbiamo bisogno di economie locali, di riscoprire l’infinita diversità e complessità del mondo vivente, di ricomporre le relazioni con le persone che vivono intorno a noi.
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LA NOSTRA CAMPAGNA 2016
MONDI NUOVI
Non ci basta ribaltare il dominio della crescita. Abbiamo bisogno di economie locali, di riscoprire l’infinita diversità e complessità del mondo vivente, di ricomporre le relazioni con le persone che vivono intorno a noi
HELENA NORBERG HODGE
SAPPIAMO BENE CHI SONO I RESPONSABILI
“Tutti, dal presidente del consiglio al ministro dei trasporti assicurano che troveranno i responsabili del disastro ferroviario pugliese… In realtà i responsabili morali e politici ci sono già. Sono tutti coloro che hanno effettuato le scelte infrastrutturali di questo paese negli ultimi venti anni. Coloro che invece di assegnare priorità alla messa in sicurezza delle linee pendolari, raddoppiando i binari, dotandole tutte di efficienti sistemi di sicurezza, hanno inseguito sogni di grandeur, lasciando milioni di pendolari su carri bestiame, insicuri… SEGUE QUI
DOMENICO FINIGUERRA
IL MIO GIORNO PIÙ LUNGO
“Io sono coratino – scrive Nicola Nocella, attore – In questi giorni, molti di voi, hanno scoperto dov’è Corato, che è vicina ad Andria, e che tra Corato e Andria noi abbiamo viaggiato per cinquant’anni su un binario unico. Già. E pare che sia l’unica cosa che gli esperti in giro per l’Italia sono in grado di sottolineare. Ho sentito una valanga di cazzate… Quando vi hanno detto che i morti erano pochi, e poi dieci, tutti noi, qui, sapevamo che sarebbero stati molto di più. Perché su quei treni, noi, prima di arrivare a ‘Ruvo station’ ci siamo stati troppe volte… Alle undici e mezza c’è stata la tragedia. Nemmeno a mezzogiorno c’erano già tutti i s occorsi… Alle due e mezza negli ospedali c’erano tutti i medici che potevano esserci. Alle tre meno un quarto c’era già la fila di donatori in giro nei punti di raccolta… Dopo tre ore dalla tragedia, il palazzetto dello sport di Andria era un grande centro di raccolta. Di protezione per i parenti. E di informazione. Questa Puglia, che molti hanno saputo solo sputtanare, si è rintanata nel suo cuore e ha fatto in modo che riprendesse a battere. E quando, al buio, mentre ancora si scavava, mentre i politici erano già arrivati e andati, la gente comune arrivava nel luogo del disastro per portare acqua, cibo e abbracci…”
NICOLA NOCELLA
IL BINARIO UNICO DELLA NOSTRA RABBIA
La nascita e lo sviluppo delle democrazie moderne coincide, non solo cronologicamente, con la nascita e lo sviluppo del treno. In quest’ottica, quello che è accaduto in Puglia “ci racconta molto della nostra Italia e dell’Europa. Le odierne democrazie liberiste, infatti, si fondano sulla privatizzazione dei servizi e sul basso costo del lavoro…, ma al contempo investono ingenti soldi pubblici nell’industria bellica, nei grandi eventi e nelle grandi opere come il Tav…”. Per le democrazie liberiste le tratte su cui viaggiano le merci valgono di più delle tratte su cui viaggiano i lavoratori pendolari. Così come la spesa per l’acquisto di cacciabombardieri vale di più della messa in sicurezz a dei territori e delle scuole. “Le lacrime di Renzi, del governo e dei dirigenti sono le classiche stucchevoli e ipocrite lacrime di coccodrillo… Per noi cittadini il tempo delle lacrime deve terminare in fretta e deve lasciare spazio al tempo della rabbia, dell’indignazione e dell’urgente cambiamento di rotta. Il capitalismo non è compatibile con le nostre vite…”
MATTEO SAUDINO
LA VIOLENZA INELABORATA
