Il 28 gennaio si è tenuta l’Assemblea Nazionale di Eurostop, al Centro Sociale Intifada di Roma, in zona Tiburtina. Hanno partecipato duecentocinquanta compagni e compagne da più parti d’Italia (da Torino, Milano, Bologna, Padova, Bari, Pisa, Firenze, Siena, Napoli, Perugia).
Newsletter n. 06/2017 – Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo.
Questa settimana ti consigliamo:
[Italia] Dall’Assemblea Nazionale di Eurostop a Roma del 28 gennaio 2017
Milano, 03 febbraio 2017
Il 28 gennaio si è tenuta l’Assemblea Nazionale di Eurostop1, al Centro Sociale Intifada di Roma, in zona Tiburtina. Hanno partecipato duecentocinquanta compagni e compagne da più parti d’Italia (da Torino, Milano, Bologna, Padova, Bari, Pisa, Firenze, Siena, Napoli, Perugia). L’assemblea aveva come obiettivo definire quale seguito dare alla grande vittoria del NO al referendum del 4 dicembre, e quindi era in continuità con quelle tenutesi la settimana precedente a Roma sulla stessa materia: il 21 gennaio l’assemblea del Comitato nazionale per il NO “Idee per il nostro futuro”, il 22 gennaio l’assemblea nazionale organizzata dai promotori del corteo “C’è chi dice No” del 27 novembre scorso2, e nella stessa data l’assemblea “Un programma urgente per attuare la costituzione”3 promossa dal vice presidente emerito della Corte costituzionale Paolo Maddalena.
L’Assemblea è stata molto interessante e si sono dette cose nuove. Ne riportiamo alcuni passaggi.
1. Intervento di G. Cremaschi
Il primo intervento è stato quello di Giorgio Cremaschi, significativo per l’ampiezza dello sguardo. Ci è capitato spesso di andare a convegni dove parlavano anche storici quotati, dove però l’arco di tempo esaminato era quello dell’immediato e altrettanto di poco respiro erano i piani d’azione (ad esempio: “come fare per rientrare in Parlamento dopo che ne siamo stati espulsi ai tempi della Coalizione Arcobaleno?”). Cremaschi ha esteso lo sguardo ai passaggi cruciali dello scorso secolo. Ha quindi detto che quello che chiamano “giorno della memoria” è stato il giorno della smemoratezza: il 27 gennaio è stata la data in cui l’Armata Rossa liberò Auschwitz. Non furono i carri USA a liberare gli internati del lager, come ha fatto vedere Benigni nel suo film. Inoltre, dice, il governo dell’Ucraina con i suoi nazifascisti mostra bene dove porta lo stare con la NATO.
Il falso storico di Benigni, ricordato da Cremaschi, è diventato cosa nota a tanta parte delle masse popolari del nostro paese, e tanto più quando Benigni si è schierato con Renzi per il SI’ alla riforma della Costituzione. Uno dei primi a trattare la questione fu Mario Monicelli (15 Maggio 1915, Viareggio – 29 novembre 2010, Roma), autore di alcuni dei capolavori nella storia del cinema italiano, che parlò della “mascalzonata di Benigni in La vita è bella, quando alla fine fa entrare ad Auschwitz un carro armato con la bandiera americana. Quel campo, quel pezzo di Europa lo liberarono i russi, ma… l’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà.”4
Cambiare la realtà. Ecco una frase che ha due significati opposti! Per servi di regime come Benigni cambiare la realtà significa mentire su quanto è successo, per i comunisti e le masse popolari significa invece trasformare il mondo. I primi cercano di falsificare la realtà passata, il nuovo movimento comunista costruisce la realtà futura. C’è stato segno di questo movimento in questa assemblea di Eurostop, dove sono in molti a dichiararsi comunisti, incluso Cremaschi? Sì, ce n’è stato, e abbastanza per tenere massima parte di chi c’era a restare e a prestare attenzione fino alle conclusioni. (…) La rottura è una tappa. Cremaschi ha indicato con chiarezza che la rottura con l’UE, l’Euro e la NATO non sono il fine ma tappe di un processo finalizzato al socialismo. Questa precisazione costituisce un passo in avanti nell’articolazione del progetto di Eurostop e nella posizione di Cremaschi stesso, fin qui molto fumosa sul punto quasi che la rottura fosse l’obiettivo principale.
Fronte comune e superamento della concorrenza. Un altro importante punto dell’intervento di Cremaschi è la centralità data alla necessità di dialogare con le altre forze e alla costruzione di un fronte comune di lotta. In più momenti del suo intervento indica la necessità di dialogare con i promotori di “C’è chi dice NO” e con l’area di giuristi ed esponenti delle società civile che fa riferimento a Maddalena e si batte per l’attuazione della Costituzione. La presenza stessa di Maddalena all’assemblea di Eurostop (così come quella di Cremaschi all’assemblea del Comitato nazionale per il NO del 21 gennaio e di Casadio a quella di Maddalena del 22 gennaio) mostra quanto questo orientamento sia praticato. (leggi tutto)
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È uscito Resistenza n. 2/2017
Il decorso della seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale genera una situazione rivoluzionaria in sviluppo, ovvero la rivoluzione socialista e l’instaurazione di nuovi paesi socialisti sono all’ordine del giorno. La situazione è rivoluzionaria non perché le masse fanno già azioni rivoluzionarie, ma perché le condizioni oggettive le spingono a farle; non perché le masse sono già organizzate per fare la rivoluzione, ma perché sono spinte a organizzarsi; non perché vogliono la rivoluzione, ma perché non hanno altra soluzione positiva.
