Dove l’oligarchia americana vuole trascinare il mondo

Tra pochi giorni, martedì 8 novembre, negli USA circa metà dei cittadini americani adulti andrà a votare e sceglierà chi dei due candidati selezionati dal sistema politico americano sarà il nuovo presidente.

 

 

Comunicato CC 19/2016 – 25 ottobre 2016

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Lotta di classe negli Stati Uniti d’America

Dove l’oligarchia americana vuole trascinare il mondo

Tra pochi giorni, martedì 8 novembre, negli USA circa metà dei cittadini americani adulti andrà a votare e sceglierà chi dei due candidati selezionati dal sistema politico americano sarà il nuovo presidente.

La campagna elettorale ha dato nuovo risalto alla crisi del sistema politico americano. Da decenni gli USA sono governati da una oligarchia che nel 1960 Eisenhower, alla fine del suo mandato presidenziale, chiamava “complesso militare-industriale”. Quella oligarchia è in una certa misura cambiata: non è più la vecchia oligarchia WASP (bianchi, anglo-sassoni e protestanti), ma un’oligarchia di uomini della finanza e banchieri, di industriali, di militari di alto grado, di dirigenti FBI, CIA, NSA e altre agenzie, di politicanti e criminali d’alto bordo, di capi di chiese e di associazioni affermate, di trafficanti, universitari, giornalisti e pubblicisti di ogni razza, colore, nazionalità e sesso. Ma essa è ancora alla guida degli USA e del loro sistema di sfruttamento, distruzione e devastazione in tutto mondo e di sfruttamento e oppressione di classe, razziale, nazionale e sessuale anche delle masse popolari americane.

I contrasti che lacerano l’oligarchia che governa gli USA si sono tradotti nel becero spettacolo della contrapposizione tra i due candidati principali alla presidenza: Hillary Clinton e Donald Trump. La prima ha impersonato la continuità della politica criminale condotta dall’oligarchia all’interno del paese e nel mondo. Il secondo si è presentato come campione del malcontento delle masse popolari, malcontento che è vasto ed è stato confermato anche dal successo della campagna del “sinistro” senatore Bernie Sanders finché questi ha fatto campagna contro Hillary Clinton. Ma Donald Trump non ha alcuna possibilità di cambiare l’attività dell’oligarchia americana (importa poco che aspiri o no a farlo) e quindi fa leva anche sull’abbrutimento intellettuale e morale a cui l’oligarchia condanna da decenni una parte importante delle masse popolari americane.

Quale dei due candidati prevalga, ha relativamente poca importanza: il neo presidente adatterà i discorsi e i programmi presentati in campagna elettorale alle attività che l’oligarchia sta già conducendo. Questa ha già dimostrato di non aver scrupoli a eliminare o comunque neutralizzare un presidente che diventasse un ostacolo alle attività che essa deve svolgere. E queste sono dettate dalla necessità che ogni gruppo imperialista ha di valorizzare il capitale che amministra, dalla crisi generale del capitalismo generata dall’impossibilità a livello mondiale di valorizzare tutto il capitale accumulato, dal bisogno della oligarchia americana di impadronirsi e devastare più a fondo ogni paese, di togliere terreno agli altri gruppi imperialisti e di eliminare anche i diritti e le abitudini acquisite dalla massa della popolazione americana.

Nel Comunicato CC 13/2016 del 11 luglio 2016 abbiamo illustrato le attività dell’oligarchia USA e il contesto in cui le deve svolgere. Non stiamo a ripeterci e rimandiamo ad esso.

Qui ci preme sottolineare che è del tutto illusoria la credenza che il corso futuro delle cose nel mondo sarà caratterizzato dalla concorrenza economica della Cina e di altre potenze emergenti che prima o poi surclasseranno economicamente  gli USA. I promotori di questa credenza in una concorrenza sostanzialmente pacifica, della fine pacifica del “secolo americano”, ripropongono in circostanze e forme diverse le illusioni che i professori del superimperialismo (Karl Kautsky, Rudolf Hilferding e compagnia) predicavano nel secolo scorso. L’oligarchia che governa gli USA eredita dal passato la superiorità in campo militare e non ha alcuno scrupolo a farne uso contro le potenze concorrenti. Solo la resistenza che impegna le sue forze e risorse militari in Asia, in Africa e in America Latina a creare un ordine che le è impossibile creare e lo sviluppo della lotta delle classi oppresse negli USA stessi la possono distogliere dal farne uso diretto contro la Cina e le altre potenze emergenti.

Per quanto riguarda noi comunisti, ne segue che la lotta contro la guerra è realistica, non si riduce a mestare e rimestare al modo della sinistra borghese il malcontento delle masse popolari lasciando che le cose seguano il corso imposto dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, solo se è lotta per instaurare il socialismo nel nostro paese. L’avanzamento della rivoluzione socialista nel nostro paese, un paese imperialista e per di più sede del Papato, è il contributo realistico che possiamo e dobbiamo dare alla rinascita del movimento comunista nel mondo, alla trasformazione della resistenza dei popoli oppressi in una lotta antimperialista capace di vincere e alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato negli stessi Stati Uniti d’America. Questo è stato soffocato dall’efficace sistema di controrivoluzione preventiva che la borghesia americana elaborò all’inizio del secolo scorso e che da allora ha perfezionato giovandosi del ruolo che essa ha assunto a livello mondiale nello sfruttamento delle classi e dei popoli oppressi. I loro limiti nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe non hanno permesso ai comunisti americani di far fronte con successo a quel sistema di controrivoluzione preventiva. Ma il bilancio del passato fatto dai comunisti e lo sviluppo della nuova crisi generale faranno sicuramente rinascere anche negli USA il movimento comunista cosciente e organizzato. L’avanzamento della rivoluzione socialista nel nostro paese è un potente aiuto che diamo alla sua rinascita.

