“Ripartire dai piccoli gruppi”

Dobbiamo cominciare dai micro-mondi, dalle piccole comunità locali, dalle periferie: creiamo luoghi di discussione e azione, chiediamoci chi sono gli ultimi. Se il cambiamento non germoglia in basso, inutile farsi illusioni tutto resta immobile.


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RIPARTIRE DAI PICCOLI GRUPPI
Dobbiamo cominciare dai micro-mondi, dalle piccole comunità locali, dalle periferie: creiamo luoghi di discussione e azione, chiediamoci chi sono gli ultimi. Se il cambiamento non germoglia in basso, inutile farsi illusioni, dice don Roberto Sardelli, tutto resta immobile. Qualsiasi grande fuoco nasce sempre da una scintilla
ROBERTO SARDELLI

QUESTO È IL MOMENTO DI ALZARSI IN PIEDI
L’uomo che vedete nella foto si chiama Cedric Herrou e vive a Breil sur Roya, al confine con l’Italia. È un contadino ed è sotto processo in Francia per avere dato aiuto e ospitalità nei mesi scorsi ad alcune centinaia di profughi (molti dei quali bambini e bambine) costretti, visto l’ormai noto blocco di Ventimiglia, a tentare clandestinamente il passaggio in cerca di una vita migliore. Rischia cinque anni di carcere e una sanzione economica pesante. Qualche giorno fa di fronte a un giudice di Nizza ha rivendicato le proprie azioni dicendo che è giusto trasgredire le leggi davanti alla disperazione e che continuerà perché “questo è il momento di al zarsi in piedi”. Di lui si parla da giorni in tutto il mondo, ma non in Italia… Ci date una mano? Cedric Herrou non va lasciato solo come non vanno lasciati soli i migranti
MARCO ARTURI

SANDRINE
Questa giovane donna si chiamava Sandrine Bakayoko, aveva venticinque anni e aveva chiesto asilo in Italia. È morta nel cosiddetto “centro di prima accoglienza” a Cona (Venezia), di cui oggi i media si occupano per parlare della protesta e del problema migranti. La violenza del razzismo è spesso sottile: date un’occhiata agli articoli dei “grandi” media, Sandrine, donna e migrante, semplicemente scompare. La sua morte non interessa in realtà a nessuno
MARIA G. DI RIENZO

ACCOGLIENZA DIFFUSA E POLITICHE URBANISTICHE ALBERTO ZIPARO

NON POSSIAMO RESTARE IN SILENZIO
Le guerre devastano il pianeta. L’industria delle armi non smette di crescere. È il momento di gridare tutta la nostra rabbia. Non esistono guerre giuste. Questo è il tempo della disobbedienza, per la pace “dobbiamo avere il coraggio di violare la legge, di farci arrestare…”
ALEX ZANOTELLI

IL SUICIDIO
I racconti mediatici sul suicidio, a cominciare da quello utilizzato come arma da gruppi terroristici, impediscono di scendere in profondità. Eppure c’è bisogno di andare oltre l’idea che il suicido sia la mancanza di affrontare la realtà e partire dalla consapevolezza che rappresenta il limite estremo di una domanda, giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, insomma non è una risposta che nega la possibilità di un senso. La violenza fisica contro se stessi, spiega Ivano Calaon, psicoterapeuta, resta prima di tutto un progetto di cambiamento del “sè” troppo radicale, alimentato da un’angoscia di trasformazione che nega il valore del tempo, dell’attesa, dello sforzo necessario a dare forma alle emozioni, come la frustrazione, e alle relazioni
IVANO CALAON

IL DEMONIO, IL SUICIDIO E LA GUERRA FRANCO BERARDI BIFO

7 GENNAIO: DUE ANNI DOPO CHARLIE HEBDO, COMINCIAMO DAL RIFIUTO
Di fronte ai massacri di Parigi abbiamo bisogno di domande, di dubbi e di gridare il nostro rifiuto. Non vogliamo essere colonialisti, produrre e vendere armi, bombardare i morti di fame in giro per il mondo…
ASCANIO CELESTINI
 

