La marcia trionfale del commercio globale ha tirato il freno ben dieci anni fa, non è assolutamente vero che lo stop arriva oggi da Donald Trump.
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Orti urbani, banche del tempo, Gruppi di acquisto solidali, ciclofficine, botteghe del commercio equo, Mag, scuole e biblioteche popolari, ma anche mercati del contadino e dell’usato e spazi sociali e culturali autogestiti… Cosa hanno in comune? Sono già utili per nutrire la creazione di nuove comunità? Si ragiona ci questo e molto altro nel ciclo di seminari (iscrizione gratuita) “Cittadinanza attiva”
NO, TRUMP NON È UN NO GLOBAL
La marcia trionfale del commercio globale ha tirato il freno ben dieci anni fa, non è assolutamente vero che lo stop arriva oggi da Donald Trump. Nell’ultimo rapporto, l’Organizzazione mondiale del commercio definisce “fiacco” il trend, visto che per il sesto anno consecutivo gli scambi internazionali sono cresciuti meno del 3 per cento, il loro valore globale era già crollato in passato. Trump non si oppone al liberismo, men che mai lo fa per principio, fa scelte pragmatiche: ha fermato il Trattato di liberalizzazione con i Paesi del Pacifico per non offrire condizioni vantaggiose sul mercato Usa alle manifatture asiatiche ma apre alla Russia, mercato complementare a quello interno, perché ricco d’energia e scarso di trasformazione. Sul Ttip con l’Europa, per ora la Casa Bianca sta a guardare ma intanto apre un canale di negoziato con la Gran Bretagna e vuole capire quali saranno gli effetti per la proiezione internazionale dell’Europa, sia della Brexit, sia del trattato di liberalizzazione tra Europa-Canada, il Ceta. Oltre 40mila grandi imprese Usa hanno sedi sussidiarie in Canada e potranno usufruire di benefici commerciali diretti in Europa anche senza l’accordo diretto del Ttip. Anche per questo, prima che il Parlamento europeo voti la sua entrata in vigore il 15 febbraio, è importante provare ancora a fermarlo, il Ceta, come hanno fatto il 21 gennaio centinaia di migliaia di persone in tutta Europa
MONICA DI SISTO
CHE DIRÒ AGLI STUDENTI IL GIORNO DELLA MEMORIA?
“La rimozione e il conformismo che si coltivano nel giorno della memoria stanno producendo nel subconscio collettivo un profondo antisemitismo che non si confessa e non si esprime. Perciò credo che occorra liberarsi della rimozione e denunciare il pericolo che il sionismo aggressivo rappresenta soprattutto per il popolo ebraico. Si avvicina il 27 gennaio, che sarà anche quest’anno il giorno della memoria. Come potrò parlarne agli studenti della mia scuola?… Come potrò tacere le analogie tra l’assedio di Gaza e l’assedio del Ghetto di Varsavia? … È terribile, è inaccettabile che il terrorismo di Hamas colpisca la popolazione civile di Israele: ma q uesto giustifica forse lo sterminio di un popolo? … Il sionismo aggressivo, oltre ad aver portato la guerra e la morte e la devastazione al popolo palestinese, ha stravolto la stessa memoria ebraica… ”
FRANCO BERARDI BIFO
LE MAFIE IN ABRUZZO CI SONO DA ANNI
S’infiltrano nella gestione del “bene pubblico”, nell’economia, nel tessuto sociale. Investono, manovrano, trafficano: rifiuti, cemento, droga, traffico d’armi, estorsione, appalti, sfruttamento della prostituzione, caporalato e lavoro nero. In Abruzzo l’attività delle mafie è fiorente. Basta semplicemente vedere, leggere, ascoltare, aprire gli occhi. “È inutile e complice continuare a far suonare fanfare per cerimonie e sfilate, a intitolare strade e riempire “giornate” della legalità e della memoria se si continua a credere che è tutto confinato al passato e a latitudini lontane, a riempirsi la bocca coi morti ma dimenticandosi dei vivi….”
