La lotta contro lo smantellamento di Pomigliano è la lotta contro il modello Marchionne in FCA, nelle altre aziende e in tutto il paese, contro la chiusura delle fabbriche e lo smantellamento dei servizi pubblici, contro l’infame CCNL firmato da Landini, Bentivogli e Palombella.
Newsletter n. 09/2017 – Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo
Questa settimana ti consigliamo:
[Pomigliano] No allo smantellamento di Pomigliano: mobilitarsi e mobilitare contro la deportazione dallo stabilimento FCA di Pomigliano a quello di Cassino!
La lotta contro lo smantellamento di Pomigliano è la lotta contro il modello Marchionne in FCA, nelle altre aziende e in tutto il paese, contro la chiusura delle fabbriche e lo smantellamento dei servizi pubblici, contro l’infame CCNL firmato da Landini, Bentivogli e Palombella, contro l’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere, contro la persecuzione degli immigrati e il degrado delle condizioni di vita di tutte le masse popolari (autoctone e immigrate), contro la spoliazione dei lavoratori autonomi, contro Euro, UE e Nato.
La lotta contro lo smantellamento di Pomigliano è la lotta di tutti quelli che vogliono porre al vortice di crisi, miseria, devastazione ambientale e guerra in cui la borghesia imperialista e il suo clero ci trascinano ogni giorno di più!
Organizzarsi in ogni azienda autonomamente dai sindacati e indipendentemente dalle sigle sindacali e coordinarsi su scala via via più ampia! Rafforzare l’unità d’azione tra gli operai dei diversi stabilimenti e tra gli operai e i lavoratori di diverse categorie (a partire da quelli del pubblico impiego). Promuovere e sostenere tutte le iniziative che vanno in questa direzione… (leggi tutto)
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Da Resistenza n. 2/2017
Di seguito una selezione di articoli, al link il numero completo.
Qui è possibile scaricare il formato cartaceo e PDF.
Una nuova intervista al compagno Ulisse, Segretario Generale del (nuovo)PCI
L’attività dei Comitati di Partito clandestini, la differenza fra l’attività del (nuovo)PCI e quella del P.CARC, gli insegnamenti sullo sviluppo organizzativo del partito clandestino
Nel numero 11-12/2016 di Resistenza abbiamo pubblicato un’intervista al Segretario Generale del (n)PCI, il compagno Ulisse. L’intervista è stata oggetto di numerosi gruppi di studio e di discussione all’interno del P.CARC (sono state almeno 15 le discussioni collettive che abbiamo tenuto) e ha permesso di riflettere più a fondo sulla scelta del (n)PCI di essere clandestino, su che cosa significa clandestinità, sul perché il P.CARC non è e non può essere il Partito comunista che guida la lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e, infine, in che cosa si sostanzia la collaborazione tra il (n)PCI e il P.CARC.
È stata una discussione viva e profonda che ha fatto emergere in modo più chiaro, aperto e diffuso di quanto avvenuto fin qui, una serie di dubbi, perplessità e divergenze su questi temi che esistono tra i nostri compagni, a partire dai membri della Direzione Nazionale e dai Rivoluzionari di Professione.
La loro scoperta è per noi preziosa e i principali elementi emersi dalle discussioni sono materia delle domande della nuova intervista al Segretario Generale del (n)PCI che è la persona più indicata per fare chiarezza su questi punti.
Il (n)PCI è una sorta di circolo di vertice, ristretto, nascosto, che elabora e “dà la linea” al P.CARC che poi la attua, oppure è un partito a tutti gli effetti con delle proprie strutture anche a livello territoriale e che collabora con il P.CARC?
