Da cinque anni ogni mattina ci ostiniamo a occupare uno spazio web per raccontare e accompagnare la creazione di mondi nuovi. Il compleanno di Comune merita una bella festa: ci vediamo sabato 1 aprile nella Tenuta della Mistica, l’azienda di agricoltura biologica di Capodarco, a Roma, nota per la sua fattoria sociale.
NEWSLETTER DI COMUNE
RESITERE CREANDO. LA FESTA DI COMUNE
Ma lo avete letto il programma della festa per i cinque di Comune? L’Accoglienza alla Tenuta della Mistica (Roma), comincia alle 10,30, poco dopo tre laboratori per bambini (“Tutto all’aria. Costruiamo aquiloni e paracaduti” con Delia Modonesi, “Il Cantiere dei Sogni. Laboratorio-ludoteca: realizziamo torri, castelli, animali, casette con le tavolette in pino finemente lavorate” con Elisabeth Clainchard, “Giocattoliamo auto-costruzione di giocattoli con cartone di riciclo” con Alessandra Rampone) e la presentazione della ricerca dedicata a Roma “Resistere è creare”. L’aperitivo musicale di Alberto Lombardi annuncia il pranzo bi o e a km zero (a cura di Capodarco). Nel primo pomeriggio ancora laboratori (“Pesce d’aprile. Giochiamo con la carta marmorizzata”, “Il Cantiere dei Sogni. Laboratorio-ludoteca”) ma anche canti popolari con il Coro di donne “Le Coeur” (guidate da Daniela De Angelis, della casa delle donne Lucha Y Siesta) e, dalle 16, danze con Daniela Degan. Prenotate subito via email (e comunque entro giovedì 30) per facilitare la preparazione del pranzo. Grazie! Sarà una giornata bellissima PROGRAMMA ED ELENCO (IN COSTANTE AGGIORNAMENTO) DEI PARTECIPANTI
CUCINIAMO MONDI DIVERSI
In Veneto hanno un problema. Nonostante i dinieghi della Commissione territoriale per le richieste di asilo, la Lega e il decreto Minniti, l’esperienza dei due ristoranti messi su da “Padova accoglie” con alcuni rifugiati è travolgente: cucina di alta qualità a prezzi accessibili, clientela di gran lunga oltre la capienza dei locali (soprattutto da quando è entrata in forza anche la cuoca di Sherwood Festival), ma anche un casale per coltivare alberi da frutta e legumi e un master di mediazione culturale. Il menù dell’accoglienza è servito
L’ANTICA ARTE DI PERDERE LA STRADA
Abbiamo bisogno di recuperare l’arte di perdere la strada, uscendo – per scelta o accidente che sia – dai percorsi noti, per esplorare alternative ideali e pratiche. “Alternative non necessariamente nuove o assomiglianti a start-up. Anzi – scrive Carlo Ridolfi – C’è un filo tenace e antico che può legare il nostro presente a esperienze del passato remoto o prossimo e indicarci la via per un futuro possibile. Tra le mille pagine di Comune (auguri, a proposito!) se ne possono trovare esempi di enorme utilità e ricchezza progettuale…”. In tempi di spaesamento, nella settimana del quinto compleanno di Comune e della festa del primo aprile, un articolo con due notizie: una buona e una cattiva
TERREMOTO, PROTESTA E AUTORGANIZZAZIONE
Non c’è molto spazio sui media per i paesi del Centro Italia colpiti dal terremoto. Chi non ha rinunciato a portare sostegno, come i volontari e le volontarie di Brigate di Solidarietà Attiva, è spesso punto di riferimento anche per un’informazione diversa quanto capillare. Così, ad esempio, tra le note diffuse da Bsa in questi giorni si alternano notizie sui turni per l’autogestione dello spaccio ad Amatrice, le continue iniziative di raccolta fondi sparse in tutta Italia, gli incontri nelle scuole, ma anche l’apertura dello sportello legale promosso insieme a Terremoto Centro Italia e ScossaSolidale al campo di San Cipriano di Amatrice. La notizia della settimana &egr ave; l’adesione di molte realtà, tra cui Brigate di Solidarietà Attiva, alla nuova manifestazione (“Noi con voi”) del Primo aprile: appuntamento a Montecitorio ma anche in dieci stalli individuati nelle vicinanze delle zone più colpite (Torrita, Grisciano, Trisungo, Visso, Pieve Torina, Salvalagli di Gaiole, Tolentino, Porto Sant’Elpidio e L’Aquila). È dunque la capacità di autorganizzare solidarietà ma anche protesta con le comunità locali a fare la differenza, a spezzare il tempo corto del terremoto dettato da media e istituzioni
DESTINO MANIFESTO (COME SCHIVARLO FORSE)
“Ho l’impressione che l’America sia prossima al collasso nervoso. E questa non è una buona notizia visto che si tratta pur sempre della più grande potenza militare (nucleare per la precisione) di tutti i tempi…”, scrive Franco Berardi Bifo. “La catastrofe in cui gli Stati Uniti sono precipitati (e in cui sta precipitando il mondo) può culminare nell’apocalisse di un olocausto globale, ma può invece aprire la strada a una presa di coscienza della sola sezione di lavoro che può ancora evitare il precipizio, che può iniziare un processo di riscrittura del codice secondo regole diverse da quelle del profitto e della devastazione…”
