“Siamo insicuri, non crediamo davvero a questo referendum a questo sì e a questo no… Chi, come me, vota No non può non sapere che sta votando come Gianfranco Fini e che se il No è maggioritario si va presto a nuove elezioni in un clima drammatico”.
NEWSLETTER DI COMUNE
SABATO 3 DICEMBRE, TAVERNA ALL’ASILO NEL BOSCO
Nel 2014 hanno dato vita al primo asilo nel bosco in Italia, da settembre sono riusciti a portare la loro straordinaria esperienza di pedagogia critica nella scuola pubblica, intanto hanno continuato a rendere il loro percorso sempre più comunitario. Prima di tutto creando una comunità intorno all’asilo, con le famiglie dei bambini e con alcuni attori sociali del territorio, poi intrecciando la loro storia con quella di altri asili ispirati a questa pedagogia e con la Rete di Cooperazione educativa. Sabato 3 dicembre, promuoviamo una Taverna comunale nell’asilo del bosco di Ostia: laboratori di autoproduzione per bambini, naturalmente il pranzo, infine una tavola rotonda con le esperienz e di asilo nel bosco del Lazio
SIAMO IN TRAPPOLA. COSA POSSIAMO FARE?
“Siamo insicuri, non crediamo davvero a questo referendum a questo sì e a questo no… Chi, come me, vota No non può non sapere che sta votando come Gianfranco Fini, e che se il No è maggioritario si va presto a nuove elezioni in un clima drammatico di collasso finanziario in cui vincitori probabili saranno razzisti ininterrotti come Salvini o razzisti a giorni alterni come Grillo. Chi vota Si non può non sapere che sta rafforzando il potere di un ammiratore di Tony Blair, criminale di guerra, e sta rafforzando il governo del voucher… Il fatto è che questo referendum è una trappola… Questa riforma costituzionale miserella serviva nelle intenzioni del furbetto a sbaragliare ogni opposi zione alla riforma vera, che è la riforma interminabile del mercato del lavoro, la privatizzazione infinita l’impoverimento illimitato della società. Purtroppo il referendum è una trappola che scatterà in ogni caso… È meglio saperlo… Siamo in una trappola, e la sola cosa che possiamo fare è prepararci in ogni caso al peggio, e lavorare a un lungo periodo di ricostruzione…”
FRANCO BERARDI BIFO
CONTARE I VOTI, NON CONTA NULLA ENRICO EULI
IL FEMMINISMO IN UNA MANIFESTAZIONE
Il 25 novembre deve darci il coraggio di dire che il femminismo, con le sue pratiche e i suoi molti gruppi, è l’unico movimento sopravvissuto agli anni Settanta e l’unico che non ha smesso di ripresentarsi con la radicalità dei suoi inizi
LEA MELANDRI
GALLERIA FOTOGRAFICA SULLA MANIFESTAZIONE “NON UNA DI MENO”
LET’S BIKE. CI RIPRENDIAMO LA CITTÀ
Ci sono ciclofficine, associazioni, punti vendita, bizzarri appuntamenti, reti, spazi web… Ora nell’universo a due ruote c’è anche Let’s bike, un progetto femminile di bici, un non-negozio ricco di proposte e iniziative
R.C.
LA SCUOLA, IL LAVORO E UN LUNEDÌ AL SOLE
L’intreccio fra scuola e lavoro assume sempre di più tratti inquietanti come dimostra, ad esempio, la diffusione dei manuali di economia e le sperimentazioni condotte con alunni della secondaria superiore nell’ambito degli accordi fra ministero dell’istruzione e Banca d’Italia o Poste italiane. Per non parlare di Mcdonald’s, appena scelta dal governo perché accolga migliaia di studenti e studentesse delle scuole superiori. Quel che gli studenti devono imparare è accettare lo sfruttamento del lavoro gratuito o semigratuito, convincersi che i conflitti sociali non esistono, non pensare per essere più veloci e produttivi. Tuttavia, la questione del lavoro resta un nodo da affr ontare in modo diverso anche a sinistra: la crisi che viviamo potrebbe essere un’occasione per tornare a ragionare del lavoro come feticcio, ma occorre ripartire da concetti come ozio e noia. «Lo ricordo spesso ai meno giovani. Essere giovani non è muoversi come una trottola, non è imparare le tecniche migliori di attacco verbale e fisico per guadagnarsi un posto al sole, ma è saper godere di “un lunedì al sole”, nella lentezza…» (foto: festa della lettura silenziosa in strada a Bogotà, leggere per conoscere, per piacere, per smettere di produrre e consumare)
RENATA PULEO
QUELLA SVEGLIA PUNTATA ALLE 6 DEL DEI MATTINO M.C. E G.C.
