L’Italia del riciclo

L’industria nazionale del riciclo dei rifiuti si rafforza ulteriormente, mostrando indici in forte crescita nel settore degli imballaggi. Si consolidano anche le filiere del recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche e della frazione organica.


COMUNICATO STAMPA

Presentata la ricerca “L’Italia del Riciclo 2016”: lo sviluppo dell’industria del riciclo, filiera per filiera, e il suo ruolo strategico nell’economia circolare.

Cresce il recupero di imballaggi e il flusso di materie prime seconde prodotte dall’industria del riciclo 

Necessarie ora regole chiare e stabili e semplificazione”

 

Roma, 13/12/2016 – L’industria nazionale del riciclo dei rifiuti si rafforza ulteriormente, mostrando indici in forte crescita nel settore degli imballaggi: nel 2015 il 67% è stato avviato a riciclo. Si consolidano anche le filiere del recupero di apparecchiature elettriche ed elettroniche e della frazione organica. Il riciclo si conferma attività cruciale per la circular economy, trasformando annualmente oltre 15 mln di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno e organico in 10,6 mln di tonnellate di materie prime seconde.

Sono queste le principali evidenze emerse nel corso della presentazione dello studio annuale “L’Italia del Riciclo”, il Rapporto promosso e realizzato da FISE Unire (l’Associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, tenutasi stamane nel corso di un convegno a Roma.

Nel 2015 il riciclo degli imballaggi ha registrato una sensibile crescita complessiva (+5% in termini assoluti) che conferma la capacità del settore, sia pure nell’attuale contesto di crisi economica, di intercettare e avviare a recupero quantitativi crescenti di rifiuti: 8,2 milioni di tonnellate, contro le 7,8 del 2014 e le 7,6 del 2013.

Tutte le filiere evidenziano indici in crescita, ad eccezione dell’alluminio che vede diminuire le tonnellate avviate a riciclo (-1%) e la percentuale di riciclo sull’immesso a consumo (-4%).

Si confermano le eccellenze nel tasso di riciclo di carta (80%), acciaio (73,4%), vetro (71%) e alluminio (70%), mentre registrano le percentuali di crescita più elevate i quantitativi avviati a recupero di plastica (+10%) e legno (+5%).

E le altre filiere? Segnali positivi arrivano dal riciclo di pneumatici fuori uso e della frazione organica, entrambe in crescita del 5% rispetto al 2014, e dalla raccolta delle apparecchiature elettriche ed elettroniche che supera l’obiettivo dei 4 kg/abitante l’anno, intercettando il 41% dell’immesso al consumo, sebbene i nuovi obiettivi rimangano distanti. Il tasso di reimpiego e riciclo di veicoli fuori uso raggiunge l’83% del peso medio del veicolo, ancora lontano dal target previsto del 95%.

Il Rapporto evidenzia come l’Italia abbia compiuto notevoli progressi nel campo del riciclo”, ha dichiarato Andrea Fluttero, Presidente di UNIRE, “grazie a un settore virtuoso e dinamico; una vera circolarità delle risorse non è stata ancora pienamente realizzata. Potrà esserlo solo a patto che si affrontino e si risolvano alcuni nodi da tempo irrisolti.

Tra questi, le regole, che devono essere certe, chiare e stabili nel tempo, la semplificazione complessiva del settore, la migliore definizione del sistema consortile, che deve diventare sempre più sussidiario al mercato, il problema delle esportazioni e la necessità di sviluppare ricerca ed innovazione tecnologica. Tutti elementi indispensabili per dare ulteriore slancio al settore e senza i quali sarà difficile migliorare i risultati del nostro settore sia dal punto di vista economico che ambientale”.

“L’uso efficiente dell’energia e dei materiali sono ormai indispensabili fattori non solo di qualità ambientale, ma di competitività economica. Occorre quindi produrre sempre meno scarti e meno rifiuti e riciclare il massimo possibile. Le imprese italiane hanno ormai raggiunto il livello di eccellenza in Europa con il riciclo del 72% dei rifiuti speciali, lo stesso livello di eccellenza deve essere raggiunto anche nel riciclo dei rifiuti urbani (al 43%), sulla scia positiva di quello degli imballaggi oggi al 67% dell’immesso al consumo”, ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile,“ Ciò richiederà politiche mirate per recuperare i ritardi in alcune Regioni del Sud e maggiore attenzione alle filiere industriali del riciclo per il loro ruolo strategico”.

 

ECONOMIA CIRCOLARE E RICICLO EFFETTIVO DELLE IMPRESE ITALIANE

Questa edizione del Rapporto, oltre ad approfondire le dinamiche delle diverse filiere, propone un focus sull’economia circolare e sulle quantità di rifiuti effettivamente trasformate dalle attività di recupero in materie prime seconde; dall’analisi, che si focalizza sui cosiddetti rifiuti “tipici”, ovvero carta, vetro, plastica, legno e organico (presenti sia nel flusso dei rifiuti urbani che in quello degli speciali), si evince una produzione complessiva di materiali secondari pari a 10,6 milioni di tonnellate nel 2014, in crescita del 2% rispetto all’anno precedente.

Per la carta il flusso degli imballaggi per la produzione di materie prime seconde rappresenta circa il 50% dell’input totale, cui fanno seguito i rifiuti domestici e assimilabili con oltre il 40%. Per il vetro il peso degli imballaggi è anche superiore, quasi il 60% dell’entrata complessiva; una componente di poco inferiore al 35% spetta poi al raggruppamento di tutti gli altri rifiuti, diversi sia da imballaggi sia da domestici e assimilabili. Per quanto riguarda la plastica, il flusso si ripartisce in due parti pressoché equivalenti tra imballaggi e altri rifiuti tipici. Sul legno, infine, quasi il 75% dell’input totale proviene dal flusso di tutti gli altri rifiuti tipici. Per l’organico, oltre l’85% dei rifiuti in ingresso è costituito da rifiuti domestici e assimilabili.

 

L’intero Rapporto è scaricabile dal sito www.associazione-unire.org (nella sezione “Pubblicazioni” dell’area pubblica) e dal sito www.fondazionesvilupposostenibile.org.

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