“Resistere alla guerra”

Siamo schiacciati da una narrazione che ci parla di guerra. Non sappiamo come reagire. “Ci si interroga su dove sia finito il movimento pacifista – scrive Francesco Martone – come se fosse qualcosa di altro, esterno rispetto a quel che dobbiamo fare e dire”. E allora cominciamo a fare i conti con i nostri limiti e con le nostre capacità. Possiamo fare molte cose per ribellarci al dominio della guerra. 

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE
 

 

RESISTERE ALLA GUERRA
Siamo schiacciati da una narrazione che ci parla di guerra. Non sappiamo come reagire. “Ci si interroga su dove sia finito il movimento pacifista – scrive Francesco Martone – come se fosse qualcosa di altro, esterno rispetto a quel che dobbiamo fare e dire”. E allora cominciamo a fare i conti con i nostri limiti e con le nostre capacità. Possiamo fare molte cose per ribellarci al dominio della guerra. Possiamo coltivare, prima di tutto, la capacità di riconoscere i nessi tra lotte diverse, quella che Angela Davis chiama trasversalità, possiamo gettare manciate di sabbia nei molti ingranaggi della guerra che abbiamo nei nostri territori, possiamo sostenere la diplomazia popolare dei corpi civili di pace, possiamo promuovere azioni creative d i disturbo e disobbedienza, possiamo mettere al centro i temi del disarmo, della denuclearizzazione, della conversione dell’industria delle armi
FRANCESCO MARTONE

LETTERA ALLE SCUOLE. UN GRIDO CONTRO LA GUERRA
Una giornata per rompere l’ipocrisia e l’indifferenza, per mettere in comune i tanti percorsi proposti nelle scuole che donano senso alla parola pace, per non smettere di creare un mondo diverso. Dopo l’articolo-appello di Alex Zanotelli pubblicato su Comune (Un silenzio assurdo sulla guerra “a pezzi”), molto letto e discusso anche grazie ai rilanci tra gli altri di Fiorella Mannoia e Jacopo Fo, ecco una proposta alle scuole della Rete di Cooperazione educativa e della redazione di Comune per partecipare a una giornata, durante la quale i bambini e gli insegnanti si riuniscano nel cortile della scuola, davanti al Municipio o in un luogo significativo e visibile del paese o della città, a recitare la poesia I giusti di Luis Borges o a intonare una canzone di pace
RETE DI COOPERAZIONE EDUCATIVA E REDAZIONE DI COMUNE

SGUARDI SULLA SIRIA E UNA NOTA A MARGINE
La Siria è il centro del mondo e il mondo si riflette nella Siria. Con tutto l’orrore e tutte le contraddizioni che contiene. Nel buio delle esistenze spezzate o nel filo di luce di chi trova la forza per resistere o per fuggire. Non può stupirci se qualche lettore (pochissimi, per la verità) s’infuria o si dice deluso da un articolo pubblicato. Non siamo anime belle, siamo anime lacerate e profondamente turbate. La Siria divide, in modo violento. Ci mancherebbe. Le critiche, ovviamente, sono di segno molto differente tra loro, spesso opposte. Fino a che qualcuno chiede: ma insomma qual è la posizione di Comune? Consapevoli di poter deludere ancora, rispondiamo che una posizione, una linea, qui non c’è. C’è ;, dovrebbe esserci (ma sbagliamo, come tutti) uno sguardo aperto, incerto, talvolta contraddittorio come la realtà, però mai semplificato (speriamo) e mai equidistante tra vittime e carnefici, potenti e no, governi e gente comune. La guerra in Siria è parte della guerra di tutti gli Stati (e delle loro lunghe mani insanguinate) contro i popoli. Noi pubblichiamo quello che ci pare interessante, utile, anche se non sempre e non completamente condivisibile. Sapendo che molti altri lo fanno, per fortuna, e sapendo che più che alle risposte speriamo di essere utili a far chiarezza sulle domande. Ecco, per esempio, più che qual è la posizione giusta sulla Siria?, a noi piacerebbe, anche con questa nota a margine, continuare a domandarci: cosa possiamo fare per la Siria? Come indicava un articolo importante di qualche temp o fa. Qui di seguito, trovate invece tre sguardi molto diversi tra loro, di nostri amici e compagni che, insieme a molti di quelli già pubblicati, ci pare sollevino, a volte in modo perfino molto provocatorio, interrogativi non banali
LA REDAZIONE DI COMUNE

♦ L’ULTIMO TWEET DI TRUMP SANTIAGO ALBA RICO

STORIE DI GUERRA ALLA GUERRA ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