SEMINARE NEGLI SPAZI APERTI DELLE SCUOLE
Un’immensa popolazione bambina trascorre le giornate chiusa tra muri. Eppure sappiamo tutti dell’importanza del contatto diretto con la natura. Per questo urge fermarsi a pensare, a pensare al possibile lì, nei cortili asfaltati, brutti, poco invitanti. Pensare insieme e fuori da ogni schema, consapevoli che ogni possibile innovazione richiede un poco di tempo per prendere corpo. Quello che bisogna evitare è l’improvvisazione ma anche di inseguire l’idea di poter trasformare il proprio spazio in uno simile a quello delle scuole finlandesi. Come attrezzare gli spazi aperti? Cominciamo dalle basi, da ciò che è a portata di mano ma inutilizzato: legni, vecchie gomme d ’auto, sabbia, terra, acqua ma anche una sedia e lasciamo giocare liberamente i bambini. Ha scritto Gianni Rodari: “È difficile fare le cose difficili parlare a un sordo, mostrare la rosa ad un cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: prendere la mano al cieco, cantare per il sordo e liberare gli schiavi che si credono liberi”. Anche noi adulti dobbiamo crederci, spiega Paola Tonelli, “dobbiamo riuscire a spaccare l’asfalto per far fiorire i nostri cortili. Solo se abbiamo dei sogni riusciremo a farlo…”
PAOLA TONELLI
LASCIAMO GIOCARE I NOSTRI BAMBINI
Quando i bambini molto piccoli giocano da soli agiscono in libertà, esplorano, ogni oggetto nelle loro mani si anima, sovvertono ogni abitudine, sperimentano creatività e autonomia. “Per molti adulti questo modo di giocare è un’inutile perdita di tempo, è caotico, senza fine e bisognerà quanto prima ‘mettere ordine’ nella testa del bambino e abituarlo a fare ‘giochi intelligenti’ – scrive Emilia De Rienzo – Non sanno questi adulti che questi giochi ‘in libertà’ dei bambini insegnano loro un sacco di cose molto importanti che neanche si immaginano…”
EMILIA DE RIENZO
L’ULTIMA SPIAGGIA
C’è una tendenza suicidaria del genere umano in corso che si può misurare in molti modi, ad esempio, prendendo in esame il modello prevalente di produzione e consumo di materie prime. Secondo uno studio commissionato dal Programma ambientale dell’Onu, negli ultimi quarant’anni l’estrazione di materie prime dalla terra è triplicata. Se i consumi continueranno a crescere al ritmo annuale – questa è la previsione catastrofica – entro il 2050 il prelievo di risorse naturali è destinato a triplicare ulteriormente, intensificando l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la produzione di rifiuti e l’erosione del suolo e dei bacini d’acqua. Intanto, il Wwf fa sapere che lo sviluppo urbanistico lungo il litorale italiano ha divorato dieci chilometri lineari di coste l’anno per cinquant’anni. Sì, siamo all’ultima spiaggia. Una rassegna stampa a cura di Alberto Castagnola, obiettore di crescita
ALBERTO CASTAGNOLA
SE LA CURA DELLA TERRA UNISCE TUTTE E TUTTI
Abbiamo bisogno di riempire di nuovi significati la parola ecologia. Dobbiamo farlo con mezzi adeguati come ad esempio il gioco, il dono, i saperi delle donne, lo yoga, l’arte, ovviamene il contatto con l’ambiente naturale… Abbiamo bisogno di vivere qui e ora il tempo del buen vivir, di fare dell’ecologia prima di tutto un sentimento. Su questi temi, le donne di Artò hanno avviato un ciclo di incontri a Perugia con il progetto “Habit@: EcoCustodiAttiva”
ELENA BUSSOLOTTI
SMASCHERARE IL POTERE IN PUNTA DI MATITA
Esce in questi giorni nelle librerie e fumetterie italiane la graphic novel “L’Alleato Azero. Gas e petrolio contro i diritti umani” scritto da Re:Common e disegnata da Claudia Giuliani. Pubblicato per Round Robin Editrice nella collana “bolina”, racconta il prezioso lavoro della giornalista investigativa Khadija Ismaiylova, più volte arrestata, diventata uno dei simboli dell’opposizione al regime azero
R.C.
DALLE SVASTICHE POSSONO NASCERE I PAPERI
Accade a Capannori
R.C.
I QUADERNI DI COMUNE
CI VUOLE IL TEMPO CHE CI VUOLE
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