Questo numero vuole essere un contributo a chi vuole scrollarsi di dosso le concezioni disfattiste (secondo cui la rivoluzione socialista è oggi impossibile) e le concezioni attendiste (secondo cui la rivoluzione socialista arriverà e quindi bisogna aspettarla), dà elementi di analisi per imparare a vedere che la rivoluzione socialista è possibile, è già in corso, e si costruisce, va fatta senza aspettarla, dà elementi di orientamento utili per costruirla, imparare a farla. Consigliamo questo numero a quanti vogliono dare una soluzione positiva al marasma generato dalla crisi e dalla classe dominante, a quanti hanno la bandiera rossa nel cuore e aspirano alla rivoluzione, a quanti si chiedono come farla.
Al link il numero completo, di seguito proponiamo una selezione di articoli.
– La situazione è rivoluzionaria, fare dell’Italia un nuovo paese socialista è possibile
Le masse popolari devono approfittare della crisi generale per rovesciare la classe dominante
Per attuare le parti progressiste della Costituzione del 1948, per rompere le catene dell’Unione Europea, dell’Euro (BCE) e della NATO è necessario che gli operai avanzati, i giovani e le donne, tutti gli esponenti avanzati delle masse popolari si arruolino nel P.CARC e rafforzino la Carovana del (n)PCI. Una salda organizzazione comunista della parte d’avanguardia della classe operaia e delle masse popolari è condizione indispensabile. Senza questo, le parole d’ordine restano parole…
– Il movimento rivoluzionario avanza se i rivoluzionari affermano tesi giuste contro tesi sbagliate
Sulla lotta ideologica con Rete dei Comunisti e PC di Rizzo
Da alcuni mesi le organizzazioni della Carovana del (nuovo)PCI hanno intrapreso una campagna contro le concezioni e le posizioni disfattiste e attendiste entro il movimento del nostro paese che si definisce comunista. Nel numero 1/2017 di Resistenza abbiamo spiegato che questa campagna non significa rottura dell’unità entro questo movimento, ma discussione necessaria su come questo movimento deve operare per avere successo, per vincere… (Leggi tutto)
– Assemblea operaia di Firenze del 24 gennaio: come continuare la mobilitazione contro l’infame CCNL firmato da FIOM, FIM e UILM?
Continuità! Il bilancio della mobilitazione contro l’accordo infame sul CCNL è un segnale di continuità dopo l’assemblea del 6 dicembre (vedi Resistenza 1/2017) da parte dell’area del SAC e del sindacalismo conflittuale in genere, gli operai non si arrendono come speravano Landini e complici con la loro votazione farlocca: di certo non ha risolto le contraddizioni in campo, semmai le ha acutizzate! La mobilitazione messa in campo, tenendo conto dei numerosi limiti posti all’agibilità di chi si opponeva alla proposta di rinnovo, ha infatti dato risultati importanti… (Leggi tutto)
– Il primo Congresso di SGB e la lotta per il rinnovamento del movimento sindacale
Il 14 e 15 gennaio si è svolto a Sasso Marconi (BO) il congresso costituente del Sindacato Generale di Base (SGB), che circa un anno fa si è formato come scissione dalla USB. Riportiamo di seguito le parti salienti del comunicato con cui abbiamo salutato e incoraggiato i lavori. “Se darete seguito pratico alla volontà di diventare un sindacato di classe dichiarata nel vostro documento congressuale, il Congresso darà un contributo importante alla lotta per cambiare il corso delle cose in senso favorevole alle masse popolari nel nostro paese e negli altri paesi imperialisti. Cosa significa nella situazione attuale sindacato di classe? (Leggi tutto)
– Mille mobilitazioni dal basso per attuare le parti progressiste e democratiche della Costituzione
Riportiamo alcuni esempi delle numerose mobilitazioni che le masse popolari stanno mettendo in atto in tutta Italia per applicare la Costituzione nelle sue parti più progressiste e difendere il loro territorio dallo scempio che le istituzioni ne stanno facendo. A premessa tre “avvertenze”. Benché possano sembrare esempi “piccoli” (e in effetti spesso si tratta di embrioni da sviluppare), ognuno mostra una tendenza positiva che può essere tradotta in altre zone e contesti; benchè possano sembrare “particolari”, vanno presi giusto a titolo di “esempio” di una mobilitazione che nel paese è diffusa e crescente, di una spinta complessiva e generale in cui ognuno di questi esempi vive e si sviluppa… (Leggi tutto)
Qui è possibile scaricare il formato cartaceo e PDF.
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