PER UNA PEDAGOGIA DELLA MEMORIA
Il 25 aprile parte da diverse città d’Italia una piccola carovana di donne e uomini che porteranno a Guernica, nei Paesi Baschi, una testimonianza di pace. Il 26 aprile ricorre l’ottantesimo anniversario del bombardamento che, nel 1937, ad opera di squadriglie di aviazione tedesche e italiane, ingaggiate da Franco, provocò centinaia di morti e feriti. Si “sperimentò” in quei giorni l’attacco diretto su obiettivi civili, che da allora è diventata orrenda prassi delle azioni militari, in evidenza sotto i nostri occhi anche in questi giorni con le notizie e le immagini che ci arrivano dalla Siria… Un articolo sull’ex-fabbrica di armi occupata Astra di Gernika-Lumo che insieme al Museo della pace coltiva oggi la memoria di quell’orrore reso noto da Picasso, nei commenti l’iniziativa del 26 aprile promossa dalla Rete di Cooperazione educativa
CARLO RIDOLFI

IL RIFIUTO DELLA VITA PACIFICA
Ha ragione Rosaria Gasparro, “manca il realismo della sua profezia in questi giorni di guerra a pezzi sparsi nel mondo”, per questo propone la rilettura di un testo di Tonino Bello che ha suo modo ha fatto storia. Per rifiutare il dominio del guerra nei nostri pensieri, nelle nostre parole e nella vita di ogni giorno, per smascherare l’ipocrisia di quelli che “siamo seri, il pacifismo di fronte all’orrore va messo da parte”. “La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia… Non tollera atteggiamenti sedentari – scrive quel bizzarro vescovo i cui articoli apparivano su il manifesto – Non annulla la conflittualità. Non ha molto da spartire con la banale vita pacifica. Sì, la pace prima che traguardo, è cammino…”
TONINO BELLO

LUOGHI DELLA MEMORIA E ANNUNCI DI GUERRA
Tre giorni prima del lancio della “madre” di tutte le bombe in Afghanistan (ha ragione Lea Melandri, facciamola finita con le metafore sessiste, le donne non hanno mai partorito bombe, gli uomini sì), Rex Tillerson, ministro degli esteri statunitense, ha scelto Sant’Anna di Stazzema per legittimare il lancio di missili in Siria e annunciare futuri interventi militari. Tillerson era in compagnia di Angelino Alfano e di Federica Mogherini durante una pausa del vertice G7 a Lucca. “Chissà se Tillerson si è reso conto che Sant’Anna di Stazzema non è un luogo di potere, ma uno spazio fisico, etico e mentale abitato dalle anime di gente senza potere…”, scrive Lorenzo Guadagnucci . A che serve salire lassù o nelle molte Sant’Anna di Stazzema di tutti il mondo? Visitare i “luoghi della memoria” non serve ad annunciare nuove guerre ma a entrare in contatto diretto e personale con la storia dei senza potere, “a vivere l’esperienza di calarsi nei panni altrui, in un’altra epoca, e da lì, stando in quei panni, in quel tempo, pensare al presente”. E trovare la forza per spingere finalmente la guerra fuori della storia
LORENZO GUADAGNUCCI

TRUMP, UN SINTOMO DI CHE COSA?
Forse c’è una lezione che molti oggi, prima di tutto negli Stati uniti, possono trarre dai movimenti degli anni ’60: la resistenza contro la guerra e contro Trump è solo un pezzo della trasformazione della società necessaria. Occorre imparare ad assumere un approccio più paziente, più profondo, più legato alla vita di ogni giorno e di lungo termine nello sperimentare un cambiamento vero. Scrive Ira Chernus: “Esattamente cinquant’anni fa un movimento che si opponeva a una guerra brutale di dominio in una terra lontana, il Vietnam, stava dando vita a un movimento che sollecitava la creazione di una nuova coscienza per guarire la nostra società malata. Il movimento di resistenza del 2017 seguirà la stessa direzione?”. È “la lunga, dura ma splendida lotta per un mondo nuovo…”
IRA CHERNUS

BARGHOUTI SFIDA I VERTICI DELL’ANP
Non a caso la protesta dei detenuti di Fatah inizia mentre il presidente dell’Anp si prepara a partire per Washington, dove sarà ricevuto da Donald Trump. La guida Marwan Barghouti, il dirigente di Fatah più popolare nei Territori palestinesi occupati, forte dell’appoggio di migliaia di prigionieri, dei loro familiari e di tanti altri palestinesi che saranno chiamati a scendere in strada in appoggio alla protesta. Condannato all’ergastolo da un tribunale israeliano, Barghouti è stato messo in disparte nonostante sia risultato il più votato tra i membri del Comitato centrale al recente congresso di Fatah. Da diversi giorni la moglie Fadwa, esponente anche lei di primo piano, sui social, lancia accuse contro i piani alti del partito
MICHELE GIORGIO
 

