Il 21 e il 22 gennaio a Roma si sono svolte tre assemblee nazionali che avevano all’ordine del giorno la continuazione della mobilitazione che ha portato alla vittoria del NO al referendum del 4 dicembre e l’attuazione delle parti progressiste della Costituzione.
Newsletter n. 05/2017 – Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo.
Questa settimana ti consigliamo:
[Italia] Intervista a Pietro Vangeli, Segretario Nazionale del P.CARC: sulle assemblee nazionali indette per valorizzare la vittoria del NO al referendum del 4 dicembre
Il carattere unitario e le prospettive
Il 21 e il 22 gennaio a Roma si sono svolte tre assemblee nazionali (Comitati per il No, Attuare la Costituzione: un dovere inderogabile, C’è chi dice No) che avevano all’ordine del giorno la continuazione della mobilitazione che ha portato alla vittoria del NO al referendum del 4 dicembre e l’attuazione delle parti progressiste della Costituzione. Il P.CARC ha messo in luce il loro carattere unitario nel comunicato di adesione. E’ effettivamente emerso dalle assemblee? Come?
Queste assemblee, pur partendo da punti di vista e da promotori che possono sembrare diversi, in realtà avevano vari punti di convergenza e un filo rosso le legava e le metteva in connessione. Esse appartengono al variegato movimento delle masse popolari che è alla ricerca di una via per far fronte all’attuale corso disastroso delle cose.
La prima assemblea era promossa da attivisti dei comitati per il No per discutere il seguito da dare alla vittoriosa battaglia referendaria: l’obiettivo dichiarato è di “ripristinare l’agibilità politica delle istituzioni democratiche” e fare sì che “i cittadini ritornino ad essere protagonisti del voto e artefici del loro destino, con il concorso dei partiti, delle rappresentanze parlamentari, come richiede il principio fondante della Costituzione che stabilisce che la sovranità appartiene al popolo”.
La seconda era promossa da giuristi, intellettuali, professionisti, amministratori preoccupati dal corso disastroso delle cose e uniti dal proposito di attuare la Costituzione nata dalla Resistenza antifascista, violata e aggirata nelle parti progressiste fin dal 1948 e in particolare negli ultimi decenni, sotto l’incalzare della crisi generale del sistema capitalista che ha portato al dominio del “liberalismo e del pensiero unico” in campo economico, ambientale, sociale e culturale: dominio del capitale finanziario e speculativo, eliminazione di diritti e garanzie sul lavoro, devastazione dell’ambiente, privatizzazioni e svendita del patrimonio pubblico, assoggettamento ai trattati europei e internazionali (UE, FMI, NATO) in violazione del dettame costituzionale, ecc.
La terza assemblea (NO sociale al referendum) era promossa dal movimento di lotta per la casa, dai movimenti contro le “riforme” (Buona Scuola, Sblocca Italia, Jobs Act, “provvedimenti simbolo di un governo Renzi del quale vogliamo cancellare l’eredità attraverso la mobilitazione sociale”) per organizzare una primavera di lotta attraverso la manifestazione del 25 marzo, in occasione dell’anniversario dei Trattati di Roma che hanno dato il via all’UE (“giornata radicale di lotta e di conflitto, un passaggio capace di potenziare quel legame sociale e quei percorsi comuni di lotta che sono in grado di alimentarsi a vicenda in una processualità aperta e inclusiva”) e la contestazione del vertice G7 previsto a Taormina per il 27 maggio prossimo.
Queste iniziative denunciano apertamente, ognuna a suo modo, che il corso disastroso delle cose ha origine dalla comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti che governa in ogni paese e nel mondo. Un pugno di capitalisti e affaristi (e le loro istituzioni) che agisce come esercito occupante in ogni paese: devasta l’ambiente e il territorio, distrugge aziende e interi settori produttivi, estorce dalla popolazione tutte le ricchezze di cui è capace, conduce guerre di aggressione e affama interi popoli e continenti. Una banda devastatrice che distrugge ogni paese e mette a repentaglio la sopravvivenza dell’ambiente e dell’umanità stessa. Questo è il primo punto di unità…(leggi tutto)
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Da Resistenza n. 1/2017
Proponiamo di seguito una selezione di articoli da Resistenza n. 1/2017. Al link trovate il numero completo.
