Raid USA su Siria, “l’inquisitrice” Boldrini diffonde bufale in rete

La campagna mediatica sulla strage di Idlib – finalizzata, sostanzialmente, a trascinare Trump ad una guerra contro la Siria e, quindi, contro Putin ha ottenuto un primo successo: il criminale raid missilistico della notte dell’aviazione Usa contro una base siriana.  Per spianare la guerra, intanto, “l’inquisitrice” Boldrini diffonde bufale in rete.

 

 

Le bufale che spianano la guerra in Siria: “l’inquisitrice” Boldrini in prima linea a diffonderle

Le bufale che spianano la guerra in Siria: “l’inquisitrice” Boldrini in prima linea a diffonderle
 
 
di Francesco Santoianni

La campagna mediatica sulla strage di Idlib – finalizzata, sostanzialmente, a trascinare Trump ad una guerra contro la Siria e, quindi, contro Putin ha ottenuto un primo successo: il criminale raid missilistico della notte dell’aviazione Usa contro una base siriana.

E così mentre alcuni giornali, finora  non certo teneri con il “regime di Assad”, timidamente, fanno propria la verosimile ricostruzione dell’accaduto (fuoriuscita di gas tossico – stipato insieme ad armi ed esplosivi – da un arsenale dei “ribelli”, colpito dall’aviazione di Damasco) le grandi corporation mediatiche – in primo luogo in Italia Repubblica e Corriere – restano pervicacemente inchiodati  alla leggenda della strage con il gas, incomprensibilmente ordinata da Damasco.

Un caso a sé resta, comunque, “Il Fatto Quotidiano” che, pur di confermare questa bufala spara l’incredibile articolo “Siria, i testimoni del bombardamento” che narra le gesta di tale Omar Najdat (“intervistato” telefonicamente). Il quale, già sepolto sotto le macerie di un fantomatico “ospedale di Khan Sheikhoun” – colpito e inondato di gas dall’aviazione di Assad – sarebbe riuscito a sgusciare fuori, caricare due feriti (anch’essi saturi di gas) in un’auto che, poi, avrebbe guidato per 86 chilometri fino ad un altro fantomatico “ospedale ad Idlib”; dove, comunque, non si capisce cosa ci sarebbe andato a fare e come avrebbe fatto a restare ancora vivo, considerando che, a suo dire, lì “non ci sono medicine, ma curano le intossicazioni da gas facendoti lavare il viso e spogliandoti dei vestiti”.

Ma abbassando lo sguardo dalle buffonate dei media mainstream, occupiamoci di tre questioni dirimenti della strage consumatasi nella provincia di Idlib, e cioè: quale gas ha prodotto la strage; le modalità (intenzionale o accidentale) della diffusione del gas; chi erano i detentori del gas.

Per quanto riguarda il tipo di gas sarebbe da escludere il Sarin o altri agenti nervini, aventi una tossicità elevatissima e che si estrinseca anche con una microscopica gocciolina che sfiora la pelle. Questo risulta essere incompatibile con attendibili video che mostrano sia soccorritori privi dei più elementari mezzi di protezione intenti a manipolare le vittime del gas, sia le stesse vittime le quali non mostrano i vistosi sintomi (primi tra tutti il rilascio di feci e urine) dei gas nervini. Ma, allora, cosa ha prodotto la strage? Verosimilmente un composto di Cloro, come emergerebbe da alcune autopsie.

Ipotizzo, Cloruro di carbonile (impiegato comunemente dall’industria): il famoso “Fosgene” della Prima guerra mondiale che viene fornito dalla Turchia ai suoi tagliagole impegnati in Siria. Del resto, le prove di arsenali chimici in mano ai “ribelli siriani” sono innumerevoli e addirittura evidenziate da fonti insospettabili. Ad esempio, la giornalista RAI Lucia Goracci che, in un edificio abbandonato dai “ribelli siriani”, fa riprendere contenitori di gas tossici (forse, senza rendersi conto che le scritte in alfabeto latino su quei contenitori evidenziano la responsabilità di qualche paese occidentale nella fornitura).

Ma come si è prodotta la strage? Convincente ci sembra quanto riferito dal generale Igor Konashenkov, portavoce delle Forze armate russe: un bombardamento operato da caccia siriani contro postazioni di jihadisti nell’area di Idlib, che, distruggendo il deposito di esplosivi (nel quale erano stipate anche armi chimiche), avrebbe provocato la fuoriuscita del gas. Che ha, così,  colpito anche civili. Una versione che sta conoscendo crescenti consensi, anche alla luce di autorevoli pareri e che si spera diventi unanime dopo l’imminente  Conferenza stampa, indetta dalle Forze armate russe e siriane. Intanto, contro questa versione si sta scatenando una strampalata campagna stampa (in Italia, capitanata da Il Post) che spaccia la prima dichiarazione russa (che escludeva la responsabilità di aerei russi) come “prova” della malafede del Cremlino.

Il tutto condito dalle strabilianti considerazioni del bufalaro  Eliot Higgins – assurto al ruolo di “esperto” – o di tale Daniele Raineri che ci illumina sul perché Assad avrebbe fatto bombardare con il gas un’area piena di civili siriani tenuti da anni in ostaggio dai “ribelli”: “Assad ha usato le armi chimiche perché poteva farlo, perché sapeva che non ci sarebbe stata una reazione militare della comunità internazionale”.

That’s all folks. Ma su questa bufala di Assad che, mentre sta vincendo la guerra – per inesplicabili motivi – uccide con il gas la sua gente, varrà la pena di ritornarci. Ci ritorneremo noi, perché Laura Boldrini, auto-proclamatasi regina del “fact-checking” e inquisitrice di verità nell’informazione, sarà impegnata a diffonderle.

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