IL TEMPO DEL LAVORO VIVO
Abbiamo bisogno di ripensare in profondità l’idea di lavoro, individuare percorsi capaci di far emergere il lavoro vivo, concreto, umano. Il lavoro resta metà merce e metà vita ma nei rapporti di produzione capitalistici, cioè salariali, prevale soltanto il primo. Per questo servono una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, una redistribuzione solidale dei guadagni e un reddito di cittadinanza, vale a dire universale, generalizzato e incondizionato. Ma serve anche dare spazio ai tentativi di ripensare il lavoro messi in atto dalle esperienze di “economia solidale”: parliamo di contadini che praticano agricoltura bio e permacultura, di vignaioli e birrai artigianali, di operatori del commerc io equo e del riuso e riciclo. E ancora: di persone impegnate in laboratori di rigenerazione dei computer e di promozione del software libero, nella bioedilizia, nella produzione di energia da fonti rinnovabili, nei lavori di cura alle persone secondo modelli di welfare di prossimità
PAOLO CACCIARI
 

REDDITO DI CITTADINANZA LANFRANCO CAMINITI

LE STRANE AVVENTURE DI CON, CUM E COO
Intervenendo in un recente seminario, Valentina Chinnici, della Segreteria Nazionale del CIDI, ha fornito la sua versione dell’etimologia della parola competenza, oggi sempre usata al plurale e diventata, nella pluralità ambigua delle conoscenze, un nuovo dogma a sostegno de La Buona Scuola. Secondo la professoressa, se leggessimo bene le fonti classiche, troveremo che competenza, competere et similia, grazie alla preposizione con (il cum latino) che fa da prefisso, rimandano all’azione dell’“operare insieme”. In realtà le cose sembrano più complesse, forse dovremmo pensare anche al brodo culturale in cui vengono utilizzate certe parole. Ad esempio, ricorda Renata Puleo, competenza, soprattutto quando dec linata al plurale, appartiene alla stessa area semantica di competere, il misurarsi con l’altro, gareggiando…
RENATA PULEO
 

QUALCHE VOLTA VINCIAMO
Si divertono a bucare il pianeta ma anche a portare in tribunale i governi in tutto il mondo, per avere il diritto di estrarre risorse naturali a spese dei popoli che la abitano. Eppure non sempre le multinazionali vincono. In Salvador, ad esempio, la marea è cambiata. Prendendo una decisione che stabilisce un precedente clamoroso a livello globale, il paese latino-americano – grazie alle straordinarie lotte di molte comunità locai – ha bandito la completa estrazione mineraria di metalli. A farne la spese in primis è il progetto “El Dorado” di una compagnia canadese-australiana che intendeva cercare oro nella regione centrale: la realizzazione del progetto – in una nazione che ha risorse idri che scarse e inquinate – avrebbe messo a serio rischio di contaminazione il fiume Lempa, fonte d’acqua per il 77,5% della popolazione salvadoregna. Ad animare anni di proteste, azioni di disobbedienza, seminari sono state soprattutto donne, come Carolina Amaya, Vidalina Morales e Dora Alicia Sorto (del Comitato Ambientalista di Cabañas, uccisa nel 2009, quando era incinta di otto mesi)
D.M.P. E L.M.
 

NUOVI SGUARDI SU ROMA
Roma e i suoi due volti tra partecipazione e corruzione: sarà questo il modo di festeggiare il 2770simo compleanno della Capitale all’Ex Lavanderia di Santa Maria della Pietà. Con la mostra del fotografo Andrea Festa “Duplicity”, una cena vegana, il concerto di Al Festa, e l’incontro cittadino che partendo dalla vicenda del Santa Maria della Pietà si interroghi sui temi della cooperazione tra cittadinanza, istituzioni locali e Regione, e su un regolamento per l’utilizzo dei beni pubblici
EX LAVANDERIA

NIENTE PIÙ FONDI PUBBLICI PER OIL E GAS
Proteste, azioni di disobbedienza, seminari, incontri… Ovunque, grazie a quello che bolle in basso, ci sono città che ritirano gli investimenti nell’industria fossile
MARIA RITA D’ORSOGNA
 

REPAIR CAFÉ
Ripariamo abiti, elettrodomestici, oggetti in legno…. Il rifiuto dell’obsolescenza programmata
C.U.R.Z.

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