Nella nostra civiltà, violenta e patriarcale nel profondo, l’aggressività e la violenza restano inelaborate dall’educazione e dagli stili di vita egemoni. C’è bisogno di arte del conflitto ma anche di rallentare e decongestionare…
PAOLO MOTTANA
IL DECALOGO DEL BUON CONFLITTO
QUANDO LA FRAGILITÀ È UNA FORZA POSITIVA
PROVENZANO, 41BIS E DIGNITÀ
Nonostante i giudici lo ritenessero ormai incapace di rispondere in giudizio, Bernardo Provenzano è morto in stato di detenzione sottoposto al regime di 41bis. Con grande lucidità e coraggio per i tempi di giustizialismo che viviamo, Stefano Anastasia – ricercatore di filosofia e sociologia del diritto nell’Università di Perugia, tra i fondatori dell’associazione Antigone – prova qui a ragionare dei limiti e degli abusi del 41bis. Il punto, spiega Anastasia, è che quell’articolo non può essere applicato indipendentemente dalle condizioni di salute del detenuto o in condizioni tali da soffocarne umanità e dignità, “quella umanità che lui ha violato , ma che le istituzioni democratiche – proprio perché opposte al potere mafioso – non ledono, riconoscendola in ciascuno dei suoi abitanti, anche negli autori dei reati più gravi…”. Un articolo da leggere assolutamente
STEFANO ANASTASIA
SOTTO LE MACERIE DELLA SCUOLA
La scuola assiste ormai da diversi anni all’avanzata del grande niente. L’attacco è frontale, sistematico, violento e brutale: le vittime non sono solo gli insegnanti ma anche gli studenti e le famiglie. “La scuola, luogo di vita, si sta velocemente trasformando in un luogo di morte, dove le uniche cose ritenute vive sono i mezzi digitali, per altro assai mal funzionanti… Gli alunni, chi sono? E chi se ne ricorda più? Sono numeri, voti e performance. La pedagogia scomparsa. La relazione pure… Un mucchio di macerie, una scuola brutta e cattiva, fondata sull’ambizione personale, sulla competizione…”. Tuttavia, dentro questo grande cimitero di anime spente e opache, di arroganti e prepotenti, “servi e delatori, obbedienti e secutori di leggi inique e mal fatte… ci sono uomini e donne vive, indomite, irriducibili… Sono i maestros, le maestre e i maestri, che continuano a parlare, a scrivere, che prendono posizione anche se da soli, che lottano civilmente, che manifestano coraggio e amore per quella scuola che ha posto a suo fondamento la libertà… Nella nostra scuola ogni alunno è una poesia che dispiega la sua magia, forti e fragili creature che ci vengono affidate per tante ore perché possiamo onorare il senso altissimo del nostro essere insegnanti, educatori, maestri. Questa è la scuola dove sono tutti meritevoli, prima di tutto di esistere, di apprendere, di ricevere cura e amore, è la scuola dove insegnanti liberi educano ragazzi liberi, dove si cresce e ci si educa insieme, è la scuola circolare, non piramidale, dove nessuno è più o meno degli altri. È la scuola dove si impara che ‘l’obbedienza non è più una vi rtù’ se si tratta di obbedire a leggi inique e sbagliate… “
FABRIZIA JEZZI
LA RESPONSABILITÀ È UN PROCESSO
Quali ostacoli impediscono l’assunzione di responsabilità verso gli altri, il mondo e le generazioni future? Quali capacità abbiamo bisogno di far emergere e potenziare? Chiunque si occupi di formazione, di educazione ma anche di gestione di spazi sociali, culturali o di economia solidale si trova spesso di fronte a quelle domande. Mettersi tutti in continua discussione, riconoscere e ribaltare resistenze a livello individuale e collettivo, coinvolgere le persone comuni nei processi di cambiamento, intrecciare pratiche e principi con cui cambiare il mondo qui e ora resta difficile quanto urgente. Ecco un percorso delineato con riferimento ad alcuni contesti importanti e molto concreti, per c onfrontarsi senza troppe resistenze. La prima domanda è: abbiamo mai pensato che è possibile immaginare gruppi di persone nei quali si possa passare armoniosamente da un grado all’altro di “cambiamento” nel giro di pochi giorni o pochi mesi? In fondo siamo sempre responsabili di tutto ciò che facciamo o non facciamo: per dirla con Luisa Francia, “questa non è solo banale saggezza, ma anche un principio della magia, dell’arte del creare e dare forma…”