IL CAMMINO DIFFICILE DELLA CIVIL MARCH
Il cammino della Civil March for Aleppo, partita il 26 dicembre da Berlino, è costellato di insidie. La fatica e le grandi difficoltà si fanno sentire subito e non si tratta solo delle energie o del mettere insieme cinquecento partecipanti arrivati per dar vita a un’iniziativa promossa da persone di quattordici nazionalità diverse. La discussione si accende sulla possibilità di tenere insieme posizioni differenti. Le divisioni, per esempio, sulla possibilità di esporre bandiere diverse da quelle bianche con cui la marcia ha preso il via, insieme alle forzature e alle strumentalizzazioni di alcuni media, hanno già provocato significative (e forse temporanee) defezioni. Il cammino è impervio, lo si sapeva, ma è ancora viva la speranza di poter ricomporre, senza annegare nell’ipocrisia delle equidistanze, la pluralità di un’esperienza coraggiosa e importante quanto originale e difficile, al di là della testimonianza di solidarietà con le vittime, soprattutto nella definizione degli obiettivi
GIANLUCA SOLERA
 

DUECENTO ANNI, AUGURI BICICLETTA!
1817/2017: due secoli a due ruote: qui Calendario a impatto zero e Ciclocalendario 2017 da scaricare subito
FELYNX

UN MOVIMENTO A PEDALI (EDIZIONI COMUNE)

PRODURRE E CONSUMARE INSIEME
È possibile saltare a piè pari il mercato con tutto il suo portato di competizioni tra imprese, conflitti di interesse tra produttori e cittadini consumatori, sprechi, fallimenti e altri vari danni collaterali? 324 famiglie di Bologna ci stanno provando incominciando dalla verdura. Hanno costituito una cooperativa di produzione e consumo sul modello delle Community Supported Agricolture statunitensi e l’hanno chiamata Arvaia: pisello in bolognese. In pratica un gruppo di cittadine e cittadini decide che è meglio produrre da soli ciò di cui si ha più bisogno. Arvaia programma i consumi stagionali e pianifica quantità e modalità di produzione, tra partecipazione e mutuo aiuto. Arvaia è più d i una cooperativa, è una comunità
PAOLO CACCIARI
 

SEMINARE UNA CITTADINANZA DIVERSA
Il conflitto, o meglio la gestione dei conflitti (tra coetanei, tra generazioni, tra “culture”…), e i nuovi stili di vita comunitari (orti urbani, ciclofficine, Gas, banche del tempo, Mag, spazi sociali autogestiti…), sempre più spesso favoriscono partecipazione e trasformazione sociale. Un ciclo di seminari a Roma
R.C.

RACCONTARE LA SOCIETÀ CHE CAMBIA
Comune è nato con un’ambizione: essere utile a chi vuole cambiare il mondo e a chi ha già cominciato a farlo. Ma riconoscere, raccontare e accompagnare la società che cambia è un esercizio complesso che merita molte attenzioni. Un seminario (costituito da sei incontri) di formazione sulla comunicazione sociale, ovvero su cosa (e come) raccontare, promosso da Comune – nell’ambito delle iniziative della Scuola del Sociale (Città metropolitana di Roma) – cerca di approfondire questi temi. Il titolo? “Raccontare la società che cambia”. Qui il programma degli incontri e le informazioni su come iscriversi (entro il 22 gennaio)
R
.C.

Abbiamo bisogno di rinnovare i nostri immaginari, di riprenderci le nostre città, di sperimentare azioni dirette e comunicazione creativa, ma anche di riscoprire pezzi di storia dei movimenti sociali. Si può cominciare anche da un piccolo gruppo interessato a partecipare a un corso di Comunicazione Guerrilla, come quello proposto da Valerio Gatto Bonanni, regista e performer, promotore di diverse compagne sui temi sociali e dei beni comuni. E c’è anche un’altra bella ragione per ospitare presso sedi di associazioni, centri sociali, teatri, botteghe del commercio equo, spazi occupati, asili nel bosco, aziende agricole, ciclofficine… di città e paesi di tutta Italia un corso di Comunicazione Guerrilla: una parte del costo del corso è destinata a sostenere l’esperienza di comunicazione indipendente di Comune. Facciamo Com une insieme, no?
R
.C.
 
CERCHIAMO GESTORI PER UN OSTELLO E DUE RIFUGI
Presidiare il territorio, prendersi cura della montagna, reinventare un turismo leggero
R
.C.

