“2016 anno di crolli, 2017 tempo di ricostruzione”

Il sisma di agosto-ottobre 2016 ha colpito proprio in zone che furono “epicentro” delle attività degli antifascisti jugoslavi in Italia: “scosse” ulteriori, quindi, anche su di memoria storica già duramente provata.

 

La cosa più utile da fare al volgere dell’Anno Nuovo è trarre qualche bilancio, ed esporre progetti per il futuro

Il sisma di agosto-ottobre 2016 ha colpito proprio in zone che furono “epicentro” delle attività degli antifascisti jugoslavi in Italia: “scosse” ulteriori, quindi, anche su di memoria storica già duramente provata. Tra l’altro, il terremoto non smette di infierire nell’area dove fu proclamato il Territorio Libero di Norcia e Cascia, prima esperienza di autogoverno partigiano nella penisola italiana. 

La associazione Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS, alla quale alcuni dei collaboratori al nostro progetto sono legati, ha stanziato alcune migliaia di euro per interventi di ripristino rivolti alle memorie storiche nei Comuni terremotati. Sono stati già avviati contatti con i sindaci di Valle Castellana (TE, dove numerosi antifascisti montenegrini furono nascosti dalla popolazione) e Monte Cavallo (MC, teatro della strage del 20–21 maggio 1944).

La stessa associazione ha avviato l’allestimento di una Biblioteca e di un Archivio, che ospiteranno tra l’altro testi introvabili sull’internazionalismo partigiano e i fondi personali di ex combattenti, come il compagno e amico Drago Ivanović, nonché di studiosi e militanti antifascisti che volessero donarli per impedirne la troppo frequente dispersione.

Lo stato delle fonti archivistiche sulla Resistenza in Italia, d’altronde, non è mai stato esaltante: il problema è bene illustrato in un articolo di Natalia Marino apparso sul periodico online dell’ANPI, Patria Indipendente. Storici e cultori di storia della Resistenza si sono scontrati con le difficoltà lì esposte; in realtà, la situazione è doppiamente complessa a causa della storia travagliata delle Commissioni per i riconoscimenti ai partigiani (RICONPART), i cui materiali sono in parte ancora sparpagliati pure tra AUSSME, Istituti regionali e forse altri archivi ancora – tanto che la consistenza del fondo in ACS varia drammaticamente da regione a regione. Se poi si considerano i partigiani stranieri, i cui nomi sono stati di fatto *espunti* da alcune Commissioni RICONPART regionali, le difficoltà quadruplicano. 

Le responsabilità di questo vanno ricercate nella ambigua storia politica dell’Italia repubblicana; alle generazioni nate dopo la II Guerra Mondiale è demandato di salvare il salvabile.
Noi da anni proviamo a dare un contributo, nel nostro piccolo.
È sempre grazie al sostegno del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS che stiamo progettando un convegno sul tema dei partigiani jugoslavi combattenti in Italia. Proveremo a organizzarlo entro il 2017: ricercatori e testimoni che volessero aiutarci – storici, cultori di storia locale, esponenti delle associazioni del partigianato e antifasciste, partigiani e loro discendenti… – possono contattarci sin d’ora.

… E non ci sottraiamo dagli auguri di rito: BUON 2017.

(Nella foto seguente, di Fabrizio Amadio: anche la Romita di Monte Cavallo, già in precaria condizione, ha significativamente risentito del terremoto, con nuovi crolli)

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