“Cina e Usa partner strategici?”

Il più autorevole analista del sistema-mondo d’ispirazione marxista, Immanuel Wallerstein, sostiene che la Cina e gli Stati Uniti sono destinati nel lungo periodo a essere inevitabilmente partner strategici. Le discordie attuali mostrano soltanto una lotta per l’egemonia che dovrebbe vedere la prevalenza della potenza emergente.

 

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CINA E STATI UNITI PARTNER STRATEGICI?
Il più autorevole analista del sistema-mondo d’ispirazione marxista, Immanuel Wallerstein, sostiene che la Cina e gli Stati Uniti sono destinati nel lungo periodo a essere inevitabilmente partner strategici. Le discordie attuali mostrano soltanto una lotta per l’egemonia che dovrebbe vedere la prevalenza della potenza emergente. La storia insegna che un accordo pragmatico non formalizzato fu l’esito anche degli accordi di Yalta del 1945, quando la potenza emergente erano gli Usa. L’altra alleanza che si profila è quella fra Mosca e l’Europa, ipotizzata del resto anche da Putin, che ha considerato “molto probabile” un futuro ingresso della Russia nell’Eur ozona. È uno scenario possibile, forse probabile, commenta Zibechi, ma non è certo. La crisi epocale che stiamo vivendo, la prima nella storia generata dalle resistenze di quelli che stanno in basso, è segnata da un caos e da complessità tali da rendere incerto anche l’esito geopolitico più probabile e ragionevole. Elementi di grande portata come l’eredità razzista e coloniale dell’Occidente o il protagonismo dei movimenti popolari potrebbero cambiare il corso delle cose

MAGARI FOSSE
Quanto accade a Bologna dimostra che le università hanno bisogno di comitati per la liberazione del sapere dal profitto e dalla guerra. “Non so se ciò che accade in questi giorni sia il ritorno dell’insurrezione libertaria del ’77. Magari fosse, meno ventenni si suiciderebbero e la città sarebbe assai più allegra. Ma forse il piccolo Merola farebbe meglio a tacere sull’argomento…”. Sì, serve un grande movimento della conoscenza per difenderci dal dogma del mercato
FRANCO BERARDI BIFO

ABBIAMO PERSO LA CAPACITÀ DI AMARE E DI RIBELLARCI
“L’Occidente e le sue colonie hanno quasi interamente distrutto gli istinti umani più essenziali: la capacità delle persone di sognare, di sentirsi entusiaste delle cose, di ribellarsi e di coinvolgersi… Le persone sono state davvero derubate della vita… – scrive Andre Vltchek – della passione, del calore umano, perfino dell’amore… Le élite stanno radunando un enorme bottino, mentre la grande maggioranza delle persone sta gradualmente perdendo la propria capacità di sognare e di percepire. Senza queste precondizioni, nessuna ribellione è possibile… Cercare di costruire un mondo migliore, lottare per un mondo migliore e perfino morire p er questo, era spesso considerata la cosa più magnifica che un essere umano potesse ottenere nella sua vita. In Occidente questo approccio è morto… regna il cinismo. Si deve contestare ogni cosa, non aver fiducia in nulla e non impegnarsi in nulla…”
ANDRE VLTCHEK

LOTTE: UN PATRIMONIO OCCIDENTALE? FRANCO LA CECLA

IL PECCATORE
Bergoglio non si è limita più a denunciare i peccati dell’economia, ma chiama il peccatore per nome: il capitalismo. E ridicolizza i puerili tentativi con cui il capitalismo “buono” tenta di riparare alle sue devastazioni sociali e ambientali. Una rottura profonda dentro e fuori la chiesa, un messaggio di speranza per molti e molte
PAOLO CACCIARI

LA COOPERAZIONE SI GUARDA DENTRO
È un ritratto interessante, e per certi versi anche sorprendente, quello disegnato da un’indagine autogestita promossa, attraverso il portale Open Cooperazione, dalle Organizzazioni Non Governative con sede in Italia e impegnate con diverse tipologie progettuali nel mondo. I primi dati, parziali e relativi al solo 2015, aiutano a farsi un’idea piuttosto precisa delle grandi potenzialità espresse a lungo termine da un universo complesso che alimenta le sue attività per il 38 per cento con fondi privati e per il 62 attraverso le istituzioni pubbliche. Peccato che i governi italiani lo considerino da decenni la “gamba povera” della politica estera o, peggio, una testimonianza simbolica che diventa utile solo se vista come appendice del commercio. Malgrado tanta reiterata miopia, chi lavora nella cooperazione è in genere un po’ meno precario che in altri ambiti e, se impiegato in Italia, ha un contratto a tempo indeterminato nel 44.9 per cento dei casi. Rilevanti anche la prevalenza del lavoro delle donne e l’impatto positivo sull’occupazione di personale locale. Lenti, invece, il ricambio nelle strutture organizzative e la crescita delle procedure certificate
PAMELA CIONI