LA SPERANZA È LA MEMORIA DEL FUTURO
Alcuni hanno anche trovato l’acronimo: Tina, There is no alternative. Il dominio si nutre della nostra ripetizione di gesti e di schemi che producono spesso noia, indifferenza, rassegnazione. Di sicuro appiattiscono il tempo, chiuso in una sola dimensione: il presente. Così, senza futuro, ricorda Emilia De Rienzo, scompare l’attesa, la speranza di andare oltre. Uscire da quella noia, dalla ripetizione di schemi, dall’assenza di conflitti, vuol dire, attuare una una riapertura del tempo. Ma per farlo, per rinascere, per favorire cambiamenti sociali, abbiamo bisogno prima di tutto di comunità territoriali in cui impegnarci
SCAMBIARE, MESCOLARE E SEMINARE
Il Metodo Ceccarelli di miglioramento genetico evolutivo si sta diffondendo in vari paesi del mondo e serve a selezionare le piante più adatte a svilupparsi in un determinato territorio. Salvatore Ceccarelli, marchigiano di adozione, agronomo e genetista già docente all’Università di Perugia, lo ha messo a punto in anni di ricerche e sperimentazioni in vari paesi dei quattro continenti. “I semi dei cereali sono come le uve o le olive – dice Ceccarelli – Ve ne sono una infinità di specie e di varietà, e le farine che se ne ricavano sono tutte diverse e cambiano caratteristiche anche a seconda dell’annata. La panificazione – come la vinificazione delle uve – è l’arte finale che riesce a esprim ere le qualità dei semi…”
FERMATE SUBITO QUELLE ASTE
Si chiamano aste al doppio ribasso. Come funzionano? La Grande Distribuzione Organizzata fa sedere attorno a una piattaforma virtuale i propri fornitori chiedendo loro di avanzare un’offerta per una grande quantità di un certo prodotto. Sulla base dell’offerta più bassa la GDO convoca poi una seconda asta on line che in poche ore chiama i partecipanti a rilanciare… per ribassare ulteriormente il prezzo di vendita. Quando ci chiediamo perché sul lavoro agricolo ci guadagnano tutti tranne i lavoratori che stanno dodici ore sotto il sole o in serra, spesso pagati tre euro l’ora, pensiamo a quelle aste.La Campagna FilieraSporca (Terra! e daSud) e Flai Cgil lanciano la campagna #ASTEnetevi per l’abolizione delle Aste al doppio ribasso (aste elettroniche inverse) e della vendita a sottocosto dei prodotti alimentari
SALVEREMO L’EUROPA COMMERCIANDO?
A chi conviene davvero l’aumento dell’export? Una domanda strana, capace di provocare risposte stizzite o evasive ma anche fastidiose allergie nelle cabine di comando del malandato torpedone europeo. Le stesse che investono stuoli di autorevoli studiosi innamorati del messianico valore dell’incremento commerciale a qualsiasi costo. Meglio, poi, se l’incremento è segnato dal rifiuto di limiti e regole che ne possano frenare il galoppo liberatorio. Eppure, nella scorsa estate, era stato lo stesso Parlamento europeo ad avvertire che la Ue non ha mai voluto promuovere una seria discussione sui reali benefici e i costi sociali delle politiche di libero scambio che sono alla base della moltiplicazione dei tra ttati bilaterali. Le solenni celebrazioni dei prossimi giorni riusciranno a spazzar finalmente via questo modesto ma seccante deficit analitico?
USCIRE DAL DONMILANISMO?
Secondo Paola Mastrocola, il principale problema del nostro modello scolastico è uscire dal donmilanismo, il quale è diventato negli anni la prospettiva egemonica nella scuola italiana… In realtà, scrive Matteo Saudino, insegnante di filosofia, “non dobbiamo uscire dal donmilanismo, ma da un’istruzione piegata al mercato… Non dobbiamo uscire dal donmilanismo, ma dalla buona scuola liberista, che troppo forma gli studenti all’utilizzo di vacuità tecnologiche per avere un domani lavoratori deboli e ricattabili. E non basta dire che serve tornare all’analisi grammaticale…”
IL QUESTIONARIO DI OGNI GIORNO
I social network? È come se ci facessero un questionario perenne che noi ogni giorno riempiamo. Probabilmente chi può analizzare i nostri smartphone sa di noi più cose di quante non ne sappiamo noi stessi. Due domande allora: che ne dite, non abbiamo forse un problemuccio con quella vecchia idea che chiamiamo “democrazia”? Insegniamo noi il modo di persuaderci, attraverso Facebook?
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