Il presidente degli Usa Barack Obama ha commutato la condanna di Chelsea Manning, che stava scontando una pena di 35 anni per aver rivelato informazioni relative a possibili crimini di diritto internazionale commessi dall’esercito statunitense.
COMUNICATO STAMPA
COMMUTAZIONE DELLA CONDANNA DI CHELSEA MANNING, PER AMNESTY INTERNATIONAL UNA DECISIONE AMPIAMENTE DOVUTA E IMPORTANTE IN FAVORE DEI DIRITTI UMANI
Il 17 gennaio, a meno di una settimana dalla fine del suo mandato, il presidente degli Usa Barack Obama ha commutato la condanna di Chelsea Manning, che stava scontando una pena di 35 anni in un carcere di massima sicurezza per aver rivelato informazioni relative a possibili crimini di diritto internazionale commessi dall’esercito statunitense.
“Chelsea Manning ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani e per tutta risposta sono stati i suoi diritti a essere violati per anni da parte del governo degli Usa”, ha dichiarato Margaret Huang, direttrice generale di Amnesty International.
“Il presidente Obama ha fatto bene a commutare la condanna, anche se avrebbe dovuto farlo già da tempo. È incomprensibile che Manning sia rimasta anni a languire in prigione mentre i presunti autori delle violazioni dei diritti umani da lei rivelate non sono stati ancora incriminati”, ha sottolineato Huang.
“Invece di punire chi diffonde i messaggi, il governo Usa potrebbe inviare un forte segnale al mondo impegnandosi a indagare sul serio sulle violazioni dei diritti umani rese pubbliche e processando i presunti responsabili”, ha aggiunto Huang.
Manning è stata tenuta in detenzione preventiva per 11 mesi, che il relatore speciale Onu sulla tortura ha equiparato a un trattamento crudele, inumano e degradante. Durante il processo, la cui equità era stata messa in dubbio per altri aspetti procedurali, Manning non ha potuto presentare le prove secondo le quali aveva agito in nome dell’interesse pubblico. Mentre stava scontando la pena ha tentato il suicidio e per questo è stata punita con l’isolamento. Infine, le sono state negate cure importanti e appropriate relative alla transizione di genere che aveva intrapreso all’indomani della condanna.
Amnesty International ha svolto una campagna per la scarcerazione di Manning per molti anni. Ora, l’organizzazione per i diritti umani sollecita il presidente Obama a graziare, prima di lasciare la Casa bianca, anche Edward Snowden.
La condanna a 35 anni di carcere inflitta a Manning è di gran lunga superiore a quelle inflitte ad altri soldati giudicati colpevoli di omicidio, stupro o crimini di guerra o ad altre persone condannate per aver rivelato al pubblico documenti posti sotto segreto.
Roma, 18 gennaio 2017