UN PICCOLO HOBBY
“Ho un piccolo hobby, qualcuno direbbe un innocuo vizio. Mi piacciono le armi, in particolare quelle molto moderne e letali… Ogni anno, in famiglia – scrive Miguel Martinez -, spendiamo circa 1.400 euro per comprarcele… Siccome sono di carattere gentile, non le uso mai. Le tengo ben custodite in un deposito e appena esce un nuovo modello, rottamo le mie vecchie armi e ne compro di nuove: non so proprio dire di no a un buon venditore. Diciamo, un piccolo contributo per far girare l’economia. Non vi preoccupate: le armi non le vedo nemmeno, ci pensa lo Stato italiano a fare tutto per me, dall’acquisto alla rottamazione… Preleva ogni giorno circa un euro da me, da te, dalla nonna novantacinquenne e dal nipotino di sei mesi, per la nostra collezione…”
MIGUEL MARTIZEZ
 

IN VAL SUSA CI RIPENSANO: VIVA LA VELOCITÀ
Ecco le prove inconfutabili: i No Tav amano e praticano la velocità alta, cioè di montagna. Il 6 gennaio si è corsa la Stra-befana #NoTav con partenza dal presidio Picapera di Vaie. “Faceva un freddo cane e i cani non sono mancati”, racconta Luca Perino, autore di questo reportage fotografico. Dicono da quelle parti che anche una corsa può diventare un momento comunitario di festa e protesta: la cronaca narra di corridori bambini e over sett anta, di passeggiatori incalliti, di bandiere No Tav al traguardo e pure dell’avvistamento della Befana. No Tav ogni giorno, ovunque
R.C.

A VOLTE I PIÙ PREPOTENTI PERDONO NICOLETTA DOSIO

IL 14 GENNAIO, IN STRADA CI SAREMO NOI
“Forza Nuova è un’organizzazione fascista, razzista e omofoba… – scrive Paolo Limonta – Diciamo che sabato 14 gennaio saremo nello stesso luogo dove i fascisti vogliono manifestare. Diciamo che ci saremo con i nostri sorrisi, con la nostra pacatezza, con la nostra determinazione…”
PAOLO LIMONTA
 

AL DIAVOLO LE BANCHE, SALVIAMO I CITTADINI
Quella del Monte dei Paschi è una storia di normale fraudolenza che ha visto alcuni dirigenti condannati per falso in bilancio, mentre i veri profittatori se ne stanno in libertà in perfetto anonimato. “Dovremmo seguire l’esempio del popolo islandese – scrive Francesco Gesualdi – che organizzò l’insurrezione appena sentì parlare di debito pubblico per riparare le malefatte dei banchieri scappati col malloppo…”
FRANCESCO GESUALDI
 

LA MACCHINA DELLE DISUGUAGLIANZE
Il “peggioramento” della qualità dell’ambiente riguarda in modo estremamente diverso sia le classi sociali che i paesi. Alcuni godono i vantaggi del possesso di più merci e sono più responsabili degli inquinamenti, altri non riescono a soddisfare neanche i loro bisogni essenziali e sono danneggiati dal peggioramento dell’ambiente. Il dominio del denaro fa in modo che le cose buone vadano dai paesi poveri a quelli ricchi e le nocività dai paesi ricchi a quelli poveri. Il caso più emblematico è quello dei mutamenti climatic i: i paesi ricchi, con i loro elevati consumi di combustibili fossili, immettono nell’atmosfera grandi quantità di gas serra; i paesi poveri, pur avendo bassi consumi energetici, subiscono gravi danni a causa delle piogge improvvise che allagano i campi o della siccità che asciuga le limitate riserve idriche
GIORGIO NEBBIA
 

DIETRO I FIOCCHI CHE DANZANO
Ricordate la nevicata record mondiale di Capracotta (2,5 metri di neve in 18 ore), di marzo 2015? Da ormai tre giorni, il Tetto dell’Alto Molise è alle prese con la neve (la temperatura ha raggiunto i dodici sotto lo zero). Con queste poche parole, un’insegnante, Maria Delli Quadri, racconta da Capracotta cos’è una tormenta. “La tormenta è uno spettacolo nello spettacolo, perché trascina l’occhio, il cuore e l’anima, tutto l’essere dietro i fiocchi che danzano vorticosamente nell’aria scura e ventosa, come fa L’aquilone di Giovanni Pascoli con i bambini. Attraverso i lampioni vedi le falde che girano e rigirano, risalgono e poi non sai dove finiscono. In tanto i mucchi crescono, arrivano alle prime finestre, occupano le porte, mentre sui vetri… SEGUE QUI
MARIA DELLI QUADRI

 

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