Governo approva decreto ‘lacrime e sangue’ Camere Commercio

“Con il decreto legislativo 25 novembre 2016 n.219, il Governo ha approvato la riforma lacrime e sangue del sistema camerale che si abbatte come una mannaia sui lavoratori”, esordisce Gilberto Gini dell’USB P.I. Enti Locali.

 

COMUNICATO STAMPA

CAMERE DI COMMERCIO: USB, GOVERNO APPROVA DECRETO

LACRIME E SANGUE PER I LAVORATORI

Valutiamo impugnazione dopo bocciatura Corte Costituzionale della riforma Madia

 

“Con il decreto legislativo 25 novembre 2016 n.219, il Governo ha approvato la riforma lacrime e sangue del sistema camerale che si abbatte come una mannaia sui lavoratori”, esordisce Gilberto Gini dell’USB P.I. Enti Locali.

Spiega il sindacalista: “La riduzione a 60 Camere di Commercio imposta dal Governo, il taglio del diritto annuale versato dalle PMI, meno 40% rispetto al 2014 e meno 50% dal 2017, non potrà che causare lo smantellamento del sistema pubblico camerale, che funziona e si autofinanzia, aprendo definitivamente la strada ai servizi offerti dal privato a discapito dei cittadini”.

“Sul fronte del personale le preoccupazioni salgono alle stelle – evidenzia Gini –   ancora non si conoscono i criteri per la determinazione del personale soprannumerario, sia per quello destinato alla mobilità interna, sia per quel 10% che sarà ricollocato in altre amministrazioni tramite il ricorso al portale della Funzione Pubblica. Siamo nettamente contrari al prepensionamento accompagnato da un misero assegno pari al 60% del proprio trattamento economico e troviamo altamente discriminatorio il trattamento di mobilità che si applicherebbe al personale delle sole aziende speciali”.

“Inoltre – osserva il sindacalista – non ci sono garanzie per il salario accessorio dei lavoratori che andranno in mobilità, ai quali si applicherà quello previsto nelle amministrazioni di destinazione, non garantendo così il mantenimento dei livelli salariali attuali”.

Prosegue il rappresentante USB: “L’USB P.I. Enti Locali esprime netta contrarietà al decreto approvato, in particolare alla mobilità del personale e al taglio del diritto annuale, ed evidenzia che il sistema camerale, composto al suo interno da grandi competenze professionali, andrebbe al contrario valorizzato e rilanciato per dare sostegno al tessuto produttivo nei territori”.

“Chiederemo un incontro immediato ad Unioncamere presentando una nostra proposta – annuncia Gini – inoltre, vista la recente bocciatura della Suprema Corte che ha dichiarato incostituzionale parte della riforma Madia, l’USB sta valutando la possibilità di una eventuale impugnazione del decreto”, conclude Gini.

 

Roma, 29 novembre 2016

 

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *