“Non una di meno”, manifestazione nazionale il 26 novembre

L’Unione Sindacale di Base ha aderito a “Non una di meno”, la manifestazione nazionale delle donne contro la violenza maschile convocata per il prossimo 26 novembre a Roma, con corteo dalle ore 14.00 da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni.

 

COMUNICATO STAMPA

“NON UNA DI MENO”: USB ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE

DEL 26 NOVEMBRE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

Assemblea 21 novembre ore 15.00 – sala Carroccio in Campidoglio


L’Unione Sindacale di Base ha aderito a NON UNA DI MENO, la manifestazione nazionale delle donne contro la violenza maschile convocata per il prossimo 26 novembre a Roma, con corteo dalle ore 14.00 da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni.

La manifestazione sarà preceduta da un’assemblea pubblica, organizzata il 21 novembre a Roma, nella sala Carroccio in Campidoglio, dalle ore 15.00, nella quale, oltre alle tante voci del mondo del lavoro e del precariato femminile, parteciperà una rappresentante della “Rete Non Una Di Meno”. Sono state invitate la Sindaca di Roma e le Consigliere e Assessore capitoline e municipali.

La convinta adesione dell’USB nasce non solo dall’indignazione per un fenomeno strutturale come quello dei femminicidi, ma anche –  e soprattutto  – dall’esigenza di evidenziare il tema delle discriminazioni e delle violenze di genere nei luoghi di lavoro, di far emergere che la crisi non è “neutra”; che la precarizzazione, le pessime leggi sul lavoro e sulle pensioni, la privatizzazione dei servizi, colpiscono maggiormente le donne nel tentativo di ricacciarle nei ruoli domestici e sopperire così ai continui tagli al welfare.

Caratteristiche del lavoro femminile continuano ad essere la presenza nei livelli contrattuali più bassi, il maggior impiego in lavori non qualificati nonostante il crescente livello di istruzione delle donne, una retribuzione del 10,9% inferiore a quella degli uomini a parità di mansione, il ricorso massiccio al part-time involontario, la pratica delle dimissioni in bianco all’atto dell’assunzione, la maggior applicazione di contratti precari.

I recenti dati INPS sul nuovo e feroce volto del precariato incarnato dai voucher, ci confermano infatti che il 51,5% dei destinatari di questa moderna forma di schiavitù è donna. Avanza  così una nuova classe sociale di giovani precarie, mentre le conseguenze del divario retributivo e della discontinuità contributiva incidono sul reddito femminile lungo tutto l’arco di vita,  esponendo le donne ad un maggiore rischio di povertà in vecchiaia: già oggi l’importo medio pensionistico è inferiore al 29% di quello percepito dagli uomini.

Le risposte al fenomeno strutturale della violenza di genere non possono essere emergenziali e repressive: rivendichiamo il diritto a servizi pubblici accessibili, al reddito sociale, a casa, lavoro e parità salariale; all’educazione scolastica, alle strutture sanitarie, a cominciare da consultori liberi da obiettori; alla formazione di operatori sociali, sanitari e del diritto; al riconoscimento ed il finanziamento dei Centri Antiviolenza ed al sostegno economico per le donne che denunciano le violenze.

 

Roma, 16 novembre 2016

Ufficio Stampa USB




 

COMUNICATO STAMPA

 

NON UNA DI MENO: USB SI RIUNISCE IN CAMPIDOGLIO

PER PREPARARE LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 26 NOVEMBRE

 

Lavoratrici, precarie, disoccupate, rappresentanti dei movimenti di lotta delle periferie, donne immigrate, hanno riempito ieri a Roma la sala del Carroccio in Campidoglio dove si è tenuta l’assemblea indetta dall’USB per contribuire alla costruzione di “NON UNA DI MENO”, la manifestazione nazionale delle donne contro la violenza maschile, indetta il prossimo 26 novembre con corteo da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni.

Alla manifestazione, promossa da Rete Io Decido, D.i.Re e UDI, l’USB ha aderito con lo slogan “NON SONO UNA DONNA ADDOMESTICABILE!”.

Dalle lavoratrici della grande distribuzione alle educatrici precarie dei nidi; dalle impiegate della pubblica amministrazione alle insegnanti; dalle donne impegnate nel territorio nella difesa dei beni comuni alle operatrici dei servizi sociali; dalle licenziate del trasporto aereo alle rappresentanti delle associazioni antiviolenza: negli interventi di tutte si è levata la denuncia di condizioni di lavoro e di vita che rappresentano una vera violenza di genere. È stata anche riaffermata la rivendicazione di politiche di protezione sociale, che garantiscano l’autodeterminazione e l’affrancamento dalla violenza domestica, il diritto a servizi pubblici accessibili, al reddito sociale, alla casa, al lavoro e alla parità salariale, all’educazione scolastica, alle strutture sanitarie, a consultori liberi da obiettori; il riconoscimento e il finanziamento dei centri antiviolenza ed il sostegno economico per le donne che denunciano violenze.

Un dato economico e sociale pesa infatti sulla violenza e i femminicidi: la mancanza di lavoro e di reddito, che si traduce in mancanza di autonomia ed indipendenza,  esasperata dalla crisi che ha ridisegnato un mercato del lavoro femminile sempre più precario e discriminante con l’obiettivo di ricacciare le donne nei ruoli domestici, per sopperire al progetto di smantellamento del welfare.

“NON UNA DI MENO” esprime la determinazione collettiva a non accettare più la mancanza di nessuna e che nessuna resti indietro. La manifestazione del 26 novembre sarà pertanto un momento fondamentale di aggregazione e di unificazione delle lotte, per restituire, attraverso le  diversità di ciascuna, visibilità alla rabbia di tutte. Ma sarà anche l’inizio di un percorso che, con la nuova assemblea nazionale articolata per tavoli tematici, organizzati sempre a Roma il 27 novembre, cercherà di dare l’avvio alla costruzione concreta di una proposta comune per la realizzazione dal basso di un vero piano antiviolenza.

 

Roma, 22 novembre 2016

Ufficio Stampa USB

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