L’articolo 12 dello Statuto del (n)PCI, pubblicato dopo il I Congresso in La Voce n. 34 pagg. 9-10, dice chiaramente che organizzazioni del (n)PCI sono i Comitati di Partito (CdP) di base e intermedi di vario livello, il Comitato Centrale (CC), le Commissioni di Lavoro del CC e dei CdP. Quindi il (n)PCI è, per dirla con le vostre parole, “un partito a tutti gli effetti”. Questa è però la struttura organizzativa che ci siamo proposti di costruire da quando abbiamo costituito la Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del Partito, di cui si tratta in La Voce n. 1 del marzo 1999. La costruzione di una rete di CdP estesa a tutto il paese e con relazioni, clandestine ovviamente, tra i CdP dei vari livelli, da quelli di base, e cioè di azienda (1. azienda capitalista, 2. azienda pubblica che produce merci, 3. istituzione pubblica che produce servizi non destinati alla vendita) e di zona d’abitazione (CdP territoriali), a quelli delle metropoli e delle regioni fino al CC, questa costruzione fa parte della fase del consolidamento e rafforzamento del Partito. Questo lavoro è ancora in corso e ha una storia. Siamo lontani dall’averlo portato a un livello tale da poter passare alla fase superiore del nostro lavoro, quella in cui saremo effettivamente, e non solo nei nostri propositi, lo Stato Maggiore della classe operaia che lotta contro la borghesia per instaurare il socialismo. In un certo senso come il PCI lo era dopo la Resistenza e come lo è stato ancora per alcuni anni anche dopo il 1956; come le Brigate Rosse lo erano diventate in una certa misura verso la fine degli anni ’70.
Vale la pena di precisare che entra a far parte del Partito chi chiede di entrare, se il Partito lo accetta come candidato e se conduce in porto con esito positivo la candidatura. Anche questa è una risposta che ha una storia e ha avuto alcune varianti. Alla fondazione della Commissione Preparatoria (CP) del Congresso puntavamo su uno sviluppo relativamente rapido di CdP. Eravamo convinti che varie delle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista (FSRS) avrebbero partecipato con noi alla preparazione del Congresso di fondazione, costituendo CdP ai vari livelli, stabilendo relazioni con la CP e partecipando al lavoro comune della preparazione del Congresso (all’elaborazione e discussione dei progetti di programma e alla preparazione organizzativa del Congresso). In un primo tempo abbiamo invitato ed esortato ogni FSRS a costituire clandestinamente CdP, a incominciare a lavorare secondo la linea indicata in La Voce e a stabilire il contatto con la CP. La verifica dei CdP e dei singoli membri si sarebbe fatta nel corso del lavoro comune della preparazione del Congresso. Ma abbiamo constatato che le FSRS non rispondevano come noi avevamo pensato.
Col tempo abbiamo capito anche perché. Eravamo stati idealisti. In alcuni casi avevamo pensato che una FSRS volesse realmente fare quello che diceva. In altri avevamo confuso quello che ognuna di esse pensava di essere, con quello che essa realmente era. In sostanza avevamo pensato che, siccome noi davamo risposta alle domande che ognuna di esse apertamente si poneva, a quello che apparentemente cercava e a cui dichiarava di aspirare, essa sarebbe venuta con noi. In sostanza avevamo sottovalutato sia la separazione tra teoria e pratica, separazione tradizionale nei paesi imperialisti e in Italia, per precise ragioni storiche, più che in altri; sia gli effetti del sistema di controrivoluzione preventiva e le “tre trappole” messe in opera dalla borghesia e dal clero illustrate nell’articolo su La Voce n. 54 pagg. 17-19.
Questo progetto non ha funzionato a causa della concezione idealista che aveva presieduto alla sua elaborazione. L’essere sociale degli organismi, dei gruppi e degli individui non corrisponde alla coscienza che essi ne hanno e ancora meno a quello che dichiarano di sé. Noi, idealisticamente, ci eravamo basati sulla coscienza che le FSRS avevano di sé o, peggio ancora, su quello che dicevano di sé: non avevamo tenuto abbastanza conto dell’essere sociale di ognuna.
In un secondo tempo siamo passati ai contatti individuali: su iniziativa della CP o su iniziativa dei singoli. Infine siamo passati all’invito che oggi compare nella chiusura di molti nostri comunicati: costituite clandestinamente CdP che studiano il Manifesto Programma, stabiliscono il contatto con il Centro del Partito e promuovono la costituzione di organizzazioni operaie e organizzazioni popolari e il loro orientamento a costituire il Governo di Blocco Popolare. Quindi la verifica dell’organismo e la candidatura dei singoli sono rinviate a contatto stabilito e avvengono principalmente a lavoro avviato. (Leggi tutto…)
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