LA VORAGINE DI CARLSBAD
Carlsbad una città del New Messico (Usa). Qui tre decenni di petrolio presentano il conto: una caverna sotterranea sta per crollare e risucchiare molte case, una chiesa, alcune scuole, una stazione di servizio, un tratto di ferrovia e un pezzo di autostrada. Lo chiamano progresso
MARIA RITA D’ORSOGNA

L’ENI ALLA SBARRA PER LE TANGENTI NIGERIANE
L’Eni non avrebbe esitato a far ricorso alla corruzione internazionale per l’acquisizione dei diritti di sfruttamento del mega blocco petrolifero Opl245 in Nigeria. La Procura di Milano ne è convinta e ha chiesto il rinvio a giudizio per l’attuale amministratore delegato Claudio Descalzi, che all’epoca guidava la divisione Oil & Gas, per Paolo Scaroni, allora numero uno del gruppo petrolifero, e Luigi Bisignani, per decenni custode di trame oscure e inconfessabili segreti nazionali, l’uomo che Berlusconi definiva “più potente d’Italia”. Cuore dell’indagine sarebbe una mazzetta da un miliardo e 92 milioni di euro suddivisa tra politici e intermediari nigeriani e manager e mediato ri italiani ed europei
LUCA MANES

QUELLE DISARMANTI GITE SCOLASTICHE
Il 12 febbraio di quindici anni fa entrava in vigore il protocollo delle Nazioni unite contro l’impiego dei bambini nei conflitti armati. Fare sparare i bambini nel cortile di una caserma durante la “gita scolastica” del 4 novembre non è certo lo stesso che mandare i bambini al fronte ma non può e non deve comunque più essere considerato un “gioco” innocente. Nel nostro Paese, pochi lo sanno, le caserme continuano a invitare e ad accogliere le scolaresche (scuole primarie comprese…, cioè bambini e bambine di sei-dieci anni) magari per poter far provare ai visitatori pistole e fucili ad aria compressa (parola di ministra)
FRANCO FERRARIO

CHI SONO I CRIMINALI DA FERMARE?
Il castello del privilegio europeo, raccontato da un missionario italiano in Niger. Il controllo dei migranti è impegnativo, meglio affidarlo in sub-appalto, gli indesiderati devono stare in Africa, dove poi si vedrà cosa fare per sbarazzarsene in modo definitivo. Prima in Mauritania, poi in Marocco, dove Ceuta e Melilla, le enclave spagnole, sono circondate da tre giri di fili spinati e lame taglienti. In Algeria i migranti senza documenti vengono espulsi a centinaia e condotti di nascosto nel deserto, dove vengono abbandonati a se stessi. Dopo l’eliminazione di Gheddafi, che organizzava infernali campi di concentramento per chi attraversava il suo paese, in Libia vige or a un prevedibile caos. E infine, scrive Mauro Armanino, ci siamo noi qui, nel Niger, gli ultimi arrivati nel club dei gendarmi. Il Niger ringrazia per i milioni ricevuti in cambio del contratto di sub-appalto. Chi sarebbero, dunque, i criminali da fermare?
MAURO ARMANINO

DOPO LA MARCIA, OGNI GIORNO
“Marciamo e siamo milioni. E poi? Come possiamo educare al cambiamento reale se non abbiamo la volontà di contribuire al cambiamento fra di noi su base giornaliera?… Come donne, spesso contribuiamo ai nostri passi indietro – scrive SanPatagonia, pseudonimo di una studentessa universitaria femminista argentina, “una cercatrice, una pellegrina, un’anima… una donna” – Troviamo oltraggiose le uscite dei politici, ma votiamo per loro. Condanniamo i picchiatori ma pure siamo disposte a chiamarci fuori se li conosciamo. Quando una donna si veste come le pare, senza badare all’età o al tipo di corpo, la chiamiamo pazza… Queste cose non accadono a causa di un nuo vo presidente… Dobbiamo saper essere responsabili. Il cambiamento non è garantito. Dobbiamo sfidare noi stesse a compiere piccole azioni ogni giorno e a rendere la nostra visione realtà…” Ni Una Menos
SANPATAGONIA

 

 

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