Appello alle donne delle masse popolari ad arruolarsi nel movimento comunista e contribuire alla rivoluzione socialista in corso in Italia! Per eliminare le discriminazioni contro le donne, per porre fine all’oppressione e allo sfruttamento delle donne, bisogna instaurare il socialismo!
Comunicato CC 4/2017 – 5 marzo 2017
2017, centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, la svolta nella storia dell’umanità
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8 marzo, Giornata Internazionale delle Donne
Appello alle donne delle masse popolari ad arruolarsi nel movimento comunista e contribuire alla rivoluzione socialista in corso in Italia!
Per eliminare le discriminazioni contro le donne, per porre fine all’oppressione e allo sfruttamento delle donne, bisogna instaurare il socialismo!
La società borghese è fondata sul capitale: la sua legge suprema non è mettere ogni individuo nella condizioni più favorevoli consentite dalle moderne forze produttive per sviluppare al massimo le sue potenzialità, la sua legge suprema è valorizzare il capitale. I capitalisti e il clero governano l’economia della nostra società e il resto dei rapporti sociali: ogni giorno ognuno di noi vede e subisce i risultati del loro governo. Per sua natura la società borghese è divisa in classi di sfruttati e sfruttatori, di oppressi e oppressori. In una simile società è inevitabile la divisione della popolazione in ricchi e poveri, in fannulloni e lavoratori senza limiti di tempo e senza diritti, in crapuloni e persone condannate alla miseria. Nella prima parte del secolo scorso la distanza tra gli estremi si era attenuata, grazie all’ondata della rivoluzione proletaria che la vittoria nell’Ottobre 1917 della rivoluzione socialista promossa dai comunisti di Lenin e di Stalin in Russia aveva sollevato in tutto il mondo e alla vittoria dell’Unione Sovietica e della Resistenza sul nazifascismo. Ma nel mondo e nel nostro paese la prima ondata della rivoluzione proletaria si è esaurita senza instaurare il socialismo, la borghesia imperialista e il suo clero hanno ripreso il sopravvento e oggi ne paghiamo le conseguenze. La crisi in corso non fa che aggravare ogni giorno di più la distanza tra gli estremi: il degrado economico, intellettuale e morale della società, la devastazione del territorio e l’inquinamento dell’ambiente rendono sempre più difficile la vita della grande maggioranza della popolazione e quindi in particolare la vita delle donne delle classi oppresse e sfruttate. L’idea che restando in questo contesto le donne in generale facciano passi avanti di un qualche rilievo nella loro emancipazione è del tutto campata in aria.
Nel contesto del corso catastrofico delle cose che la borghesia imperialista e il suo clero impongono nel mondo, i lavoratori non necessari ai capitalisti e quelli meno organizzati, le donne, le minoranze razziali, nazionali e religiose, gli emigranti, i giovani, i pensionati, i bambini, i paesi più deboli e arretrati sono sospinti sempre più in basso. In ogni campo le donne e gli altri gruppi storicamente discriminati sono confinati nei gradini più degradati della società e condannati ai lavori più degradanti e meno pagati. I ghetti si moltiplicano. Stare a galla diventa sempre più difficile per ogni membro delle classi, degli strati e dei gruppi sociali che per tradizione sono oppressi e discriminati. Le donne ne fanno parte. Man mano che peggiorano le condizioni delle masse popolari, ancora più peggiorano le condizioni delle donne delle masse popolari.
La rivoluzione socialista per le donne delle masse popolari è la sola via realistica alla propria emancipazione!