ALESSIO DI FLORIO
È TEMPO DI RIPARARSI SOTTO COPERTA
“Tutti sotto coperta!” è una campagna nata da una rete di oltre cinquecento Comuni. È possibile aderire offrendo una sistemazione alle famiglie colpite dall’emergenza sismica (cercando di assicurare un inserimento scolastico provvisorio ai bambini); adottando a distanza una stalla; inviando un contributo economico. Qui tutte le informazioni di questa campagna di prossimità
MARCO BOSCHINI
SUL PONTE PER FERMARE IL VENTO
“È un grande giorno” ha scritto su Twitter Donald Trump annunciando un grande ampliamento del muro al confine con il Messico. Per gridare No al muro c’è chi ha scelto di incontrarsi sul ponte che collega El Paso/Usa e Juárez/Messico: circa cinquanta donne statunitensi e messicane hanno creato un potente simbolico gesto di resistenza e forza collettiva intrecciando insieme i loro capelli. Anticamente, in alcuni paesi, si credeva che chi era molto abile nel fare trecce fosse anche in grado di domare i venti. Guardate le donne nelle foto che accompagnano l’articolo: non c’è vento contrario che non possano imbrigliare…
MARIA G. DI RIENZO
1.459 GIORNI DI RESISTENZA ANGELA DAVIS
QUALCHE RISPOSTA A SUSANNA TAMARO
Ma davvero la scuola ha bisogno di più autorità e di moltiplicare i testi da studiare a memoria? “Ho letto l’articolo di Susanna Tamaro dedicato alla scuola – scrive un’insegnante, Valentina Guastini – ho provato fastidio… Il modo migliore per seminare disinformazione è quello di inserire elementi di verità in un articolo farcito di scarsa conoscenza della realtà scolastica, approssimazioni, confusioni…”
VALENTINA GUASTINO
PERCHÉ SMANTELLARE UN TEATRO PARTECIPATO?
C’è un teatro di periferia che si è messo in testa di utilizzare la cultura per ricostruire i legami sociali e ripensare il territorio. Che ha scelto di sperimentare una gestione davvero partecipata, coinvolgendo associazioni e cittadini. Un teatro che propone servizi d’eccellenza a costi ridotti e una programmazione multidisciplinare. Quel teatro esiste da quindici anni, si chiama Teatro del Lido (TdL) di Ostia. Una lettera e un appuntamento: chi e perché vuole azzerare questa splendida esperienza?
TEATRO DEL LIDO
IL GAMBIA S’È LIBERATO DEL SUO “RE”
Ha salutato i pochi fedeli che ancora era riuscito a conservare ed è salito su un jet privato che l’ha portato al sicuro in Guinea Equatoriale. I 7 mila soldati del Ghana, del Senegal e della Nigeria hanno sospeso la marcia verso Banjul, la capitale del Gambia, il piccolo fazzoletto d’Africa incastonato nel territorio senegalese, dove “il re che sfida i fiumi e le acque”, uno dei tanti titoli di cui Yahya Jammeh amava fregiarsi, aveva esercitato il suo regime dispotico per 22 anni. Ci sono volute ben 6 settimane di drammatiche trattative perché il presidente-re si decidesse ad accettare il risultato elettorale evitando così il bagno di sangue che avrebbe probabilmente comportato l&rs quo;ingresso nel paese del contingente militare misto. Il Gambia ha voltato pagina e per ora festeggia, la democrazia sarà tutta da conquistare
LUCIANA DE MICHELE
A RACCOGLIERE I COCCI DOPO LA FESTA
“È facile dire che il problema sono le avide multinazionali…, il vero problema è che una generazione di persone come noi ha fatto le cose che facciamo noi: ha cucinato e si è riscaldata, senza darsi pensiero e lasciando il mondo peggio di com’era… Vagamente, sappiamo che dopodomani qualcosa di imprecisato bisognerà pur pagare, ma siccome nessuno ha la sfera di cristallo, è difficile pensarci. Ma se siamo già nel dopodomani, cambia la prospettiva, quando il riscaldamento non scalda più, la luce si è spenta e la vacanza è finita…. Alla fine resta una cosa molto semplice: i nostri nonni erano pochi in un pianeta ricco; i nostri nipoti saranno molti in un pianeta p overo…”
MIGUEL MARTINEZ
LEGGIAMO PER CREARE COMUNITÀ
“La nostra proposta per promuovere la lettura sta nel far vivere il libro, le storie, gli autori tutto l’anno, non solo per uno spot, per quanto bello, che duri lo spazio di una giornata – scrive Patrizia Sentinelli – Prima e dopo la Festa, infatti, abbiamo avuto e avremo laboratori intesi come spazi liberi per favorire il piacere del leggere. Per noi leggere è un modo di sentirsi meno soli e di creare comunità, cercare il senso della vita, imparare a fare società…”. 28/29 gennaio, “Pezzettini, festa della lettura a Torpignattara”, periferia interculturale di Roma: letture, presentazioni, incontri con gli autori
PATRIZIA SENTINELLI
SE L’AZIENDA BIO TUTELA ANCHE IL LAVORO
Gli Stati Uniti, naturalmente, non sono solo Trump o Hillary Clinton. Basta vedere come funziona in California l’azienda agricola Swanton. È diventata la prima fattoria certificata biologica della California nel 1987. Nel 1998 è stata la prima azienda biologica che ha firmato un contratto con la United Farm Workers., i suoi dipendenti sono stati fin da allora iscritti al sindacato, cosa che non avviene spesso nel mondo delle imprese bio. Negli Stati Uniti sta però crescendo un movimento di imprese di produttori agricoli che hanno adottato una nuova etichetta per valorizzare eticamente i loro prodotti: Cibo Certificato Giusto
NICK ROM EO
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