“Cosa ci vuoi fare”

Non sopporto questa memoria statica, tutta rivolta all’indietro che non vede il presente, che non prende le distanze dal male… Il male non è mai altrove. È sempre qui. In agguato. Dentro di noi… nel nuovo filo spinato d’Europa.

 

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COSA CI VUOI FARE
«Non sopporto questa memoria statica, tutta rivolta all’indietro che non vede il presente, che non prende le distanze dal male… Il male non è mai altrove. È sempre qui. In agguato. Dentro di noi… nel nuovo filo spinato d’Europa, nel lasciar morire qualunque siano le acque o i cammini. Davanti a tutti. Il male si nutre del quieto vivere, del lasciar fare… Si stanzia nell’adagio del “cosa ci vuoi fare”… Per questo il problema del male interroga l’educazione… ». Servono tempo e domande, conoscenza e comprensione, ascolto e sentimento. Serve essere capaci di schierarsi
ROSARIO GASPARRO

IN TEMPI BUI GLI OCCHI COMINCIANO A VEDERE
Non sorprendono le grandi proteste e l’immediata azione di solidarietà di migliaia di persone negli aeroporti e nelle piazze statunitensi, contro il Muslim ban voluto da Trump. Non sorprendono perché sono numerosi i modi con cui, da diversi mesi, in basso piccoli gruppi locali proteggono i migranti privi di documenti dalla deportazione, esercitano pressioni per un salario minimo e una casa accessibile, offrono assistenza sanitaria a quelli che la perdono, si oppongono all’espansione delle scuole private, creano mercati contadini, lottano contro il cambiamento climatico. Del resto la storica e straordinaria Marcia delle Donne su Washington ha mostrato come sia in corso anche negli Us a, nonostante tutto, una tenace costruzione di altri mondi possibili
PATRICIA HYNES
 

DECOLONIZZARE E FAR LUCE SULLA POTENZA
La tormenta infuria ma nelle pieghe della società c’è vita. Una vita complicata, spesso non riconosciuta, di resistenza quotidiana, di paziente e tenace costruzione di altri mondi possibili. Una vita, una miriade di vite, che sfuggono all’occhio e non possono essere rilevate da un’analisi che non riesce a liberarsi di un’impronta di colonialità segnata profondamente dalla presunzione di poter dirigere e classificare i movimenti e le “masse”. Si tratta di soggetti che praticano il “comune” e che non possono certo essere definiti facilmente, meno che mai come “società civile”. Come possiamo contribuire a far luce su una potenza diffusa, capillare, sotterranea, a tenere accesa la forza che alimenta i gesti di rivolta favorendone le connessioni e la condivisione di iniziative e analisi?
FRANCESCO MARTONE
 

IL CANTO DELLA BALENA SEDUCE LA GARBATELLA
La voce corre, sempre più insistente: laggiù, accanto al teatro, soffia! Sì, certo, è proprio Moby Dick, la balena bianca perseguita dal veliero del capitano Achab, il Pequod, che nelle ultime settimane del 2016 ha trovato rifugio nelle anse immaginarie di un porto fluviale mai realizzato, quello della Garbatella, il cuore rosso e ocra di Roma, appena fuori le mura. Il teatro è dunque il Palladium, accanto al quale si trova l’edificio degli ex bagni pubblici, bello quanto intriso di storia. È lì che Moby Dick s’è fatta biblioteca – popolare, ça va sans dire -, e molte altre meraviglie. Uno spazio essenziale per il quartiere ma plurifunzionale e vivissimo, ca pace di alimentare quella convivialità della buona lettura e della discussione appassionata che tanto servirebbero alla creazione di una nuova cultura politica della città. Avrà fortuna e lunga, significativa esistenza? Beh, tutto lo lascia presagire, a cominciare dal nome, ispirato a un capolavoro letterario che alla morte di Melville aveva venduto solo tremila copie per entrare poi nei sogni d’avventura di ogni ragazzo del pianeta
GIOACCHINO DE CHIRICO

LA RIVOLUZIONE, UN SECOLO DOPO L’OTTOBRE
Il centenario della Rivoluzione d’Ottobre offre un’occasione importante per riprendere una riflessione sulla rivoluzione e i suo esiti. Arriva mentre infuriano i venti minacciosi di una tormenta nella quale facciamo sempre più fatica a resistere cercando nel caos una rotta verso cui indirizzare il timone. Eppure le grandi rivoluzioni del Novecento ci dicono, per esempio, che sconfiggere le classi dominanti è possibile. Molto più arduo è però costruire una società diversa. Non era facile trasferire il potere dalle mani di uomini armati e apparati dello Stato ai lavoratori o ai contadini. Ma perché straordinarie esperienze di potere dal basso come quelle dei Soviet , delle Comuni cinesi o del potere popolare di Cuba sono state accantonate o sconfitte in così poco tempo? A segnarne il destino è stato l’impatto con lo Stato, finito nelle mani di burocrazie operaie o di nuove borghesie cresciute al suo interno? Non sono molti i movimenti che hanno saputo trarre conclusioni feconde dal rapporto delle rivoluzioni con il potere ma ci sono eccezioni importanti come i movimenti femministi e quelli indigeni. E poi ci sono gli zapatisti del Chiapas che, a 23 anni dall’insurrezione, non sembrano affatto logorati dall’autogoverno e dal comandare obbedendo. Un’esperienza impossibile da comprendere leggendo i comunicati ma testimoniata con entusiasmo dalle migliaia di persone che hanno potuto condividere con loro le difficoltà e le speranze di ogni giorno
RAÚL ZIBECHI
 

