“Non una di meno”

Certo ci sarebbe proprio bisogno di un movimento globale e senza leader, creativo e determinato, che non insegue i “grandi” media, un movimento in grado di promuovere feste di strada, azioni dirette, assemblee, cortei e di mettere sottosopra attività produttive, scuole, piazze, perfino vite familiari.

 

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NON UNA DI MENO. RACCONTO FOTOGRAFICO
Certo ci sarebbe proprio bisogno di un movimento globale e senza leader, creativo e determinato, che non insegue i “grandi” media, un movimento in grado di promuovere feste di strada, azioni dirette, assemblee, cortei e di mettere sottosopra attività produttive, scuole, piazze, perfino vite familiari. Un movimento che ovunque tenta, in molti modi, di creare un mondo nuovo, qui e adesso. Un movimento come quello delle donne. Lo sciopero globale promosso in occasione della Giornata internazionale della donna in 55 paesi di tutti il mondo è stato straordinario. Di seguito, alcune foto di questa grande giornata: (dal sud al nord) Palermo, Gela, Catania, Cagliari, Cosenza, Brindisi, Bari, Caserta, N apoli, Roma, Pisa, Lanciano, Pescara, L’Aquila, Siena, Firenze, Grosseto, Bologna, Parma, Genova, Bergamo, Monza, Milano, Padova, Verona, Belluno, Trieste, Treviso, Torino, Alessandria, Trento. E poi … Varsavia, Washington, Boston, Istanbul, Saragozza, Buenos Aires, Dublino, Managua, Lima, Loja, Malmo, Barcellona, Hong Kong. Mosca, Lisbona, Montevideo, Santa Fe, Tempere, Dakar… Lo avevano detto, saremo una marea
R.C.

DIOXINITY DAY
L’Istat ha appena confermato la marcata tendenza al calo demografico, l’angoscia della ministra Lorenzin è destinata a crescere. No, non per gli effetti della devastazione sociale e ambientale, le impennate del numero dei tumori infantili, l’impossibilità di curarsi e accedere agli ospedali, i veleni nell’aria, nell’acqua e nel cibo. E neppure, naturalmente, perché un aumento salariale di 80 euro non basta neanche a comprare i pannolini per un mese. No, la ministra è ossessionata dall’indolenza di donne che non vogliono essere madri, convinte come sono di poter decidere consapevolmente sulla propria maternità. Donne egoiste e perdigiorno, la cui sfrenata e perniciosa ansia libert&agrav e; si cerca di favorire adesso perfino con assurde discriminazioni sull’ingresso nei reparti di ginecologia di medici non obiettori. Ci mancavano solo i pasdaran decisi a rendere effettiva l’applicazione della Legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Che tempi, signora ministra…
ALEXIK

8 MARZO. RISONANZE DAL SENEGAL
Magari vi sarà capitato in queste ore di vedere la mappa impressionante delle manifestazioni di questo incredibile 8 marzo 2017, “il primo giorno della nostra nuova vita”, come ricorda lucidamente Veronica Gago nella bellissima intervista pubblicata oggi da (s)connessioni precarie. Salta subito agli occhi come il solo continente dove lo sciopero planetario promosso dalle donne di mezzo mondo pare non esistere sia quello più antico. Eppure sarebbe molto miope, e certo dissonante con la feconda critica alle gerarchie delle forme di lotta espressa per decenni dalle femministe, dedurne che le donne africane non siano parte essenziale di questa meravigliosa emersione politica. E’ anche per questo che pubblichi amo con grande piacere il pezzo che ci invia Luciana De Michele, un’amica migrante in direzione ostinata e contraria, che ha scelto di vivere in Senegal, dove ha conosciuto e raccontato nel suo blog tante donne tenaci e spesso invisibili. Donne che ogni giorno conducono nelle case umili delle sovraffollate periferie di Dakar una lotta durissima che troverà presto risonanze nelle grandi arene che oggi hanno festeggiato la rottura del muro di silenzio dei media
LUCIANA DE MICHELE

8 MARZO. DIARIO INTIMO DA DUBLINO
Mai nella vita mi ero sentita così parte della storia. L’8 marzo del 2017 non sarà dimenticato facilmente in nessun angolo del pianeta ma in pochi paesi le manifestazioni avranno una rilevanza politica come in Irlanda, dove vige la legge sull’aborto più barbarica di tutta l’Europa Occidentale. Qui l’ordine costituito dallo Stato e dall’influenza della Chiesa ieri s’è sentito vacillare quasi fisicamente, con la sensazione, altrettanto corporea, di vivere un cambiamento epocale. Una risposta all’altezza dell’emozione suscitata dal recente ritrovamento delle fosse comuni di Tuam e dall’emersione dei casi di 30 mila donne povere “colpevoli” di a ver concepito figli fuori dal matrimonio e costrette in stato di schiavitù nelle lavanderie dei conventi. Malgrado lo Stato e la Chiesa non abbiano ancora mostrato di aver compreso la portata dei loro crimini, forse ieri per la prima volta abbiamo avuto la certezza che qui il tempo dell’orrore riservato alle donne sta davvero finendo
LAURA FANO

