25 Marzo manifestazione nazionale contro Euro, UE e NATO

Il P.CARC aderisce, partecipa e chiama a partecipare gli operai, i lavoratori e le masse popolari che con la loro mobilitazione difendono le tutele, i diritti e le conquiste ottenute con le lotte dei decenni passati. Sono loro la forza necessaria ad attuare le parti democratiche della Costituzione nata dalla Resistenza.

 

Newsletter n. 12/2017 – Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo.

Questa settimana ti consigliamo:

25 Marzo, Roma: manifestazione nazionale contro Euro, Unione Europea e NATO

Il P.CARC aderisce, partecipa e chiama a partecipare gli operai, i lavoratori e le masse popolari che con la loro mobilitazione difendono le tutele, i diritti e le conquiste ottenute con le lotte dei decenni passati. Sono loro la forza necessaria ad attuare le parti democratiche della Costituzione nata dalla Resistenza.

Costituire un governo di emergenza popolare per rompere con l’Euro, l’Unione Europea e la Nato, per applicare le parti democratiche della Costituzione e per garantire subito a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, per avanzare nella rivoluzione socialista.

Uscire dalla NATO è una parola d’ordine con le radici piantate profondamente nella lotta di classe del nostro paese, dato che la NATO è una delle forme più evidenti del rapporto di sottomissione delle istituzioni della Repubblica Pontificia agli imperialisti USA. E’ una parola d’ordine strettamente legata alla presa del potere politico da parte della classe operaia e delle masse popolari, alla rivoluzione socialista in Italia.

Più recentemente altre due parole d’ordine si sono affacciate nel movimento popolare: Uscire dall’Euro e Uscire dalla UE. A differenza di Uscire dalla NATO, ad agitarle vi sono anche partiti e fazioni politiche dei vertici della Repubblica Pontificia: la Lega e una pletora di elementi reazionari tipo Tremonti.

Mentre per uscire dalla NATO è “assodato” che ci voglia la rivoluzione socialista, il fatto che anche la destra reazionaria dice Uscire dall’Euro e dalla UE lascia sperare qualche sincero democratico che possa esistere un corrispettivo di sinistra della stessa parola d’ordine, perseguibile senza il bisogno di alcuna rivoluzione socialista (al massimo una rivoluzione democratica).

La verità, compagni e compagne, è che senza combinare la lotta per uscire dall’Euro e dalla UE e quella per uscire dalla NATO con la lotta per la costituzione del Governo di Blocco Popolare e per avanzare nella rivoluzione socialista in Italia, si parla di cose belle, ma campate per aria.

Avanzare nella rivoluzione socialista. Gli operai della FCA di Pomigliano che si oppongono alla deportazione (Marchionne e governo la chiamano trasferta) di mille di loro a Cassino, i metalmeccanici che si mobilitano per respingere l’infame CCNL firmato il 26 novembre anche dalla FIOM, i lavoratori dell’Alitalia e di tante altre aziende sono tutti uniti oggettivamente nella lotta contro gli effetti della stessa crisi. Assieme a loro, ne abbiano coscienza o meno, vi sono tutti i lavoratori dipendenti…(Leggi tutto)

 

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Da Resistenza n.3/2017

 

25 marzo – Roma, Manifestazione nazionale per un NO sociale all’Euro, all’Unione Europea e alla NATO

Uscire dalla NATO è una parola d’ordine con le radici profondamente piantate nella lotta di classe del nostro paese, dato che la NATO è una delle forme più evidenti del rapporto di sottomissione delle istituzioni della Repubblica Pontificia agli imperialisti USA. E’ una parola d’ordine strettamente legata, quindi, alla presa del potere politico da parte della classe operaia e delle masse popolari, alla rivoluzione socialista in Italia.

Più recentemente altre due parole d’ordine si sono affacciate nel movimento popolare: Uscire dall’Euro e Uscire dalla UE. A differenza di Uscire dalla NATO, ad agitarle vi sono anche partiti e fazioni politiche dei vertici della Repubblica Pontificia: la Lega e una pletora di elementi reazionari tipo Tremonti.

Cioè: mentre per uscire dalla NATO è “assodato” che ci voglia la rivoluzione socialista, il fatto che anche la destra reazionaria dice Uscire dall’Euro e dalla UE lascia sperare qualche sincero democratico che possa esistere un corrispettivo di sinistra della stessa parola d’ordine, perseguibile senza il bisogno di fare alcuna rivoluzione socialista (al massimo una rivoluzione democratica). (Leggi tutto…)

 

 

Che poteri ha un governo? Che poteri avrà il Governo di Blocco Popolare?