La rivoluzione socialista è la mobilitazione crescente delle masse popolari, l’organizzazione delle loro parti più avanzate, la crescita della coscienza e della dignità di quelli che in ogni campo si impegnano nella lotta di classe contro la borghesia e il clero per rovesciare i rapporti di forza fino a instaurare il socialismo. La società socialista per forza di cose erediterà le contraddizioni della società attuale, ma ha in sé le condizioni per risolverle ed eliminarle perché il socialismo è il potere statale nelle mani della classe oppressa meglio predisposta e più organizzata, gli operai, che solo se persevera nella lotta per eliminare tutte le discriminazioni e le disuguaglianze sociali mantiene le conquiste che ha fatto; perché il socialismo è l’economia non più gestita dai capitalisti per valorizzare ognuno il suo capitale, ma gestita secondo un piano in condizioni di sicurezza per gli uomini e l’ambiente, come una delle attività pubbliche dedicata a produrre tutto e solo quello che è necessario per vivere tutti dignitosamente; perché il socialismo è il diritto e l’obbligo di ogni adulto a un lavoro utile e nello stesso tempo dignitoso; perché il socialismo è l’uso di tutti gli enormi risparmi di tempo di lavoro resi possibili dall’impiego universale delle forze produttive più moderne (fino all’informatica e ai robot) per ridurre il tempo del lavoro necessario; perché il socialismo è educazione di tutti, a partire dall’infanzia, a impiegare nelle attività umane superiori della cultura, delle relazioni sociali, della gestione della società, dello sport e della ricerca il tempo libero dal lavoro. La società socialista non si limita a proclamare l’uguaglianza sociale, ma la pratica rendendo la divisione in classi un residuo del passato da superare e creando le condizioni pratiche, intellettuali e morali necessarie perché ogni essere umano sviluppi il massimo delle sue potenzialità. L’esperienza dei primi paesi socialisti, a partire dall’Unione Sovietica, ha mostrato le enormi potenzialità della società socialista, ha confermato che nel socialismo gli uomini avviano a soluzione tutte le contraddizioni sociali ereditate dalla storia.
A partire dagli anni venti del secolo scorso per decenni l’Unione Sovietica fu l’unico paese al mondo dove le donne avevano almeno l’eguaglianza giuridica con gli uomini, cioè alle autorità statali era fatto divieto di trattare le donne diversamente dagli uomini avallando le mille discriminazioni di cui sono per tradizione vittime e anzi le autorità statali erano tenute in ogni campo a un trattamento di riguardo verso le donne per favorire la loro emancipazione. Era l’unico paese al mondo dove le donne avevano diritto di voto, mentre ancora non l’avevano negli USA, in Inghilterra e tanto meno in Italia. Ancora oggi nella “civilissima” Svizzera ci sono cantoni dove le donne non hanno diritto di voto, in Italia e solo grazie alla vittoria della Resistenza le donne l’hanno avuto nel 1946 e solo negli anni ’70 sono state abolite per gli uomini le attenuanti del “delitto d’onore”, la più plateale delle “violenze domestiche” che ancora colpiscono donne e bambini. In Unione Sovietica “pari salario a pari lavoro” era già legge universalmente praticata mentre ancora oggi non lo è ancora né in Italia né in nessun altro paese.
Certo l’Unione Sovietica non c’è più e anche gli altri paesi socialisti che noi comunisti avevamo fatto sorgere nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria, oggi o non ci sono più o sono regrediti e hanno abbandonato il ruolo di basi rosse delle rivoluzione proletaria nel mondo. Il movimento comunista si è scontrato con le difficoltà proprie che hanno gli esseri umani a creare una civiltà superiore, a costruire una società senza più divisione in classi, a gestire un sistema sociale senza classe dominante. Sempre quando sono avanzati in un terreno nuovo e sconosciuto, gli esseri umani sulle prime hanno conosciuto anche insuccessi e sconfitte, si sono scontrati con ostacoli che non hanno saputo superare al primo tentativo, hanno commesso errori che hanno pagato duramente, hanno spesso dovuto ricominciare da capo imparando dall’esperienza compiuta. Ma resta l’esperienza dei passi avanti che noi comunisti avevamo fatto compiere all’umanità, resta la dimostrazione che gli esseri umani oramai dispongono, perfino in un paese arretrato come era la Russia nel 1917, delle risorse intellettuali, morali e materiali per costruire una società fondata sulla giustizia e l’uguaglianza, restano le importanti lezioni che noi comunisti abbiamo ricavato dall’esperienza della costruzione dei primi paesi socialisti e delle lotte condotte con limiti ma anche con successi in ogni paese, anche nei paesi imperialisti d’Europa e d’America. Il catastrofico corso delle cose che il ritorno in auge della borghesia e del clero ha impresso al mondo intero negli ultimi quaranta anni, l’accanimento della borghesia e del clero a eliminare le conquiste di civiltà e di benessere strappate dalle masse popolari: ecco la dimostrazione incontestabile che il socialismo è necessario, che l’umanità riesce a progredire solo se instaura il socialismo. La condizione in cui si trovano oggi le donne sotto il dominio della borghesia e del clero, perfino nei paesi più ricchi e progrediti, lo conferma.
