Amnesty International e Art for Amnesty conducono la propria azione di denuncia delle violazioni dei diritti umani e portano avanti azioni concrete in difesa di quanti, senza averne responsabilità, soffrono ogni giorno della loro vita violenze, miserie, degradazione.
COMUNICATO STAMPA
13 SETTEMBRE 2015 – 13 SETTEMBRE 2016
“INSIEME SI PUÒ”, AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA, ART FOR AMNESTY: A UN ANNO DALLA CATENA UMANA ALLE TRE CIME, UN NUOVO VIDEO, NUOVI PROGETTI E APPELLI PER PROTEGGERE I DIRITTI UMANI.
É stato un anno fa ed è stato sette anni fa. Le Dolomiti al centro del mondo, al centro di un’Umanità che, come disse Moni Ovadia, ha a cuore il destino dei propri simili. Ed è nel quotidiano che “Insieme si può…”, Amnesty International e Art for Amnesty conducono la propria azione di denuncia delle violazioni dei diritti umani e portano avanti azioni concrete in difesa di quanti, senza averne responsabilità, soffrono ogni giorno della loro vita violenze, miserie, degradazione.
Agli scenari odierni di guerra corre il pensiero, lì dove ogni diritto umano viene violato, negato, deriso.
Proprio dal teatro di una delle guerre più lunghe e orribili del pianeta, l’Afghanistan, viene in questi giorni la speranza per le vittime più deboli e oppresse. Da anni Insieme si può si batte per garantire istruzione, cibo, cure sanitarie, un ricovero dignitoso per donne e bambini. Un programma importante promosso in questi anni è il “Progetto capre” grazie al quale, con la consegna di caprette, sono state sostenute decine e decine di donne e famiglie nel riguadagnare l’autosufficienza economica (latte, formaggio, lana, un piccolo allevamento) e l’inclusione sociale. In questi giorni questo progetto riesce in qualcosa di speciale, perché raggiunge un piccolo gruppo di famiglie, i cui volti hanno fatto il giro del mondo in queste ultime settimane, ripresi nella disperata ricerca dei propri cari tra le macerie degli attentati contro la popolazione civile di Kabul dello scorso agosto. Questi bambini, queste vedove entrano con questo progetto in un programma di assistenza nel cercare giustizia, nel pretendere un processo ai colpevoli dei crimini subiti. Non imbracciano un fucile per farsi vendetta. E ricominciano, lentamente, ad affrontare l’oggi e sperare nel domani perché viene affidata loro una capretta (info e modalità per aderire su www.365giorni.org).
Ogni vittima di conflitto e di persecuzione vive nel cuore di chi si è incatenato alle Tre Cime. Chi cerca di avere salva la vita, propria e della propria famiglia scappando da guerre, violenze e persecuzioni è accolto in quell’abbraccio, che oggi si ricompone, virtuale, con la campagna #IWelcome di Amnesty International. Nell’ambito della campagna l’appello chiede alle istituzioni nazionali e internazionali di istituire e garantire canali legali e sicuri per i rifugiati, perché possano raggiungere l’Europa senza intraprendere un viaggio pericoloso e spesso mortale; le condizioni di accoglienza all’arrivo devono essere adeguate e umane, le procedure di asilo snellite, e gli stati dell’Unione europea devono condividere equamente le responsabilità di accogliere i rifugiati (per firmare l’appello: http://appelli.amnesty.it/canali-sicuri-per-i-rifugiati/).
On line in tutto il mondo da oggi, anniversario dell’evento, il video che riprende dall’alto le migliaia di persone che il 13 settembre del 2015 si sono prese per mano attorno alle Tre Cime, rivisitato a sostegno di questo appello. É’ un video di mobilitazione sui diritti umani che è tra i più visti di sempre, cui farà seguito un nuovo video con immagini inedite per il prossimo 10 dicembre, in occasione della Giornata internazionale dei Diritti Umani. Come sette anni fa e l’anno scorso, l’evento alle Tre Cime rinnova l’impegno globale per un mondo più giusto, per tutti.