UN ORIZZONTE DI PENSIERO
La decrescita può costituire un quadro interpretativo e un orizzonte di pensiero culturalmente ampio, in grado di raccogliere principi e pratiche sociali. Si tratta, prima di tutto, di rifiutare la mentalità produttivistica e lavorista che ha sacralizzato la crescita
PAOLO CACCIARI

LA SINDACA CHE HA SALVATO IL FIUME
Qualcuna forse la ricorderà come una delle prime proteste di una comunità locale, negli anni 80, in difesa del territorio. Le motivazioni e l’ostinazione della protesta contro la canalizzazione-cementificazione di un tratto del fiume Sangro a Scontrone (L’Aquila) hanno resistito nel tempo e oggi quella battaglia è vinta. I lavori per smantellare i sei chilometri di cemento sono cominciati, ha fatto sapere la sindaca Ileana Schipani, con un certo orgoglio (premiato anche dall’Associazione dei Comuni virtuosi): c’è da prendersi cura di un fiume e della sua terra, c’è da invertire la rotta dello spopolamento e dell’abbandono della montagna, c’è da consolidare i legami di una comunità ogni giorno
MARCO BOSCHINI

SE DAL LAVORO DOCENTE SI ESTRAE PROFITTO
“Le metafore di ambito strettamente economico, entrate in forza nel linguaggio scolastico, rendono ragione del processo di valorizzazione del lavoro intellettuale, cognitivo e fisico (vivente, dei corpi) in atto nella scuola – scrive Renata Puleo – e della messa a profitto del rapporto formazione-educazione-cittadinanza”. Qualsiasi forme di resistenza e di messa in discussione di questo dominio, deve prendere atto delle trasformazioni profonde in corso. Se ci manteniamo nella accezione ampia e tradizionale di “lavoro pubblico-statale, di burocrazia intellettuale, non riusciamo a tradurlo in termini di lotta in grado di avviare o di aderire ad altre forme di resistenza e di sovversione del sistema…”
RENATA PULEO
 

LA SCUOLA DI TUTTI E TUTTE. CIAO SIMONETTA
È morta Simonetta Salacone, maestra e dirigente scolastica per molti anni. Una grave perdita per la scuola, per Roma e per le sue periferie, per chi non si accontenta di una pedagogia astratta e accademica, per coloro che non dimenticano il significato della parola uguaglianza, per chi rifiuta l’aziendalizzazione della scuola, per chi cerca di cambiare il mondo ogni giorno. Qui una sua Lettera a proposito di scuola, partecipazione e libertà culturale
SIMONETTA SALACONE
 

TEMPO DI SCRUTINI: QUEL VOTO CHE DIVIDE R.G.

PELTIER. CHE LA NOTIZIA NON SI SPENGA
Il prossimo 6 febbraio saranno 41 anni. Avrà dormito, nella sua cella, Leonard Peltier nelle ultime notti del mandato di Obama? Sperava e noi – tra illusioni e disperazione – con lui. Qualcuno ha detto: forse l’aver appoggiato con uno scritto la lotta dei Sioux – “il più grande raduno del nostro popolo”, ha scritto lui nella lettera più recente che trovate qui sotto – contro l’oleodotto a Standing Rock non l’ha aiutato, forse doveva stare zitto. Non è stato zitto
ANDREA DE LOTTO
 

RIGOPIANO E IL DISSESTO CLIMATICO
Vale la pena dedicare dieci minuti alla lettura e alla discussione di questo articolo. L’autore, Mario Marano Viola, è stato presidente della Sezione CAI e consigliere comunale a Farindola, oggi è responsabile di Mountain Wilderness (movimento ambientalista) Abruzzo ed è probabilmente uno dei maggiori conoscitore del Monte Sella (da dove è caduta la valanga che ha schiacciato l’hotel Rigopiano). Secondo Mario la valanga del 18 gennaio è figlia del dissesto climatico che, in pochi minuti, ha distrutto certezze di antichissima data sugli equilibri geomorfologici di quella montagna (in realtà alcuni sostengono che ci sono state già altr e valanghe importanti). Farindola, grazie ai cittadini e alle associazioni locali che negli anni si sono opposti a diversi progetti (che avrebbero devastato il territorio per lo sviluppo del turismo), approvati ad esempio dalla Regione, è stata un modello di tutela ambientale. Le enormi responsabilità delle istituzioni (prefettura, Provincia) riguardano invece la mancata apertura della strada provinciale. Quanto sta accadendo, di certo, impone una svolta
MARIO MARANO VIOLA
 