Dal referendum del 4 dicembre al rinnovo del CCNL: costruire organizzazioni operaie in ogni azienda, portare l’influenza degli operai organizzati fuori dall’azienda
Mentre scriviamo questo numero di Resistenza, il CCNL dei metalmeccanici per il triennio 2016-2018 è ancora solo un’ipotesi di accordo firmata da FIOM, FIM, UILM e dalle associazioni padronali Federmeccanica e Assistal e sottoposta a referendum di tutti i lavoratori interessati il 19, 20 e 21 dicembre. Anche se in alcune grandi fabbriche ha vinto il NO, diamo per scontato che le tre organizzazioni sindacali e le amministrazioni padronali riusciranno a fare approvare l’ipotesi di accordo che hanno firmato il 26 novembre, dopo mesi di trattative e sceneggiate. (continua a leggere)
Le condizioni, le forme e i risultati della lotta per il socialismo in Italia
Non facciamoci scippare la vittoria del referendumAttuare direttamente le parti progressiste della Costituzione e costituire un governo d’emergenza popolare che le traduce in misure pratiche in tutto il paese.
Le condizioni della lotta di classe
La crisi economica (per sovrapproduzione assoluta di capitale) ha investito e sta travolgendo i regimi politici della borghesia nei paesi imperialisti. In ogni paese imperialista il sommovimento assume forme specifiche e particolari, ma il tratto comune è che in ogni paese la classe dominante non riesce più a governare con le regole, le istituzioni, gli istituti e le autorità attraverso cui aveva governato in precedenza. (continua a leggere)
Una situazione sempre più rivoluzionaria
Dallo scenario internazionale, liberandosi dalla propaganda di regime e dalla diversione, emerge una tendenza precisa: la situazione diventa sempre più rivoluzionaria. La crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale in corso, iniziata a metà anni ’70 come crisi economica, è trapassata in crisi politica, culturale e ambientale e con l’ingresso nella sua fase acuta, terminale e irreversibile nel 2008 è diventata crisi dei regimi politici borghesi in ogni paese imperialista e crisi di tutto il sistema di relazioni internazionali. Gli esempi in tal senso si sprecano… (continua a leggere)
Intervista collettiva alle mamme no inceneritore di Firenze e alcune riflessioni sulla lotta contro l’oppressione di genere…
Il primo dicembre scorso a Firenze si è svolta un’iniziativa per il NO al referendum costituzionale e abbiamo incontrato le Mamme NO Inceneritore che ne sono state fra le promotrici. Su Resistenza (n. 6/2016) abbiamo già parlato di loro, della mobilitazione in difesa dell’ambiente e del ruolo che hanno assunto nel territorio, un ruolo che travalica gli ambiti locali e via via va assumendo carattere nazionale. Il loro schieramento per il NO al referendum costituzionale e il loro attivismo in quella battaglia sono diventati occasione per una discussione che è diventata una sorta di “intervista collettiva” di cui riportiamo stralci e a cui aggiungiamo alcune riflessioni… (continua a leggere)
Perchè ho deciso di dedicarmi al Partito… lettera di un suo compagno alla sua famiglia.
Perché ho deciso di dedicarmi al Partito, di dare di più di quanto ho dato finora, di farlo in modo completo, professionale, di dare il meglio di cui sono capace e di imparare per poter fare meglio ancora.
Cara mamma, caro papà, cari fratelli e sorelle, vi scrivo per avviare con voi la discussione sulla mia scelta di trasferirmi a Milano e lavorare per il Partito.
Parto dal chiarire che ciò che faccio non è un lavoro come quelli che vengono concepiti in questa società: non c’è un padrone o un capo, non lavoro per “sbarcare il lunario” e arrivare a fine mese. Io volontariamente (non costretto dalla disoccupazione, dalla precarietà) ho deciso di dedicarmi completamente a un’attività che ritengo giusta e utile, necessaria: lavorare con il P.CARC e con la Carovana del (nuovo)PCI all’instaurazione di una società socialista. Immagino e comprendo i vostri dubbi e le vostre perplessità, è per questo che vi scrivo… (continua a leggere)
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