Il 25 marzo per ‘assumere localmente il ruolo di nuove autorità pubbliche’

Portare nelle manifestazioni del 25 marzo l’appello a mobilitare gli operai e le altre classi delle masse popolari a organizzarsi per assumere localmente il ruolo di nuove autorità pubbliche e costituire un governo nazionale d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari! 

 

Comunicato CC 5/2017 – 16 marzo 2017

2017, centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, la svolta nella storia dell’umanità

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Portare nelle manifestazioni del 25 marzo l’appello a mobilitare gli operai e le altre classi delle masse popolari a organizzarsi per assumere localmente il ruolo di nuove autorità pubbliche e costituire un governo nazionale d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari!

È l’obiettivo di costituire un governo nazionale che le realizzi, che dà valenza politica alle parole d’ordine “NO Euro, NO UE, NO NATO” e “Applicare la Costituzione”.

Il prossimo 25 marzo a Roma si riuniranno i maggiori esponenti politici dei gruppi imperialisti europei.

 

Ufficialmente si ritrovano per festeggiare il 60° anniversario del Trattato di Roma. È il trattato con cui nel 1957 i gruppi imperialisti europei, ancora al guinzaglio dei gruppi imperialisti USA, si coalizzarono più strettamente di quanto lo erano già nella CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) contro l’Unione Sovietica e i paesi socialisti per far fronte all’ondata della rivoluzione proletaria allora ancora in grande ascesa nel mondo. Con quel trattato essi sancirono la nascita della loro Comunità Economica Europea da cui è derivata l’attuale loro Unione Europea con tutte le sue istituzioni e la Banca Centrale Europea dell’euro.

In realtà i caporioni dei gruppi imperialisti il prossimo 25 marzo si riuniscono alla ricerca di una qualche soluzione alla crisi del sistema politico della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Complici e nello stesso tempo concorrenti questi hanno portato miseria e guerra in ognuno dei loro paesi e in gran parte del resto del mondo e la crisi del capitalismo è tale che non riescono più a governare nei modi in cui l’hanno fatto fin qui. I contrasti tra di loro si acuiscono, in ogni paese crescono il malcontento e la resistenza di tutti gli strati e le classi della popolazione. In nessuno dei paesi che hanno invaso, dalla Somalia, al Mali, dalla Libia, alla Siria, all’Afghanistan, riescono a installare autorità complici e obbedienti ma nello stesso tempo capaci di far funzionare la macchina dello sfruttamento e della spoliazione. Lo stesso vale per altre regioni dell’America Latina e dell’Asia. Contro la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese agitano addirittura lo spettro di una guerra atomica. In ognuno dei paesi imperialisti ogni elezione conferma il disfacimento dei loro ordinamenti e il malcontento delle masse. L’impopolarità dei caporioni dei gruppi imperialisti che si riuniranno a Roma è tale che per non compromettere il suo tentativo di restaurare l’autorità della Chiesa di Roma, Papa Francesco non si assocerà ai loro festeggiamenti.

A fronte del convegno dei caporioni dei gruppi imperialisti europei, il 25 marzo a Roma vi saranno grandi manifestazioni di protesta contro il catastrofico corso delle cose che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti impone nel mondo. A quanti confluiranno a Roma per queste manifestazioni noi comunisti con tutti gli elementi più avanzati delle masse popolari, oltre a partecipare alla protesta, dobbiamo portare l’appello a combattere con maggiore efficacia per porre fine al catastrofico corso delle cose. Per farla finita con UE, Euro e NATO  bisogna mobilitare gli operai e le altre classi delle masse popolari a organizzarsi capillarmente e ad assumere con le proprie organizzazioni il ruolo di nuove autorità pubbliche locali, ad attuare direttamente per quanto è già nelle loro forze le parti progressiste della Costituzione e disobbedire alle disposizioni governative che violano la Costituzione, a far fronte agli effetti della crisi generale e soprattutto a coalizzarsi tra loro e rendere il paese ingovernabile dalle autorità emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia fino a far ingoiare a questi la costituzione di un governo d’emergenza costituito dalle organizzazioni operaie e popolari, il Governo di Blocco Popolare.

Senza questo obiettivo anche le migliori parole d’ordine delle manifestazioni del 25 marzo resteranno frasi vuote, trascinate di manifestazione in manifestazione. Ma la mancanza di risultati genera delusione, rassegnazione, scoraggiamento, diserzione, disperazione. Allora del malcontento e della disperazione delle masse popolari approfittano i gruppi promotori della mobilitazione reazionaria: dalla Lega Nord di Matteo Salvini, a Casa Pound e altri simili gruppi reazionari, scimmiottatori del fascismo del secolo scorso, vigliacchi che si mobilitano contro i gruppi sociali più deboli e oppressi. Essi prima o poi troveranno un’intesa con i gruppi imperialisti, perché non hanno alternativa. Seguono la strada che già hanno percorso nel secolo scorso i fascisti in Italia e i nazisti in Germania. Ma al momento si presentano come campioni della lotta contro il sistema dei gruppi imperialisti: sono anche loro contro l’Euro e l’UE. In realtà mobilitano le parti più arretrate e disperate delle masse popolari contro gli immigrati, le vittime peggio ridotte dei gruppi imperialisti, contro altre parti delle masse popolari, contro altri paesi, come se questi fossero i responsabili effettivi del degrado sociale in cui i gruppi imperialisti le relegano. E in questa loro opera già oggi si avvalgono in mille modi delle forze e delle risorse del sistema e della protezione delle autorità.

 

Noi possiamo prevenire la mobilitazione reazionaria. Anche a questo fine dobbiamo mobilitare le masse popolari ad instaurare un proprio governo nazionale d’emergenza che rompa le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Le parole d’ordine, per quanto giuste, da sole non cambiano il mondo. Bisogna rompere con la pratica della sinistra borghese che consiste nel lanciare parole d’ordine progressiste senza darsi i mezzi per realizzarle e limitarsi a protestare, a denunciare, a rivendicare dai governi della borghesia imperialista che smettano di applicare il “programma comune” della borghesia imperialista.

Noi comunisti lottiamo per instaurare il socialismo e oggi, nelle attuali concrete condizioni, il passo da fare è mobilitare gli operai e le altre classi delle masse popolari a organizzarsi, ad assumere con le loro organizzazioni localmente il ruolo di nuove autorità pubbliche fino a costituire un proprio governo nazionale d’emergenza. A quest’opera chiamiamo tutti gli elementi avanzati del paese. La vittoria è possibile, dipende da noi.

  

Il vecchio mondo muore e noi comunisti abbiamo il dovere e la forza di guidare già da oggi la classe operaia e le masse popolari a costruire il nuovo mondo!

La gloriosa Rivoluzione d’Ottobre del 1917 ha segnato una svolta del tutto nuova nella storia dell’umanità. Sono gli uomini che fanno la loro storia, non gli uomini di genio e tanto meno gli dei; ma per millenni la storia si era fatta, per così dire, alle spalle degli uomini che ne erano gli attori inconsapevoli. La rivoluzione socialista ha inaugurato l’epoca in cui gli uomini fanno la loro storia consapevolmente.

Osare sognare, osare pensare,
osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!

 

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Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it 
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