GUARDARSI NEGLI OCCHI
Con i respingimenti dei profughi, sull’Europa è calata una coltre buia. Una coltre fatta di leggi, misure di polizia, navi da guerra, eserciti mobilitati ai confini, reti, filo spinato e muri, ma anche accordi con i governi dei paesi di origine o di transito dei rifugiati per trattenerli dove sono o respingerli là da dove sono partiti. Ma la barriera maggiore è ancora costituita dai naufragi in mare e dagli abbandoni nel deserto. Tuttavia non è un processo irreversibile. Si tratta, prima di tutto, di imparare a guardare negli occhi i profughi che ci sono accanto
GUIDO VIALE

COMUNITÀ, SPACCIATORI E FALAFEL
Quando si vive vicini, si crescono bambini e bambine insieme, ci si scambia il cibo e si ama il luogo nel quale si vive, stereotipi e pregiudizi vacillano. Tuttavia, ci sono diversi tipi di rapporti comunitari, occorre approfondire: alcuni rapporti non rendono un luogo migliore. Una donna migrante, una città vetrina, una comunità territoriale che scopre i grandi limiti delle istituzioni: una storia davvero illuminante
MIGUEL MARTINEZ

LE MOLTE VITE DI MARTIN
Fuggito dalla Liberia, insanguinata da due tremende guerre civili, Martin è stato meccanico in Ciad, contadino in Niger, prigioniero in Libia. Con la moglie e due bambini, ha percorso i deserti e le strade polverose di Algeria, Costa d’Avorio, Ghana, Gabon, Nigeria. Adesso è di nuovo a Niamey, capitale del Niger, dove conserva un biglietto del bus di linea come fosse una scialuppa di salvataggio. Negli occhi la delusione di un lavoro di sei mesi mai retribuito e nel corpo i segni di un’odissea senza fine
MAURO ARMANINO

LA VIGNA METTE L’ABITO DELLA FESTA
Di vino si parla certamente troppo, soprattutto in certi intrattenimenti decoderificati che spacciano melensi sorrisi odontoiatrici e raffiche di finta allegria. Forse la sola cosa certa, invece, è che il vino che dà gioia si fa nella vigna e in nessun altrove. Poi, recuperando la sapienza dell’uomo che, tra le altre cose, ha cambiato la narrazione della tavola e della cantina, Luigi Veronelli, varrebbe la pena di aggiungere che i vini non si dividono tra buoni e cattivi ma tra quelli che danno gioia e quelli che no. Ecco, il Sorgentedelvino LIVE, che nella nona edizione riporta dall’11 al 13 marzo a Piacenza Expo i vini fatti nelle vigne, è una festa naturale della gioia di chi il vino lo fa, se nza additivi né conservanti, e di chi il vino lo beve, senza il timore di farsi del male e senza celebrare, alzando un calice, una relazione di dominio tra l’uomo e la terra
R.C.

LIBERTÀ E GIUSTIZIA VERSUS AUTORITARISMO
La democrazia, intesa come sistema di rappresentanza e governo fondato sui principi del costituzionalismo liberale, sta vivendo una crisi molto profonda. Che si manifesta nella deriva dei governi di molte democrazie che si sostituiscono al parlamento, nella caccia alle streghe contro il dissenso interno, nell’isolamento delle minoranze, siano esse culturali o etniche, e nella loro trasformazione in capro espiatorio delle contraddizioni del sistema sociale e politico. La contrazione degli spazi di libertà è evidente, il cancro della corruzione e la decrescente partecipazione popolare al voto sono segnali precisi della tempesta che investe le istituzioni “democratiche”, come lo è la personalizzazione del dibattito politico e l&rs quo;incapacità della politica di governare la globalizzazione economica. Ci sono, tuttavia, altri segnali, come la più grande manifestazione per l’accoglienza dei rifugiati mai vista in Europa, quella di Barcellona, che dimostrano la possibilità di resistere e l’esistenza di antidoti
GIANLUCA SOLERA

ABRUZZO, NON SONO LE MAFIE CHE MANCANO
Dai luoghi avvelenati dalle ecocamorre alle cosche del vastese, dal tesoro di Ciancimino riciclato nella Marsica al post terremoto aquilano, senza dimenticare le innumerevoli inchieste sul traffico di droga e quello internazionale delle armi: l’elenco delle tantissime presenze accertate delle mafie in Abruzzo è ormai sterminato. Nella regione più verde d’Europa, con i suoi tre parchi nazionali e decine di aree protette, è la coscienza diffusa ad essere assente
ALESSIO DI FLORIO

GENITORI PARALLELI
“Mentre la natura non muta, la cultura sì, e può rivedere le sue fragilità, la sua inadeguatezza, la sua inutilità, quanto la sua inattualità… – scrive Giovanni Fioravanti – E se l’amore pretende la ribalta di due madri o due padri, significa che l’amore può anche questo…”
GIOVANNI FIORAVANTI

 

 

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