IL PIANO, IL PAESAGGIO E IL TERRITORIO
“Un piano per il paesaggio? Ma il paesaggio esiste già, si tratta solo di proteggerlo… Un piano serve per comprendere il paesaggio – scrive Piero Bevilacqua – che costituisce un complesso sistema inserito in un territorio con le sue caratteristiche morfologiche primarie, che è stato elaborato dalle comunità umane in epoche diverse, con tecnologie e culture in evoluzione, adattandosi a domande economiche e sociali mutevoli, creando correlazioni tra gli abitati e i luoghi della produzione, tra economia e bellezza. Si deve analizzare il paesaggio, con i saperi molteplici che si hanno a disposizione, mobilitando più discipline, non solo per imparare a leggerlo, per apprezzarlo e amarlo più profondam ente, ma per poterlo anche tutelare adeguatamente. Ma la tutela non si esaurisce nel vincolo. Il Paesaggio non è un presepe, non si può rinchiudere negli spazi protetti di un museo, vive nella nostra epoca, esposto ai venti della storia mondiale…”
PIERO BEVILACQUA
 

BASTA CARBONE, O SARÀ LA FINE
Lo sapevate che i fulmini uccidono 24 mila persone l’anno? E che entro la fine del secolo un terzo della Polinesia sembra destinato a scomparire? La certosina selezione di notizie raccolte da Alberto Castagnola mostra l’effetto dei cambiamenti climatici e le molte altre conseguenze del comportamento irresponsabile dei governi del mondo e delle culture che fingono di non conoscere i limiti delle possibilità di saccheggio e avvelenamento del pianeta. Tra le primissime priorità di un’inversione della rotta che non può attendere oltre, nel modo più assoluto, c’è quella di lasciare il carbone sotto terra. Potrebbe essere il primo obiettivo da raggiungere per un grande movimento dal basso
ALBERTO CASTAGNOLA
 

QUANDO IL SINDACATO TEME LE AUTOGESTIONI
Molte delle stesse istituzioni che perseguono i diritti al riposo nei fine settimana liberi, i salari minimi e le pensioni, stanno ora perseguitando gli operai che hanno conquistato il controllo diretto e democratico dei loro posti di lavoro. Dal Secondo Vertice Euro Mediterraneo sull’Economia dei Lavoratori in Grecia spunta una profonda rottura nel movimento dei lavoratori. L’antropologo sociale argentino Andres Ruggeri spiega che la mancanza di un sostegno sindacale per i lavoratori che recuperano l’azienda di appartenenza fa parte del fenomeno della mancanza di sostegno sindacale nei confronti delle diverse forme di lavoro precario del ventunesimo secolo
LIAM BARRINGTON-BUSH
 

UNA MAREA DI FANGO SU PUNTA CATILINA
La Odebrecht, il colosso delle costruzioni brasiliane – quello di Marcelo Odebrecht, arrestato nel 2015 e condannato a 19 anni per associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e corruzione – aveva “fatto recapitare” 90 milioni di dollari a pubblici ufficiali della Repubblica domenicana per assicurarsi la lucrosa commessa. Un progetto di centrale a carbone che dovrebbe costare 2 miliardi di dollari e che non solo ha impatti devastanti sulle coste caraibiche e sul clima in generale, ma è intriso nella corruzione. Nello scandalo di Punta Catilina sono immersi fino al collo, oltre a Odebrecht, istituti di credito d’eccellenza come Deutsche Bank, ING, Santander, Société Gén&eac ute;rale e l’italiano UniCredit. Hanno erogato 320 milioni di dollari per il prestito relativo al progetto, malgrado fossero stati informati dal Comitato Nazionale Dominicano per la Lotta ai Cambiamenti Climatici di mazzette e atti illeciti nell’appalto. Per Punta Catilina si sarebbe mossa però anche la Sace, agenzia di credito all’export italiana, perché nel progetto è coinvolta anche l’italiana Maire Technimont che cura l’ingegneria e la costruzione di diverse parti del progetto
LUCA MANES
 

NARRATIVA E POESIA A PEDALI
Il Bicicletterario è il premio letterario per opere inedite che abbiano come tema la bicicletta (iscrizione gratuita, è rivolto a tutte le fasce di età). Attraverso l’espressione letteraria, si vuole dunque parlare di bici, delle sue molte declinazioni, dei sentimenti che suscita, dei ricordi che evoca, del futuro che può aiutarci a costruire
R.C.

UN MOVIMENTO A PEDALI EDIZIONI COMUNE

 

 

 

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