L’avanzamento della rivoluzione socialista è anche quello di cui hanno bisogno le masse popolari del nostro paese per far fronte alla crisi del capitalismo. Qui sta la ragione per cui noi comunisti possiamo e dobbiamo portarle a essere protagoniste della rivoluzione socialista.

Per quanto riguarda il nostro paese, la cena del 17 ottobre di Renzi e del suo seguito di “nani e ballerine” alla corte di Obama a Washington ha messo ben in luce l’asservimento dell’Italia all’oligarchia americana e il crescente distacco dei vertici della Repubblica Pontificia, sotto la guida dei Gesuiti e di Bergoglio, dal progetto dei gruppi imperialisti franco-tedeschi di creare con l’UE un sistema monetario e finanziario mondiale (l’euro) indipendente dal sistema monetario e finanziario del dollaro e quindi contrapposto ad esso. La rottura dell’UE è diventata l’obiettivo anche di Renzi e della sua cricca. Convogliare le masse popolari del nostro paese verso la costituzione di un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare (GBP), è quindi essenziale perché la rottura con l’UE non diventi asservimento ancora più pieno delle masse popolari italiane all’oligarchia USA, alle sue guerre e agli altri effetti distruttivi della crisi generale del capitalismo.

La costituzione del Governo di Blocco Popolare è la linea che meglio corrisponde alle condizioni attuali del nostro paese. La sinistra borghese ha ancora tra le masse popolari un’influenza, un seguito e un prestigio da cui noi comunisti non possiamo prescindere. Lo vediamo e constatiamo ogni giorno: nelle attività della sinistra borghese di vecchio stampo pur sempre più estromessa dalle massime istituzioni della Repubblica Pontificia e nelle attività della nuova sinistra borghese (M5S, arancioni, ecc.) resa impotente dal suo legalitarismo e dalla sua sottomissione alla Repubblica Pontificia: precisamente del suo recalcitrare a fare appello alle masse contro i vertici della Repubblica Pontificia, del suo voler essere amministratori onesti delle sue istituzioni.

Attuando la linea della costituzione del Governo di Blocco Popolare noi comunisti mettiamo alla prova tutta la sinistra borghese: o collaborerà con le masse popolari organizzate o perderà influenza, seguito e prestigio. In entrambi i casi  avremo portato la rivoluzione socialista a un livello superiore.

Contro il catastrofico corso delle cose, contro la guerra imperialista, l’eccidio e la persecuzione degli immigrati, la disoccupazione e le mille sofferenze che la borghesia imperialista e il suo clero impongono all’umanità, contro la devastazione della Terra inevitabile conseguenza del modo di produzione capitalista, la sola via d’uscita è la rivoluzione socialista!

In Italia la costituzione del Governo di Blocco Popolare è un passo sulla via della rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e quindi verso l’instaurazione del socialismo!

Il primo paese che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà anche alle masse popolari degli altri paesi la via per rompere con l’attuale disastroso corso delle cose e si gioverà della loro solidarietà.

Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!

Impadronirsi della scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia, svilupparla e usarla per instaurare il socialismo!

Assimilare la concezione comunista del mondo rende noi comunisti capaci di
– individuare per ogni organizzazione operaia e popolare le iniziative che – stanti le forze e le risorse intellettuali, morali e pratiche (uomini, conoscenze, relazioni, risorse finanziarie e mezzi di mobilitazione, convinzione e costrizione) di cui già dispone – è in grado di prendere e che accresceranno le sue forze e risorse e allargheranno e rafforzeranno la sua influenza e autorità; le persone che è in grado di reclutare; le relazioni che è in grado di sviluppare; gli appigli che il contesto presenta su cui è in grado di far leva e di cui è in grado di giovarsi; le brecce che il campo nemico presenta in cui è in grado di infiltrarsi e attraverso cui è in grado di irrompere e grazie alle quali è in grado di acuire le contraddizioni dei nemici,
– mobilitare la sinistra dell’organismo ad agire, a sfruttare le possibilità d’azione che abbiamo individuato e via via educarla a individuarle essa stessa,
– reclutare gli elementi migliori di ogni organismo operaio e popolare e fornire a ognuno le conoscenze e i mezzi per crescere e diventare comunisti.

Costituire clandestinamente in ogni azienda capitalista, in ogni azienda pubblica, in ogni istituzione e in ogni centro abitato un Comitato di Partito per assimilare la concezione comunista del mondo e imparare ad applicarla concretamente ognuno nella sua situazione particolare!

Studiare il Manifesto Programma del Partito è la prima attività di chi si organizza per diventare comunista. Stabilire un contatto clandestino con il Centro del Partito è la seconda. Promuovere la costituzione di OO e OP e il loro orientamento a costituire il GBP è la terza.

 

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 Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it 
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