La differenza fra governo e potere

Imporre il Governo di Blocco Popolare ai vertici della Repubblica Pontificia, benché sia un atto di forza delle masse popolari organizzate ai danni della classe dominante, è cosa sostanzialmente diversa dall’instaurazione del socialismo. Nell’articolo Bando al disfattismo… trattiamo della relazione fra GBP e socialismo, in questo articolo trattiamo della loro differenza.

Governo e potere. Anche se il ragionamento va esteso al periodo che va dal 1948 fino ad oggi, prendiamo qui come esempio pratico il periodo che va dal 1992 a oggi: si sono succeduti 14 presidenti del Consiglio e altrettanti esecutivi (Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema, Amato, Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e oggi Gentiloni). (Leggi tutto…)

 

 

Nessun lavoratore è solo!

Non sono i padroni a essere forti, sono i lavoratori che devono far valere la propria forza

Firenze, 24 gennaio. Michela Ruffa, delegata alla Continental di Pisa, interviene all’assemblea dei metalmeccanici promossa dall’area CGIL il Sindacato è un’Altra Cosa. “E’ dal 2011 che in Continental abbiamo aperto gli occhi e abbiamo cominciato a costruire azioni di contrasto alle pretese dell’azienda e da allora abbiamo incontrato l’ostacolo forte non tanto dell’azienda quanto della RSU di maggioranza e della Segreteria FIOM.Siamo partite in poche, tre sole donne e continuiamo a essere in pochi, ma la nostra azione è costante. Alle assemblee inizialmente era quasi impossibile dire la nostra tra offese, interruzioni da parte della Segreteria e del resto della RSU che cercava di far passare il nostro punto di vista come vaneggiamento senza supporto sindacale, assurdo nel contesto di crisi in cui ci troviamo.

Il messaggio che voglio far passare oggi qui è che la nostra attività sarebbe andata a finire se a un certo punto non avessimo incontrato i compagni della Piaggio. Abbiamo notato che i nostri problemi erano gli stessi che avevano nella loro fabbrica. Abbiamo quindi cominciato a denunciarli insieme e pian piano abbiamo costruito un fronte comune e visibile ai lavoratori… Il nostro era ed è il punto di vista di chi crede che i diritti non si scambiano con altri diritti ma si difendono, se ne pretende il rispetto e si rivendica indipendentemente dal contesto… Tentano di boicottarci gli scioperi, levano i nostri comunicati dalla bacheca sindacale, hanno provato a isolarci ma siamo diventati più forti e ora alle assemblee anche noi parliamo, non perché gli altri ce lo permettono, ma perché sono i lavoratori che vogliono sentirci parlare!La differenza fondamentale tra noi e loro è che noi non ci sentiamo rappresentativi perché ci sediamo ad un tavolo, ma perché i lavoratori vogliono sentire la nostra opinione e questo è quello che conta perché i lavoratori possano decidere”.

Genova, 7 febbraio. I lavoratori AMIU vincono la battaglia contro la privatizzazione del servizio di raccolta rifiuti; cortei, presidi, blocchi spingono il Consiglio Comunale a bocciare la manovra dell’Amministrazione Doria.

Atessa (CH), 12 febbraio. Un’ora di sciopero alla Sevel per protestare contro il divieto di interrompere la produzione per andare in bagno: un operaio e stato costretto a urinarsi addosso. Questo è “il clima” nelle aziende italiane.

Pianoro (BO), 13 febbraio. La Segafredo esternalizza i manutentori e licenzia un lavoratore a 2 anni dal pensionamento. Dopo 20 ore di sciopero a oltranza che paralizza la produzione, la proprietà è costretta alla marcia indietro, il licenziamento è annullato. (Leggi tutto…)

 

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L’Associazione Resistenza è un’associazione di promozione sociale. Le nostre attività servono a costruire solidarietà e organizzazione, a fare rete. Da una parte all’altra dell’Italia diamo il nostro contributo (con iniziative culturali e sociali) alla difesa e alla promozione di valori di democrazia popolare e partecipata, che nascono dalla Resistenza antifascista su cui si fonda il nostro paese. Valori attuali, che vanno “difesi ed estesi”.

L’Associazione Resistenza promuove:

– la conoscenza della storia del nostro paese a partire dalla Resistenza antifascista;

– il protagonismo e l’autorganizzazione popolare attraverso la costruzione di campagne sociali, di spazi, reti e strutture di coordinamento e di solidarietà tra le persone;

– l’aggregazione di lavoratori, giovani, donne e anziani e la valorizzazione del rapporto tra le diverse generazioni;

– la finanza etica, l’educazione al consumo critico, il rapporto diretto tra produttore e consumatore (costruire e fare rete);

– la cultura popolare, la conoscenza e l’interazione tra diverse culture attraverso creazione di spazi e reti di attività culturali e artistiche.

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