ALBERTO CASTAGNOLA
LO SPETTACOLO DELLE SPIAGGE DI HONG KONG
Quando si ragiona di rifiuti, dell’impatto della plastica sull’ambiente o anche del concetto di sviluppo, bisognerebbe guardare foto come quelle raccolte qui: sacchetti e bottiglie di plastica, imballaggi per alimenti, packaging e tanto altro, è lo spettacolo delle spiagge di Hong Kong di questi giorni, letteralmente sommerse da montagne di rifiuti. Decine di migliaia di tonnellate di plastica sul bagnasciuga, proprio laddove si è soliti sdraiarsi a prendere il sole
DOMINELLA TRUNFIO
GUERRE
“I neri che protestano per le strade, o sparano dai palazzi, se la prendono con quattro poliziotti perché gli hanno ucciso l’amico, ma anche perché si rendono conto che la pura sopravvivenza fisica, la nuda vita, è quasi l’unica cosa che gli resta, che i ricchi e gli agiati (bianchi) sinora hanno loro lasciato… Si citano a sproposito Martin Luther King o Rosa Parks ma loro non facevano (solo) cortei, facevano azioni nonviolente, boicottaggi, resistenze ai soprusi. Tutt’altra storia…”. Intanto, mentre il Giappone riscrive la Costituzione (che sinora, almeno formalmente, vietava di avere un esercito) la Brexit ci dice soprattutto una cosa: si salvi chi può, da solo. “Si sperava che le nuove forme di dominio del mondo potessero ri sparmiarci almeno la guerra guerreggiata nei nostri paesi. Oggi sappiamo che non sarà così…”
ENRICO EULI
PARLARSI, AGIRE INSIEME, CREARE LEGAMI
Servono sempre di più, per dirla con Alex Langer, iniziative nelle quali “conoscersi, parlarsi, informarsi, inter-agire”. Ma per superare il concetto di frontiera, per rifiutare nazionalismi xenofobia e rischi di “balcanizzazione”, per costruire ponti e legami solidali ogni giorno occorrono, prima di tutto, spazi comuni e sguardi diversi sul mondo, come quelli offerti a Bolzano con Euromeditteranea
LUCA CIRESE
BREXIT, POPULISMO E GENTE COMUNE
No, il referendum non può essere considerato solo una vittoria della destra
GIANLUCA SOLERA
DOVE CAMMINANO I SOGNI (FABRIZIA JEZZI)
Aderisco alla Campagna di Comune perché nel suo spazio di idee, valori, pratiche e condivisioni mi sento a casa. Una casa abitata da un sentire buono del mondo, un abbraccio al pianeta nella sua biodiversità di natura, culture e persone. Comune-info è il punto di vista di coloro che stanno in basso, dalla parte della terra e accolgono il cielo in terra. Sulla terra i sogni camminano e l’utopia diviene realtà. Ogni giorno qui si narrano storie di uomini e donne che non si arrendono alla logica del più forte, ma tengono alto lo sguardo, non si sottomettono, fieri della propria dignità. Questo è il mondo che vogliamo: un luogo dove tutti possano vivere liberi e consapevoli del proprio unico e irripetibile valore. “Siamo un popolo di sognatori, per questo siamo invincibili”. Sucomandante Marcos. Grazie di esistere, amici
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TOGLIERE LE BENDE AGLI OCCHI (CORRADO IANNUCCI)
“Comune descrive il mondo esattamente come lo vorrei. Scrive come se scrivessi io. Vede come vedo io. Fa quello che vorrei fare io: togliere le bende dagli occhi. Mi auguro però che non abbia la mia stessa inerzia, perché c’è davvero bisogno che qualcuno inizi, ora, concretamente e poderosamente, la rivoluzione”
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