Alcuni certamente obietteranno: “Ma intanto, in attesa delle vittoria della rivoluzione socialista che instaurerà il socialismo, cosa facciamo? Non facciamo niente?”
Al contrario! Noi non solo siamo contro il disfattismo di quelli che dicono che non è possibile instaurare il socialismo, siamo anche contro l’attendismo di quelli che dicono che “succederà prima o poi”. Occorre subito e ovunque, già ora e da subito impostare ogni lotta particolare, in particolare la lotta delle donne delle masse popolari, in modo che rafforzi la lotta generale di tutte le masse popolari contro la borghesia imperialista, il suo clero e il catastrofico corso delle cose che essi impongono al mondo. È in questo modo che le donne prendono nelle loro stesse mani da subito la loro emancipazione perché assumono il ruolo che loro compete, fanno la loro parte nella lotta generale delle classi oppresse e sfruttate per difendersi dalle angherie della borghesia e del clero e per instaurare il socialismo. In questo modo le donne delle masse popolari iniziano una marcia che si chiuderà solo con l’instaurazione del socialismo e l’eliminazione della millenaria oppressione di genere che esse nel socialismo compiranno con il concorso delle risorse dell’intera società.
Unite al resto delle classi oppresse e sfruttate, le donne delle masse popolari possono vincere, quindi vinceranno!
Chi invece fomenta l’unità delle donne delle masse popolari con le donne della borghesia imperialista, chi fomenta una unità interclassista delle donne delle masse popolari con le donne della borghesia imperialista contro gli uomini in nome dell’arretratezza e dell’abbrutimento in cui la borghesia imperialista e il suo clero relegano e costringono le masse popolari tutte (donne e uomini, autoctoni e immigrati, bambini e adulti), porta le donne delle masse popolari alla sconfitta, perpetua il loro sfruttamento e la loro oppressione.
L’ampia mobilitazione di queste settimane, l’appello allo “sciopero internazionale”, dobbiamo farli diventare uno stimolo alla partecipazione alla rivoluzione socialista, Se non lo facciamo, diventano un fattore di rassegnazione e di disperazione e perfino un fattore della mobilitazione reazionaria. Più grande è la mobilitazione senza risultati, maggiore è il rischio che essa si rovesci nel suo contrario. Dobbiamo far tesoro dell’insegnamento della grande mobilitazione internazionale del 2003 contro la guerra imperialista. Grande fu la mobilitazione in tutto il mondo, ma dato che non fece progredire la rinascita del movimento comunista la guerra imperialista estese la sua opera sanguinaria in tutto il mondo e alla guerra di Bush successero le guerre di Obama ora continuate da Trump, che reclama dai governi di tutti i paesi imperialisti ancora più soldi per la NATO e il riarmo della macchina da guerra della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, per accrescere la ricchezza che essa estorce ai popoli di tutto il mondo e alle classi oppresse e sfruttate degli stessi paesi imperialisti d’Europa e d’America.
Ogni mobilitazione che fa fare un passo avanti verso l’instaurazione del socialismo, che fa avanzare la rivoluzione socialista, che nelle masse popolari aumenta l’organizzazione ed eleva la coscienza, che rafforza le file dei comunisti che promuovono la rivoluzione socialista, non è mai sconfitta, anche se i risultati immediati sono modesti, perfino se fossero nulli. Ovviamente bisogna strappare ogni giorno quello che occorre, ma questo è sopravvivere. Anche la borghesia imperialista fa opere di beneficenza e il clero fa opere di carità, ma questi “risultati” addirittura rafforzano la loro oppressione e imbellettano la loro barbarie. Importante è quello che gli oppressi strappano con le proprie mani e che accresce la loro forza ed eleva la coscienza almeno degli strati più avanzati. Questo è quello che resta dopo ogni scontro e che fa avanzare verso un futuro migliore, verso l’instaurazione del socialismo.
