“Non è la nostra europa”

Il 25 marzo 2017 i leader europei si riuniranno a Roma per celebrare il 60° anniversario dei Trattati che istituirono la Comunità Europea. Un’imponente installazione sul rive del fiume Tevere rappresenterà le conseguenze delle politiche migratorie europee sulle persone, portando il Mar Mediterraneo nel cuore della capitale italiana.

 

#NOTMYEUROPE

NON E’ LA NOSTRA EUROPA

 

Il 25 marzo 2017 i leader europei si riuniranno a Roma per celebrare il 60° anniversario dei Trattati che istituirono la Comunità Europea. Medici per i Diritti Umani (Medu) insieme a tante altre organizzazioni della società civile si mobiliterà per “una simbolica azione di protesta contro le politiche dell’UE e per chiedere un’Europa più umana e accogliente verso chi fugge da guerre, persecuzioni o povertà”.

Un’imponente installazione sul rive del fiume Tevere rappresenterà le conseguenze delle politiche migratorie europee sulle persone, portando il Mar Mediterraneo nel cuore della capitale italiana.

In quest’occasione Medu richiama ancora una volta l’attenzione sulla drammatica realtà di alcuni dati. Oltre il 90% dei migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana assistiti pochi giorni dopo lo sbarco in Italia dai medici, operatori e volontari di Medu, è stato vittima di violenza estrema, di tortura e di trattamenti inumani e degradanti nel paese di origine oppure lungo la rotta migratoria, ed in particolare in luoghi di detenzione e sequestro in Libia. La privazione di cibo e acqua, le disumane condizioni di prigionia, le gravi percosse sono le forme più comuni e generalizzate di maltrattamenti che subiscono i migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana e dal Corno d’Africa. Vi sono poi le percosse ai piedi (falaka); le torture per sospensione e posizioni stressanti; le ustioni provocate con gli strumenti più disparati; gli stupri e gli oltraggi sessuali; gli oltraggi religiosi e altre forme di trattamenti degradanti; la privazione di cure mediche; l’obbligo di assistere a torture e trattamenti crudeli ai danni di altre persone; le minacce ai danni propri o delle proprie famiglie. Nove migranti su dieci hanno dichiarato di aver visto qualcuno morire, essere ucciso, torturato o gravemente percosso. Nei fatti, il centro di questo mostruoso sistema di violenza è oggi la Libia, un enorme campo di sfruttamento e di morte per i migranti (vedi la mappa interattiva Esodi).

Gli uomini, le donne e i bambini che sbarcano sulle coste italiane si trovano in una condizione simile a coloro che sono reduci da una guerra. Una guerra non solo dell’uomo contro l’uomo – tutte lo sono – ma una guerra particolare contro l’umanità che ne deturpa l’essenza più preziosa. Se è difficile intervenire per fermare le atroci violenze che si consumano lungo le rotte africane, certamente è possibile, necessario e urgente ripensare le politiche migratorie europee mettendo al centro le persone e la dignità umana. Non farlo rappresenterebbe, a 60 anni dalla sua nascita, la sconfitta più grave e irreversibile del sogno europeo.

L’appuntamento è sabato 25 marzo alle 15.30 sulle rive del ‘Mar Tevere’, sotto Castel Sant’Angelo.

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