Riparte la riforma della giustizia minorile con il ritorno all’ordine del giorno del Senato del disegno di legge sul processo civile, approvato alla Camera. Come è noto, il disegno di legge delega al Governo l’abolizione dei Tribunali dei Minorenni.
Comunicato Stampa
Milano, 27 gennaio 2017
Abolizione dei Tribunali dei Minori:
i lavori riprendono in Senato senza che il Governo abbia ascoltato le ragioni degli addetti ai lavori
Raccolte oltre 20mila firme contro il provvedimento
Riparte la riforma della giustizia minorile con il ritorno all’ordine del giorno del Senato del disegno di legge sul processo civile, approvato alla Camera. Come è noto, il disegno di legge delega al Governo l’abolizione dei Tribunali dei Minorenni, a seguito dell’emendamento n.1.25 proposto dalla deputata del PD Ferranti.
La maggior parte degli operatori del settore ha preso una posizione durissima contro la soppressione dei Tribunali per i Minorenni.
Tra questi magistrati, magistrati minorili, avvocati minorili, ordine degli assistenti sociali, ordine degli psicologi, tutte le organizzazioni che compongono il Gruppo CRC, incaricato di verificare il rispetto in Italia della Convenzione ONU sui diritti dei minori.
Per questo motivo è stata anche lanciata una raccolta firme (l’iniziativa è di Paolo Tartaglione, referente del CNCA Lombardia), per informare i cittadini sui rischi legati al Disegno di Legge.
La petizione ha raccolto ormai oltre 20mila firme, ed è in continua crescita. Tra i primi firmatari, anche Gherardo Colombo, Nando Dalla Chiesa e Giuliano Pisapia.
“A giorni riprendono i lavori al Senato, nonostante tutto il movimento che si è creato contro la riforma per l’abolizione dei Tribunali per i Minori -spiega Emanuele Bana, presidente della cooperativa COMIN di Milano-. Tutti gli addetti ai lavori (ordine degli avvocati, ordine degli psicologi…) si sono espressi contro l’abolizione dei Tribunali per i Minori. Questi pareri, nonostante l’autorevolezza dei portavoce, non sono stati ascoltati. La Commissione Giustizia al Senato sta continuando a lavorare senza aver minimamente preso in considerazione nessuna delle valutazioni a nostro giudizio meritevoli di nota”
Eppure a luglio alcuni senatori -durante un convegno- avevano lanciato segnali di speranza: tra questi, Maurizio Buccarella (M5S), aveva sostenuto le ragioni del dissenso e si era impegnato a sostenerle in Commissione giustizia; Francesco Molinari (Gruppo misto) aveva sostenuto che in commissione Giustizia era arrivato il segnale forte che “c’è qualcosa che non va” e che occorreva quindi dialogare e porre rimedio; Maria Mussini (Gruppo misto), aveva sostenuto che la modifica introdotta alla Camera, inerente ai Tribunali per Minori, era inaspetatta e che tale modifica non la trovava d’accordo. Per questo si era impegnata a lavorare nella Commissone giustizia perché venisse reintrodotto l’articolato relativo al Tribunale per la famiglia.
Infine, Federica Chiavaroli (AP NCD-UDC, Sottosegretario alla Giustizia) aveva ripreso le questioni e le critiche dicendo che al Ministro erano chiari i punti di forza e di debolezza dell’attuale sistema e che l’obiettivo dichiarato era di “esaltare i punti di forza e correggere le criticità di questo DDL”. Nell’occasione dichiarava inoltre che sarebbe stato istituito un momento di confronto aperto alle associazioni interessate per arrivare a superare le criticità.
“Per tutto questo sarebbe importante -conclude Bana- che i mezzi di informazione ascoltassero anche le ragioni di chi è contrario all’abolizione”.
Milano, 27 gennaio 2017