Molte sono le obiezioni che vengono fatte a noi comunisti e in effetti molte sono le difficoltà che incontriamo nell’attuazione della nostra linea per promuovere e far avanzare la rivoluzione socialista, in particolare nel tradurla nel particolare dei vari fronti di lotta delle masse popolari illustrati nel nostro Piano Generale di Lavoro, nel particolare delle varie classi e gruppi sociali, delle varie zone del nostro paese e dei vari campi di lavoro; molte sono le difficoltà che incontriamo nell’attuarla concretamente, nelle condizioni intellettuali e psicologiche delle masse e degli individui che pur devono diventare attori della rivoluzione socialista, nelle effettive condizioni di tempo e luogo caso per caso. L’analisi del corso delle cose che il nostro Partito ha esposto e che propaganda è confermata nelle sue linee generali dal corso effettivo delle cose da molti anni a questa parte e più che ad essa le obiezioni vengono fatte alla linea di combattimento che seguiamo. Essa è pienamente derivata dagli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, da un’accurata elaborazione di quell’esperienza, è l’applicazione alla lotta di classe in corso delle scienza delle attività con le quali gli uomini hanno fatto e fanno la loro storia, il marxismo-leninismo-maoismo, è scientifica e sicura. Ma molte sono nonostante questo le obiezioni che vengono fatte alla nostra linea. Principalmente perché essa si stacca dalle tradizioni e abitudini seguite dal movimento comunista nei paesi imperialisti d’Europa e d’America e che appunto gli hanno impedito di conseguire la vittoria, di instaurare il socialismo nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria.
Queste obiezioni sono importanti per chi le avanza, perché abbracciare la nostra linea comporta molte trasformazioni nella concezione, nella mentalità e perfino in una certa misura nella personalità con cui ogni individuo si ritrova, prodotti delle storia particolare della sua nascita e formazione. E queste trasformazioni sono dolorose, richiedono a ogni individuo un grande e generoso sforzo. Gli individui più avanzati e generosi superano queste obiezioni e vengono già oggi con noi e rafforzano e migliorano la nostra azione, entrano già ora nelle nostre file e diventano artefici, promotori della rivoluzione socialista ed elaboratori al massimo livello dell’esperienza della rivoluzione socialista in corso. Ma è inevitabile che molti le supereranno solo sulla base dell’esperienza che ognuno di essi farà nella pratica della rivoluzione socialista in corso, della lotta particolare in cui si impegnerà. È questa pratica il cantiere in cui verranno trattate le contraddizioni che ostacolano la sua piena adesione alla rivoluzione socialista in corso, la sua crescita a livelli superiori di attiva partecipazione e di cosciente e fattiva promozione. Quindi la cosa più importante è che in ognuno di questi cantieri la lotta sia condotta in modo che praticamente, di fatto contribuisca alla rivoluzione socialista, confluisca nel grande fiume della rivoluzione socialista, contribuisca a accrescere l’organizzazione e ad elevare la coscienza di chi vi partecipa, a creare organizzazioni operaie e popolari che diventano sul loro terreno e nella loro zona nuove autorità pubbliche, che orientano e dirigono le attività anche del resto delle masse popolari e sostituiscono le autorità pubbliche dei vertici della Repubblica Pontificia, approfittando anche dei contrasti, della corruzione e della criminalità che dilagano in questi vertici e della loro disgregazione, rendendo il paese ingovernabile per i governi emanazione di quei vertici, fino a costituire un proprio governo nazionale di emergenza, il Governo di Blocco Popolare, che darà nuovo e maggiore vigore in ogni campo alla lotta delle masse popolari, che darà forma e forza di legge nazionale alle decisioni delle organizzazioni operaie e popolari. Noi comunisti non chiediamo di avere fiducia in noi: chiediamo principalmente di mettere alla prova le indicazioni d’azione che diamo e di giudicare in conseguenza; chiediamo di confrontare il corso effettivo delle cose con la descrizione che ne abbiamo dato e di tirarne le conseguenze.
Nell’attuale movimento delle donne delle masse popolari più ancora che un salto quantitativo (mobilitazione per uno sciopero internazionale delle donne), è necessario quindi un salto qualitativo: mobilitazione delle donne delle masse popolari e in primo luogo delle operaie e delle altre proletarie per la rivoluzione socialista e per la rinascita del movimento comunista.
Per questo il (nuovo) Partito comunista in occasione della Giornata Internazionale delle Donne chiama le donne più avanzate ad arruolarsi nelle proprie file. Ma è ben comprensibile che molte anche delle donne più avanzate, pur convinte che solo una società socialista è in grado di porre fine alla secolare oppressione che grava sulle donne, recalcitrano di fronte a un partito comunista che opera nella clandestinità. Alcune certamente sulla base dell’esperienza della lotta di classe negli stessi paesi imperialisti arrivano alla conclusione che alle masse popolari occorre uno Stato Maggiore clandestino che promuove e dirige con scienza e coscienza la rivoluzione socialista fino all’instaurazione del socialismo rendendo vana l’opera accanita di prevenzione della rivoluzione socialista e la repressione senza limiti e riserve che la borghesia e il clero fanno e ancora più faranno gravare sulle masse popolari man mano che si aggraverà la crisi del loro sistema politico e crescerà la forza delle masse popolari. Molte delle donne più avanzate arrivano alla nostra stessa conclusione, ma ancora non osano impegnarsi in un’attività rivoluzionaria clandestina, ancora non se ne sentono capaci. La contraddizione tra volere il socialismo e il comunismo, essere convinte che l’umanità ne ha bisogno ma d’altra parte non essere disposte ad arruolarsi nel (nuovo)Partito comunista e ad adottare le sue leggi, i suoi principi e il suo statuto e lavorare clandestinamente per mobilitare le masse a instaurare il socialismo, è la contraddizione che vivono milioni di persone nei paesi imperialisti. L’esperienza della lotta di classe le porterà a risolvere questa contraddizione.
In Italia i cantieri per trattare questa contraddizione sono le forze popolari decise ad attuare le parti progressiste della Costituzione del 1948 violate o accantonate e a rompere con l’Euro, l’UE e la NATO, sono le organizzazioni pubbliche della Carovana del (n)PCI che lottano sui quattro fronti del suo Piano Generale di Lavoro, in primo luogo il Partito dei CARC, il partito fratello di comunisti impegnati a creare le condizioni perché le masse popolari organizzate costituiscano un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare e lo facciano ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia come rimedio (provvisorio crederanno) di fronte a un paese reso ingovernabile da parte dei governi emanazione dei vertici stessi. In sintesi, risolveranno quella contraddizione impegnandosi a loro modo nella lotta di classe di cui il nuovo PCI ha indicato e indica le grandi linee e assurgendo via via a un livello superiore di attività, di comprensione e di organizzazione.
Il vecchio mondo muore e noi comunisti abbiamo il dovere e la forza di guidare già da oggi la classe operaia e le masse popolari a costruire il nuovo mondo!
La gloriosa Rivoluzione d’Ottobre del 1917 ha segnato una svolta del tutto nuova nella storia dell’umanità. Sono gli uomini che fanno la loro storia, non gli uomini di genio e tanto meno gli dei; ma per millenni la storia si era fatta, per così dire, alle spalle degli uomini che ne erano gli attori inconsapevoli. La rivoluzione socialista ha inaugurato l’epoca in cui gli uomini fanno la loro storia consapevolmente.
Partecipare alla lotta di classe e imparare a condurla a un livello superiore! Studiare il Manifesto Programma del Partito, portare i più avanzati tra i propri conoscenti a leggerlo insieme, arrivare fino alla fine e a quel punto chiedersi: “Cosa ho imparato da questa lettura che posso applicare nella mia situazione particolare?”, applicarlo e verificare i risultati.
Osare sognare, osare pensare,
osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!
Che le donne delle masse popolari avanzino nell’emancipazione dalla plurisecolare oppressione, dall’oppressione che la borghesia imperialista e il suo clero cercano di rafforzare anche coprendola con nuove vesti. Che assumano il ruolo che ad esse spetta nella lotta di classe e facciano la loro parte nella rivoluzione che culminerà nell’instaurazione del socialismo.
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